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  • Quando il cristiano è negli affari
    La Torre di Guardia 1972 | 15 maggio
    • procurarci sufficiente cibo. Siamo rassicurati dalle ispirate parole dell’apostolo: “La vostra maniera di vivere sia libera dall’amore del denaro, accontentandovi delle cose presenti. Poiché egli ha detto: ‘Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò’. Così che possiamo aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che cosa mi può fare l’uomo?’” — Matt. 6:8; Ebr. 13:5, 6.

  • Scritture per giugno
    La Torre di Guardia 1972 | 15 maggio
    • Scritture per giugno

      16 Chi starà in piedi quando apparirà? Poiché egli sarà come . . . la liscivia dei lavatori di panni. — Mal. 3:2. TG 1/9/71 8

      17 Quindi vennero, ognuno il cuore del quale lo spinse, e portarono, ognuno lo spirito del quale lo incitò, la contribuzione a Geova. — Eso. 35:21. TG 15/8/71 15, 16

      18 Guardatevi dal rifiutare colui che parla. Poiché se non sfuggirono quelli che rifiutarono colui che dava sulla terra divino avvertimento, quanto meno sfuggiremo noi se ci allontaniamo da colui che parla dai cieli. — Ebr. 12:25. TG 1/5/71 12, 13

      19 Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male. — Gen. 3:5. TG 15/10/71 15

      20 Ora appena egli ebbe vista la visione, cercammo di andare in Macedonia, traendo la conclusione che Dio ci aveva chiamati a dichiarar loro la buona notizia. — Atti 16:10. TG 1/8/71 6, 7a

      21 Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio. — Matt. 4:10. TG 1/7/71 7-9a

      22 La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute. — Ebr. 11:1. TG 1/11/71 4, 5a

      23 O voi che amate Geova, odiate ciò che è male. — Sal. 97:10. TG 1/3/72 16-18

      24 [Siete stati] addolorati da varie prove, onde la provata qualità della vostra fede . . . sia trovata causa di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo. — 1 Piet. 1:6, 7. TG 1/2/72 9, 10a

      25 Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. — Matt. 6:9. TG 1/6/72 10

      26 Se un membro soffre, tutte le altre membra soffrono con esso. — 1 Cor. 12:26. TG 15/3/72 17, 18

      27 Gli anziani che presiedono in modo eccellente siano ritenuti degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nel parlare e insegnare. — 1 Tim. 5:17. TG 1/4/72 26, 27

      28 Io sono Geova tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa degli schiavi. Non devi avere altri dèi contro la mia faccia. — Eso. 20:2, 3. TG 15/5/72 9, 11

      29 Il giusto si rifugerà nella sua integrità. — Prov. 14:32. TG 15/2/72 15-18a

      30 Camminiamo per fede, non per visione. — 2 Cor. 5:7. TG 1/8/70 26

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    La Torre di Guardia 1972 | 15 maggio
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      STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE

      del 18 giugno: Avanti nel Nuovo Ordine sotto la Teocrazia! Pagina 293. Cantici da usare: 11, 38.

      del 25 giugno: L’organizzazione teocratica con cui avanzare ora. Pagina 300. Cantici da usare: 80, 61.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1972 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● Che volle dire l’apostolo Paolo quando scrisse ai Corinti: “Tutte le cose appartengono a voi”? — B. B., Inghilterra.

      Essenzialmente, volle dire che tutte le cose che Dio ha fatte o provvedute sono a disposizione dei cristiani, perché servano di loro beneficio.

      Le parole in questione ricorrono due volte negli ultimi tre versetti di I Corinti, capitolo tre. Leggiamo: “Nessuno si vanti dunque negli uomini; poiché tutte le cose appartengono a voi, sia Paolo sia Apollo sia Cefa sia il mondo sia la vita sia la morte sia le cose presenti sia le cose avvenire, tutte appartengono a voi; a vostra volta voi appartenete a Cristo, Cristo, a sua volta, appartiene a Dio”. — 1 Cor. 3:21-23.

      In modo simile in II Corinti 4:15 l’apostolo scrisse: “Tutte le cose sono per amore vostro”. Qui Paolo parlava di tutte le fatiche e le sofferenze che egli e i suoi compagni avevan subìte a favore della congregazione cristiana.

      A Corinto c’era la situazione che alcuni di quei cristiani erano divenuti carnali nel loro modo di pensare, non spirituali. (1 Cor. 3:1-4) Avevano cominciato a favorire certi uomini preminenti come Apollo, Cefa (Pietro) o Paolo, e a pensare d’esser seguaci di questi uomini, o d’appartenere loro. Questo suscitò dissenso. (1 Cor. 1:10-13) La congregazione doveva capire che tutti questi uomini erano “uno”, cioè tutti operavano in unità per lo stesso fine, per edificare la congregazione nel suo insieme, spiritualmente. In effetti, tutti questi uomini appartenevano alla congregazione, come un dono di Dio per il loro benessere. — 1 Cor. 3:5-8; Efes. 4:8-12.

      Paolo diede enfasi al fatto che la congregazione costituiva un tempio dell’Iddio vivente, in cui Dio dimora con lo spirito. Perciò vantarsi di uomini preminenti era stolto e quelli che facevano ciò degradavano la loro propria posizione come membri di quel tempio di Dio. — 1 Cor. 3:16-19.

      Come Paolo scrisse alla congregazione di Roma: “Ora sappiamo che Dio fa cooperare tutte le sue opere per il bene di quelli che amano Dio, quelli che son chiamati secondo il suo proposito”. (Rom. 8:28, 29) I cristiani dovrebbero capire questo e non fare che ‘appartengano’ o siano seguaci o servitori di qualsiasi uomo o gruppo di uomini, o del mondo o delle cose che sono in esso. — 1 Cor. 7:23.

      Di conseguenza il “mondo” appartiene a questi cristiani generati con lo spirito nel senso che le cose provvedute fra il genere umano sono perché vengano usate dal popolo di Dio. Per esempio, la Bibbia dice delle “autorità superiori”, i governanti politici del mondo, che “essa [l’autorità] è ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male”. Essi sono “pubblici servitori di Dio e servono costantemente a questo stesso scopo”. (Rom. 13:1-4, 6) Tali autorità servono agli interessi del cristiano quando osservano la legge e l’ordine, così che il cristiano può “condurre una vita calma e quieta con piena santa devozione e serietà”. — 1 Tim. 2:1, 2.

      I cristiani possono servirsi conformemente dei mezzi di trasporto, del servizio postale, della polizia e di qualsiasi altra cosa legale come ‘appartenenti’ a loro, per condurre una vita corretta e predicare la buona notizia. Comunque, come l’avvertimento di Paolo in seguito consiglia, “quelli che fanno uso del mondo [dovrebbero essere] come quelli che non ne usano appieno”. (1 Cor. 7:31) Tutte queste cose dovrebbero usarsi solo fino a tanto che servono agli interessi cristiani.

      La “vita” appartiene al cristiano perché è un dono di Dio che si può usare nel servizio a Dio. La “santa devozione”, fu detto a Timoteo, “ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”. (1 Tim. 4:8) La vita che il cristiano ora vive, quantunque ci siano persecuzioni, è molto migliore d’una vita senza Dio e senza speranza. Egli vive una vita non per vanità, ma per uno scopo.

      La “morte” appartiene al cristiano, quantunque non faccia la corte alla morte. L’unto cristiano, quello generato con lo spirito, che ha la speranza della vita celeste, sa che è necessario che muoia onde sia risuscitato al cielo nello spirito, per essere con Cristo. Così trionferà sulla morte. — 1 Cor. 15:35, 36, 42, 54-57.

      Le “cose presenti”, gli avvenimenti, le condizioni e le situazioni di questo attuale sistema di cose, sono soggetti alla guida di Dio così che non sarà loro permesso di sopraffare il cristiano nella sua integrità. I cristiani possono anche usare alla Sua gloria qualsiasi cosa Dio permetta di venire in loro possesso. E le “cose avvenire”, nel loro servizio a Dio, sia in cielo che sulla terra, saranno per certo a loro gioia, edificazione ed eterno beneficio.

      In quanto ad appartenere, perciò, i cristiani non appartengono a nessun uomo o a nessuna cosa di questo mondo. In effetti appartengono a Cristo, che li comprò col suo sangue. (Giov. 6:51; 1 Piet. 1:18, 19) Gli unti cristiani esistono per recare gloria al loro Capo, Cristo, a cui tutte le cose saranno sottoposte. (1 Cor. 11:3; 15:27; Col. 1:18) Ciò facendo, rendono gloria a Dio, a cui Cristo appartiene.

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