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  • La speranza della risurrezione
    La Torre di Guardia 1959 | 15 novembre
    • speranza di vita celeste mediante la volontà e lo spirito santo di Dio. Lo spirito deve rendere loro testimonianza che sono figli di Dio e, come Gesù, devono essere fedeli fino alla morte. L’adempimento delle profezie bibliche indica che la risurrezione di questi membri del corpo di Cristo cominciò nel 1918 quando egli venne nella sua casa per il giudizio. È rimasto solo un rimanente di questi 144.000, e quelli che ne fanno parte ricevono la prima risurrezione alla loro morte, come indica anche Paolo: “Tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba”. — Giov. 3:5; Rom. 8:16; 1 Cor. 15:51, 52.

      Dall’altra parte, vi sono le numerose scritture che parlano del proposito di Dio riguardo a questa terra, che deve ancora essere adempiuto. Deve rimanere per tempo indefinito, per sempre. La terra “sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare dall’acque che lo coprono”. Sotto il regno di Dio i mansueti possederanno la terra e gli uomini non impareranno più a fare la guerra. Dio asciugherà le lagrime dagli occhi degli uomini, “la morte non sarà più, né ci sarà più lutto, né grido, né dolore”. Queste sono le prospettive poste davanti a tutti coloro che sono nella memoria di Dio e che non partecipano alla prima risurrezione. — Sal. 104:5; Isa. 2:4; 11:9, VR; Apoc. 21:4.

      Quando torneranno questi? Dal momento che torneranno con la prospettiva di vivere per sempre, è ragionevole dedurre che risusciteranno nel nuovo mondo di Dio, dopo che la guerra divina di Armaghedon avrà spazzato via il presente ed empio sistema di cose, invisibile e visibile. Inoltre, considerando la profezia secondo la quale Cristo farà alcuni di essi principi sopra tutta la terra, è ragionevole dedurre che quelli che mantennero l’integrità in questa vita riceveranno la risurrezione terrestre, specialmente per il fatto che viene loro promessa la ricompensa. — Sal. 45:16; Ebr. 11:39, 40; Apoc. 11:18.

      Veramente, nella Parola di Dio, la Bibbia, vi sono buone basi per sperare nella risurrezione, e tutti i suoi particolari sono meravigliosamente logici e in armonia. Con questa speranza, anche se possiamo addolorarci per la perdita dei nostri cari, non ci addoloreremo come quelli che non hanno nessuna speranza. Inoltre, indipendentemente da ciò che potrebbe succedere, questa speranza ci permetterà di mantenerci integri verso Dio, poiché sappiamo che mediante la risurrezione ci è assicurata la vita eterna nel nuovo mondo di Dio. — 1 Tess. 4:13.

  • Scritture per dicembre
    La Torre di Guardia 1959 | 15 novembre
    • Scritture per dicembre

      16 Ogni tralcio che in me non porta frutto egli lo toglie, e ognuno che porta frutto lo purifica, perché porti più frutto. — Giov. 15:2. TG 1/1/59 8, 9, 5a

      17 La tua parola è divenuta la mia gioia, l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato sopra di me, o Signore [Geova] degli eserciti. — Ger. 15:16, Ti. TG 1/3/59 38-40

      18 Poiché gli uomini . . . [avranno] una forma di santa devozione ma [si dimostreranno] falsi alla sua potenza. — 2 Tim. 3:2, 5. TG 1/4/59 28a

      19 Si recano dai re di tutta la terra abitata, per radunarli per la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente. — Apoc. 16:14. TG 1/4/59 1a

      20 Fate discepoli . . . [battezzandoli] nel nome del Padre. — Matt. 28:19. TG 1/2/59 7, 8a

      21 Geova è vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verità. — Sal. 145:18. TG 1/12/58 22-24a

      22 Non confidate nei principi, né in alcun figliuol d’uomo, che non può salvare. Il suo fiato se ne va, ed egli torna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi disegni. — Sal. 146:3, 4, VR. TG 15/10/58 5, 6

      23 Mi laverò le mani nell’innocenza stessa, e marcerò intorno al tuo altare, o Geova. — Sal. 26:6. TG 1/3/58 20

      24 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. — Matt. 26:41, Ti. TG 1/4/59 20-22a

      25 Pensan essi di far dimenticare il mio nome al mio popolo . . . benché io non li abbia mandati e non abbia dato loro alcun ordine, ed essi non possan recare alcun giovamento a questo popolo. — Ger. 23:27, 32, VR. TG 1/3/59 28, 29

      26 O Geova . . ., mantieni il patto e l’amorevole benignità verso i tuoi servitori . . ., tu che hai mantenuto ciò che avevi promesso al tuo servo Davide, mio padre. — 1 Re 8:23, 24. TG 1/7/59 14, 15, 17, 18

      27 Rivestitevi della nuova personalità che mediante accurata conoscenza si va rinnovando secondo l’immagine di colui che la creò. — Col. 3:10. TG 1/11/58 20a

      28 Più di ogni cosa, abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati. — 1 Piet. 4:8. TG 1/12/58 35

      29 Chi pensa di avere una salda posizione guardi di non cadere. — 1 Cor. 10:12. TG 1/12/58 29, 30a

      30 Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città sopra una montagna. — Matt. 5:14, Ti. TG 15/6/59 18, 19a

      31 Santo, santo, santo è Geova Dio, l’Onnipotente, che era e che è e che viene. — Apoc. 4:8. TG 1/4/59 32a

  • Studi “Torre di Guardia” per le settimane
    La Torre di Guardia 1959 | 15 novembre
    • Studi “Torre di Guardia” per le settimane

      del 27 dicembre: “Ecco, io faccio tutte le cose nuove”, §§ 1-29. Pagina 677.

      del 3 gennaio 1960: “Ecco, io faccio tutte le cose nuove”, §§ 30-56. Pagina 683.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1959 | 15 novembre
    • Domande dai lettori

      ◆ Che cosa significa la scrittura di Giacomo 3:1: “Non molti fra voi dovrebbero essere insegnanti, fratelli miei, sapendo che riceveremo un giudizio più severo”? — M. W., Stati Uniti.

      La parola “insegnante” è usata in vari sensi. Geova è il Grande Insegnante del suo popolo, e Isaia 54:13 (Ri) dichiara: “Tutti i figli tuoi ammaestrati dal Signore darò a te, e abbondanza di pace alla tua figliolanza”. Egli ha un posto unico; è la Fonte di tutta la verità. Associato a lui come istruttore vi è suo Figlio Cristo Gesù che disse ai suoi discepoli: “Voi mi chiamate ‘Insegnante’ e ‘Signore’, e dite giustamente perché lo sono”. (Giov. 13:13) Ma nessun altro è autorizzato a occupare quel posto di insegnante, a pretendere di essere suo successore, poiché disse: “Ma voi, non siate chiamati ‘Rabbi’, perché uno è il vostro insegnante, mentre voi siete tutti fratelli”. — Matt. 23:8.

      Tuttavia, nell’organizzazione visibile alcuni hanno l’incarico ufficiale di insegnanti. Il Signore ha stabilito che lo “schiavo fedele e discreto” provveda lo spirituale “cibo a suo tempo” ai suoi servitori. (Matt. 24:45-47) Coloro che sono associati a questa classe dello schiavo ed accettano questo incarico hanno un grave carico di responsabilità dinanzi a Geova Dio. Devono esercitare devota vigilanza per attenersi strettamente all’ispirata Parola di Dio e non ‘insegnare comandamenti di uomini come dottrine’. (Matt. 15:9) Devono stare attenti di non abusare mai del loro incarico “insegnando cose che non dovrebbero per amore di disonesto guadagno”. (Tito 1:11) E devono assolvere la loro responsabilità di vivere in armonia con i giusti requisiti della Parola di Dio che essi insegnano, com’è messo in risalto in Romani 2:21-23.

      Proprio perché questi insegnanti hanno una grave responsabilità Giacomo consiglia: “Non molti fra voi dovrebbero essere insegnanti, fratelli miei, sapendo che riceveremo un giudizio più severo”. (Giac. 3:1) Questo non significa che chiunque riceve un tale incarico teocratico debba rifiutarlo. Si dovrebbe avere il dovuto apprezzamento per la disposizione teocratica esposta in Efesini 4:11, dove si legge: “Egli ha dato alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come missionari, alcuni come pastori e insegnanti, in vista dell’ammaestramento dei santi per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo”. Quindi assolverà umilmente il suo incarico, cercando la guida di Geova. Ma in armonia con il consiglio delle Scritture al riguardo, nessuno dovrebbe essere troppo ansioso o cercare di imporsi per ottenere un simile incarico di responsabilità.

      Nessun cristiano vorrebbe tentare di prendere il posto di istruttore di Dio o quello di Cristo Gesù né usurpare la responsabilità dello “schiavo fedele e discreto”, ma le cose che impariamo mediante l’organizzazione teocratica possiamo comunicarle ad altri, aiutandoli a capirle e ad apprezzarle, e in questo senso siamo insegnanti. Pensando a questo genere di insegnamento Gesù rivolse ai suoi discepoli il comando: “Andate dunque e fate discepoli le persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che io vi ho comandate”. (Matt. 28:19, 20) E a coloro che erano lenti ad accettare i loro privilegi di servizio Paolo disse: “Mentre dovreste esser insegnanti in considerazione del tempo, voi avete ancora bisogno di qualcuno che v’insegni dall’inizio i primi princìpi delle sacre dichiarazioni di Dio, e siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido”. (Ebr. 5:12) Tutti fra il popolo di Geova dovrebbero cercare di essere insegnanti qualificati, e rimanere al proprio posto nella disposizione teocratica delle cose.

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