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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
    • Domande dai lettori

      ◆ In Romani 7:9 Paolo parla come se fosse vissuto prima che fosse esistito il patto della legge, e dice che viveva quando esso cominciò. Poiché ciò avvenne secoli prima del suo tempo, come si possono comprendere le parole di Paolo? — D. S., Stati Uniti.

      L’argomento di Paolo è che la legge, facendo conoscere il peccato, rese manifesta la peccaminosità degli uomini. Essa li condannava come peccatori, e il peccato meritava la morte. Così la legge portò in vita il peccato e rese meritevoli di morte quelli che erano sotto la legge. Un uomo imperfetto, incapace di osservare perfettamente la legge, era condannato come peccatore e degno di morte. È con questi fatti in mente che Paolo scrisse, in Romani 7:9 (NM): “Una volta vivevo senza legge; però quando venne il comandamento, il peccato rivisse, ma io morii”. Prima che fosse data la legge egli dice d’esser stato vivente, ma quando la legge entrò in vigore portò in vita il peccato e lo condannò alla morte.

      Ma come potrebbe questo esser vero nel caso dell’apostolo Paolo? Il patto della legge entrò in vigore quindici secoli prima che egli fosse nato. Egli non era ‘vivo senza legge’ o vivente quando giunse la legge. Comunque, Paolo era discendente carnale di Abrahamo, al quale Dio disse: “E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie”. (Gen. 22:18) Abrahamo era l’amico di Dio e fu giustificato al cospetto di Dio per la sua fede. Mentre Paolo era ancora nei lombi di Abrahamo, non ancora nato, aveva per mezzo della fede una speranza di vita. Ma 330 anni dopo la morte di Abrahamo, il patto della legge venne aggiunto alla promessa divina fatta ad Abrahamo. Questo patto della legge fece chiaramente conoscere che i discendenti carnali di Abrahamo, le dodici tribù d’Israele, erano peccatori e trasgressori. Paolo nacque sotto questo patto della legge, e poiché fu incapace di giustificare se stesso alla vita mediante le opere del patto della legge, la sua speranza di ottenere la vita mediante esso cessò.

      Quindi egli visse senza legge, prima che essa giungesse, soltanto in senso figurativo come se fosse stato nei lombi del suo antenato Abrahamo. Questo avviene anche quando la Bibbia parla di Levi che paga le decime a Melchisedec, sebbene Levi fosse vissuto molto tempo dopo Melchisedec. Ma l’antenato di Levi, Abrahamo, in una occasione pagò le decime a Melchisedec, e perciò Paolo scrisse: “E, per così dire, nella persona d’Abramo, Levi stesso, che prende le decime, fu sottoposto alla decima; perch’egli era ancora ne’ lombi di suo padre, quando Melchisedec incontrò Abramo [e ricevette decime da lui]”. (Ebr. 7:9, 10) Pertanto la stessa Bibbia spiega il giusto significato di come Paolo sia vissuto senza la legge o prima della venuta di essa. — Vedere La Torre di Guardia (inglese) del 1º novembre 1945, pag. 332.

  • Annunzi
    La Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
    • Annunzi

      CONQUISTATE IL PREMIO DI DIO ADDESTRANDOVI ATTIVAMENTE — 1 Tim. 4:7, 8, NM.

      Qual è l’addestramento più essenziale al quale dovremmo prestare attenzione? La Bibbia ci dice chiaramente: “Addèstrati con devozione divina come tua mira. Poiché l’addestramento corporale è benefico per un poco, ma la devozione di Dio è benefica per tutte le cose, dato che tiene la promessa della vita presente e di quella che deve venire”. In ubbidienza a questo consiglio chiaramente pronunciato tutti i testimoni di Geova vogliono seguire l’esempio del grande Istruttore, Cristo Gesù, nostro modello e maestro. Proprio come egli manifestò incrollabile devozione divina mediante servizio fedele di ministero, così dobbiamo fare noi oggi. In conformità alle sue istruzioni di predicare “questa buona notizia del regno”, durante febbraio ognuno di noi manifesterà devozione divina partecipando attivamente all’opera di casa in casa, offrendo un abbonamento annuo alla rivista Torre di Guardia per $ 1 o Lit. 650. Tre eccellenti opuscoli che trattano soggetti biblici saranno dati gratuitamente ad ogni nuovo abbonato. Partecipate a questa grande attività durante il mese e sarete riccamente premiati.

      TRE FEDELI AMICI

      Un libro prezioso è come un fedele amico; è stimolante, soccorrevole, costante. La Bibbia, come libro, è più di un amico. È la rivivificante Parola di Dio. Se un libro di dottrina biblica non è stabile, istruttivo, edificante, e se non rappresenta fedelmente Colui per cui parla, non è un amico. Un vero amico è uno che si è dimostrato fedele e fidato per un periodo di anni. Potete trovare tre amici del genere nei libri “Il Regno è vicino”, “Questo significa vita eterna” e “Sia Dio riconosciuto verace”. Durante gli ultimi dodici anni questo insieme di libri è entrato nelle case di più di quindici milioni di persone. Effettivamente migliaia di tali persone non solo hanno conosciuto il Creatore e i suoi propositi ma sono ora dedicati ministri nel servizio dell’Iddio Altissimo, grazie, almeno in parte, all’attiva assistenza di questi tre libri. Accettateli nella vostra casa. Rendeteli membri permanenti di essa. Recate un beneficio all’intera famiglia studiandoli attentamente. Inviate $ 1,50 o Lit. 975 e riceverete i tre libri insieme a tre altre pubblicazioni più piccole.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
    • Domande dai lettori

      ◆ Morì Adamo per il fatto di essere stato cacciato dal giardino d’Eden e di dover mangiare il cibo imperfetto che cresceva di fuori? — L. D., Stati Uniti.

      Adamo non era stato avvertito di non mangiare il cibo fuori del giardino, ma era stato avvertito di non prendere un certo frutto che cresceva dentro il giardino, cioè, l’albero della conoscenza del bene e del male: “Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai”. (Gen. 2:17, NM) Non perché il frutto di questo albero fosse velenoso; al contrario, “la donna vide che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi e che era piacevole agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a vedersi. Perciò cominciò a prenderne il frutto e a mangiarlo. Poi ne diede anche a suo marito quando fu con lei e lui cominciò a mangiarne”. Il danno consistette in ciò che il mangiare in disubbidienza a Geova simbolizzò, cioè, che le prime due creature umane pensarono di poter decidere da se stesse ciò che era buono e ciò che era male. A causa della loro disubbidienza ebbero la propria colpevolezza sulla coscienza: “Allora gli occhi di entrambi si aprirono e cominciarono a comprendere che erano nudi. Quindi cucirono delle foglie di fico e se ne fecero dei paragrembi”. — Gen. 3:6, 7, NM.

      Fu questa ribelle disubbidienza che fece ricadere su di loro la sentenza di morte da parte di Geova. Furono cacciati dal giardino e col sudore dei loro volti dovettero con gran pena guadagnarsi la loro esistenza dal suolo; ma non fu il mangiare questo cibo che li uccise. Fu la disubbidienza che portò la morte, non il cibo. Ma il cibo costituì in parte il mezzo di Geova per giustiziare, ora che l’uomo era stato condannato a morte ed era imperfetto. Il cibo però non era tutto. Quando Gesù fu un uomo sulla terra era perfetto, aveva il diritto alla vita, e avrebbe potuto vivere per sempre sulla terra come uomo perfetto. Alcuni fanno obiezione a questo, dicendo che egli sarebbe divenuto imperfetto e sarebbe morto mangiando il cibo attualmente a nostra disposizione. Ma se il cibo avesse causato ciò, l’azione avrebbe dovuto cominciare durante i trentatrè anni e mezzo in cui visse, e in tal caso Gesù non sarebbe stato perfetto al momento in cui morì, e quindi non uguale ad Adamo e non un idoneo redentore. Ma noi sappiamo che Gesù era un uomo perfetto, pari ad Adamo, quando morì e che egli è il riscattatore idoneo. La sua perfezione non fu macchiata dal cibo che mangiava. Il cibo non è tutto. Non è ciò che mangiate o non mangiate il fattore determinante, bensì l’ubbidienza o la disubbidienza verso Geova. Così fu anche nel caso di Adamo.

  • Tentativi di eliminare un tipo sbagliato di povertà
    La Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
    • Tentativi di eliminare un tipo sbagliato di povertà

      ● La rivista Time del 9 gennaio 1956 comunicò che molte chiese della regione biblica (la parte meridionale degli Stati Uniti) durante la stagione natalizia del 1955 si sono trovate in una strana situazione; non trovavano più poveri a cui donare cestini natalizi di cibo, vestiario e giocattoli. Comunque, giudicando dai risultati delle inchieste tenute negli Stati Uniti rispetto all’istruzione religiosa del popolo e specialmente alla sua conoscenza della Bibbia, è possibile che le chiese s’interessino di un tipo sbagliato di povertà? Vi sono certamente molti poveri in senso spirituale, e Gesù disse felici quelli consapevoli della loro povertà spirituale. Se le chiese s’interessassero a por fine alla povertà spirituale non si esaurirebbero le opportunità di far del bene.

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