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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1954 | 1° aprile
    • gli ipocriti, poiché essi sfigurano i loro volti per far vedere alla gente che digiunano. Veracemente, io vi dico, essi hanno appieno la loro ricompensa. Ma voi, quando digiunate, ungetevi il capo e lavatevi il viso, affinché appaia che voi digiunate, non agli uomini, ma al Padre vostro che è nel segreto; e il Padre vostro che guarda nel segreto vi ricompenserà”. (Matt. 6:16-18, NW) I Farisei digiunavano per farsi vedere, assumevano espressioni tristi e austere di dolore non sentito, e trascuravano deliberatamente di lavarsi apparendo sparuti per farsi notare. Volevano esser veduti dagli uomini, e questo è tutto ciò che ottennero. Non avendo vera devozione, non sapevano come esprimerla. La loro ipocrisia era evidente. Nessuno dovrebbe cercar di esibire più di ciò che sente interiormente. Del digiuno verso Dio non si dovrebbe fare una mostra per gli uomini.

      Comunque, non rivela forse questo testo che i seguaci di Gesù dovevano digiunare? Il digiuno sincero sarebbe stato lecito, ma ricordate che questo avveniva nel sistema di cose giudaico. Che cosa significa allora Matteo 17:21, citato nella domanda? Questo testo, come pure Marco 9:29, Atti 10:30; 1 Corinzi 7:5 e 2 Corinzi 6:5, non contiene nessun riferimento al digiuno, secondo i manoscritti più accurati. (Confrontate la Versione Riveduta con la Traduzione del Nuovo Mondo). Matteo 9:15 non comanda ai Cristiani di digiunare. Mentre Cristo fu sulla terra non fu lecito che facessero questo. Quando egli morì essi fecero cordoglio e digiunarono, però non dopo la sua risurrezione e specialmente dopo lo spargimento dello spirito santo. (Marco 2:18-20; Luca 5:33-35) Tuttavia, i primi Cristiani digiunavano in particolari circostanze. Quando Barnaba e Paolo furono inviati in una speciale opera missionaria in Asia Minore ci furono digiuni e preghiere. Questo si faceva anche quando dei servitori venivano nominati su una nuova congregazione. (Atti 13:2, 3; 14:23) La guida divina era specialmente necessaria. Era lecito digiunare in quelle occasioni. Però, i Cristiani non sono comandati di digiunare. — Rom. 14:5, 6.

      Come i discepoli non dovevano digiunare al tempo della prima presenza di Cristo lo Sposo, così non è necessario che digiuniamo ora al tempo della sua seconda presenza. Questo è un tempo di allegrezza, non di cordoglio. Alcuni dicono che adesso il digiuno cristiano consiste nell’astenersi dalle concupiscenze carnali e dai cibi che sono impuri per la mente. Però, questo non si concilia con la procedura del digiuno. Il digiuno consisteva nell’astenersi temporaneamente da cibo buono. Il cibo che contamina la mente o la condotta immorale del corpo non sono mai buoni. L’astensione da questi dovrebbe essere permanente. Essi dovevano esser mortificati, messi al palo, e non ripresi come si riprende il cibo dopo un digiuno. (Gal. 5:24; Col. 3:5; 1 Piet. 2:11) Interrompere l’astinenza da tali cose sarebbe fatale. (Ebr. 10:26, 38, 39; 2 Piet. 2:20-22) Rifiutarsi di interrompere l’astinenza dal cibo sarebbe fatale. Digiunare significa generalmente cordoglio; l’astinenza dal male reca allegrezza. Facendo un tale paragone si contraddice la procedura del digiuno.

      Se l’organizzazione cristiana come tale ora digiunasse si tratterebbe di un digiuno voluto, non di un digiuno comandato da Dio. Sarebbe fuori luogo digiunare ora che lo Sposo è ritornato e che la vera adorazione è stata restaurata. (Zacc. 8:19; Matt. 9:15) Nondimeno, una persona potrebbe decidere di digiunare qualche volta per motivi spirituali. Se si trova davanti a una particolare prova, o sta per adempiere un incarico, oppure se è afflitto per qualche trasgressione, la sua preoccupazione o il suo dolore potrebbero manifestarsi con l’astensione dal cibo. Egli potrebbe preferire di digiunare perché la sua mente possa concentrarsi in profonda riflessione e meditazione, senza che sia per un certo tempo turbata dal consumo di cibo. Inoltre, i Cristiani potrebbero astenersi di tanto in tanto da azioni che sono in loro stesse buone, ma il cui eccesso li indebolirebbe spiritualmente. (1 Cor. 7:5, 29-31) Più ci occupiamo di cose materiali, meno ci occuperemo di quelle spirituali. Non vi astenete mai dal cibo spirituale, che vuol dire anche imparare e fare la volontà di Geova. — Giov. 4:34.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1954 | 1° aprile
    • Domande dai lettori

      ◆ Perché, secondo Levitico 27:28, 29, nessuna cosa dedicata, sia uomo che animale, poteva essere riscattata, ma doveva essere messa a morte? —  G. B., Spagna.

      Levitico 27:28, 29 dice: “Nondimeno, tutto ciò che uno avrà consacrato [dedicato, AS] all’Eterno per voto d’interdetto, di fra le cose che gli appartengono, sia che si tratti di una persona, di un animale o di un pezzo di terra del suo patrimonio, non potrà esser né venduto, né riscattato; ogni interdetto è cosa interamente consacrata all’Eterno. Nessuna persona consacrata [dedicata] per voto d’interdetto potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte”. La parola ebraica, hhérem, che è tradotta “consacrato” o “dedicato” in questo testo, significa una cosa o persona dedicata alla distruzione o a un sacro impiego e perciò sottratta ad ogni uso profano.

      Per esempio, un campo poteva essere santificato e più tardi riscattato, ma in certe circostanze esso diveniva un “campo dedicato” e non più riscattabile. Diveniva proprietà del sacerdote e dedicato a un sacro impiego. (Lev. 27:20, 21) Gli animali e gli uomini che venivano dedicati in questo senso erano dedicati alla distruzione e pertanto non riscattabili. Il re Saul fu mandato a “dedicare” o ‘votare allo sterminio’ gli Amalekiti, ma violando quest’ordine egli risparmiò il re Agag, suscitando quindi l’ira di Samuele e inducendo Samuele a compiere la dedicazione di Agag uccidendolo. (1 Sam. 15:18, 33) In 1 Re 20:42 si parla d’un uomo “che io avevo votato allo sterminio”, e una nota (AS) dice l’uomo “della mia maledizione”, però è usata la stessa parola ebraica, tradotta altrove “votato”. Un caso simile è Isaia 34:5, dove si parla del popolo “votato allo sterminio”. Talvolta delle intere città dovevano esser votate alla distruzione, come fu esposto in Deuteronomio 13:12-17. I distruttori non dovevano prendere nessuna di quelle cose “maledette”, cioè nessuna cosa “votata”. Gerico doveva essere una tale città “maledetta”, “votata,” e vi furono risparmiati soltanto Rahab e la sua famiglia. Quando Acan violò questo comandamento non consegnando alcuni oggetti che erano dedicati alla distruzione tutto Israele ne soffrì, finché Acan non fu distrutto. (Giosuè 6:17; 7:13) Le traduzioni più letterali, come quelle di Rotherham e di Young, usano la parola “dedicato” nel maggior numero dei suddetti casi.

      Ci sono molti altri casi in cui la stessa parola ebraica è adoperata per significare votato alla distruzione, ma bastano le suddette illustrazioni per mostrare perché tali cose dedicate, animali o persone, non fossero riscattabili.

  • Annunzi
    La Torre di Guardia 1954 | 1° aprile
    • Annunzi

      PARTECIPATE ALL’OPERA PASTORALE DIRETTA DAL PRINCIPE PASTORE

      È rallegrante pensare che uomini di tutte le molte diverse nazioni saranno radunati in un solo gregge. Tutti gli uomini son fatti di una stessa carne, tutti sono una stessa razza umana. (Atti 17:26) Con quale ardente desiderio i cuori sinceri attendono il tempo in cui tutti quelli che vivranno sulla terra saranno uniti come una sola famiglia, e tutti avranno giustizia ed uguaglianza, mentre l’amore ne legherà insieme i membri! Questo sarà compiuto fra breve, poiché il Principe Pastore di Geova, Cristo Gesù, dirige oggi l’opera pastorale di radunare insieme tutti i mansueti. (Ezech. 34:23, 24) I testimoni di Geova considerano un privilegio partecipare all’opera pastorale sotto Cristo Gesù. Con gioia e letizia nel mese di aprile essi offriranno agli uomini di tutte le nazioni un abbonamento a La Torre di Guardia, alla contribuzione di $1 o Lit. 650. Tre opuscoli che contengono rallegranti informazioni della Parola di Dio saranno dati gratuitamente con ogni nuovo abbonamento. Parteciperete voi? Ricordate inoltre che La Torre di Guardia è disponibile in 39 lingue.

      ANNUNCIO DEL MEMORIALE DEL 1954

      Sabato 17 aprile 1954 è la data dell’osservanza del pasto serale del Signore. Dopo le ore 18, o 6 P.M., tutte le persone dedicate a Geova e al suo servizio dovrebbero radunarsi nella loro Sala del Regno o luogo di adunanza per celebrare ubbidientemente il Memoriale. (1 Cor. 11:20-26) L’adunanza avrà inizio con cantico e preghiera, quindi un capace, dedicato e battezzato fratello degli unti, se è disponibile, pronuncerà un discorso sull’importanza e sul significato del Memoriale. Gli emblemi, pane azzimo e vino rosso, saranno serviti in un momento indicato durante l’adunanza, e gli unti ne prenderanno parte. Alla fine del discorso si potrebbero fare annunci del servizio di campo, cantare un cantico e terminare l’adunanza con una preghiera. Tutte le persone di buona volontà dovrebbero essere incoraggiate ad intervenire al Memoriale e a partecipare alle attività del Regno predisposte per la domenica 18 aprile. Ogni congregazione dovrebbe stabilire di tenere un discorso pubblico la domenica 18 aprile, e subito dopo fate alla Società un rapporto del numero dei presenti al Memoriale e del numero di quelli che prenderanno gli emblemi, e del numero dei partecipanti al discorso pubblico.

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