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La stregoneria: Dovrebbero i cristiani cercarne le “guarigioni”?La Torre di Guardia 1974 | 15 maggio
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che aveva egli stesso abbandonato l’uso di tali pozioni e che non voleva dinanzi a Dio la responsabilità di incoraggiare qualcun altro a usarle. Tale condotta dà prova di vera fede e ubbidienza, e assicura la benedizione di Dio.
La chiara risposta alla domanda ‘Dovrebbero i cristiani ricorrere alla stregoneria per ottenere guarigioni?’ è dunque un inequivocabile “No”. I cristiani comprenderanno di non poter seguire il vero cristianesimo e includere contemporaneamente come sorta di “movimento per l’unione delle fedi” un ricorso a qualsiasi altro dio, anche se pensano che da quella fonte possa venire una guarigione dai mali fisici. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, disse: “Chi vuoi salvare la sua vita la perderà; chi, invece, perde la sua vita per causa mia la troverà”. E: “Nessuno può essere schiavo di due signori”. — Matt. 16:25, La Sacra Bibbia a cura di mons. S. Garofalo; 6:24.
I veri cristiani sanno che più di ogni altra cosa bisogna cercare l’approvazione di Dio. Evitano di cercar d’ottenere la guarigione o qualsiasi altra cosa in un modo che e illegale agli occhi di Dio, e che dividerebbe la loro devozione. Confidano nel suo promesso nuovo ordine, poiché lì potranno ottenere una guarigione che durerà non solo per alcuni anni, ma per sempre.
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Hanno trovato il segreto della paceLa Torre di Guardia 1974 | 15 maggio
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Hanno trovato il segreto della pace
IN TUTTA la terra molte persone sono piene d’amarezza. Non vivono in pace con i loro simili. Persone di una nazionalità, razza o colore provano animosità verso persone di un’altra nazionalità, razza o colore, spesso a causa delle ingiustizie commesse in passato. Possono tali persone vincere la loro animosità?
L’esperienza di un ministro dei testimoni di Geova in California mostra che cosa si può fare. Svolgeva il ministero di casa in casa, parlando dei propositi di Dio alle persone del quartiere. Egli dice:
“A una porta rispose un uomo alto circa un metro e ottanta. Non appena mi fui presentato, egli m’interruppe, dicendo: ‘Non parlo coi bianchi!’ Desiderando sinceramente parlare con lui, gli chiesi qual era il problema. Mi disse che era un Indiano americano e che i bianchi avevano occupato il paese e ucciso lo suo gente.
“Ammisi che era stata commessa una grande ingiustizia. Gli dissi pure che io ero armeno e che se volevo assumere la stessa attitudine, potevo provare gli stessi sentimenti verso coloro che avevano massacrato migliaia di Armeni. Ma gli assicurai che riponevo la mia fede e fiducia in Geova Dio, sapendo che egli correggerà presto le cose per mezzo del celeste governo del suo Regno. Quindi gli assicurai che questa era la ragione per cui mi trovavo alla sua porta, per spiegare come le attuali condizioni del mondo forniscono la prova che presto il regno di Dio porrà fine alle ingiustizie, ai pregiudizi e alla malvagità in tutta la terra.
“Questo suscito in lui un tale interesse che accettò una pubblicazione di studio biblico pubblicata appositamente per aiutare le persone a capire i propositi di Dio. Quando tornai in seguito, cominciammo un regolare studio della Bibbia. Da allora egli e sua moglie sono venuti ogni settimana alle adunanze nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova e fanno rapido progresso acquistando conoscenza della sicura speranza per il futuro contenuta nella Bibbia”.
Anche persone addestrate alla guerra possono cambiare le loro vie e cominciare a cercare la pace. Un uomo del Belgio narra:
“Ero un mercenario dell’esercito africano katanghese e avevo affrontato molte situazioni pericolose. In una campagna l’esercito katanghese uccise ogni creatura, uomo e animale. Temendo di perdere la vita, feci un voto: ‘Se solo esco vivo di qui, tornerò ad andare in chiesa’. Ne uscii vivo. Il Katanga fu sconfitto e, come per miracolo, sfuggii alla morte.
“Molti anni prima avevo lasciato la Chiesa Cattolica. Ma ora vi ritornai. La prima volta che vi rimisi piede stavano facendo la predica sull’inferno. Gli illogici commenti dell’anziano sacerdote mi colpirono tanto che lasciai immediatamente la chiesa. Vi tornai in seguito la notte di Natale. Arrivai proprio a mezzanotte. La porta della chiesa era chiusa. Dopo aver bussato, mi fecero entrare. In fondo, in mezzo a celebranti del Natale ubriachi, sentii d’essere completamente sciolto dal voto fatto sul campo di battaglia. Lasciai la chiesa per non tornarvi mai più.
“Comunque, da quel tempo in poi pensai di più all’esistenza di Dio. Pregavo Dio di rivelarsi a me per mezzo di un segno così che potessi adempiere il voto che gli avevo fatto.
“Quindi accadde qualche cosa. Un testimone di Geova venne alla nostra porta e io accettai tutto quello che mi offrì e lo lessi con vivo interesse. Lo esaminai, lo confrontai e lo studiai.
“Subito dopo decisi di mettere alla prova quello che avevo imparato visitando la Sala del Regno. Meravigliato dall’atmosfera amichevole e felice, divenni subito un regolare frequentatore. In tutta la mia vita, per quanto fosse stata movimentata e avventurosa, con tutti i viaggi che avevo fatto, non avevo mai trovato l’amore e l’unità che trovai in questa Sala del Regno”.
Quest’uomo dovette fare enormi cambiamenti. Come disse lui stesso: “Per tutta la mia vita mi ero esercitato alla guerra carnale e ora dovevo imparare a divenire un soldato spirituale di Cristo”.
Veramente, dunque, una buona relazione con il Creatore, basata sull’accurata conoscenza della sua Parola, è il segreto per essere in pace con i propri simili. Se siete turbati dal rancore e dal pregiudizio oggi esistenti, perché non cogliete l’occasione di parlare con i testimoni di Geova? Apprendete per mezzo di essi quale sicura prova c’è che presto Dio porrà termine ai pregiudizi nazionali e razziali, oltre che alla guerra in tutta la terra. E apprendete pure quali passi sono stati già fatti a tal fine da centinaia di migliaia di cristiani in tutto il globo.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1974 | 15 maggio
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Domande dai lettori
● Come si è ‘segnati’ nel senso descritto in II Tessalonicesi 3:14, 15? — Samoa Americane.
L’apostolo Paolo scrisse alla congregazione di Tessalonica: “Se qualcuno non è ubbidiente alla nostra parola per mezzo di questa lettera, tenetelo segnato, smettete d’associarvi con lui, affinché si vergogni. Eppure non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. (2 Tess. 3:14, 15) Poco prima, nella sua lettera, aveva dato simili istruzioni, dicendo: “Ora vi diamo ordini, fratelli, nel nome del Signore Gesù Cristo, di ritirarvi da ogni fratello che cammina disordinatamente e non secondo la tradizione che avete ricevuta da noi”. (Versetto 6) Paolo proseguì quindi mostrando la “tradizione” ricevuta da lui e dai suoi associati con il laborioso esempio che avevano dato quand’erano con i fratelli a Tessalonica. Mentre la maggioranza della congregazione si comportava bene, ora vi erano certuni che camminavano “disordinatamente . . . non lavorando affatto ma intromettendosi in ciò che non li [riguardava]”. — Versetti 7-11.
Pertanto, questi ‘disordinati’ non commettevano gravi trasgressioni come fornicazione, idolatria o estorsione, trasgressioni che potevano costringere la congregazione a rimuoverli, se non si pentivano, disassociandoli. (1 Cor. 6:9-13) Ciò nondimeno, costoro davano un cattivo esempio ed esercitavano una nociva influenza nella congregazione. Non rappresentavano, almeno sotto certi significativi aspetti, ciò che dovrebbe essere il vero cristianesimo. Pur non essendo grave, la loro errata condotta non era nemmeno qualcosa di così piccolo o insignificante da poter essere trascurato o coperto dall’amore. (1 Piet. 4:8) Di qui il bisogno di ‘segnare’ costoro. Ma chi faceva questo e come?
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