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RiscattoRagioniamo facendo uso delle Scritture
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importante del provvedimento preso da Dio per sanare l’umanità da tutti gli effetti del peccato e permettere agli uomini di ricevere la vita eterna).
Rom. 8:21: “La creazione stessa [l’umanità] sarà pure resa libera dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”.
Cosa è necessario fare per trarre durevole beneficio dal perfetto sacrificio di Gesù?
Giov. 3:36: “Chi esercita fede nel Figlio ha vita eterna; chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”.
Ebr. 5:9: “Dopo essere stato reso perfetto [Gesù Cristo] divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono responsabile di salvezza eterna”.
Cosa rivela il provvedimento del riscatto circa i sentimenti che Dio prova per l’umanità?
1 Giov. 4:9, 10: “Da questo l’amore di Dio fu reso manifesto nel nostro caso, perché Dio mandò il suo unigenito Figlio nel mondo affinché ottenessimo la vita per mezzo di lui. L’amore è in questo, non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui amò noi e mandò il Figlio suo come sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”.
Rom. 5:7, 8: “Difficilmente qualcuno morirà per un uomo giusto; in realtà, per un uomo buono forse qualcuno osa anche morire. Ma Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”.
Che effetto dovrebbe avere questo provvedimento sul modo in cui impieghiamo la nostra vita?
1 Piet. 2:24: “Egli stesso portò i nostri peccati nel proprio corpo, sul palo, affinché morissimo ai peccati e vivessimo per la giustizia”. (Visto tutto ciò che Geova e suo Figlio hanno fatto per purificarci dal peccato, dovremmo sforzarci diligentemente di vincere le tendenze peccaminose. Dovrebbe essere assolutamente impensabile da parte nostra fare di proposito qualsiasi cosa sappiamo essere peccaminosa!)
Tito 2:13, 14: “Cristo Gesù . . . diede se stesso per noi, per liberarci da ogni sorta d’illegalità e purificare per sé un popolo particolarmente suo, zelante nelle opere eccellenti”. (L’apprezzamento per questo meraviglioso provvedimento dovrebbe spingerci a partecipare con zelo alle opere che Cristo comandò ai suoi veri seguaci di compiere).
2 Cor. 5:14, 15: “L’amore che ha Cristo ci costringe, perché questo è ciò che abbiamo giudicato, che un solo uomo morì per tutti; e tutti erano quindi morti; ed egli morì per tutti affinché quelli che vivono vivano non più per se stessi, ma per colui che morì per loro e fu destato”.
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RisurrezioneRagioniamo facendo uso delle Scritture
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Risurrezione
Definizione: Anàstasis, il termine greco tradotto “risurrezione”, significa letteralmente “far alzare” o “alzarsi” e si riferisce al rialzarsi dalla morte. L’espressione completa “risurrezione dei (dai) morti” è usata ripetutamente nelle Scritture. (Matt. 22:31; Atti 4:2; 1 Cor. 15:12) In ebraico è techiyàth hammethìm, che significa “ravvivamento dei morti”. (Matt. 22:23, NM, edizione con note e riferimenti, nt.) La risurrezione comporta la riattivazione del modello di vita dell’individuo, modello conservato nella memoria di Dio. La persona, secondo la volontà di Dio per lei, riceve un corpo umano o un corpo spirituale, pur conservando la propria identità, la stessa personalità e gli stessi ricordi di quando è morta. Il provvedimento della risurrezione è una stupenda espressione dell’immeritata benignità di Geova; rivela la sua sapienza e il suo potere ed è un mezzo mediante cui si adempirà il proposito originale di Dio per la terra.
Consiste la risurrezione nel riunirsi di un’anima immateriale col corpo fisico?
Perché questo fosse possibile, ovviamente, gli uomini dovrebbero avere un’anima immateriale in grado di separarsi dal corpo fisico. Ma la Bibbia non lo insegna. Questa nozione fu presa in prestito dalla filosofia greca. L’insegnamento biblico sull’anima è trattato alle pagine 29-32. Per alcune testimonianze sulle origini della credenza della cristianità in un’anima immateriale e immortale, vedi le pagine 33, 34.
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