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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • (Sal. 49:6-9) Ma ebbe il risultato di magnificare l’amore e la misericordia di Dio stesso in quanto soddisfece le sue stesse esigenze a un prezzo per lui enorme, dando la vita del suo stesso Figlio per provvedere il prezzo di redenzione. (Rom. 5:6-8) Questo richiese che il Figlio diventasse un essere umano corrispondente al perfetto Adamo. Dio lo rese possibile trasferendo la vita di suo Figlio dal cielo al seno della vergine giudea Maria. (Luca 1:26-37; Giov. 1:14) Poiché Gesù non ricevette la vita da un padre umano discendente del peccatore Adamo, e poiché lo spirito santo di Dio ‘aveva coperto Maria con la sua ombra, evidentemente dal momento del concepimento fino alla nascita di Gesù, questi nacque senza ereditare nessun peccato o imperfezione essendo, per così dire, “un agnello senza difetto e immacolato”, il cui sangue poteva costituire un sacrificio accettevole. (Luca 1:35; Giov. 1:29; I Piet. 1:18, 19) Egli conservò per tutta la vita quella condizione pura e quindi non si squalificò. (Ebr. 4:15; 7:26; I Piet. 2:22) Essendo ‘partecipe del sangue e della carne’, era “stretto parente” del genere umano e possedeva la cosa di valore, la propria vita perfetta mantenuta pura attraverso prove di integrità, con cui riacquistare, emancipare il genere umano. — Ebr. 2:14, 15.

      Le Scritture Greche Cristiane spiegano chiaramente che la liberazione dal peccato e dalla morte avviene senz’altro mediante il pagamento di un prezzo. I cristiani, viene detto, sono stati “comprati a prezzo” (I Cor. 6:20; 7:23), avendo un “proprietario che li ha comprati” (II Piet. 2:1); e Gesù viene presentato come l’Agnello che ‘è stato scannato e col suo sangue ha comprato a Dio persone di ogni tribù, lingua e nazione’. (Riv. 5:9) In questi versetti ricorre il verbo agoràzo, che significa semplicemente acquistare al mercato (agorà). Il verbo affine exagoràzo (liberare mediante acquisto) viene usato da Paolo per mostrare che Cristo con la sua morte sul palo ha liberato “mediante acquisto quelli che erano sotto la legge”. (Gal. 4:5; 3:13) Tuttavia l’idea di redenzione o riscatto è espressa più spesso e in modo più completo dal termine greco lytron e da termini affini.

      Lỳtron (da lỳo che significa “sciogliere”) era particolarmente usato dagli scrittori greci per indicare il prezzo pagato per riscattare prigionieri di guerra o per liberare persone tenute in catene o in schiavitù. (Confronta Ebrei 11:35). Ricorre due volte nelle Scritture per descrivere il fatto che Cristo ha dato “la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Matt. 20:28; Mar. 10:45) Una forma speciale, antilytron, ricorre in I Timoteo 2:6. Questo termine è stato definito (J. Parkhurst, A Greek and English Lexicon of the New Testament, p. 47): “riscatto, prezzo di redenzione, o piuttosto riscatto corrispondente. ‘Significa correttamente prezzo mediante il quale prigionieri sono redenti dal nemico; e il genere di scambio in cui la vita di uno viene redenta con la vita di un altro’. Cos) Aristotele usa il verbo antilytroo per redimere vita con vita”. Quindi Cristo “diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. (I Tim. 2:5, 6) Altri termini affini sono lytròo, liberare dietro versamento del riscatto (Tito 2:14; I Piet. 1:18, 19), e apolytrosis, liberazione mediante riscatto. (Efes. 1:7, 14; Col. 1:14) È evidente l’analogia di questi termini con i termini ebraici già considerati: non descrivono una liberazione o un acquisto normale, ma una redenzione o riscatto, una liberazione resa possibile dal pagamento di un prezzo corrispondente.

      Pur essendo alla portata di tutti, il sacrificio di riscatto di Cristo non viene accettato da tutti, e lira di Dio rimane” su coloro che non lo accettano, e ricade su quelli che prima accettano e poi rifiutano questo provvedimento. (Giov. 3:36: Ebr. 10:26-29; paragona Romani 6:9, 10). Questi non ottengono la liberazione dalla schiavitù al peccato e alla morte che regnano su di loro. (Rom. 5:21) Sotto la Legge l’omicida volontario non poteva essere riscattato. Adamo, con la sua condotta ostinata, provocò la morte di tutto il genere umano, quindi fu omicida. (Rom. 5:12) Quindi il sacrificio della vita di Gesù non viene accettato da Dio come riscatto per il peccatore Adamo.

      Ma Dio si compiace di approvare l’applicazione del riscatto per redimere quei discendenti di Adamo che si avvalgono di tale liberazione. Paolo dice: “Come per mezzo della disubbidienza d’un solo uomo molti furono costituiti peccatori, similmente anche per mezzo dell’ubbidienza di una sola persona molti saranno costituiti giusti”. (Rom. 5:18, 19) Al tempo del peccato di Adamo e della sua condanna a morte, la sua progenie o razza ancora non nata era nei suoi lombi e quindi tutti morirono con lui. (Confronta Ebrei 7:4-10; Romani 7:9). Gesù, un uomo perfetto, “l’ultimo Adamo” (I Cor. 15:45), aveva nei suoi lombi una razza o progenie non nata, e quando morì innocente come perfetto sacrificio umano questa potenziale razza umana morì con lui. Egli si era volontariamente astenuto dal farsi una famiglia propria mediante procreazione naturale. Invece si avvale dell’autorità concessagli da Geova in base al riscatto di dare vita a tutti coloro che accettano questo provvedimento. — I Cor. 15:45; confronta Romani 5:15-17.

      Gesù è realmente un “riscatto corrispondente”, non per la redenzione di un solo peccatore, Adamo, ma per la redenzione di tutta l’umanità discesa da Adamo. L’ha riacquistata perché potesse diventare la sua famiglia, e fece questo presentando in cielo l’intero valore del suo sacrificio di riscatto all’Iddio di assoluta giustizia. (Ebr. 9:24) In questo modo si procura una Sposa, una congregazione celeste di suoi seguaci. (Confronta Efesini 5:23-27; Rivelazione 1:5, 6; 5:9, 10; 14:3, 4). Profezie messianiche mostrano inoltre che quale “Padre eterno” avrà una “progenie”. (Isa. 53:10-12; 9:6, 7) Come tale il suo riscatto deve includere non solo quelli che fanno parte della sua “Sposa”. Oltre a questi “comprati di fra il genere umano come primizie” per costituire quella congregazione celeste, altri trarranno dunque beneficio dal suo sacrificio di riscatto e avranno vita eterna grazie all’eliminazione del loro peccati e della conseguente imperfezione. (Riv. 14:4; I Giov. 2:1, 2) Poiché quelli che fanno parte della congregazione celeste prestano servizio con Cristo come sacerdoti e “regneranno sulla terra”, gli altri che beneficeranno del riscatto devono essere i sudditi terreni del regno di Cristo, che essendo figli di un “Padre eterno” avranno vita eterna. (Riv. 5:10; 20:6; 21:2-4, 9, 10; 22:17; confronta Salmo 103:2-5). L’intera disposizione manifesta la sapienza di Geova e la sua giustizia nel ristabilire il perfetto equilibrio della bilancia della giustizia pur mostrando immeritata benignità e perdonando i peccati. — Rom. 3:21-26.

  • Rispetto
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    • Rispetto

      Riguardo o deferenza per una persona degna di stima; riconoscimento e doveroso apprezzamento per una cosa o, in particolare, per un’altra persona, le sue qualità, i suoi successi, oppure per l’incarico, la posizione o l’autorità che ha. Manifestare rispetto significa “onorare”. Nelle lingue originali, vari termini rendono l’idea di mostrare ad altri onore, rispetto o sano timore.

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