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  • La nostra qualità maggiore e duratura
    La Torre di Guardia 1950 | 1° giugno
    • Mediante le profezie che si sono adempiute sappiamo di essere nel “tempo della fine”, il tempo nel quale, come Iddio ha promesso, “la conoscenza aumenterà”. (Dan. 12:4) Stiamo quindi pervenendo alla perfetta conoscenza.

      4. Chi mette via le cose da fanciullo, e come e perché?

      4 Con i privilegi che abbiamo oggi di osservare e comprendere, non avremmo alcun bisogno di ritornare ai giorni dei doni miracolosi di profezia, di lingue, di conoscenza. Queste cose convenivano alla congregazione dei Cristiani che aveva avuto allora inizio, ed era nella sua infanzia, ma quando l’organizzazione si fu sviluppata ed ebbe raggiunta la maturità, Iddio giudicò che quelle cose non erano più necessarie, e i Cristiani maturi che fanno parte della chiesa oggi nella sua età avanzata non ne sentono la necessità e non vi ritornerebbero. Possiamo amare e servire Iddio senza questi doni, e facciamo questo con i doni che abbiamo oggi. L’apostolo descrive lo sviluppo e il progresso della congregazione nel suo insieme, dicendo: “Quand’ero fanciullo, parlavo da fanciullo, pensavo da fanciullo, ragionavo da fanciullo; ma quando son diventato uomo, ho smesso le cose da fanciullo”. (1 Cor. 13:11) Il fanciullo lavora o giuoca con la conoscenza, l’esperienza, lo sviluppo mentale e fisico che ha, ma può farlo in misura limitata. Quindi può essere sospinto da una parte e dall’altra come si dondola un bambino nella culla. Ma un uomo è mentalmente e fisicamente più sviluppato; ha facoltà mentali più esercitate e addestrate ed è più saldo e non si lascia facilmente sospingere. Quindi abolisce le attitudini, i processi mentali, le paure, i metodi infantili. Egli si applica coraggiosamente a cose più serie, a compiti che esigono maggiore responsabilità e sono più utili. Ha maggiore comprensione e apprezzamento dei valori. Desidera quello che c’è di meglio.

      5. Come stiamo per vedere e per conoscere, e perché?

      5 Diciannove secoli or sono, nell’infanzia della chiesa, l’apostolo disse: “Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro [essendo gli specchi in quel tempo d’argento o di rame, accuratamente levigato]; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto”. (1 Cor. 13:12) Oggi ci avviciniamo dove saremo oltre la veduta dello specchio e vedremo le cose minutamente così distintamente come quando ci troviamo faccia a faccia con qualcuno, quando l’adempimento ci metterà davanti agli occhi completamente tipo, ombra e profezia. Poiché questo è il tempo fissato da Dio per la rivelazione, siamo vicinissimi al momento in cui la conoscenza parziale sarà abolita, perché entro brevissimo tempo conosceremo tanto appieno quanto Iddio conosce noi. Questa maturità renderà unita e rinsalderà la sua chiesa come mai nel passato.

      6. Com’è l’amore la più grande, fra le qualità che ancora sussistono?

      6 Siano o no miracolosi gli attuali doni dello spirito, un fatto rimane pur sempre vero dopo diciannove secoli di progresso verso il regno di Dio: “Ma ora queste tre [cose] dimorano: fede, speranza, amore; e la maggiore di esse è l’amore”. (1 Cor. 13:13, Cocorda) Con più completa e avanzata conoscenza e malgrado l’assenza dei doni miracolosi di conoscenza parziale, la chiesa oggi ha buon motivo di possedere una fede, una speranza e un amore più ricchi che mai per il passato. Essa deve mostrare fede sino alla fine del suo corso terreno, ma certe caratteristiche della sua fede trapasseranno mentre le cose preannunziate e promesse nella Parola di Dio diventeranno realtà. La fede è il fondamento delle cose che si sperano e certe caratteristiche della nostra speranza trapasseranno perché allora vedremo ed esperimenteremo tali cose per le quali abbiamo sperato. L’amore, tuttavia, rimarrà sempre in tutta la sua pienezza. Invece di diminuire, non farà che approfondirsi e aumentare per tutta l’eternità. Mentre abbiamo il dovuto apprezzamento del valore delle cose, pur avendo a cuore certi privilegi e certe cognizioni, miriamo specialmente all’amore, poiché questa è la nostra qualità maggiore e duratura.

  • Un mezzo efficace per liberare l’umanità
    La Torre di Guardia 1950 | 1° giugno
    • Un mezzo efficace per liberare l’umanità

      LA MORTE era la pena provveduta per i ladri d’uomini. (Eso. 21:16; 1 Tim. 1:9, 10) I moderni ladri d’uomini chiedono un riscatto in danaro per il rilascio della loro vittima ai parenti, ma il riscatto di cui tratta l’articolo seguente è una specie diversa di riscatto per procurare la liberazione dell’umanità dalla sua decaduta condizione e dalla morte.

      La prima traduzione delle Sacre Scritture fu fatta dall’ebraico al greco, e poi le Scritture Cristiane furono scritte dagli apostoli e i discepoli di Cristo in greco. Ora, vi è una parola greca, cioè, lytron, che significa “qualcosa con cui liberare o sciogliere” vale a dire, un “prezzo” di redenzione. È la parola che si trova in Matteo 20:27, 28 e qui tradotta “riscatto”, come segue: “E chiunque fra voi vorrà esser Primo, sarà vostro servitore; appunto come il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito ma per servire, e per dar la vita sua come prezzo di RISCATTO per molti”. Qui la parola greca lytron (riscatto) è seguita dalla preposizione anti che significa o invece di, corrispondente a, oppure in favore di. Questa disposizione di nome e preposizione (lytron anti) è esattamente l’inverso della parola greca composta, in 1 Timoteo 2:6, cioè anti-lytron. In Matteo 20:28 sopra citato l’anti non potrebbe significare “esattamente corrispondente” in prezzo, perchè il sangue vitale di Gesù Cristo l’oratore non era esattamente corrispondente ai “molti” per cui diede la sua vita, ma era “in favore di” questi molti. In 1 Timoteo 2:6, tuttavia, l’anti significa “esattamente corrispondente”, e corrispondente in che modo ci è dimostrato da Deuteronomio 19:21, che mostra come la vita umana che compra e rilascia dev’essere un prezzo esattamente corrispondente alla vita che fu persa da Adamo. Quindi la vita che Gesù diede deve essere equivalente alla vita umana perduta che egli riscatta per i molti i quali accettano il beneficio del riscatto.

      Un’altra testimonianza delle parole di Gesù su questo soggetto si trova in Marco 10:44, 45, in cui si legge: “E chiunque fra voi vorrà esser primo, sarà servo di tutti. Poiché anche il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito, ma per servire, e per dar la vita sua come prezzo di riscatto [greco: lytron anti] per molti”. Gesù non diede alcun riscatto di danaro ma diede la sua vita umana perfetta come riscatto in favore di molti discendenti di Adamo. Gesù comprò per loro la piena e completa vita, con il diritto ad essa, per tanti dell’umanità quanti si conformerebbero alle fisse regole di Dio per guadagnare la salvezza eterna. Certamente Gesù non venne a salvare e a dare la sua vita per gli empi volontari. In verità, egli morì per noi mentre eravamo i nemici di Dio, come leggiamo: “Ma Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Perché, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del suo Figliuolo, tanto più ora, essendo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”. (Rom. 5:8, 10) Comunque, le persone a cui si riferisce qui noi non include gli empi ostinati, ma quelli che accettarono il beneficio del sacrificio di riscatto di Cristo e quelli ai quali l’apostolo Paolo s’indirizza al capitolo 1 versetto 7 di Romani come “santi”.

      In 1 Timoteo 2:3-6 leggiamo: “Questo è buono e accettevole nel cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Poiché v’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto [antitytron] per tutti; fatto che doveva essere attestato a suo tempo”. La somma di questa dichiarazione ispirata è che Iddio non rispetta la qualità delle persone. È la sua volontà che tutte le specie di uomini dovrebbero essere salvati e venire alla conoscenza della verità. Malgrado vi siano molte qualità di uomini, v’è un solo Dio e un mediatore solo fra quest’unico Dio e tutti gli uomini, e questo uno è Cristo Gesù, che diede se stesso come riscatto, o prezzo corrispondente, e in favore di tutti, cioè, per tutte le qualità di uomini e per tutti quelli fra questi che cercano la salvezza nel modo stabilito da Dio.

      Evidentemente il significato qui è che Cristo Gesù è il Mediatore di tutti quelli che sono portati nel nuovo patto per fare la volontà di Geova. Quindi è chiaro che il sacrificio di riscatto di Gesù non è automaticamente di beneficio a ogni uomo particolare, lo voglia quest’uomo o no; ma ricevono i benefici risultanti dal riscatto solo quegli uomini i quali cercano la via della giustizia, credono in Dio quale Supremo Onnipotente e nel sangue del suo Figliuolo come mezzo di salvezza, e i quali allora volonterosamente accettano di fare la volontà di Dio. Senza Cristo Gesù, il Mediatore, nessun uomo potrebbe essere riconciliato con Dio. Gesù ha comperato la razza umana col suo sangue perfetto, ed egli libera dalla inabilità soltanto quelli che sono disposti ad essere liberati e salvati per la vita eterna.

      Iddio ha mostrato la sua misericordia agli uomini peccatori, i discendenti di Adamo, e questo è il risultato della sua longanimità. Gesù disse: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Così solo quelli che credono in lui sono liberati dalla morte. Gesù aggiunse: “Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Giov. 3:16, 17) Quella manifestazione della misericordia di Dio per mezzo del suo Figliuolo è perché gli uomini ‘siano’ salvati, non che debbano essere salvati sia che lo desiderino, credano, o facciano altrimenti.

      Senza il sacrificio di riscatto di Cristo nessun uomo potrebbe essere salvato, perché è un peccatore per eredità da Adamo e l’ira di Dio” cioè la giusta condanna di Dio, cade su tutti i peccatori a causa della loro imperfezione risultante dal peccato innato. Iddio non può approvare una cosa imperfetta. Non per l’esercizio della sua giustizia, ma per l’esercizio della sua longanimità, Iddio provvede che Gesù possa comprare gli uomini e che, quando gli uomini esercitano fede in Dio e nel suo Cristo, abbiano il beneficio di essere liberati dalla schiavitù del peccato e sia loro data un’opportunità individuale per provare la propria integrità verso di Lui. Così facendo, ricevono la salvezza alla vita eterna da Gesù Cristo e per suo mezzo. Ma sicuramente quelli che mancano o rifiutano di credere non potranno ricevere la salvezza. Se lo potessero, allora significherebbe che le condizioni le quali richiedono di credere sarebbero senza nessun effetto positivo. Perciò Giovanni 3:35, 36 dice chiaramente: “Il Padre ama il Figliuolo, e gli ha dato ogni cosa in mano. Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui”.

      Non c’è via di scampo per l’umanità dalla giusta punizione di morte eterna eccetto il merito di Cristo Gesù applicato in loro favore e da loro ricevuto. Qualsiasi tentativo d’insegnare un ‘riscatto per tutti senza la credenza’ è interamente privo di autorità scritturale. Il prezzo di riscatto è la cosa di valore o prezzo provveduto per l’acquisto dell’umanità, e quel prezzo corrisponde alla perfetta vita umana che la creatura di Dio Adamo perdette per sè e così per tutti noi suoi discendenti.

      Gesù morì sulla nostra terra. Il suo sangue vitale fu sparso come prezzo di riscatto, perchè “la vita della carne è nel sangue”. (Lev. 17:11) Il terzo giorno Iddio risuscitò Gesù dalla morte come spirito e lo esaltò al

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