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  • Svegliate i dormienti
    La Torre di Guardia 1954 | 15 luglio
    • di cose, ma la vita eterna nel divino nuovo mondo di giustizia e felicità. Infatti, se non facciamo il nostro meglio per svegliare questi “morti”, noi stessi condivideremo il loro “perpetuo sonno”.

      Come ministri dovutamente addestrati, proclamiamo ad ogni occasione l’avvertimento di svegliarsi.

  • Il valore del riscatto di Gesù Cristo
    La Torre di Guardia 1954 | 15 luglio
    • Il valore del riscatto di Gesù Cristo

      “Poiché v’è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso come riscatto corrispondente per ogni specie di persona”. — 1 Tim. 2:5, 6, NW, margine

      1. In qual senso è Gesù Cristo il solo della storia del mondo?

      GESÙ CRISTO di Nazaret ascese dalla nascita in una mangiatoia ad un posto di vitale importanza per il genere umano. Nessun altro sin dalla creazione di Adamo ha lasciato nelle pagine della storia tale incancellabile impronta, né alcun’altra persona è mai stata così universalmente il soggetto di una controversia. Innumerevoli altri uomini son caduti nella morte come martiri per cause che considerarono degne della loro piena devozione, ma in nessun altro caso è stato attribuito a tale martirio il ruolo di salvatore. Gesù Cristo è il solo della storia del mondo che con la sua morte si è reso idoneo per agire come Redentore del genere umano. Il suo posto è così impareggiabile che un suo devoto discepolo fu indotto a dire: “In nessun altro è salvezza, poiché non c’è altro nome sotto il cielo che sia stato dato agli uomini mediante cui dobbiamo esser salvati”. (Atti 4:12, NW) Alla morte di nessun altro uomo è certamente attribuita tale efficacia.

      2, 3. Quali vedute contrastanti sono sostenute riguardo a lui, e quali vitali domande suscitano esse?

      2 Ma, nonostante la generale confessione della Cristianità che Gesù Cristo è il Redentore del decaduto genere umano, vi è molta incomprensione riguardo al ruolo che egli ha nei propositi di Dio Onnipotente. Anche fra quelli che professano di credere in lui si trova in effetti una sorprendente incredulità rispetto al valore della sua vita che diede come riscatto. Quindi, naturalmente, ci sono milioni di persone che, sebbene riconoscano la sua preminenza nella storia giudaica, non attribuiscono alla sua vita o alla sua morte nulla di speciale oltre alla sua devozione verso certi principi che egli considerò buoni. Tuttavia, prima ancora che Cristo facesse la sua apparizione, vi furono in contrasto altri che vennero “torturati perché non vollero accettare la liberazione mediante qualche riscatto, affinché ottenessero una risurrezione migliore” secondo l’antica promessa di Dio, che avrebbe inviato una “progenie” per mezzo della quale avrebbe recato l’eterna liberazione dal peccato e dalla morte. — Ebr. 11:35; Matt. 20:28; 2 Tim. 2:8-10, NW.

      3 Sulla base di ciò che la Bibbia insegna, qual è il posto di Gesù Cristo nella mirabile disposizione che Geova ha fatto per istituire un mondo del tutto nuovo? Dovrebbe egli esser considerato solo come una figura leggendaria dai nobili ideali che ci diede uno splendido esempio di vita morale? Oppure dobbiamo considerarlo come colui che versò il suo sangue in sacrificio per comprare mediante riscatto il diritto alla vita che Adamo aveva perduto con la ribellione, e per concedere così agli uomini di vivere infine per sempre? La risposta corretta a queste domande è oggi vitale per ogni persona vivente.

      4. Come fu l’apparizione di Cristo diversa da quella di ogni altro uomo?

      4 È importante capire che Gesù Cristo non balzò all’improvviso sulla scena umana proclamandosi salvatore. Egli non era semplicemente un uomo dai doni insoliti e dalla mente brillante che fece un marchio sulla civiltà a causa della sua energica attività, come hanno fatto di tanto in tanto altri uomini con vario grado di successo. No, davvero! Anzi, la sua apparizione fu singolarmente diversa, poiché fu predetta molti secoli prima della sua venuta. Uomini devoti attesero l’apparizione di un salvatore dell’umanità a motivo della promessa che Geova fece in Eden circa la venuta di una “progenie” di giustizia. — Gen. 3:15; Gal. 3:19.

      5. Come viene presentata qui la promessa fatta ad Abrahamo?

      5 Quasi 1.900 anni prima della nascita di Cristo, Geova confermò con un giuramento ad Abrahamo la sua promessa relativa a questo Salvatore, dicendo: “Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla mia voce”. (Gen. 22:18) Abrahamo ed altri fedeli dell’antichità attesero questa “progenie” e bramarono le benedizioni che sarebbero venute per mezzo d’essa. L’apostolo Paolo toglie ogni dubbio in quanto all’identità della “progenie” quando dice: “Ora le promesse furono pronunziate ad Abrahamo e alla sua progenie. Non dice: ’E alle progenie,’ come nel caso di molte, ma come nel caso d’una sola: ‘E alla tua progenie,’ che è Cristo”. — Gal. 3:16, NW.

      6. Che cosa mostrano le parole di Mosè e la promessa fatta a Davide rispetto al Cristo?

      6 Più di trecento anni dopo i giorni di Abrahamo, Mosè parlò ad Israele riguardo a questo stesso salvatore avvenire, dicendo che chiunque non gli avesse prestato ascolto non sarebbe vissuto. (Deut. 18:19; Lev. 23:29) Pietro conferma il fatto storico che Mosè predisse la venuta del salvatore, Cristo, dicendo: “Infatti Mosè disse: ‘Geova Dio vi produrrà tra i vostri fratelli un profeta come me. Dovrete ascoltarlo secondo tutte le cose che vi dirà. Veramente, ogni anima che non ascolterà questo profeta sarà completamente distrutta di mezzo al popolo.’” (Atti 3:22, 23, NW) Davide fu un diretto discendente di Abrahamo, e riguardo a lui Geova ripeté la promessa concernente un salvatore circa seicento anni prima che apparisse Cristo. “Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno [Geova], quand’io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re . . . e farà ragione e giustizia nel paese”. — Ger. 23:5; 33:15.

      7. Quali altre cose profetiche furono scritte riguardo a Gesù Cristo, e che cosa confermarono tutti i profeti?

      7 Approssimativamente 150 anni prima che Geremia scrivesse queste parole nella sacra Narrazione, il profeta Isaia, sapendo molto bene che il Redentore sarebbe venuto dalla linea genealogica di Abrahamo e di Davide, sotto ispirazione scrisse: “Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’impero riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo”. (Isa. 9:5, 6) Betlemme fu predetta come luogo della sua nascita. (Mich. 5:1) Difatti, tutti i profeti confermarono che un redentore sarebbe dovuto apparire sulla scena umana; e “a lui tutti i profeti rendono testimonianza, che chiunque ripone fede in lui ottiene la remissione dei peccati mediante il suo nome”. — Atti 10:43, NW.

      8. Quali fatti probatori dimostrano che Giovanni non si sbagliava identificando Gesù?

      8 Il profeta Isaia dichiarò in anticipo notevoli particolari inerenti a Gesù Cristo, cioè, che sarebbe stato disprezzato, respinto, l’uomo dei dolori e assuefatto al patire; che la sua vita sarebbe stata offerta per i peccati di molti, che avrebbe interceduto per il genere umano, che quando sarebbe stato oppresso e afflitto non avrebbe aperto la bocca per lamentarsi ma si sarebbe sottoposto al suo sacrificio come un agnello che viene condotto al macello. Non c’è da meravigliarsi se Giovanni Battista, quando vide avvicinarsi Gesù, esclamò ad alta voce: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” (Giov. 1:29, NW; Isa. 53:3-9, Ti) Che Giovanni non si sbagliava identificando Gesù come il Redentore è mostrato dal racconto della dichiarazione che l’angelo aveva fatta trent’anni prima, allorché quella potente creatura spirituale aveva detto ai pastori: “Non abbiate paura, poiché, ecco! vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che sarà per tutto il popolo, perché oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo il Signore”. (Luca 2:10, 11, NW) Senza dubbio, Gesù Cristo non si proclamò salvatore da sé, ma venne in adempimento di promesse fatte da Dio molti secoli prima.

      9. Come è confermata dagli apostoli la verità che Gesù fu mandato?

      9 L’apostolo Giovanni sostiene questo fatto con la diretta dichiarazione che Gesù fu mandato da Dio. “Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16, NW) Gesù non fu dunque un ordinario mortale che Geova scegliesse per provvedere il riscatto, ma, con buona ragione, fu uno venuto direttamente dal celeste reame di Dio stesso al preciso scopo di vendicare il nome del Padre e provvedere il riscatto. L’esistenza preumana di Gesù risaliva a prima che venisse all’esistenza l’umanità o la terra stessa. (Giov. 1:1-3; Prov. 8:22-36) I suoi discepoli apprezzarono la grande espressione d’amore che Geova fece mandando suo Figlio. Seppero che Gesù Cristo non era un semplice uomo come loro, e non mostrarono alcuna esitazione nel dichiararlo. (Matt. 16:16) “Con questo l’amore di Dio fu reso manifesto nel nostro caso, perché Dio inviò il suo unigenito Figlio nel mondo affinché noi ottenessimo la vita per mezzo di lui . . . noi stessi abbiamo contemplato e rechiamo testimonianza che il Padre ha mandato suo Figlio come Salvatore del mondo.“— 1 Giov. 4:9, 14, NW.

      10. Come le false conclusioni di alcuni religionisti li fanno errare riguardo al Cristo?

      10 Ma ci sono alcuni religiosi che negano che Gesù fu il figlio di Dio e venne nella carne per un miracolo di Geova che lo trasferì nel seno di una vergine giudea, Maria. Essi insegnano invece la teoria dell’incarnazione, dicendo che Gesù fosse in realtà Dio stesso che avrebbe ricoperto il suo corpo spirituale con un rivestimento di carne, come avevano fatto degli angeli apparendo ad Abrahamo, Lot ed altri. (Gen. 18:1, 2; 19:1; Giud. 13:9-11, 16) I trinitari inciampano nel medesimo falso ragionamento, poiché credono che Dio e Cristo siano una sola persona. Questa errata dottrina porta ad altre conclusioni sbagliate. Per esempio, questa teoria deve supporre che la stanchezza e la sofferenza di Gesù fossero soltanto finte, perché nessuna creatura spirituale può esser stanca e soffrire. Essa deve quindi portare alla conclusione che le sue preghiere fossero finte, dato che dopo tutto avrebbe pregato solo se stesso, e si sarebbe

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