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  • Come si risolve la contesa della proprietà
    La Torre di Guardia 1975 | 15 marzo
    • alla mia voce e osserverete in realtà il mio patto, per certo diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, perché l’intera terra appartiene a me”. (Eso. 19:5) Nel libro di Deuteronomio l’espressione “speciale proprietà” ricorre tre volte, e in ciascun caso il contesto dà giustamente enfasi al corretto punto di vista e alla condotta da seguire in quanto all’adorazione e alla proprietà. (Deut. 7:6; 14:2; 26:18) Quale nazione, Israele fallì comunque ripetute volte di rispondere o di sottomettersi al modo di agire di Dio verso di loro oppure di prestare ascolto ai suoi profeti. Ne rifiutarono la proprietà su di loro sia come Re che come Datore di statuti. (1 Sam. 8:7; Isa. 33:22; Ezec. 20:13, 30-32) Il climax giunse quando Dio mandò loro il suo proprio Figlio diletto. Essi avevano ogni ragione per accettarlo come loro Messia. Invece, sotto l’influenza dei loro capi, lo rifiutarono e lo uccisero. Gesù stesso raffigurò accuratamente questo nella sua illustrazione di Geova come il “proprietario della vigna” che “l’affittò a dei coltivatori”. — Luca 20:9-16.

      ASSICURATA LA SOLUZIONE DELLA CONTESA

      18. (a) Quale nuovo avvenimento ebbe luogo alla Pentecoste del 33 E.V.? (b) Quali importanti verità fece capire Pietro in quell’occasione ai suoi uditori?

      18 Quei capi religiosi pensarono di poter ora continuare ad agire come indiscussi padroni della situazione e del popolo comune. Comunque, non fu così. Alla festa di Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo che Gesù era stato messo al palo, lo spirito santo, accompagnato dal miracoloso dono delle lingue, fu versato sui suoi discepoli a Gerusalemme. Presto si radunò una folla. Rivolgendosi loro, l’apostolo Pietro disse chiaramente che avevano la responsabilità d’aver soppresso Gesù, e aggiunse, in ogni modo, che questo era accaduto “per determinato consiglio e prescienza di Dio”. Era una parte essenziale dell’adempimento del proposito di Geova. Pietro proseguì, dicendo che Dio aveva risuscitato Gesù, e lo aveva esaltato alla sua propria destra, e l’aveva “fatto Signore e Cristo”. — Atti 2:22-24, 32-36.

      19. Quali riferimenti fecero Pietro e Giuda circa la giusta posizione di Gesù, e come la confermò Paolo?

      19 In tre altre occasioni, in pubblico e dinanzi al Sinedrio, Pietro diede risalto a queste stesse verità, aggiungendo che Gesù era il “principale Agente della vita”, ed era divenuto la pietra posta a “testa dell’angolo” e che “non vi è salvezza in nessun altro”. (Atti 3:15-18; 4:10-12; 5:30-32) Anni dopo, sia Pietro che Giuda misero in guardia nelle loro lettere contro falsi insegnanti che “rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati”, “il nostro solo Proprietario e signore, Gesù Cristo”. (2 Piet. 2:1; Giuda 4) Quindi, è evidente che era preconosciuto proposito di Dio che la soluzione della contesa della proprietà si sarebbe accentrata in Gesù e che mediante la sua morte e risurrezione era assicurato e garantito il primo importante passo, il fondamento. Come Paolo disse agli uomini di Atene: “[Dio] ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito, e ne ha fornito garanzia a tutti in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — Atti 17:31.

      20. Come Gesù divenne il proprietario del genere umano, in armonia con l’amore e il diritto di Dio?

      20 Altre scritture ampliano l’idea come Gesù divenne proprietario dell’intero genere umano. Guardandole brevemente, osserviamo che Paolo spiega, in Romani 5:12-21, in qual modo Adamo, con la sua ribellione, vendé se stesso e i suoi discendenti (che erano ancora nei lombi di Adamo, non generati), come schiavi, così che divennero sudditi dei Re Peccato e Morte. Comunque, Dio, nel suo grande amore e nella sua grande misericordia, ancora in armonia con il rigoroso diritto, produsse un mezzo di riconciliazione. Questo richiese il provvedimento e il pagamento di un prezzo di espiazione mediante cui l’uomo potesse essere redento e liberato dalla condanna. Il prezzo doveva corrispondere esattamente al perfetto uomo Adamo. Con un miracolo, Dio dispose che il suo celeste Figlio venisse sulla terra, per nascere e crescere fino alla perfetta virilità. Gesù intraprese volontariamente questo corso e, come egli disse, diede in effetti “la sua anima come riscatto in cambio di molti”. Come Paolo scrisse: “Vi è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. Dio era sia il Creatore e Proprietario che anche l’Autore della disposizione; per cui, possiamo dire che ora si tratta di proprietà associata. — Matt. 20:28; 1 Tim. 2:5, 6; Atti 20:28.

      21. Come e quando i benefici del riscatto divengono disponibili per l’umanità in genere?

      21 Della giustizia che Dio attribuisce a chi esercita fede nel sacrificio di riscatto di Cristo e lo accetta si parla come di un “gratuito dono”. (Rom. 5:15-17; 6:23) I benefici del riscatto saranno disponibili per l’umanità in genere durante il regno di mille anni di Dio. Finora, la maggioranza è vissuta e morta nella completa ignoranza di questo provvedimento. Ma sotto il dominio del regno di Dio ci sarà una risurrezione di “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative”, e un giusto giudizio per tutti come sarà emanato dal Re, cioè Cristo Gesù. — Giov. 5:28; Riv. 20:11–21:4.

      22. Come Gesù indicò una condotta contraria a quella della proprietà, suscitando quali domande?

      22 Comunque, prima che cominci quel giorno di giudizio per il genere umano, si attua un’ulteriore parte del proposito di Dio. Essa pure concerne il riconoscimento della proprietà di Dio. In un’occasione Gesù disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo”. (Matt. 16:24) Che cosa intese dire? Diede egli in qualche modo un esempio che avremmo dovuto seguire durante questo sistema di cose? Che cosa significa oggi questo per noi come individui? Queste domande sorgono naturalmente e attendiamo di prenderle in considerazione nell’articolo che segue.

  • A chi appartieni?
    La Torre di Guardia 1975 | 15 marzo
    • A chi appartieni?

      1. (a) In che modo la “Nuova Gerusalemme” è usata nella Bibbia come un simbolo? (b) Come altre scritture lo confermano?

      BENCHÉ la soluzione della contesa della proprietà si accentri in Gesù, la Parola di Dio mostra che altri si assoceranno strettamente, partecipando con questo personaggio centrale. Nella profetica visione di un “nuovo cielo e una nuova terra”, Giovanni dice: “E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, . . . preparata come una sposa adorna per il suo marito”. Questa città celeste è costituita dai membri della congregazione cristiana. Collettivamente, essi formano “la sposa, la moglie dell’Agnello”, cioè la sposa di Cristo Gesù. (Riv. 21:1, 2, 9) Gli appartengono. Paolo ne parlò, paragonando l’autorità del marito sulla propria moglie all’autorità di Cristo come “capo della congregazione”. Inoltre scrisse: “Mariti, continuate ad amare le vostre mogli, come anche il Cristo amò la congregazione e si consegnò per essa”. Queste scritture identificano chiaramente la Nuova Gerusalemme e parlano della proprietà esercitata in modo amorevole. — Efes. 5:22-25; si veda anche II Corinti 11:2.

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