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  • Rebecca, benedetta da Geova
    La Torre di Guardia 1981 | 1° febbraio
    • a conformarsi prontamente alla scelta di Geova? “Sono disposta ad andare”, risponde Rebecca. Nessuna esitazione, nessun tentennamento, nessun dubbio, nessuna condizione preliminare! Che ragazza eccezionale! (Gen. 24:8, 54b-58) Rebecca non solo è attraente, benevola, pronta, operosa e ospitale; è anche risoluta, lungimirante e piena di fede. Vede nella cosa la mano di Geova, e non esita ad agire in armonia con la Sua volontà. Sapendo che il prozio Abraamo ha educato Isacco nel timore dell’Onnipotente, Rebecca non ha alcun motivo di preoccuparsi per il trattamento che riceverà come moglie.

      La giovane parte con le benedizioni della famiglia: “Possa tu, sorella nostra, divenire migliaia di volte diecimila, e il tuo seme prenda possesso della porta di quelli che lo odiano”. La nutrice e le altre serve l’accompagnano nel viaggio a dorso di cammello. — Gen. 24:59-61.

      Giorni dopo, nel fresco della sera, Isacco intravede una carovana di cammelli che s’avvicina. Contemporaneamente è notato da Rebecca. Con grazia la giovane si lascia scivolare giù dal cammello. Quando le viene detto chi è quell’uomo, Rebecca si mette un velo, mostrando così sottomissione e rispetto per lo sposo. La ragazza che, senza dubbi o domande, è stata disposta a seguire la direttiva di Geova e ad affrontare un viaggio con un servitore verso un paese sconosciuto per incontrarvi uno sposo altrettanto sconosciuto, è una donna che merita affetto. Il racconto biblico dice: ‘Isacco s’innamorò di lei e trovò conforto dopo la perdita di sua madre’. — Gen. 24:62-67.

      Rebecca mostra d’essere proprio la moglie di cui Isacco ha bisogno. Il suo spirito volenteroso, ardente, attivo, intraprendente lo rende di nuovo felice. Rebecca riesce a riempire il vuoto lasciato nella vita di Isacco dalla morte della madre. Molti anni dopo il matrimonio, Isacco continua ad amare la sua diletta Rebecca. Ha paura di perderla. Quando una carestia lo costringe ad andare ad abitare fra i filistei, Isacco pensa alla bellezza di Rebecca: teme per la propria vita, pensando che qualcuno potrebbe ucciderlo per prenderla in moglie. Per non correre rischi, Isacco la fa passare per sua sorella. — Gen. 26:1-11.

      REBECCA COME MADRE

      Come Sara, Rebecca rimane a lungo sterile. Isacco continua a supplicare Geova per lei. Infine, dopo vent’anni di matrimonio, dà alla luce i gemelli Esaù e Giacobbe. Prima del parto Rebecca sa che avrà due gemelli. La gravidanza è estremamente difficile. “Se è così, perché mai vivo?” esclama quando sente i bambini che lottano dentro di lei. Rebecca riceve da Dio la promessa che dalle sue parti interiori saranno separati due gruppi nazionali, che uno sarà più forte dell’altro e che il più vecchio servirà il più giovane. Ella non dimentica questa promessa. — Gen. 25:21-23.

      Dopo la nascita dei due bambini, Rebecca accentra le sue speranze e i suoi affetti su Giacobbe, e col tempo Esaù arriva a disprezzare il proprio diritto di primogenitura. (Gen. 25:28-34) Passano gli anni e viene il giorno in cui Rebecca prende l’iniziativa per agire in armonia con la profetica promessa di Geova. Sente il marito Isacco, ormai vecchio e cieco, che chiama il primogenito Esaù. Prima di morire, Isacco ha in mente di scegliere e benedire il suo successore. Ma prima di dare la benedizione, Isacco manda Esaù a caccia di selvaggina, e gli dice di preparargli un piatto gustoso. — Gen. 27:1-4.

      Sapendo che Esaù non è colui che Geova ha scelto, Rebecca fa in modo che sia Giacobbe a ricevere la benedizione desiderata. Mentre Esaù è a caccia, Rebecca dà istruzioni a Giacobbe su ciò che deve fare per ottenere la benedizione che gli spetta di diritto. Giacobbe non è molto d’accordo, temendo che il padre cieco lo riconosca al tatto e gli dia una maledizione. Ma Rebecca è più decisa che mai. “La maledizione riservata a te ricada su di me, figlio mio”, dice con fiducia. “Solo ascolta la mia voce”. E Giacobbe l’ascolta. — Gen. 27:5-14.

      Rebecca fa quindi indossare a Giacobbe gli abiti di Esaù, che odorano di bosco, di campo e di terra. Prende anche soffici e pelose pelli di capretto e le mette sulle lisce mani di Giacobbe e sul suo collo, di modo che, tastandolo, Isacco lo scambi per Esaù. Giacobbe si presenta davanti a Isacco con un piatto gustoso preparato dalla madre. Il piano di Rebecca riesce. Giacobbe riceve la benedizione paterna e viene costituito erede legittimo di Isacco e Abraamo. — Gen. 27:15-29.

      In seguito, sentendo che Esaù intende uccidere Giacobbe, Rebecca agisce di nuovo con risolutezza a favore di Giacobbe. Incoraggiato da lei, Isacco manda lontano Giacobbe, inviandolo a cercare una moglie nel paese della madre. Rebecca si rende conto dell’importanza che Giacobbe trovi una buona moglie. Sia lei che Isacco hanno provato grande dolore per il fatto che Esaù ha preso due mogli di fra i malvagi cananei. — Gen. 26:34, 35; 27:41-46; 28:1-5.

      Rebecca dovette sentire molto la mancanza di Giacobbe dopo la sua partenza. Forse sperava che tornasse presto. Ma Giacobbe restò via vent’anni. Nella Bibbia non è scritto che Rebecca abbia più rivisto l’amato figlio. Se le cose andarono così, pensate alla gioia che avranno Rebecca e Giacobbe nell’incontrarsi di nuovo alla risurrezione dei morti. Come sarà emozionante per Rebecca sapere del grande privilegio di essere stata un anello nella linea di discendenza del promesso Messia o Cristo!

      La bella, desta e risoluta Rebecca, che ottenne il favore di Geova, è veramente un buon esempio per le ragazze, le mogli e le madri di oggi. La sua fede fu davvero lodevole.

  • Ricordate?
    La Torre di Guardia 1981 | 1° febbraio
    • Ricordate?

      Avete letto attentamente i recenti numeri della “Torre di Guardia” con l’obiettivo di farne vostre le informazioni? In tal caso ricorderete di certo i seguenti punti:

      ● È lasciato all’individuo il compito di decidere quale speranza preferisce, se quella celeste o quella terrestre?

      No. Prima di nutrire qualsiasi speranza scritturale, la persona deve dedicarsi a Geova Dio senza riserve ed essere battezzata, accettando di compiere da allora in poi la volontà di Dio. Geova fa adempiere la sua volontà tramite l’operato del suo santo spirito, e nei probabili membri del “piccolo gregge” tale spirito suscita una speranza celeste. Tuttavia, anche gli appartenenti alla “grande folla”, che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra, e il cui radunamento è ora in corso, ricevono lo spirito di Dio. (Luca 12:32; Rom. 8:14-17) — 15/3/80 p. 27.

      ● Come dovremmo reagire nel caso che qualcuno dubitasse dei nostri motivi?

      È bene non offendersi. (Eccl. 7:9) Come cristiani, dovremmo voler imitare Dio che manifesta padronanza di sé di fronte alle accuse. Egli ci darà conforto e avremo la gioia di continuare a ‘confidare in Geova e fare il bene’. (Sal. 37:3) Se Dio ritiene opportuno dar prova della nostra buona fede, può farlo al momento giusto. — 1/10 p. 14.

      ● Cos’è il ‘dolore’ o la ‘pena’ che non sarà più fra i sudditi terreni del regno di Dio?

      La promessa profetica che non vi sarà più pena non significa che i sudditi terreni del Regno diventeranno insensibili a qualsiasi dolore. (Riv. 21:4) La capacità di avvertire il dolore fisico può essere utile. Ma ‘non vi saranno più’ il dolore mentale ed emotivo e l’intenso dolore fisico derivanti dal peccato e dall’imperfezione, poiché ne saranno eliminate le cause. — 15/10 p. 5.

      ● Per i cristiani, qual è una delle massime espressioni d’amore verso Dio e verso il prossimo?

      Predicare la “buona notizia” è uno dei modi principali per mostrare che amiamo Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra forza e con tutta la nostra mente. (Luca 10:27) Insegnare la “buona notizia” ai nostri simili è una delle massime espressioni d’amore per loro, perché li aiuta a stabilire una buona relazione con Geova. — 15/10 p. 28.

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