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Evitate le tendenze di ribellioneLa Torre di Guardia 1958 | 15 luglio
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Questo derivò dal fatto che si fidarono del proprio giudizio riguardo alle cose spirituali, e perciò molte furono respinte. — Atti 20:29, 30; Matt. 25:1-13.
17. Contro quale specie di errore il Cristiano deve oggi star in guardia?
17 Siamo dunque desti e vigilanti onde non cadiamo nell’insidia di trarre le proprie conclusioni e seguire una condotta di ribellione. Per salvaguardarci da tale condotta illegale, pagine su pagine della Bibbia riportano informazioni per la guida di quelli che desiderano la giustizia e vogliono seguire una condotta fedele. Geova non tollera che il giudizio dell’uomo influisca sulla sua organizzazione terrestre ma esige la completa sottomissione dell’uomo al giudizio divino. Rendergli esclusiva devozione è l’obbligo di quelli che hanno liberamente offerto il loro servizio e la loro dedicazione della vita a lui. — Gios. 24:19, 20.
RIBELLIONE NELLA CRISTIANITÀ
18. (a) In che modo la cosiddetta Cristianità si è ribellata ai regolamenti e princìpi di Geova? (b) Quali contrastanti dottrine sono state da essa insegnate recando disonore a Geova?
18 Le divisioni religiose della Cristianità si sono ribellate rifiutando di accettare il dominio di Geova mediante il suo ufficiale esecutivo, Cristo Gesù, in questo tempo. Non solo hanno rigettato le prove presentate da quelli che sostengono il governo di Dio mediante suo Figlio, ma perseguitano i veri servitori di Dio. Mentre la Parola di Dio afferma che il Cristiano dev’essere separato dal mondo, la Cristianità si associa ad esso e ne fa parte integrale ed è alleata con gli elementi politici e commerciali del mondo. (Giac. 4:4; 2 Cor. 6:17) Dio esige che i Cristiani si astengano dagli spargimenti di sangue; eppure la Cristianità partecipa liberamente a questo peccato mediante una coalizione con nazioni belligeranti. La Cristianità si è ribellata contro i giusti princìpi di Geova al punto di tollerare l’adulterio entro il suo reame. Essa lo approva con il suo rifiuto di espellere quelli che commettono adulterio ed altre trasgressioni. (1 Cor. 6:9, 10) Essa si è ribellata alla supremazia di Geova Dio sostenendo e promuovendo la dottrina della trinità, secondo la quale si asserisce che Geova e Gesù siano coeguali e coesistenti. (Giov. 14:28; Apoc. 3:14) La ribellione è manifesta nella sua negazione della verità biblica secondo la quale l’anima muore, e nella sua accettazione della falsa dottrina pagana dell’innata immortalità dell’anima. (Ezech. 18:4, VR; Eccl. 9:5, 10; 1 Cor. 15:53) Essa fa parte del mondo come ne fecero parte gli Israeliti che adoravano Baal, ed è simile agli scribi e Farisei dei giorni di Gesù. — Matt. 23:9, 13, 15.
19. Quale discernimento deve esercitare il Cristiano?
19 Come è evidente dunque che il vero Cristiano deve mantenersi completamente separato dalle influenze politiche, ecclesiastiche, commerciali e materialistiche di questo sistema di cose. Un ritorno a tale condotta com’è ora seguita dal mondo significherebbe certamente fare affidamento sulle proprie conclusioni mentali e costituirebbe un allontanamento dai sani consigli della Parola di Dio. Vi è una sola guida sicura che dirigerà rettamente la nostra condotta, e cioè la Parola di Geova, la Sacra Bibbia.
EVITATE LE TENDENZE MATERIALISTICHE
20. Quali esempi abbiamo per dimostrare il giusto scopo del Cristiano?
20 Lo scopo del Cristiano dev’essere puro ed egli deve avere di mira una sola cosa. Non deve guardare né a destra né a sinistra; ecco il modello stabilito da Cristo Gesù, che disse: “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà”. Non ebbe effetto su di lui alcun’altra condotta postagli dinanzi, come per esempio la tentazione materialistica escogitata dal grande ribelle, Satana, per dargli tutti i regni del mondo. Paolo ebbe la stessa attitudine d’acciaio quando dichiarò che nulla poteva deviarlo dalla sua inflessibile condotta di completa sottomissione a Geova. (Filip. 3:7-14) Nessun altro interesse poteva conquistare l’apostolo Paolo e ciò comprendeva se stesso, e le cose materiali per rendere la sua vita più facile.
21. In che modo il sermone sul monte avvertì i Cristiani contro l’errata considerazione per le cose importanti della vita?
21 Questo consiglio contro il materialismo è ben confermato dal sermone sul monte, quando Gesù ammonì: “Smettete d’essere ansiosi per le vostre anime in quanto a ciò che mangerete o a ciò che berrete, o per il vostro corpo in quanto a ciò che indosserete. Non vale l’anima [o la vita] più del cibo e il corpo più del vestito?” (Matt. 6:25, nota in calce) Gesù sapeva che alcune persone sarebbero state molto preoccupate per le cose di questa vita; infatti, sarebbero state così preoccupate che avrebbero permesso a queste cose materiali e all’amore per esse di impedir loro d’intraprendere il ministero del Regno. Se il nostro modo di pensare è diretto e continuamente fisso sui desideri carnali, vuol dire che facciamo affidamento su noi stessi e sul giudizio personale. Geova Dio è consapevole delle necessità materiali del suo popolo e dispone affinché siano provvedute. Mediante le nostre azioni noi manifestiamo se effettivamente crediamo a ciò o no. I nostri desideri potrebbero eccedere di molto le nostre necessità, e potrebbero indurre molti ad essere sopraffatti o a divenire esageratamente ansiosi per i loro desideri. Un ammonimento contro ciò è espresso da Gesù con queste parole: “Quindi non siate mai ansiosi e non dite: ‘Che cosa mangeremo?’ o, ‘Che cosa berremo?’ o, ‘Che cosa indosseremo?’” (Matt. 6:31) Queste sono le ansietà che le persone di questo vecchio mondo provano a causa del loro insaziabile desiderio di comode case, automobili lussuose, ambiente bellissimo e molte comodità della vita. “Poiché tutte queste son le cose che le nazioni ansiosamente perseguono”. Queste non sono le cose necessarie per svolgere il ministero con successo. Il fidato consiglio esposto nella Parola di Dio è: “Continuate quindi a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte. Perciò, non siate mai ansiosi per il giorno seguente, perché il giorno seguente avrà le sue proprie ansietà”. — Matt. 6:32-34.
22. Quali benefici pervengono alla persona che edifica sul figurativo masso di roccia?
22 Il Cristiano che modella completamente la sua vita secondo la Parola di Geova sarà simile all’uomo prudente che edificò la sua casa sul masso di roccia. Quindi le tempeste, le inondazioni e i venti potrebbero imperversare contro di essa, ma non sarebbero in grado di smuoverla dalle sue salde fondamenta. Invece, quando l’individuo si appoggia sul proprio intendimento e abbandona i saggi consigli di Geova al riguardo, rivolge i suoi pensieri e la sua attenzione a seguire una pratica comune alle nazioni, cioè quella di accumulare grandi ricchezze, allora comincia deliberatamente a trasferirsi dalla sua casa dalle solide fondamenta ad una casa edificata sulla sabbia del materialismo. La sua condotta è quella della ribellione contro una migliore conoscenza, poiché egli è stato dovutamente consigliato sulla stoltezza di tale condotta. Il debole fondamento è il suo giudizio personale di cercare prima le ricchezze delle nazioni e mettere gli interessi del Regno al secondo posto. — Matt. 7:24-27.
23. Quali ambizioni sono una trappola per molti?
23 Coloro che sono cristiani diventano a volte così assorti nei loro progetti e nel loro attaccamento ai valori materiali che perdono di vista la cosa più importante, cioè, la fedeltà al loro voto di dedicazione a Dio, e così consumano la loro energia nel guadagnare ricchezze. Questa stolta condotta fu predetta da Salomone: “Ho visto un’altra cosa futile sotto il sole: un uomo che è solo, senza parenti, senza figlio o fratello, eppure si affatica per fare denaro; egli non può saziarsi di ciò che guadagna, ed egli . . . si affanna e si priva della gioia. Anche questo è vano, un triste affare”. Costui, alla ricerca del denaro e dei piaceri di questo mondo, presto si ribella alla gioia del servizio di Dio e l’abbandona. L’apostolo Paolo consigliò: “Da’ ordini a quelli che sono ricchi nel presente sistema di cose di non essere arroganti, e di riporre la loro speranza, non su ricchezze incerte, ma in Dio”. Se l’uomo ripone la sua fiducia nelle ricchezze materiali, significa che egli confida in queste per aver la salvezza. Il denaro è un potere e una difesa, ma non conduce il suo cercatore alla vita eterna. Piuttosto, ciò che è un gran guadagno è la devozione con animo contento. Il fedele Mosè consigliò: “L’argento e l’oro potranno aumentare e tutto ciò che è tuo potrà aumentare; e il tuo cuore potrà veramente innalzarsi e tu potrai veramente dimenticare Geova . . . che ti cibò con la manna”. Quindi è meglio confidare nel forte braccio di Geova piuttosto che nel debole sostegno provveduto dalle ricchezze; oppure nella forza dei prìncipi. — Eccl. 4:7, 8, Moffatt; 1 Tim. 6:17; Deut. 8:13, 14, 16; Sal. 118:9; 146:3.
24. (a) È da considerarsi un peccato il solo possesso delle ricchezze? (b) Dimostrate come l’amore del denaro può costituire ribellione.
24 Coloro che possiedono le ricchezze sanno che ciò che è male non è il loro possesso, bensì l’amore delle ricchezze o l’attribuire ad esse la propria salvezza. In quanto a quelli che non possiedono ricchezze ma che le desiderano, la loro costante bramosia e ricerca di esse conduce a cattivi risultati; perché questo significa usare tempo ed energia dedicati al servizio di Geova per ottenerle, ed è una condotta che potrà solo recare delusione a chi le desidera, dato che il loro potere di sostenimento è anche di breve durata. Quindi quanto è del tutto stolto abbandonare le ricchezze del servizio di Geova per questa poca sicurezza passeggera. “Davvero l’uomo passa come un’ombra. E senza ragione si preoccupa: ammassa tesori, e non sa per chi l’abbia messi da parte”. (Sal. 38:7, Ti) È fantastico come l’amore del denaro invada la mente dell’uomo e divenga un tumore maligno. Sopprime subito l’amore per Dio e diventa un desiderio insaziabile. Ma non reca alcun durevole piacere neppure a colui che arricchisce, come dimostra Ecclesiaste 5:9-11 (Ti): “L’avaro non sarà mai sazio di danaro, e chi ama le ricchezze non ne caverà alcun frutto. Anche questo è vanità. Dove son molte ricchezze, vi sono anche molti a mangiarle, e che utile ne ha il padrone, oltre a quello di starle a guardare coi propri occhi? . . . la sazietà non lascia dormire il ricco”. L’inganno delle cose materiali è anche mostrato in Proverbi 11:4 (Ti): “A nulla gioveranno le ricchezze nel giorno dell’ira, ma la giustizia libererà dalla morte”. Spesso quando un uomo comincia ad ottener successo negli affari o nel materialismo, potrà dire: ‘Ebbene, mi dedicherò a quest’attività solo per poco tempo ancora e poi avrò abbastanza per sostenermi e così potrò intraprendere il ministero a pieno tempo’. In seguito egli ottiene altro successo e gli stessi pensieri si ripetono nella sua mente. Si dovrebbe prestare la massima attenzione per non essere sopraffatti, come illustrò Gesù nel caso del ricco che pure ottenne il successo. Dopo un po’ di tempo egli dichiarò: ‘Non ho dove mettere il mio raccolto’. Invece di trovare contentezza in ciò che possedeva, egli disse: “Farò questo: Demolirò i miei magazzini e ne edificherò di più grandi, e ivi raccoglierò tutto il mio grano e tutte le mie buone cose, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molte buone cose accumulate per molti anni; prenditi riposo, mangia, bevi, divertiti’”. Questo è il modo naturale di ragionare quando si confida nel proprio discernimento. Ma notate le conseguenze disastrose che potrebbero sopraggiungere secondo la risposta data all’uomo che ragiona in questo modo: “Dio gli disse: ‘Insensato, questa notte ti chiederanno la tua anima. . . .’ Così sarà dell’uomo che accumula tesori per se stesso ma non è ricco verso Dio”. Anche l’apostolo Paolo si espresse riguardo all’inganno di confidare nei propri pensieri e di seguire la condotta adottata dal mondo, dicendo: ‘Non continuate più a camminare come camminano le nazioni nella vanità delle loro menti, mentre sono mentalmente nelle tenebre, e alienati dalla vita che appartiene a Dio, a causa dell’ignoranza che è in loro, a causa dell’insensibilità dei loro cuori’. Le persone del mondo sono di certo mentalmente nelle tenebre e sono quindi alienate da Geova. Pertanto seguire il modello stabilito dal mondo è una “condotta inutile”, e sarebbe una condotta di ribellione contro le sagge istruzioni di Geova. I Cristiani devono evitare tale condotta e non devono essere ingannati dai pensieri e dagli esempi degli altri. — Luca 12:16-21; Efes. 4:17, 18.
LE MORMORAZIONI
25, 26. (a) Come manifestarono gli Israeliti uno spirito ribelle? (b) Come avvertì Paolo contro il mormorare? Quale specie di malcontento si dovrebbe evitare oggi, e perché?
25 Gli Israeliti ebbero molte benedizioni durante il loro esodo dall’Egitto alla Terra Promessa, e molti miracoli furono fatti per loro; eppure mormorarono contro Geova. Non passò molto tempo prima che questo atteggiamento facesse loro perdere di vista i benefici che avevano ricevuti dall’amorevole mano di Geova. Perdettero fiducia in Geova e poi cominciarono ad appoggiarsi sul loro intendimento e, di conseguenza, mormorarono contro di Lui perché non avevano sufficienti beni di questo mondo. Sebbene fossero ben cibati chiesero altro e miglior cibo; chiesero carne, e nel loro brontolare dichiararono che sarebbe stato meglio se fossero rimasti schiavi in Egitto. Da parte loro questo fu un atteggiamento di ribellione chiara e tonda contro Geova. Ciò potrebbe servire come buon esempio oggi per i Cristiani, affinché non cadano nella classe dei ribelli, mormorando contro Geova o anche contro la sua organizzazione in questo tempo. Paolo ammonì riguardo a ciò che sarebbe accaduto ai mormoratori, e consigliò specificamente i Cristiani di evitare questo, dicendo: “Né siate mormoratori, come alcuni di loro mormorarono, soltanto per perire per mezzo del distruttore”. (1 Cor. 10:10) Ciò fu dato come un esempio affinché i Cristiani oggi viventi evitassero tale tragica condotta. Se non stiamo attenti e in guardia contro questo atteggiamento, presto ci troveremo scontenti per il modo in cui Geova dirige la sua organizzazione, come egli assegna ai suoi vari servitori gli incarichi di responsabilità dove vuol che servano.
26 Le mormorazioni da parte di chi afferma di essere un fedele e dedicato servitore potrebbero significare il principio di un atteggiamento ribelle e provocare infine una riprensione sulla persona che continua a seguire questa forma di ribellione. Geova provò dispiacere per lo spirito ribelle del suo popolo nei tempi passati, ed egli fece conoscere i suoi pensieri al riguardo affinché coloro che avrebbero persistito in tale condotta oggi fossero resi ben consapevoli che avrebbero ricevuto la sua disapprovazione. Una campagna di mormorazione contro Geova o qualsiasi parte della sua organizzazione non sarebbe stata tollerata. Quelli che hanno la sorveglianza nelle congregazioni sarebbero stati costretti a prendere misure contro coloro che seminano discordia mediante le loro mormorazioni e la loro condotta di ribellione.
27. Quale atteggiamento ribelle è trattato in Giacomo 3:14-17?
27 Con una condotta di ribellione vi è di solito uno spirito di rivalità e di gelosia. Questo spirito di competizione e invidia è contrario allo spirito di amore che prevale nell’organizzazione di Geova; e seguendo tale condotta l’individuo renderebbe suo fratello un nemico. In Giacomo 3:14-17 vengono dati consigli a questo riguardo: “Ma se avete nei vostri cuori amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità. Questa non è la sapienza che scende dall’alto, ma è terrena, animalesca, demonica. Poiché dove sono gelosia e spirito di contesa, ivi sono disordine ed ogni cosa malvagia”. Quindi, notate la differenza: “La sapienza dall’alto è prima di tutto casta, poi pacifica, ragionevole, pronta ad ubbidire, piena di misericordia e buoni frutti, non facente parziali distinzioni, senza ipocrisia”. La gelosia e la rivalità sono indicazioni di malattia spirituale e possono, come le altre forme di ribellione, condurre alla perdita della vita.
PRESUNZIONE E OSTINATEZZA
28. Di che cosa sono un’evidenza la presunzione e l’ostinatezza?
28 La presunzione e l’ostinatezza non sono qualità cristiane e non sono tollerate nell’organizzazione di Geova. I veri servitori di Geova si comportano in completa armonia con la sua Parola divina. Essi sono esortati a perseverare in questa via e a sforzarsi continuamente di migliorare nella matura condotta che si addice al Cristiano. Quando una persona manifesta ostinatezza e presunzione, è evidente che la Parola di Dio non è sufficientemente nei suoi pensieri. Geova diede vigorosi consigli al riguardo in 2 Re 17:14, 15: “Essi non diedero ascolto ma continuarono a indurare la loro cervice come la cervice dei loro padri che non avevano esercitato fede . . . essi continuarono a rigettare i suoi regolamenti e il suo patto . . . anche in imitazione delle nazioni che erano tutt’intorno a loro”. In Geremia 7:24 (VR): “Ma essi non ascoltarono, non prestarono orecchio, ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio, e invece di andare avanti si sono vòlti indietro”.
29. Che cosa fa effettivamente la persona che rigetta i consigli di Dio?
29 Quando un uomo rifiuta i consigli di Dio o si allontana dalla riprensione, proveniente dalla Parola di Geova o dalla sua organizzazione, egli rigetta il consiglio dell’Onnipotente Dio. “Volgetevi al mio rimprovero. . . . ma voi continuate a rifiutare, . . . e voi continuate a trascurare ogni mio consiglio, e non avete accettato il mio rimprovero”. — Prov. 1:23-25.
30. Quale punizione Geova inflisse ai figli caparbi?
30 I fanciulli frequentemente manifestano ostinatezza. È responsabilità dei genitori di guidare dovutamente il fanciullo a questo riguardo per impedire che questa tendenza cresca e divenga parte della natura del fanciullo mentre egli si sviluppa. Se la dovuta disciplina e guida non è applicata allorché la tendenza comincia a manifestarsi, il fanciullo potrà facilmente incorrere nella disapprovazione di Geova più tardi nella vita. Quando i genitori non sono capaci di risolvere il problema potranno chiedere l’aiuto di un fratello maturo o dei membri del comitato della congregazione. La Parola di Geova considera la questione in Deuteronomio 21:18-21 (VR): “Quando un uomo avrà un figliuolo caparbio e ribelle che non ubbidisce alla voce né di suo padre né di sua madre, e benché l’abbian castigato non dà loro retta, suo padre e sua madre lo prenderanno e lo meneranno dagli anziani della sua città, alla porta del luogo dove abita, e diranno agli anziani della sua città: ‘Questo nostro figliuolo è caparbio e ribelle; non vuol ubbidire alla nostra voce, è un ghiotto e un ubriacone’; e tutti gli uomini della sua città lo lapideranno, sì che muoia; così toglierai via di mezzo a te il male, e tutto Israele lo saprà e temerà”. Certamente, oggi il giovane servitore di Geova dovrà tener presente che subirà il disfavore del suo Dio, Geova, perseguendo una condotta di ostinatezza e presunzione. Queste qualità sono evidenti soltanto nel mondo appartenente a Satana; e il figlio di Geova, giovane o vecchio, che manifesti tali qualità e persista in esse finirà per essere allontanato dalla casta e pura organizzazione di Geova.
PRETESA LIBERTÀ
31. Perché molti si ribellano al codice di giustizia di Geova?
31 Molte persone fuori dell’organizzazione di Geova praticano oggi ciò che esse chiamano la “completa libertà” di pensiero e di azione. Seguono una filosofia che permette loro di soddisfare ogni capriccio. Poiché non vogliono sottomettersi in qualsiasi modo, rifiutano di accettare la pura Parola di Dio come guida, e continuano nella loro condotta di cosiddetta libertà. Questa è una condotta ribelle, che renderà quelli che la seguono degni soltanto della distruzione nella battaglia di Armaghedon. Molte di queste persone adottano tale attitudine perché vedono il contrasto fra l’errore della religione professante e la filosofia dei capi religiosi e si ritengono altrettanto capaci di scegliere e stabilire il proprio codice morale.
32. Perché è popolare la filosofia dei “liberi pensatori”, e perché è ingannevole? Che cosa accadrà a coloro che sono vinti da questa filosofia?
32 Questa specie di filosofia permette quindi all’individuo di fare ciò che egli desidera e quando lo desidera, senza alcun impedimento ai suoi desideri. Le sue regole e la sua moralità possono essere conformi alla sua convenienza. Poiché questa pratica di seguire le proprie teorie è così popolare nel mondo, coloro che non sono soggetti alle giuste e lodevoli esigenze morali di Dio si trovano presto imbrogliati e trascinati in una bassa e corrotta condotta, perfino associandosi ad altri con simili idee per partecipare alla loro sensualità e infima prostituzione. Senza la pura Parola di Dio e la sua organizzazione per guidarli, anche i Cristiani potrebbero divenire vittime di tali falsi ragionamenti e cadere nella trappola che ha già accalappiato il mondo dei “liberi pensatori”.
33. Al contrario, di che cosa sono consapevoli i Cristiani? Come vigilano su se stessi?
33 Geova non ha abbandonato il suo popolo permettendogli di essere intrappolato e ingannato. Il mondo dei liberi pensatori potrà permettersi di essere trascinato nella condotta immorale che deriva da questa specie di mentalità. Ma i servitori di Geova sono ben consapevoli del fatto che gli adulteri e i fornicatori non possono entrare nel Regno, e tengono sempre presente questo consiglio, che è una forza direttiva nella loro vita, che li conserva completamente irreprensibili e puri per il servizio di Geova. Essi sono ben consapevoli delle potenti forze del corpo umano, le quali, allorché non sono dovutamente controllate, possono provocare una condotta depravata. I giovani di sesso maschile e femminile nell’organizzazione di Geova stanno dunque all’erta per mantenersi puri e lontani dalla condotta immorale, per non divenire depravati mediante la loro egoistica concupiscenza. Non assoggettare le loro emozioni significa esercitare la propria volontà, ossia la volontà della carne, piuttosto che la volontà di Geova, e ciò significherebbe una diretta ribellione ai saggi consigli di Geova. Geova non permette tali pratiche nella sua organizzazione solo perché la circostante Cristianità le tollera.
34. (a) Quale dovrebbe essere l’atteggiamento dei genitori i cui figli hanno commesso atti immorali? (b) Come i genitori potrebbero essere partecipi di un’azione empia?
34 Quando i genitori vengono a conoscenza di qualche manchevolezza dei loro figli a questo riguardo, qualora questi siano caduti vittime di una relazione immorale con un’altra persona del sesso opposto, sono riluttanti ad avvisare i responsabili della congregazione che hanno l’obbligo di mantenere l’organizzazione incontaminata da tali pratiche. Agendo in tal modo i genitori sono partecipi di una condotta illegale poiché la persona implicata è di loro carne e sangue. Questa stretta relazione non dovrebbe avere alcuna influenza sulla giustizia, e tali persone dovrebbero essere denunciate ai responsabili della congregazione, anche se è una persona così intima come il proprio figlio o qualcun altro della congregazione cristiana. Se qualcuno nella congregazione è consapevole di una situazione simile e non la denuncia, vi partecipa direttamente, e quindi anch’egli prende parte alla condotta di ribellione. Non c’è posto per l’empietà nella pura organizzazione di Geova, e un fedele servitore non può tollerarla, tacendola e rifiutando di denunciarla a quelli che hanno l’autorità di prendere delle misure al riguardo. Se l’individuo viene meno a questo dovere cristiano vuol dire che egli confida nel proprio discernimento e nella propria volontà, e questa è una condotta che produce la ribellione contro la pura organizzazione di Geova.
35. Come dimostra grande immaturità il dedicato Cristiano che si unisce in matrimonio con una persona non dedicata?
35 Il Cristiano dedicato riconosce che deve rimanere completamente separato dal mondo. Questo significa tenersi separati dal mondo anche nel problema di scegliere un marito o una moglie. Come Geova non permetteva agli Israeliti di stringere relazioni matrimoniali con le donne pagane di quel tempo, così oggi i Cristiani vanno direttamente contro il consiglio di Geova quando scelgono un coniuge non dedicato al servizio di Geova. Il giogo di tale legame diverrebbe pesante e insopportabile perché non avrebbe la benedizione di Geova. (2 Cor. 6:14) Se alcuni procedono direttamente contro il comando e consiglio di Geova a questo riguardo, non dimostrano forse di fare affidamento sul proprio giudizio e sulla propria volontà, e una tendenza ad essere ribelli? Colui che commette quest’azione rivelerebbe grande immaturità e tale condotta non lo renderebbe idoneo a rappresentare la pura organizzazione di Geova con l’incarico di sorvegliante nella congregazione.
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Una volta salvati, salvati per sempre?La Torre di Guardia 1958 | 15 luglio
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Una volta salvati, salvati per sempre?
● I seguaci di certe religioni dicono frequentemente: “Una volta salvati, salvati per sempre”. Con questo essi vogliono dire che avendo una volta dichiarato di credere in Cristo non possono tornare indietro o perdere la salvezza. Ma non è affatto così. Se lo fosse, l’apostolo Paolo non avrebbe scritto ai fratelli di Corinto: “Ma io temo che in qualche modo, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, le vostre menti siano sviate dalla sincerità e dalla castità che sono dovute al Cristo. E non c’è da meravigliarsene, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce”. — 2 Cor. 11:3, 14.
● Inoltre, se l’apostasia fosse impossibile, egli non avrebbe detto alla congregazione di Efeso: “Io so che dopo la mia partenza penetreranno fra voi oppressivi lupi che non tratteranno il gregge con tenerezza, e fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per tirarsi dietro i discepoli”. E, se fosse impossibile perdere la salvezza, non avrebbe detto a quei Galati di mentalità spirituale di considerare se stessi “per tema che tu pure sia tentato”. — Atti 20:29, 30; Gal. 6:1.
● Che cosa significano queste cose per il Cristiano? Che egli deve continuamente esaminare la sua fede, provandola per vedere se è giusta e confermandola con la Parola di Dio; poi deve vivere secondo le esigenze di Dio e contendere per la fede, per non essere come quegli antichi Israeliti che Iddio liberò dall’Egitto, ma più tardi distrusse perché “non mostrarono fede”. — Giuda 5.
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