-
Imparate a camminare sui colliSvegliatevi! 1970 | 8 luglio
-
-
Imparate a camminare sui colli
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Isole Britanniche
IL PARCHEGGIO delle automobili era già pieno di visitatori del Parco Nazionale del distretto di Peak, zona ben nota ai camminatori e scalatori dell’entroterra inglese. Alcuni, in questo fresco mattino di maggio, erano lì solo per visitare il villaggio e camminare per le strade e sentieri vicini. Altri, come noi, si misero gli scarponi, si buttarono sulle spalle il sacco da montagna e si assicurarono di avere tutto il necessario per camminare sui colli.
Che cosa attira un sempre maggior numero di persone ogni anno sui colli del loro paese? Forse in questa ricreazione trovano qualche cosa che dà gioia a tutta la famiglia, o che solo una coppia di compagni può trovare utile. C’è la sfida di allontanarsi dalle vie affollate e farsi strada al sicuro sui colli. Può certamente essere una sfida poiché il tempo può cambiare o possono sorgere situazioni da far considerare con rispetto colli e monti dagli esperti che camminano sulle alture. I nostri tre figli, mia moglie e io, il nostro gruppo familiare, ci avviamo dunque per godere alcune ore di comune ricreazione.
Il segreto di camminare sui colli
Fu piacevole camminare lungo la strada verso il sentiero che volevamo, un ruscello gorgogliava dall’altra parte del muro di pietra alla nostra sinistra. C’era molta attività in un campo vicino. Avevamo atteso da tempo la nostra escursione, e durante i precedenti mesi ci eravamo stancati a camminare la fine della settimana così che anche nostra figlia di otto anni poté percorrere parecchi chilometri di terreno scabroso. Le camminate per le strade vicino la nostra casa erano state utili a irrobustirci per fare la camminata che avevamo intenzione di fare: sarebbe stato poco saggio azzardarci nell’ambiziosa camminata in aperta campagna senza il precedente esercizio.
Ma ora il nostro sentiero serpeggiava attraverso un piccolo gruppo di casette nascoste da alcuni alberi. Alcuni altri passi, attraversammo un cancello, e ci dirigemmo nell’aperta campagna. Alcune pecore smisero di brucare per darci uno sguardo. Le piogge invernali avevano spazzato i canali del sentiero in ascesa, e le pietre e le rocce sciolte formavano un corso di ostacoli. Fummo lieti di avere il sostegno e la presa dei nostri scarponi. Questi scarponi hanno una suola che fa presa sul terreno scabroso e proteggono i piedi. Sostengono anche le caviglie e di solito si comprano una misura più larghe così che si possono mettere due comode e calde paia di calze.
Secondo la cartina che portavamo (dalla scala da uno a cento) eravamo ora a 300 metri d’altezza, e ci fermammo per un breve riposo. Il segreto di camminare sui colli e di provarne gioia sta nel muoversi in modo ritmico, cercando di poggiare tutto il piede a terra; e di avanzare a una buona, continua andatura che mostri considerazione per i componenti più deboli del gruppo. È per certo necessario riposarsi, preferibilmente a brevi periodi e a intervalli regolari. Un buon genitore e guida di un gruppo sui colli avrà grande cura di non lasciare che il gruppo si sparpagli e si allontani. Una caramella per tutti, senza buttare la carta in giro, e ci avviamo di nuovo.
In lontananza potemmo vedere il rigido contorno dell’altopiano e proprio in cima Andrea scorse un gruppo di rocce arenarie di forma strana che avremmo potuto usare come punto di riferimento. Per esperienza sapevamo che viaggiavamo all’incirca quattro chilometri l’ora nel terreno scabroso e per ogni 300 metri di altezza potevamo aggiungere un’altra mezz’ora. Dalla cartina Anna stimò che saremmo giunti alle rocce in meno di un’ora.
Bisogno di indumenti adeguati
Attraversammo un corso d’acqua su un ponte di pietra e giungemmo in una parte del percorso noto come Scala di Giacobbe, naturale scala di roccia, che subito ci fece rimanere senza fiato e mise alla prova i muscoli delle nostre gambe. Una volta giunti sulla vetta ci trovammo all’estremità dell’altopiano Kinder. Guardando indietro, potemmo seguire il nostro sentiero e vedere la valle, ora remota. Al di sopra di noi, cantò un’allodola, e un vento freddo ci fece capire il bisogno di indumenti adatti.
Le giubbe col cappuccio o giacche a vento, sono eccellenti specie con le maglie di sotto. I calzoni fatti di stoffa calda, non di sottile tessuto ritorto, sono consigliabili per entrambi i sessi. Un copricapo di lana o un casco, sciarpa e guanti possono tutti contribuire a mantenervi caldo e riparato. Io mi assicuro di solito che noi tutti portiamo una maglia in più nel sacco da montagna, ma questa mattina non erano necessari. La temperatura a 650 metri può essere da due a quattro gradi più fredda che al livello del mare. Portiamo anche un impermeabile di nailon o un mantello per il tempo umido.
Forse vi chiederete se tutto questo è necessario, solo per camminare. Mentre un crescente numero di persone si recano sui colli i custodi dei parchi e delle organizzazioni di soccorso mettono in risalto che molti ci vanno mal vestiti e mal preparati. Una camicia a collo aperto, un bel vestito estivo, le scarpe da città, questi non sono ottimi quando si cammina su alti colli. Le zone di collina e di montagna sono di solito umide, quindi quei giorni belli con buona visibilità sono giorni da preferire da quelli che vanno sui colli.
Cose utili
Una breve camminata e ora arriviamo a un gruppo di rocce arenarie di forma strana che ci avevano dato un eccellente posizione vantaggiosa per la nostra colazione all’aperto. Alcuni panini, qualche cioccolata e qualche frutto possono essere molto apprezzati e nutrienti. Qualche sacchetto servirà a portare alcune cose essenziali: qualche indumento in più, roba da mangiare, forse una cassetta di pronto soccorso. Si potrebbe portare un fischio o una torcia, da usare per chiedere aiuto in caso di vera emergenza. Comunque, tutto andò bene in quel giorno, e ora dovevamo stabilire la prossima parte del nostro percorso.
Attraversata la sommità dell’altopiano a cui ora eravamo giunti, non solo una cartina, ma anche una bussola era necessaria. Davanti a noi si stendeva un giacimento di torba, senza particolari caratteristiche, senza nessun chiaro sentiero, albero o segno. Una bussola del tipo da goniometro può essere preziosa, qualche volta essenziale, per attraversare al sicuro un terreno come questo e d’altro genere. Trovare la direzione giusta per mezzo d’essa è facile.
Stabilita la nostra posizione, mia moglie indicò qualche cosa che si elevava in distanza verso cui ci saremmo potuti dirigere. È bene imparare a riporre fiducia nell’ago della bussola anziché sull’istinto, è realmente possibile andare avanti in cerchio! I ragazzi davanti a noi, avanzammo faticosamente nella soffice torbiera. Presto scivolammo lungo i neri torbosi cumuli di terreno dei profondi canali di scolo che s’incrociavano lungo il nostro percorso. Poi una faticosa salita e via dall’altra parte. Ma ancora davanti a noi e che si andava avvicinando era la nostra prossima indicazione: una elevazione del terreno che risultò una piccola sporgenza rocciosa. Giù di nuovo, e una mano pronta per il nostro piccolo mentre salivamo su una più solida torbiera. Comunemente le scarpe sarebbero state portate via dal fango che aderiva ad esse. Ora ci stava davanti l’alveo di un largo fosso d’acqua e la sua sabbia e l’acqua corrente subito portarono via il fango.
La conversazione cessò quando giungemmo a un masso di roccia bruna che era rotolato ai limiti di una bella cascata d’acqua. Il tempo di ammirare la distesa in basso verso il passo sottostante. I ragazzi indicarono le torbiere ancor più desolate a nord. Be’, forse qualche altro giorno vi saremmo andati. Un pezzo di cioccolata per rafforzarci nel nostro cammino, un altro sguardo alla bussola. A oltre 650 metri, con l’aria limpida e solo un altro gruppo in lontananza per compagnia, eravamo all’ultimo tratto del nostro viaggio.
Circa un’ora più tardi, dopo essere scesi attentamente alle rocce cadute all’estremità meridionale, riprendemmo il sentiero che ci condusse al villaggio. Lì una tazza di tè caldo ci ristorò. I due ragazzi comprarono cartoline illustrate: volevano avere un ricordo della nostra spedizione. Mi voltai a guardare le alte estremità dell’altopiano. Era stata una grande giornata. Forse in seguito durante l’anno al tempo delle vacanze avremmo cercato di visitare il Distretto del Lago. Rallegrandocene ci dirigemmo verso l’automobile e la casa.
Che dire di lasciare quell’automobile, il treno o la carrozza e accettare la sfida e la bellezza dei colli? Un passo o due alla volta vi avventurate sempre di più all’aperto, finché imparate presto a camminare, sicuri e fiduciosi sui colli.
-
-
Cattiva notizia! Buona notizia!Svegliatevi! 1970 | 8 luglio
-
-
Cattiva notizia! Buona notizia!
● Quando un uomo cominciò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova, il suo ministro andò a visitarlo a casa sua. Il ministro disse all’uomo: “Ho udito qualche cattiva notizia di lei. Capisco che è andato dai testimoni di Geova”. L’uomo rispose: “Mi lasci dire una cosa; può essere una cattiva notizia per lei, ma è una buona notizia per me. In tutti gli anni che sono stato in chiesa non ho imparato niente. Ma i testimoni di Geova mi hanno insegnato la verità della Bibbia e sono lieto di poterla portare ad altri”. L’ecclesiastico se ne andò via immediatamente.
-