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  • Il nome di Geova è una forte torre
    La Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
    • Il nome di Geova è una forte torre

      “Il nome di Geova è una forte torre; il giusto vi corre, ed è al sicuro”. — Prov. 18:10, AS.

      1. Perché dobbiamo avere accurata conoscenza del nome di Geova, e come il re Davide parlò di Geova?

      SICUREZZA, difesa e pace sono possibili mediante l’accurata conoscenza del nome di Geova. Questa è una delle grandi verità delle Scritture, ed è così importante che da essa dipende la nostra vita. Per migliaia di anni il popolo di Geova ha avuto fiducia nel suo nome, ed è necessario che la generazione di oggi lo comprenda ora. Davide fu uno che trasse il più pieno profitto dalla sicurezza provveduta dal nome di Dio, Geova, e uno dei cantici che egli compose esprime questa verità in maniera non incerta. Egli scrisse: “Geova è la mia rocca, e la mia fortezza, e il mio liberatore, proprio mio; Dio, la mia rocca, in lui mi rifugerò; il mio scudo, e il corno della mia salvezza, la mia alta torre, e il mio rifugio; . . . Io invocherò Geova, che è degno d’esser lodato”. (2 Sam. 22:1-4, AS) Nei versetti seguenti, con esultante gratitudine, egli si esprime per mezzo di molte vigorose figure di linguaggio, che potrebbero sembrare eccessive, ma in realtà esprimono solo debolmente tutto ciò che Geova ha fatto e farà per quelli che ripongono in lui la loro fiducia.

      2. Abbiamo bisogno di una “forte torre” oggi, e perché? Che cosa è necessario che conosciamo prima di tutto?

      2 Nei tempi antichi una forte torre veniva costruita per difesa e sicurezza. Oggi noi non abbiamo bisogno di una forte torre di mattoni, pietre o cemento, poiché i nostri nemici non combattono contro di noi con archi e frecce, né con proiettili o altri esplosivi. Il nostro combattimento è molto diverso, ma noi abbiamo comunque bisogno di sicurezza. “Difatti sebbene camminiamo nella carne, noi non ci impegnamo in combattimenti secondo quello che siamo nella carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per abbattere trincerate fortezze”. La nostra difesa non consiste in cose materiali e i nostri nemici non sono innanzi tutto carne e sangue. “Infine, continuate ad acquistar potenza nel Signore e nella possanza della sua forza. Indossate la completa armatura di Dio onde possiate star saldi contro le macchinazioni del Diavolo; perché abbiamo un combattimento, non contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i dominatori mondiali di queste tenebre, contro le forze spirituali malvage nei luoghi celesti”. (2 Cor. 10:3, 4; Efes. 6:10-12, NW) Mentre i fedeli dell’antichità, ebbero torri di pietra di grande sicurezza, la loro effettiva fiducia la riponevano però nel nome di Dio, e come vi confidarono essi, così vi confidiamo noi oggi. Come, dunque, possiamo ’corrervi ed essere al sicuro’? Prima di tutto dobbiamo imparare che cosa significa il “nome”.

      IL NOME

      3. Spiegate alcuni significati del nome. Ci aiutano queste definizioni? Come?

      3 Geova è il nome che si è dato il Creatore, il quale indica personalità. C’è un solo Geova. Noi non leggiamo mai del ‘Geova d’Israele’ o del ‘Geova vivente’, poiché Geova vive. Il nome non permette limiti. I più distinti attributi del nome sono autoesistenza, immutabilità ed eternità. Egli si rivelò a Mosè. ‘E Dio disse a Mosè: IO SONO COLUI CHE SONO: . . . Geova, l’Iddio dei vostri padri, . . . questo è il mio nome per sempre, e questa è la mia designazione per tutte le generazioni”. (Eso. 3:14,15, AS) Il nome “IO SONO” viene dalla stessa radice ebraica della parola Geova. Altre versioni dell’intera frase sono “io sono perché sono”; io sono chi sono”; “io sarò quello che sarò”. Ogni creatura vivente, visibile o invisibile, è o esiste a causa di qualche disposizione presa da Geova, ma ‘Egli è perché è. In questo senso nessun altro è. Queste definizioni mostrano con chiarezza l’idea dell’esistenza indipendente, della incontrollata volontà e azione. Egli è sempre ed è sempre lo stesso, non cessa mai di essere, non può mutare, ed eterno.

      4. Come l’intendimento del suo nome ci permette di confidare in Lui?

      4 Il nome è molto diverso dai nomi degli dèi pagani, poiché essi sono fondati esclusivamente su reputate storie antiche, non sul futuro; mentre il nome di Geova testifica di opere passate, di attività presenti, e di propositi futuri. Il nostro Dio Geova è quello che egli è e in se determina, non essendo la manifestazione delle sue opere determinata da alcuna cosa al di fuori di lui. Egli ha assoluta libertà, assoluta indipendenza e immutabilità assoluta. Le sue parole e le sue opere sono essenzialmente in armonia con lui stesso. Questo implica invariabile fedeltà. “Geova il tuo Dio, egli è Dio, l’Iddio fedele, che mantiene il patto e l’amorevole benignità con quelli che lo amano”. (Deut. 7:9, AS) Poiché io, Geova, non muto”. (Mal. 3:6, AS; anche Isa. 44:6) Di Geova non si può dire che egli è stato o diverrà, poiché egli non ebbe mai inizio e non può cominciare ad essere. Egli è sempre un innegabile è. Quando principiò la creazione egli vi era. Geova si rivela per mezzo delle sue opere e dei suoi comandi, il suo nome è una rivelazione, un ricordo, una garanzia. Egli è Colui che diviene: “Io diverrò ciò che mi piace.” — Introduzione della Emphasised Bible di Rotherham.

      5. Esisterà sempre Geova, e come lo sappiamo?

      5 Geova disse a Mosè: “Ora vedete che io solo son Dio, e che non v’è altro dio accanto a me. Io fo morire e fo vivere, ferisco e risano, e non v’è chi possa liberare dalla mia mano. Sì, io alzo la mia mano al cielo, e dico: Com’è vero ch’io vivo in perpetuo”. (Deut. 32:39, 40) Di Abrahamo è scritto: “E Abrahamo piantò un tamarindo a Beer-Sceba, e invocò quivi il nome dell’Eterno [Geova], l’Iddio della eternità”. (Gen. 21:33) Questo è uno dei primi testi delle Scritture nei quali ricorre un attributo di Dio, e immediatamente indica la durata eterna. Colui che vive per sempre, il quale sussiste, ma non cessa mai di esistere, di durata interminabile, incessante, incommensurabile. Le forme e gli aspetti delle cose create potrebbero cambiare, ma i consigli e i propositi di Geova sono permanenti, non cambiano mai, non possono esser frustrati.

      6. Il fatto che Geova è uno Solo che cosa ci rivela? Come influisce esso su di noi?

      6 Geova è Uno solo. È scritto: “Ora io so che Geova è più grande di tutti gli dèi”. “Ecco, a Geova tuo Dio appartengono il cielo e il cielo dei cieli, la terra, con tutto ciò ch’è in essa”. “Ascolta, o Israele: Geova l’Iddio nostro è un solo Geova”. (Eso. 18:11 e Deut. 10:14; 6:4, AS) Egli è il Solo, l’Assoluto, l’Indipendente, l’Eterno. Perciò il comando dice: “Tu amerai dunque l’Eterno [Geova], il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze”. (Deut. 6:5) Geova è Uno solo, e tutti gli altri dèi sono nulla. Noi possiamo pervenire alla conoscenza del grande Altissimo, Geova, soltanto leggendo e comprendendo la sua santa Parola, e allora vedremo come egli dichiara la sua universalità e la sua gloria nella santità. Nulla di ciò che è creato è santo in se stesso, poiché la purezza o l’impurità naturale non coincide con la santità o con l’empietà. La santità della creatura riguarda il compimento della volontà di Dio, essendo la condizione nella quale la creatura è legata a Geova per mezzo di disposizione divina. Quelli che pervengono quindi alla conoscenza di Geova e sono associati col Santo devono immediatamente purificarsi, poiché tutte le regole del patto sono basate sul principio: “Siate santi, perché io son santo”. Per questa ragione anche Paolo ammonisce: “Poiché dunque noi abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, perfezionando la santità nel timore di Dio.” — Lev. 11:44; 2 Cor. 7:1; 1 Piet. 1:16, NW.

      7. Che cosa è implicato nella condizione che Geova è “la Rocca”? Come ci rinforza?

      7 Egli è la Rocca: “Io proclamerò il nome dell’Eterno [Geova]. Magnificate il nostro Iddio! Quanto alla Rocca, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È, un Dio fedele e senza iniquità; egli è giusto e retto”. “Siimi una forte rocca, una fortezza ove tu mi salvi. Poiché tu sei la mia rocca e la mia fortezza”. “Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto ricetto; io non sarò grandemente smosso”. “Essi si gettano assieme contro l’anima del giusto, e condannano il sangue innocente. Ma l’Eterno [Geova] è il mio alto ricetto, e il mio Dio è la rocca in cui mi rifugio”. Egli è l’invisibile fondamento della fiducia, la perfezione dell’innocenza, perché egli è il Verace e il Giusto. “La giustizia è come le montagne di Dio, i tuoi giudizi sono un grande abisso [o Geova]”. Geova e il suo Re, Cristo Gesù, fanno sempre ciò ch’è giusto e conforme a quello che risponde pienamente ai suoi propositi e alle sue azioni. Abrahamo disse: “Lungi da te! Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia?” Geova è la grande Rocca dell’Eternità. — Deut. 32:3, 4; Sal. 31:2, 3; 36:6; 62:2; 94:21, 22; Gen. 18:25.

      8. Spiegate i cinque titoli qui menzionati.

      8 Noi dobbiamo anche conoscere Geova col suo titolo di Dio, che significa il creatore del cielo e della terra, di tutte le cose, e il datore della vita agli ubbidienti. Come Onnipotente, la sua potenza è illimitata, e nessuno può resistergli. Egli si rivela come l’Altissimo, mostrando con chiarezza che è sopra tutto, il gran Supremo, l’Autorità Superiore. Inoltre come il “Signore degli eserciti”, egli è visto al comando di tutte le forze celesti, e queste saranno usate per la distruzione dei malvagi nella più grande guerra di tutti i tempi. Come Padre si rivela quale Sorgente della vita, e quale amorevole Provveditore per tutti quelli che vivranno per sempre.

      9. Che cosa fece e che cosa disse Geova in risposta alla domanda di Mosè di vedere la sua gloria? Menzionate alcuni degli attributi riportati. Come ci aiuta questo?

      9 Mosè chiese a Geova che gli facesse vedere la sua gloria, e rispondendo Iddio disse: “Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, e proclamerò il nome dell’Eterno [Geova] davanti a te”. Come è narrato, Dio fece quindi questo: “E l’Eterno [Geova] discese nella nuvola, si fermò quivi con lui e proclamò il nome dell’Eterno [Geova]. . .. ‘[Geova! Geova!] l’Iddio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente, e che punisce l’iniquità dei padri sopra i figliuoli e sopra i figliuoli de’ figliuoli, fino alla terza e alla quarta generazione!’” (Eso. 33:19; 34:5-7) Molti meravigliosi significati sono dunque contenuti nel nome Geova: autoesistente, potente, misericordioso, benevolo oltre ogni dire, longanime, forte, generoso, verace, preservatore e perdonatore, giusto, vendicatore, e altri. Questo è Geova, colui al quale ci possiamo rivolgere in ogni tempo di bisogno, per qualsiasi circostanza e condizione, avendo in lui completa fiducia e sicurezza, il Geova che dobbiamo conoscere, temere e adorare.

      COME IL NOME PROVVEDE SICUREZZA

      10. Come sappiamo che Paolo e il Signore Gesù ebbero fiducia nel nome del Padre? Spiegate.

      10 Le precedenti informazioni hanno chiaramente dimostrato che Geova può avverare tutti i suoi propositi. Accettate quindi questo come un fatto e fate progresso con fiducia, avendo la medesima convinzione che ebbe Paolo, il quale disse: “Colui che vi chiama è fedele, ed egli anche lo farà”. “Ma il Signore è fedele, ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal malvagio”. “Riteniamo saldamente la pubblica dichiarazione della nostra speranza senza esitare, poiché è fedele colui che ha promesso”. (1 Tess. 5:24; 2 Tess. 3:3; Ebr. 10:23, NW) Egli non mancherà mai a quelli che ripongono in lui la loro fiducia. “Sia benedetto l’Eterno [Geova]! poich’egli ha reso mirabile la sua benignità per me, ponendomi come in una città fortificata. Amate l’Eterno [Geova], voi tutti i suoi santi! L’Eterno [Geova] preserva i fedeli, . . . Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nell’Eterno [Geova]!” (Sal. 31:21, 23, 24) Il nostro Capo ebbe sempre piena fiducia in Geova. Egli conosceva il nome del Padre, e della sua grande prova quando fu davanti a Pilato è narrato quanto segue: “Pilato gli disse: ‘Non mi parli? Non sai tu che io ho autorità di liberarti e autorità di metterti al palo?’ Gesù gli rispose: ‘Tu non avresti contro di me autorità alcuna se non ti fosse stata concessa dall’alto.’” La fiducia fu anche completa quando disse a Pietro nel giardino di Getsemani: “Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada periranno di spada. O credi tu che io non possa chiedere al Padre mio di provvedermi in questo momento più di dodici legioni d’angeli?” Anche i suoi tormentatori e crudeli assassini diedero testimonianza della sua fiducia, poiché quando era appeso al palo essi parlarono ingiuriosamente di molte cose, come per esempio: “Egli ha riposto la sua fiducia in Dio; lo liberi ora se lo vuole, poiché egli ha detto: ‘Io sono il Figlio di Dio”. (Giov. 19:10, 11; Matt. 26:52, 53; 27:43, NW) Era stato profetizzato che egli avrebbe in tal modo avuto fiducia. “Ei si rimette nell’Eterno [Geova]; lo liberi dunque; lo salvi, poiché lo gradisce!” (Sal. 22:8) Gesù Cristo ebbe fiducia, conoscendo il nome del Padre suo, e notatene il meraviglioso risultato: “È secondo l’operazione della potenza della sua forza, con la quale egli operò nel caso del Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al disopra d’ogni governo e autorità e potenza e signoria e ogni altro nome che si nomina, non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire.” — Efes. 1:19-21, NW.

      11. Significa l’aver fiducia nel nome di Geova che saremo liberi da persecuzione o da male fisico? Quale fu la testimonianza di Paolo, e come egli fu al sicuro?

      11 In che modo, dunque, la protettiva qualità del nome opera, dato che i fedeli servitori di Geova hanno dovuto sopportare molta persecuzione e sofferenza fisica? Paolo disse: “Siamo pressati in ogni modo, ma non impediti da non poterci muovere; siam perplessi, ma non assolutamente senza via d’uscita; siamo perseguitati, ma non lasciati in abbandono; siamo abbattuti, ma non distrutti. Noi sopportiamo sempre in ogni parte del nostro corpo il mortale trattamento inflitto a Gesù, affinché la vita di Gesù sia pure resa manifesta nel nostro corpo”. “In ogni modo noi ci raccomandiamo come ministri di Dio, sopportando molto, nelle tribolazioni, nei casi di bisogno, nelle difficoltà, nelle battiture, nelle prigioni”. (2 Cor. 4:8-10; 2 Cor. 6:4, 5, NW) Ma Paolo era al sicuro. Egli ebbe una giusta e fedele condotta verso Geova, il Signore Gesù e tutti gli uomini, ed ebbe inoltre una viva fede nelle promesse di Geova. Fu fedele e degno di fiducia nel ministero che gli fu affidato, e nutrì grande amore per il Signore e per i fratelli. Fu paziente nella sofferenza e tollerante fra le offese e le provocazioni. Mantenne una ferma determinazione contro le forze dell’organizzazione del Diavolo, visibili e invisibili.

      12. Spiegate la sicurezza di Paolo, e perché egli aveva fiducia?

      12 Quindi egli ben si espresse: “Io ho combattuto il giusto combattimento, ho compiuto la corsa sino alla fine, ho osservato la fede. Da ora in poi mi è riservata la corona di giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi darà come ricompensa in quel giorno”. (2 Tim. 4:7, 8, NW) Egli aveva l’approvazione di Dio, e si sentiva completamente al sicuro. “Per questa stessa ragione io soffro anche queste cose, ma non ne ho vergogna. Perché conosco colui nel quale ho creduto, e confido che egli può custodire ciò che gli ho affidato sino a quel giorno”. (2 Tim. 1:12, NW) Paolo non fu immune da offese carnali, ma confidò in Dio, a cui consegnò tutto, “perché abbiamo riposto la nostra speranza in un Dio vivente, che è il Salvatore di ogni specie di uomini, specialmente dei fedeli”. (1 Tim. 4:10, NW) “Io continuo a menzionarvi nelle mie preghiere, affinché l’Iddio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo spirito di sapienza e di rivelazione nell’accurata conoscenza di lui, essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore, onde conosciate qual è la speranza alla quale egli vi ha chiamati, quali sono le gloriose ricchezze che egli tiene come un’eredità per i santi”. (Efes. 1:16-18, NW) Egli sapeva che tutti quelli che confidavano e avevano fede sarebbero stati salvati perché ereditassero queste grandi promesse. Paolo conosceva il significato del nome, e poteva esercitare fiducia in tutte le sue esperienze.

      13. Quale esperienza ebbe Israele con Amalek che insegnò ad aver fiducia nel nome di Geova?

      13 Qualche volta è conforme alla volontà di Dio che i suoi servitori siano protetti da male fisico e qualche volta egli permette che venga, ma in ogni tempo, se noi comprendiamo il significato del nome, esso sarà una “forte torre” e vi potremo ricorrere per essere al sicuro. Se abbiamo fiducia, i risultati finali sono sempre giusti. Mosè conobbe il nome di Geova, e ad esso ricorse per difesa. Appena le grandi moltitudini di Israele furono sfuggite per miracolo agli eserciti di Faraone gli Amalekiti li attaccarono senza essere stati provocati. Questo fu fatto nella maniera più proditoria e vile, riversandosi su di loro dalla parte posteriore del campo, per colpire i deboli e quelli che erano stanchi e sfiniti. (Deut. 25:17, 18) Fu deciso allora da Mosè di combattere contro Amalek, e Giosuè guidò l’esercito mentre Mosè, Aaronne e Hur salirono sulla vetta del colle. Lassù Mosè, il grande mediatore, alzò la sua mano con la verga, chiara indicazione che egli dipendeva da Geova per la vittoria. Finché Mosè teneva in alto le mani Israele prevaleva, ma quando le sue mani si abbassavano prevaleva Amalek. Perciò fu dato opportuno aiuto alle sue mani per tenerle in alto, fino a che il sole tramontò, e per quel tempo Giosuè aveva ottenuto la vittoria. Quindi “l’Eterno [Geova] disse a Mosè: ‘Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè . . . Mosè edificò un altare, al quale pose nome: ‘L’Eterno [Geova] è la mia bandiera.’” (Eso. 17:14-16) Era stato Geova a combattere per Israele e la gloria apparteneva a lui. Nessun obelisco fu qui eretto per Giosuè, ma fu fatto un altare a Geova, poiché egli era stato la difesa e la forte torre d’Israele. Mosè conobbe la misericordia e l’amorevole benignità dell’Eterno.

      14. Mostrate come la battaglia fra Davide e Goliath rivela con chiarezza la sicurezza nel nome.

      14 C’è l’emozionante incontro di Davide e Goliath. I Filistei avevano sfidato Israele e il loro Dio, Geova, e fecero comparire il loro gigante Goliath dinanzi al campo avversario per quaranta giorni, aspettando che i timorosi Israeliti accettassero la sua superba sfida. Davide venne sul luogo, e immediatamente vide questo incirconciso Filisteo che sfidava gli eserciti dell’Iddio vivente. Egli accettò la sfida, e mentre si avvicinavano per la lotta mortale, Goliath maledisse Davide per il suo dio e aggiunse: “Son io un cane, che tu vieni contro a me col bastone?” Allora questo gigantesco guerriero armato fino ai denti emise urla di minaccia contro il giovane Davide, tanto da colpir di terrore il cuore di qualsiasi uomo. Ma Davide avanzò per il combattimento arditamente, intrepidamente, con la piena fiducia che sarebbe stato vittorioso. Senza dubitare né esitare, egli risponde a questo corpulento vigliacco con le seguenti parole: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno [Geova] degli eserciti, dell’Iddio delle schiere d’Israele che tu hai insultato. Oggi l’Eterno [Geova] ti darà nelle mie mani, e io ti abbatterò, ti taglierò la testa, . . . poiché l’esito della battaglia dipende dall’Eterno [Geova], ed egli vi darà nelle nostre mani”. (1 Sam. 17:13-47) Davide ripose tutta la sua fiducia nel nome di Geova, dipendendo completamente da esso per il suo successo. A quelli che osservavano sembrava che Davide si stesse gettando nella bocca della distruzione, ma Davide sapeva in chi aveva fiducia e che Geova avrebbe agito secondo il suo nome. Egli confidò nella “forte torre” e fu salvo. Quivi Davide era (senza spada o scudo o scudiero) davanti al gigante guerriero e a tutto l’esercito dei Filistei, ma egli era salvo e al sicuro nel nome di Geova. “Io vengo a te nel nome di Geova” fu la sua difesa. (AS) L’onnipotente Iddio di propositi non gli venne meno.

      15. Quale esperienza ebbe Giosafat con Achab la quale insegna il bisogno da parte nostra d’imparare innanzi tutto la volontà di Geova?

      15 Un altro servitore che confidò nel nome di Geova fu Giosafat. “Egli elevò il cuor suo nelle vie del Signore [Geova]”. (2 Cron. 17:6, Di) Egli non mosse mai contro il nemico senza l’approvazione di Geova. In un’occasione Achab, re d’Israele, chiese che Giosafat si unisse a lui nella battaglia contro i Siri, durante la guerra che durava già da tre anni. La figlia di Achab aveva sposato il figlio di Giosafat, per cui c’era una relazione familiare, e in ispirito il re di Giuda si unì ad Achab, ma disse: “Ti prego, consulta oggi la parola dell’Eterno [Geova]”. Allora Achab convocò 400 dei suoi propri profeti ed essi dissero al re di andare a combattere, perché sarebbe stata concessa la vittoria. Ma Giosafat; non fu contento. “V’ha egli qui alcun altro profeta dell’Eterno da poter consultare?” Achab rispose “V’è ancora un uomo per mezzo del quale si potrebbe consultare l’Eterno; ma io l’odio perché non mi predice mai nulla di buono, ma sempre del male: . . . Micaiah, figliuolo d’Imla”. Micaiah fu condotto, probabilmente dalla prigione, perché pronunciasse il suo messaggio, ed egli lo dichiarò con intrepidezza malgrado le minacce dei messaggeri del re. “Com’è vero che l’Eterno [Geova] vive, io dirò quel che l’Eterno mi dirà”. Esso fu favorevole a Giosafat ma contro Achab. (2 Re 8:18; 2 Cron. 18:1-34) Quelli che agiscono confidando nel nome di Geova devono sapere che fanno la sua volontà e non la loro propria, come avvenne nel caso di Giosafat. Egli conosceva il suo nome. Egli è onnisapiente e fedele alla sua promessa.

      16. Come dimostrò Geova la sua protezione a Giosafat e a Giuda contro gli eserciti di Moab, Ammon e Monte Seir?

      16 In seguito Giosafat è assediato dalle forze coalizzate di Moab, Ammon e Monte Seir, una gran moltitudine. Che avrebbe fatto il buon re? Egli fugge immediatamente alla “forte torre” Geova. “E Giosafat ebbe paura, si dispose a cercare l’Eterno [Geova], e bandì un digiuno per tutto Giuda”. (2 Cron. 20:1-4) Notate la preghiera che egli innalza esaltando Geova, per composizione ed espressione una delle più notevoli riportate nella Scrittura Ebraica. Geova è riconosciuto come il supremo e ha potere irresistibile su ogni creatura in cielo e sulla terra, il Sovrano universale. Essendo in relazione di patto con Lui, esse devono rivolgersi a Geova quando sono in pericolo. Egli si appella alla Sua giustizia e se ne serve in pieno per indicare che non fu loro permesso di invadere i loro nemici ed ora questi hanno attaccato Giuda, dicendo infine: “E non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su te!” (2 Cron. 20:12) Essi non avevano nessun potere loro proprio, perciò si affidavano per intero a Geova. Questo re conosceva il nome di Geova e sapeva che era una forte torre, e in esso fu salvo. Geova distrusse le organizzate forze di Moab, Ammon e Monte Seir con un solo colpo, facendo divenire questi malvagi oppositori del popolo di Dio degli strumenti di reciproca distruzione. Giosafat, servitore di Dio, ricorse al nome di Geova e fu al sicuro.

      17, 18. (a) Significa forse la fedeltà verso Dio che il nemico non attaccherà mai, e che cosa mostra il racconto divino? (b) Come fu riportata la fiducia nel nome di Geova?

      17 Ci fu quindi il tempo in cui l’arrogante monarca assiro propose di distruggere Gerusalemme. Ezechia era il re. Il racconto dichiara: “Ezechia . . . fece ciò ch’è buono, retto e vero dinanzi all’Eterno, al suo Dio. In tutto quello che prese a fare per il servizio della casa di Dio, per la legge e per i comandamenti, cercando il suo Dio, mise tutto il cuore nell’opera sua, e prosperò. Dopo queste cose e questi atti di fedeltà di Ezechia, Sennacherib, re d’Assiria, venne, entrò in Giuda, e cinse d’assedio le città fortificate, con l’intenzione d’impadronirsene”. (2 Cron. 31:20, 21; 32:1) Ezechia si preparò come meglio poté per fare fronte a questo terribile nemico, ma la sua fiducia era nel nome di Geova. Egli parlò ai capitani, dicendo: “Siate forti, e fatevi animo! Non temete e non vi sgomentate a motivo del re d’Assiria e della gran gente che l’accompagna; giacché con noi è uno più grande di ciò ch’è con lui. Con lui è, un braccio di carne; con noi è l’Eterno [Geova], il nostro Dio, per aiutarci e combattere le nostre battaglie”. (2 Cron. 32:7, 8) La piena, sincera fiducia di Ezechia lo aveva innalzato al disopra del nemico. L’Assiro sfidò Geova, dicendo: “Né Ezechia vi faccia confidare in Geova, dicendo: Geova sicuramente ci libererà.” — 2 Re 18:30, AS.

      18 Il monarca assiro per mezzo del suo capitano paragonò Geova agli dèi delle nazioni che aveva conquistate, e mandò un’arrogante lettera ad Ezechia, dove usò espressioni profane, false e blasfeme. Quando la lettera fu ricevuta Ezechia salì nella casa di Geova, la spiegò dinanzi al Signore e pregò: “O Geova nostro Dio, salvaci, ti supplico, dalla sua mano, affinché tutti i regni della terra sappiano che tu solo, Geova, sei Dio”. (2 Re 19:19, AS) Geova si dimostrò una difesa e una forte torre proteggendo il suo popolo, distruggendo 185.000 soldati assiri e facendo fuggire il grande Sennacherib nel suo proprio paese per la sua fine. Dunque, “Geova preserva tutti quelli che lo amano; ma distruggerà tutti i malvagi.” — Sal. 145:20, AS.

  • Un forte rifugio oggi
    La Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
    • Un forte rifugio oggi

      1, 2. Perché oggi dobbiamo avere nel nome di Geova la stessa fiducia che ebbero i suoi servitori dei tempi passati? E quali circostanze è probabile che troveremo?

      LE SIGNIFICATIVE ed efficaci esperienze che ci sono state mostrate nell’articolo precedente rivelano con chiarezza come fedeli servitori di Dio dei tempi passati si rifugiarono nel nome di Geova come in una “forte torre”. Noi facciamo esattamente la stessa cosa oggi. Lo stesso Geova nel quale essi confidarono è Colui nel quale crediamo e riponiamo fiducia oggi. Noi dobbiamo avere molta fede in Geova, sia singolarmente che collettivamente, e siano singoli, o gruppi locali, o organizzazioni internazionali che cercano di farci del male, la condotta da tenere è chiaramente tracciata per noi.

      2 In questi ultimi giorni prepotenti vili e millantatori minacciano di infliggere al popolo di Geova ferite corporali, e sappiamo che da soli non possiamo sostenere i loro attacchi. Si dovrebbe tenere una certa condotta nella fede alla verità e nell’ubbidienza ai comandi del Signore, ma quando si fa questo vien minacciato il male. Oppure, potrebbe darsi che la condizione di una persona nel mondo commerciale verrebbe minacciata a causa della sua associazione col popolo del Signore. Ovvero le condizioni domestiche son forse divenute molto precarie per la fedeltà alla verità e ci sono minacce di brutalità ed altre forme di opposizione salvo che non venga abbandonato il giusto corso. O una turba si è raccolta per battere o far fuggire dei testimoni fedeli dal paese e non c’è via di scampo. Che cosa faremmo noi in queste circostanze?

      3. Che cosa dobbiamo fare in tempo di bisogno per poterci rifugiare nel Suo nome?

      3 Prima di tutto, ricordate chi siete, che siete figli di Dio, fedeli seguaci di Cristo, che queste cose non sarebbero accadute se non aveste fatto il vostro meglio per servire Geova. Esse non vi son venute dalla vostra stoltezza o cattiva condotta. Ricordate anche che il vostro Dio è l’Onnipotente Creatore dell’universo, egli è l’Altissimo e suo Figlio è il Re del nuovo mondo, ed è ora sul trono; che Geova ha fatto molte promesse di aver cura dei suoi fedeli, e quando ce n’è bisogno dovremmo rivolgerci a lui perché venga in nostro soccorso. Egli sarà così buono come la sua parola. In alcune circostanze troverete difficile essere subito convinti di questo, ma confidate in Lui e trovate che è vero. Confidando dovete nutrire piena fiducia, non semplicemente sperando che Dio potrebbe fare qualche cosa per aiutarvi ma essendone del tutto sicuri. E come possiamo essere così sicuri? Per la semplice ragione che egli ha promesso. Il suo nome significa tanto. Esso significa ogni cosa ed è sufficiente per tutti i nostri bisogni. Possiamo ricordare? Siamo rassicurati? Possiamo confidare?

      4. Come ci incoraggiamo noi in Geova, e perché questo è necessario?

      4 Incoraggiatevi nel suo nome richiamando alla memoria ciò che esso vuol dire e ciò che vi è implicato. È molto necessario che ci incoraggiamo e rafforziamo. Del re Davide è scritto: “E Davide fu grandemente angosciato perché la gente parlava di lapidarlo, . . . ma Davide si fortificò nell’Eterno [Geova], nel suo Dio”. (1 Sam. 30:6) Egli ricordava che aveva domandato a Geova se dovesse andare e abbattere i Filistei, e gli era stato detto di andare, ed ora gli Amalekiti avevano fatto la loro incursione provocando molta devastazione; quindi egli si rinforzò. (Si veda Salmo 42:6-8.) Noi dobbiamo fare la stessa cosa. È molto necessario ricordare la condotta che abbiamo intrapresa, come è stata provata secondo il massimo della nostra capacità per assicurarci che era in armonia con la volontà di Dio, ed essendone assicurati, teniamoci dunque saldi. Siate pertanto fiduciosi, confidenti, non dubitate, rendetevi pienamente conto che nel nome di Geova potete rifugiarvi come in una forte torre, e in esso noi siamo al sicuro.

      5. Menzionate alcune delle promesse fatte da Geova nelle quali dobbiamo aver fiducia. Perché la nostra fiducia dev’essere completa?

      5 Tenete presente ora che il nome rappresenta l’Eterno. Colui che fa tutto ciò che gli piace, il potentissimo, sapientissimo, sempre amorevole Supremo Sovrano. Questo Dio è il nostro Dio, il nostro protettore in ogni tempo. Il suo occhio non dorme mai, il suo orecchio è sempre aperto ed egli non può mai esser sorpreso in disattenzione. Ricordate alcune delle sue promesse, come: “Chi dimora nel ritiro dell’Altissimo alberga all’ombra dell’Onnipotente. Io dico all’Eterno: Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido! Poiché tu hai detto: O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà, . . . Egli m’invocherà, ed io gli risponderò; sarò con lui nella distretta; lo libererò, e lo glorificherò”. (Sal. 91:1, 2, 9, 10, 15) Queste veraci promesse di Geova sono per incoraggiare il suo popolo in ogni difficoltà, strettezza, disturbo, assalto o pericolo. Quindi, essi possono rassicurarsi confidando in lui. Il nome è un’invisibile fortezza, e riponendo completa fiducia in ciò che il nome vuol dire noi ci rifugiamo in tal modo nella forte torre. Ma la nostra fiducia dev’essere intera. La sua misericordia e la sua fedeltà saranno la nostra parte se lo invochiamo.

      6. Quali sono alcune scritture che mostrano opposizione al popolo di Dio da parte delle nazioni? e come questo è adempiuto in una certa misura?

      6 L’opposizione contro di noi è nazionale e internazionale, poiché questo mondo odia Geova e il suo popolo. Questo è descritto nei Salmi: “Perché tumultuano le nazioni, e meditano i popoli cose vane? I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme contro l’Eterno e contro il suo Unto, dicendo: Rompiamo i loro legami e gettiam via da noi le loro funi”. “Non dimenticare il grido de’ tuoi nemici, lo strepito incessante di quelli che si levano contro di te”. “Poiché, ecco, i tuoi nemici si agitano rumorosamente, e quelli che t’odiano alzano il capo. Tramano astuti disegni contro il tuo popolo, e si concertano contro quelli che tu nascondi presso di te. Dicono: Venite, distruggiamoli come nazione, e il nome d’Israele non sia più ricordato”. (Sal. 2:1-3; 74:23; 83:2-4) I nemici di Geova han provato più di una volta di distruggere il popolo di Dio, un recente attentato fu fatto nel 1917-1918. Esso fallì, poiché Geova udì il grido di quelli che confidavano in lui e li liberò dall’abisso della morte. Ancora, nel 1933, quando i crudeli e indemoniati millantatori, con l’infame, abominevole organizzazione nazista, irruppero tra le file del popolo di Geova, fecero tutto quello che poterono per distruggerlo. Essi fallirono miseramente, poiché quelli che erano nell’organizzazione di Geova confidarono nel nome, e questi nemici furono distrutti. E ancora nel 1939, e durante la seconda guerra mondiale, i nemici del regno di Dio cercarono di distruggerlo con inumana persecuzione, prigione, bandi, torture e morte. Di nuovo fallirono di distruggere la nazione santa, che si atteneva strettamente alla verità. Questa nazione era pervenuta alla conoscenza del nome e di ciò che significava, e confidava in esso.

      7. Il fare dei propositi di Geova i nostri propositi che cosa implica?

      7 Alcuni del popolo di Geova soffrirono crudelmente, e alcuni furono messi a morte dai loro nemici, ma il proposito di Geova non è stato ostacolato e il destino dei fedeli è sicuro, così sicuro come quello di Abrahamo, come quello di Davide, come quello di Daniele e di molti altri. Essi morirono tutti nella fede, conoscendo il suo nome. Noi dobbiamo tutti capire come questi che i nostri interessi devono completamente confondersi nei propositi di Geova. Finché questi prosperano siamo felici, sia se viviamo che se moriamo, perché la nostra vita eterna ci è assicurata se siamo fedeli. Non è stata fatta nessuna promessa che noi non saremo per nessuna ragione perseguitati o danneggiati mentalmente o fisicamente. Infatti, tutti i fedeli prima di questo tempo hanno sofferto, e Paolo ci avverte: “Infatti, tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione con Cristo Gesù saranno pure perseguitati”. (2 Tim. 3:12, NW) Ma ci è stata definitivamente promessa protezione se confidiamo in Geova con tutto il nostro cuore.

      8. Dimostra Geova la sua potenza a favore del suo popolo oggi? Questo porta i nostri nemici a quale conclusione?

      8 Ora alla fine di questo presente empio sistema di cose Geova sta per compiere un’opera meravigliosa, poiché egli manifesterà la sua prodigiosa forza a favore dei suoi fedeli. Essi saranno ripieni di gratitudine mentre vedranno la sua potenza in azione per difendere loro e per distruggere gli oppositori. In quanto a quelli di fuori, il terrore li colpirà mentre vedranno i terribili atti di Geova. Oggi siamo soggetti alla riprovazione e ad ogni sorta di offese, e si devono perciò esercitare ubbidienza e fedeltà. Infatti, noi siamo un facile bersaglio per i nemici. I nostri nemici dicono: “Essi non si possono difendere. Il loro Dio non li può salvare. Se lo potesse, perché non li avrebbe salvati già?” È vero, Geova non combatte aggressivamente le nostre battaglie ora, e a volte sembra che siamo stati abbandonati agli attacchi del nemico senza molta protezione: solo abbastanza per veder progredire l’opera, e di tanto in tanto qualche evidenza della sua forza è concessa in nostro favore.

      9. Sorgerà e combatterà Geova per il Suo Popolo? Quando, e che cosa avverrà allora?

      9 Geova ha promesso che non andrà sempre così, perché la situazione sarà capovolta. Allora i nostri molti nemici saranno il bersaglio del disfavore di Geova. Oggi Geova permette che ci facciano lungamente del male, ma quando egli si leva per combattere, la loro odiosa persecuzione farà una completa fine, e i loro corpi morti giaceranno sulla terra. Come sarà inutile allora la potente organizzazione di Satana, poiché Geova la colpirà ed essa non sarà più! Noi dobbiamo solo aspettare finché Geova davvero combatta per noi, ed allora vi sarà completa ed assoluta sicurezza in ogni senso. Geova difenderà il suo popolo da ogni male fisico, per dimostrare che la sua parola è verace. Le molte esperienze che descrivono la potenza di Geova sopra il suo popolo con la distruzione dei suoi nemici saranno quindi adempiute su una più vasta scala che mai nel passato. Non ci sarà dubbio su chi è il nostro Dio, perché essi sapranno questo da ciò che vedono e provano. Egli è Geova, e farà quello che gli piacerà. “Perciò, aspettami, dice l’Eterno [Geova], per il giorno che mi leverò per il bottino; poiché il mio decreto è di radunare le nazioni, di riunire i regni, per versare su di loro la mia indignazione, tutto l’ardore della mia ira; poiché tutta la terra sarà divorata dal fuoco della mia gelosia”. “Poi l’Eterno [Geova] si farà innanzi e combatterà contro quelle nazioni, com’egli combatté, le tante volte, il dì della battaglia. E avverrà in quel giorno che vi sarà tra loro un gran tumulto prodotto dall’Eterno [Geova].” — Sof. 3:8; Zacc. 14:3, 13.

      ODIO CONTRO I NEMICI DI GEOVA

      10. Spiegate la differenza fra amore per i nostri nemici e odio per i nemici di Dio.

      10 Il Signore Gesù disse: “Continuate ad amare i vostri nemici”. (Matt. 5:44, NW) Ed egli disse anche: “Ogni specie di peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata. Per esempio, a chiunque dice una parola contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonata; ma a chiunque parla contro lo spirito santo, non gli sarà perdonato, no, né in questo presente sistema di cose né in quello avvenire”. (Matt. 12:31, 32, NW) Degli uomini potrebbero condannarci e ciò nonostante potrebbero essere perdonati. Noi non li amiamo per le loro opere dannose che fanno contro di noi, ma non ci dev’essere odio verso di loro a questo riguardo. Anzi il comandamento dice di pregare per tali persone. Ma la situazione è del tutto diversa quando gli oppositori arrivano al punto di mettersi contro Dio e lo spirito, in modo che malgrado i fatti diano prova dell’opera e della potenza di Geova, essi li torcono accusando Dio di malvagità. Tale estrema degradazione li fa solo identificare con Satana il grande oppositore la fine del quale è la distruzione. Satana è il nostro nemico ed egli è anche il nemico di Dio. Il Signore Gesù non ci invitava ad amare quelli che odiano Dio. La sua stessa condotta è la nostra guida. Quando fu tentato dal Diavolo egli disse: ‘Va via Satana. poiché è scritto: Geova è il tuo Dio che devi adorare.’ Ancora disse: “Costui è stato omicida fin da quando cominciò, e non si è tenuto saldo nella verità, perché non c’è verità in lui. . .. è un bugiardo e il padre della menzogna”. Iddio ha messo inimicizia fra la progenie della donna e la progenie del serpente, e inimicizia vuol dire ostilità o odio. Noi non possiamo dunque amare questo mondo, Satana o la sua progenie. — Luca 4:8; Giov. 8:44, NW; Gen. 3:15; Giac. 4:4; 1 Giov. 2:15-17.

      11. Che cosa significa l’odio dei nemici di Dio, e che cosa non significa?

      11 Quelli che odiano Dio e il suo popolo devono essere odiati, ma questo non significa che coglieremo l’opportunità per fare loro male fisico con uno spirito di malizia o di dispetto, poiché entrambi malizia e dispetto appartengono al Diavolo, mentre il puro odio no. Noi dobbiamo odiare nel più puro senso, che significa considerare con estrema o attiva avversione, ritenere detestabile, odioso, ripugnante, esecrare. Certo nessuno di quelli che odiano Dio è degno di vivere sulla sua bella terra. La terra sarà liberata dei malvagi e non dovremo alzare un dito per fare loro danno fisico, perché Dio penserà a questo, ma noi dobbiamo avere una giusta considerazione di questi nemici. Il suo nome significa ricompensa per i nemici.

      12. In che modo la Parola di Dio dice che dobbiamo trattare quelli che odiano Geova? Quale sarà la nostra decisione ed attitudine?

      12 Che cosa ve ne fate voi di qualche cosa che è detestabile o ripugnante che voi esecrate? La risposta è semplice. Ve ne allontanate oppure la togliete dalla vostra presenza. Non volete averci niente a che fare. Questa dev’essere con esattezza la nostra attitudine verso quelli che odiano Geova. Profeticamente è scritto: “Certo, tu ucciderai l’empio, o Dio; perciò dipartitevi da me, uomini di sangue. Essi parlano contro di te malvagiamente; i tuoi nemici usano il tuo nome a sostener la menzogna. O Eterno [Geova], non odio io quelli che t’odiano? E non aborro io quelli che si levano contro di te? Io li odio di un odio perfetto”. (Sal. 139:19-22) Gli uomini cruenti sono spargitori di sangue, e perciò sono uomini colpevoli. Noi consideriamo la loro condotta con assoluta esecrazione. Pensate ai terribili trattamenti che hanno subito i nostri fratelli nella Germania, in Grecia e in Polonia durante la seconda guerra mondiale e in seguito, a causa della ferocia e della bestialità dell’organizzazione totalitaria, dove migliaia di persone furono uccise da quelle creature sanguinarie! I loro motivi, la loro opposizione a Geova e al suo popolo, la loro perfidia e i loro empi propositi idolatri noi li aborriamo perfettamente. Con loro non abbiamo nessuna parte, interesse o affetto.

      13. Mostrate come la scrittura di Salmo 74:10, 11 sta avendo adempimento oggi. Possiamo attendere che Dio risponda a questa preghiera?

      13 I nemici di Geova sono riconosciuti dalla loro intensa avversione per il suo popolo e per l’opera che questo compie. Poiché essi interverrebbero facendo condannare al carcere o ai campi di concentramento tutti i testimoni di Geova se potessero. Non perché abbiano qualche cosa contro i testimoni personalmente, ma a causa del loro lavoro. Essi pubblicano blasfeme menzogne e riprovano il santo nome di Geova. Non odiamo noi quelli che odiano Dio? Non possiamo amare quegli odiosi nemici, poiché essi sono degni solo della distruzione. Noi pronunciamo la preghiera del salmista: “Fino a quando, o Dio, oltraggerà l’avversario? Il nemico sprezzerà egli il tuo nome in perpetuo? Perché ritiri la tua mano, la tua destra? Traila fuori dal tuo seno, e distruggili!” (Sal. 74:10, 11) Noi preghiamo con fervore e gridiamo questa preghiera perché Geova non attenda oltre, e invochiamo che la sua ira sia resa manifesta. Stendi la tua mano e la vedano i tuoi nemici, e usala per il loro male e la loro distruzione. Certo il tempo ora è maturo, l’iniquità dei nemici di Geova è giunta al colmo. Certo noi tutti diciamo: “O Geova, non trattenere la tua punizione dei malvagi. Allunga la tua mano e servitene per far conoscere ai nemici il tuo nome! Riversa ancora la tua potenza, poiché con un sol colpo del tuo braccio i nemici scomparirebbero!”

      14. Come altre espressioni nei Salmi in quanto ai nemici di Geova ci aiutano ad avere la giusta considerazione oggi?

      14 Il popolo di Geova esprime come sue altre parole profetiche: “Dèstati, vieni a me, e vedi! Tu, o Eterno [Geova], che sei l’Iddio degli eserciti, l’Iddio d’Israele, lèvati a visitare tutte le genti! Non far grazia ad alcuno dei perfidi malfattori! Tornan la sera, urlano come cani”. Qui i nemici di Geova sono considerati come pidocchiosi, rognosi, ripugnanti cani. “Falli, per la tua potenza, andar vagando ed abbattili, . . . siano dunque presi nel laccio della lor superbia; siano presi per le maledizioni e le menzogne che proferiscono. Distruggili nel tuo furore, distruggili si che non siano più: e si conoscerà fino alle estremità della terra che Dio signoreggia su Giacobbe”. (Sal. 59:4-6, 11-13) Questi sono i veri sentimenti, desideri e preghiere dei giusti oggi. Sono essi i vostri? Potete esser certi che li saranno fino a che amate e conoscete il nome di Geova. Se non lo conoscete, è ovvio che allora non vi preoccupate di quello che accade. Ma se amate Geova vi vorrete ben preoccupare di ciò che accade al suo santo nome, e a quelli che vorrebbero sprofondarlo nel fango, nella melma e nella sozzura di questo degenerato, disgustante vecchio sistema di cose.

      15, 16. Perché preghiamo secondo l’istruzione di Salmo 83? E quali parole di conforto e assicurazione disse Paolo?

      15 I veri amanti di Geova portano in alto il glorioso nome, e cercano di togliere tutte le sozze macchie con le quali gli uomini lo hanno imbrattato, e Geova li ama per questo prezioso servizio. Egli può esaltare il suo proprio nome e fra brevissimo tempo lo magnificherà, ma nell’ora attuale prende piacere in quelli che gli mostrano amore in questo modo. Amare il suo nome significa custodirlo, proteggerlo, difenderlo, combattere per esso. Le persone che fanno questo sono onorate da Geova. Quanto profondamente noi sentiamo il male che fanno al suo santo nome! Come disprezziamo gli operatori di iniquità, e quelli che vorrebbero abbattere l’organizzazione di Dio! Perciò preghiamo: “Fa’ a loro come facesti a Midian, a Sisera, a Jabin presso al torrente di Chison, i quali furon distrutti a Endor, e serviron di letame alla terra. . . . rendili simili al turbine, simili a stoppia dinanzi al vento. Come il fuoco brucia la foresta, e come la fiamma incendia i monti, così perseguitali con la tua tempesta, e spaventali col tuo uragano. Copri la loro faccia di vituperio, onde cerchino il tuo nome, o Eterno [Geova]! Siano svergognati e costernati in perpetuo, siano confusi e periscano! E conoscano che tu, il cui nome è l’Eterno [Geova], sei il solo Altissimo sopra tutta la terra”. — Sal. 83:9-18.

      16 Non c’è dubbio che quelle malvage creature che biasimano e disonorano Geova, che bestemmiano la religione pura e vera, che cercano di distruggere i fedeli adoratori, che irrompono nella santa città di Dio, Sion, e tentano di spaventare i figli del Signore maltrattandoli brutalmente e uccidendoli, che sono in ogni modo i veri nemici di Geova, son meritevoli solo d’essere presi e distrutti. Ma quest’opera di esecuzione appartiene a Geova, poiché egli determinerà quali sono gli incorreggibili. Tali persone ora stanno di certo decidendo il loro destino, e viene quindi il tempo in cui il peccato e il peccatore non possono e non potranno mai esser separati. L’apostolo Paolo disse: “Questo prende in considerazione che è giusto da parte di Dio rendere tribolazione a quelli che vi causano tribolazione, ma, a voi che soffrite tribolazione, sollievo con noi alla rivelazione del Signor Gesù dal cielo con i suoi potenti angeli in un fuoco fiammeggiante, mentre porta la dovuta punizione su coloro che non conoscono Iddio e su coloro che non ubbidiscono alla buona notizia relativamente al nostro Signor Gesù. Questi medesimi saranno puniti di eterna distruzione dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza.” — 2 Tess. 1:6-9, NW.

      17. Da che cosa dobbiamo guardarci in noi stessi?

      17 Nel nostro sacro zelo per il nome di Geova noi dobbiamo sempre guardarci affinché noi pure siamo perfetti nella nostra adorazione di Geova, e perché abbiamo i medesimi sentimenti che il salmista nutrì quando pregò: “Investigami, o Dio, e conosci il mio cuore. Provami, e conosci i miei pensieri. E vedi se v’è in me qualche via iniqua, e guidami per la via eterna”. “Ma io canterò la tua potenza, e al mattino loderò ad alta voce la tua benignità, perché tu sei stato per me un alto ricetto [la mia alta torre, AS], un rifugio nel giorno della mia distretta. O mia forza, a te salmeggerò, perché Dio è il mio alto ricetto [la mia alta torre, AS], l’Iddio benigno per me”. (Sal. 59:16, 17; 139:23, 24) Noi ricorriamo sempre alla nostra forte torre, perché sappiamo che il nome Geova significa ch’egli è misericordioso, benevolo, lento all’ira, ricco nell’amorevole benignità.

      CANTIAMO E CONFIDIAMO

      18. Perché dobbiamo cantare? Qual è il cantico? E come viene a trovarsi Moab nella considerazione?

      18 Dobbiamo cantare come confidiamo. Di che cosa canteremo? La parola profetica fornisce l’informazione e istruzione. “In quel giorno, si canterà questo cantico nel paese di Giuda: Noi abbiamo una città forte; l’Eterno vi pone la salvezza per mura e per bastioni. Aprite le porte ed entri la nazione giusta, che si mantiene fedele. A colui ch’è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate in perpetuo nell’Eterno, poiché l’Eterno, sì l’Eterno, è la roccia de’ secoli”. (Isa. 26:14) Il contesto di questa scrittura viene brevemente considerato. Il capitolo 25 di Isaia parla di Moab, i vicini di Giuda e discendenti della figlia maggiore di Lot. Essi erano stati gli oppositori degl’Israeliti sin dal tempo in cui rifiutarono di dare provviste ad Israele mentre erano in marcia verso la terra promessa. Moab pagò Balaam. perché maledicesse Israele. (Si vedano anche Numeri 22; Num. 23; Num. 24; Num. 25:1-5 e Deuteronomio 23:3.) Essi avevano molto disprezzo per il popolo di Geova, ed erano orgogliosi della loro propria “città elevata”, alla quale corrisponde oggi quella ricca, elevata città, la potente organizzazione religiosa che raffigura l’intera organizzazione di Satana. I Moabiti moderni sono i Cristiani professanti, le parole e le azioni dei quali sono tanto lontane dal Cristianesimo e dalla pura adorazione di Geova quanto era lontano Moab dalla vera adorazione e dal patto di Geova. Geova aveva avvertito Moab della sua proposta punizione per l’iniquità e l’opposizione che aveva mostrate.

      19. Chi sono i Moabiti moderni, e qual è la loro attitudine verso il popolo di Geova?

      19 I Moabiti moderni si sono opposti ai testimoni di Geova con un odio che non viene dalla giustizia, ma dal Diavolo e contro ogni giustizia. Il loro odio per il vero popolo di Dio aumenta intanto che vedono su di noi la chiara evidenza del favore di Geova e l’ovvio disfavore nel quale sono essi stessi. Fanno ogni sforzo per impedire alle persone di buona volontà di entrare nel nuovo mondo. Essi son più ricchi dei testimoni di Geova nelle cose materiali e per questo motivo hanno molta superbia ed arroganza. Essi sono su una sponda del grande “Mar Morto” e noi sull’altra. La voragine è stabilita, ed è così immobile come il giudizio di Geova, che ci ricorda con molta efficacia il grande baratro posto fra la classe del “ricco” e la classe di “Lazzaro” nella illustrazione riportata in Luca 16:19-31 (NW): “E oltre a tutto questo, una grande voragine è stata fra noi e voi, affinché quelli che desiderano venire di qui a voi non possono, né passare di là a noi”.

      20. Quando Geova abbatte la loro superbia, quanto in basso saranno essi umiliati?

      20 I Moabiti moderni saranno abbattuti, poiché Geova ha decretato la loro fine. Ascoltate solo una parte della punizione: “Poiché la mano dell’Eterno riposerà su questo monte, mentre Moab sarà trebbiato sulla sua terra come si pigia la paglia nel letamaio. Di mezzo al letamaio egli stenderà le mani come le stende il nuotatore per nuotare, ma l’Eterno farà cadere la sua superbia con le trame che ha ordite”. È certo che non resta molta superbia quando si è ficcati in un mucchio di concime, per mostrare l’assoluto disprezzo che Geova ha per il Moab moderno, facendolo rivoltolare nel pantano della vergogna. “Poiché tu hai ridotto la città in un mucchio di pietre, la città forte in un monte di rovine; il castello degli stranieri non è più una città, non sarà mai più riedificato”. “Egli ha umiliato quelli che stavano in alto; Egli ha abbassato la città elevata, l’ha abbassata fino a terra, l’ha stesa nella polvere; i piedi la calpestano, i piedi del povero, vi passan sopra i meschini.” — Isa. 25:10, 11, 12; 26:5, 6.

      21. Perché Moab non ha alcuna difesa contro il giorno del giudizio? Come incoraggia questo il nostro canto?

      21 Quando questo avviene, quale tremendo cambiamento avrà luogo! La situazione sarà capovolta! Umiliati saranno i superbi dalle alte abitazioni come i grandi, ricchi, influenti di questo mondo, fino alla più bassa condizione possibile, tanto infima e degradata che potrà esser paragonata solo alla paglia o a un mucchio di concime calpestato dai piedi dei poveri. Gli sguardi altezzosi, le parole boriose, la lingua millantatrice della Cristianità, e la sua attitudine superiore verso la sacra Parola di Dio, la sua fiducia negli idoli e negli uomini e nelle ricchezze, come appartengono a questo mondo, non le provvederanno alcuna sicurezza o protezione dalla tempesta e dal turbine di Geova. Essi non hanno alcuna difesa e son gettati nella vergogna. In tale tempo ‘questo cantico sarà cantato’. Questo è un comando di Geova e deve essere osservato, cioè, cantare questo cantico. Esso è: “Noi abbiamo una città forte; l’Eterno vi pone la salvezza per mura e per bastioni. Aprite le porte ed entri la nazione giusta, che si mantiene fedele”. (Isa. 26:1, 2) Questo è il tema, e il cantico potrebbe anche essere inteso più completamente considerando molte altre dichiarazioni profetiche, come quelle di Isaia 12, Isaia 4:2-6, Salmi 145, 146, 150. Mettete tutto il cuore in questo cantico. Cantate ad alta voce: “Grande è Geova, e da lodar grandemente, nella città del nostro Dio, nella sua santa montagna. Bello in altezza, la gioia di tutta la terra, è il monte Sion, dalle parti del nord, la città del gran Re”. (Sal. 48:1, 2, AS) L’organizzazione di Dio è meravigliosa e supremamente bella e il regno del Signore Gesù Cristo è la speranza di tutti i popoli. — Sal. 48:12, 13.

      22. Che cosa offre la “città forte” di Geova alla classe del “prigioniero”, e fino dove giunge questo cantico che dev’esser cantato e udito?

      22 Le difese della Cristianità sono di nessun valore, ma i testimoni di Geova hanno una “città forte” e questo è qualche cosa da cantare. Ci sono milioni di persone che vogliono un luogo sicuro e hanno bisogno di sicurezza. Sappiano che noi abbiamo una “città forte”! “Chiamerai le tue mura: ‘Salvezza,’ e le tue porte: ‘Lode.’” (Isa. 60:18) Solo il regno di Dio offre tale protezione e salvezza, poiché dentro la città si è al sicuro. Quelli che desiderano salvarsi devono cercare l’organizzazione di Dio, trovarne l’ingresso e rimanervi permanentemente. Essa è una vera città di rifugio Le moltitudini devono passare per le porte; cantate perciò ad alta voce, con chiarezza e armonia affinché tutti sappiano che c’è una forte città che offre salvezza, ed essa è la nostra città. È la città di Geova! A tutti i paesi deve esser rivolto il cantico “’Glorificate dunque l’Eterno [Geova] nelle regioni dell’aurora, glorificate il nome dell’Eterno [Geova], l’Iddio d’Israele, nelle isole del mare!’ Dall’estremità della terra udiam cantare: ‘Gloria al giusto!’” (Isa. 24:15, 16) Questo cantico non cesserà mai, ma continuerà fino a che tutti i viventi lo cantino. Tutto ciò che ha respiro, lodi Geova!

      LE PORTE, LA NAZIONE E IL PROPOSITO

      23. Quando è edificata Sion? Quando Dio apre le porte, quale nazione entra per esse, e chi segue?

      23 “Aprite le porte, perché entri la nazione giusta che preserva la fedeltà. Un sostenuto proposito tu proteggerai, dicendo: Prospera! Prosperai perché in te egli è stato indotto a confidare. Confidate in Yahweh per l’avvenire, poiché Yah Yahweh è la rocca delle età”. (Ro) Le porte devono essere spalancate, in modo che la nazione possa entrare. Il fedele rimanente degli unti nel 1919 attese di entrare nella città da poco tempo stabilita, Sion. “Tu ti leverai, ed avrai compassione di Sion; . . . sì, il tempo fissato è giunto. . . . Poiché Geova ha edificato Sion; è apparso nella sua gloria”. (Sal. 102:13-16, AS) Essi pregarono: “Certo, l’Eterno mi ha castigato, ma non mi ha dato in balia della morte. Apritemi le porte della giustizia; io entrerò per esse, e celebrerò l’Eterno. Questa è la porta dell’Eterno; i giusti entreranno per essa”. (Sal. 118:18-20) Come risultato Sion ricevette molti altri figli. È esattamente come fu predetto. “Prima di provar le doglie del parto, ella ha partorito; prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio. Chi ha udito mai cosa siffatta? chi ha mai veduto alcun che di simile? Un paese nasce egli in un giorno? una nazione vien essa alla luce in una volta? Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli”. (Isa. 66:7, 8) Il Re è partorito come nuovo Governatore nel 1914 dall’organizzazione materna, Sion, e dopo grandi prove e tribolazioni (1917-1918) Sion genera il resto dei suoi figli reali, il rimanente della classe del Regno. Sin da allora centinaia di migliaia di persone di buona volontà sono state anche portate in associazione coi membri della classe del rimanente. Quante altre migliaia di questi possano essere aggiunte alle file prima della battaglia di Harmaghedon non lo sappiamo. Questa classe sarà preservata durante Harmaghedon insieme al fedele rimanente quando Geova sorge e combatte per il suo popolo come fece nei giorni antichi. Le porte ora sono aperte per i prigionieri che tornano. In Sion essi saranno cibati, protetti e ammaestrati intorno ai comandi di Geova e impareranno a conoscerlo veramente.

      24. Qual è il “sostenuto proposito”?

      24 Il versetto 3 di Isaia 26 dice: “Un sostenuto proposito tu proteggerai”. (Ro) Questa non è una vana immaginazione ma è un pensiero ispirato dalla Parola di Dio, acquistato con un chiaro apprezzamento dei suoi propositi. Essi sono i nostri propositi ed egli li adempirà tutti. Egli li sosterrà. Noi non abbiamo nessuna ragione per dubitare o disturbarci in quanto all’adempimento di certe promesse, perché esse si avvereranno. Geova è degno del suo nome. Dobbiamo avere perciò completa fiducia e sicurezza. Queste saranno sostenute e sorrette da Geova, poiché sono parte del suo proposito. Egli ha promesso di proteggerle e pertanto le adempirà.

      25. In che modo gli abitanti di Sion hanno pace e prosperità? E come ci accertiamo che il nome di Geova è una “forte torre”?

      25 Questi fiduciosi e confidenti hanno l’immaginazione chiara e le menti decise. Essi cercano di esser devoti, immutabili, integri, risoluti e fidati, avendo fermezza di proposito e la determinazione di vederlo adempiuto. Geova è sempre all’altezza di qualsiasi emergenza. Conoscendo Geova e sforzandosi di imitarlo, essi sono grandemente benedetti e son dotati di pace. Si affidano a Geova la forte torre, benché le difficoltà aumentano e tutte le forme di ostilità sono suscitate per infrangere la fede del popolo di Dio o per attaccare la Sua città. I leali e ubbidienti figli di Sion manterranno la verità, resteranno fedeli e si terranno nell’organizzazione. Fra breve il più grande tempo di calamità si riverserà su questo attuale sistema di cose, ma sappiamo che Geova è con noi. Perciò non avremo paura. Egli è il nostro rifugio. Come nulla può disturbare la pace, la serenità e la tranquillità di Geova, poiché egli è la Rocca delle Età, così noi confideremo in lui e saremo al sicuro, non solo ora, ma per sempre. Confidate dunque in Geova, tenendo sempre presente il nome di Geova. Esso è una ‘forte torre, i giusti vi corrono e sono al sicuro’. Confidate pienamente in Geova e siate in pace.

  • Harmaghedon, guerra di Geova
    La Torre di Guardia 1953 | 15 marzo
    • Harmaghedon, guerra di Geova

      LE PERSONE di tutto il mondo temono un’altra guerra totale. La temono perché hanno già subito due guerre mondiali. La temono perché saranno impiegate armi atomiche. La temono perché sembra che non vi sia modo di evitarla. Ma ciò che la maggioranza delle persone non comprende è che qualche cosa di gran lunga più terribile di un’altra guerra internazionale è imminente. (2 Piet. 3:7, 10) Come il generale dell’esercito americano Douglas MacArthur, il 2 settembre 1945, il giorno dopo la resa dei Giapponesi, dalla corazzata “Missouri”, ammoniva: “Gli uomini hanno cercato la pace sin dal principio dei tempi. . . . Alleanze militari, equilibrio della potenza, leghe delle nazioni, tutto a sua volta ha fallito, lasciando aperta l’unica via mediante il crogiuolo della guerra. Abbiamo avuto la nostra ultima possibilità. Se non escogitiamo un qualche sistema più grande ed equo, il nostro Harmaghedon sarà alla nostra porta”. Nessun ‘sistema più equo’ è stato escogitato. Le nazioni hanno la loro “ultima possibilità”. Harmaghedon è alla porta!

      Sia ora questo fatto pienamente capito da tutti: Harmaghedon sarà del tutto diversa, separata e distinta da qualsiasi probabile terza guerra mondiale, che venga intrapresa e combattuta da semplici uomini. Harmaghedon non sarà una guerra fra i blocchi dell’Oriente e dell’Occidente delle nazioni. Non sarà comunismo contro capitalismo. Non sarà una rivolta delle masse lavoratrici contro le classi dominanti. No, Harmaghedon sarà la battaglia dell’Iddio Onnipotente, la guerra grande e terribile, quando Geova distrugge interamente le nazioni e i regni che contrastano e combattono contro il suo glorioso governo teocratico. — Sof. 3:8.

      Harmaghedon non sarà una guerra locale ristretta alla letterale valle di Meghiddo in Palestina. Har-Maghedon, o Harmaghedon, significa la “montagna dell’assemblea delle truppe” e si riferisce in maniera simbolica all’organizzazione capitale di Sion dove Geova Dio ha intronizzato Cristo Gesù come legittimo governatore della terra. Quel grande avvenimento storico ebbe luogo nell’anno 1914, la prova conclusiva al riguardo è già apparsa

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