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  • L’innesto dell’ulivo selvatico
    La Torre di Guardia 1958 | 15 settembre
    • della scelta dei suoi membri, cominciata durante il ministero di Cristo, il profeta Daniele predisse che tale governo avrebbe distrutto tutti gli altri governi della terra e sarebbe sussistito per sempre. “E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo”. (Dan. 2:44, VR) Circa 200 anni prima del tempo di Daniele il profeta Isaia parlò di esso e disse che avrebbe portato una pace permanente. “Il suo impero sarà esteso, la pace sarà senza fine; Egli sederà sul trono di David e ne avrà il regno, per stabilirlo e renderlo potente nel diritto e nella giustizia, ora e sempre, per tutta l’eternità”. (Isa. 9:7, Ti) È un governo che sarà una vera benedizione per il genere umano. Il simbolico ulivo rappresenta questo governo teocratico, insieme con Colui che l’ha autorizzato e lo sostiene.

      26. Come adempì Cristo la sua promessa ai simbolici rami dell’ulivo, e qual è la responsabilità del rimanente che si trova ancora sulla terra?

      26 Fu inerente ai rami simbolici che Cristo fece la promessa di andar via e preparare un posto per loro nei cieli e quindi ritornare per portarli con sé. Ciò avvenne nel 1918 a.C., allorché egli venne al tempio spirituale di Dio. I membri della classe del Regno che erano addormentati nella morte furono risuscitati alla vita immortale nello spirito e uniti con Cristo. I rimanenti membri dei 144.000 eletti ancora viventi sulla terra sarebbero stati mutati man mano che morivano. Non avrebbero dovuto dormire nella morte, ma avrebbero ricevuto un mutamento istantaneo. (1 Cor. 15:50-53) Nel frattempo essi avrebbero avuto la responsabilità di organizzare la predicazione della buona notizia del regno di Dio in tutta la terra e di dirigere l’opera di avvertimento degli abitanti della terra riguardo all’imminente guerra di Armaghedon.

      27. (a) Quali persone si associano col rimanente? (b) In che modo recano benedizioni su loro stesse?

      27 Questo rimanente fu organizzato in una società del Nuovo Mondo. Moltitudini di persone sono entrate in questa società per associarsi con loro nell’incontaminata adorazione di Geova Dio. Questo è l’adempimento di Zaccaria 8:23 (VR): “Così parla l’Eterno [Geova] degli eserciti: In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste, e diranno: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”. I “dieci uomini”, che simbolizzano tutte le persone di buona volontà, si associano col rimanente, i membri viventi sulla terra dell’Israele spirituale. Essi mostrano benignità verso coloro che sono Giudei interiormente, che hanno avuto la circoncisione del cuore. Manifestando benignità verso questi fratelli spirituali di Cristo, le moltitudini di persone dalle nazioni recano benedizioni su loro stesse da parte del più grande Abrahamo. Non solo ricevono un’accurata conoscenza della Parola e dei propositi di Dio ma ricevono anche la promessa di vita eterna sulla terra come sudditi di Cristo e dei suoi 144.000 re associati.

      28. Quale differenza vi è fra il numero dei componenti dell’Israele spirituale e quello della grande moltitudine, e com’è questo mostrato in Apocalisse?

      28 Questa grande moltitudine di sudditi terreni non è limitata in numero come lo sono i rami del simbolico ulivo. Dato che Dio limitò il numero dei rami a 144.000, i rami che furono innestati non furono più del numero dei rami morti che furono tagliati. Ma nessun limite fu imposto ai sudditi della nazione spirituale. Ciò è chiaramente dimostrato nel settimo capitolo di Apocalisse. Esso parla prima dei 144.000 Israeliti spirituali che sarebbero venuti dalle dodici tribù d’Israele. Questo per dimostrare che come le dodici tribù dell’Israele naturale furono figli di Abrahamo, così gli Israeliti spirituali sarebbero stati figli spirituali di Geova, il più grande Abrahamo. Dopo aver parlato dei 144.000 che formano i rami del simbolico ulivo e che sono uniti al tronco dell’ulivo, Cristo Gesù, il capitolo descrive in seguito una grande moltitudine proveniente da tutte le nazioni. (Apoc. 7:9) Essa consiste di quelli che entrano nella società del Nuovo Mondo e si associano col rimanente dell’Israele spirituale. Aiutano il rimanente a trasmettere agli altri il buon frutto.

      29. Chi può ricevere benedizioni sotto il governo della santa nazione di Dio?

      29 Tutti coloro che lo desiderano, compresi gli Ebrei, possono far parte di questa moltitudine e ricevere le benedizioni riservate ad essa. Esercitando fede in Cristo, la Progenie di Abrahamo, essi benedicono se stessi. Avranno pace e vita eterna sotto il giusto governo della santa nazione di Dio dell’Israele spirituale.

  • Quale sofferenza è in armonia con la volontà di Dio?
    La Torre di Guardia 1958 | 15 settembre
    • Quale sofferenza è in armonia con la volontà di Dio?

      È VOLONTÀ di Dio che si soffra? Trae forse l’amorevole Creatore qualche felicità dalle tribolazioni e dalle prove subite dalle sue creature? Possono tali amare esperienze servire a qualche buon proposito? Il falso consolatore di Giobbe disse tutta la verità quando esclamò: “Ciò che è dannoso non proviene dalla semplice polvere, e dalla semplice terra non crescono gli affanni. Poiché l’uomo stesso è nato per l’affanno, come le stesse scintille volano in alto”. — Giob. 5:6, 7.

      Pietro e i suoi conservi nel ministero cristiano, quando furono arrestati e frustati dalle autorità politico-religiose della nazione giudaica e allorché venne loro proibito di parlare nel nome di Gesù, “se ne andarono . . . rallegrandosi perché erano stati considerati degni di essere disonorati a favore del suo nome”. (Atti 5:41) La grande maggioranza dei loro contemporanei in Palestina senza dubbio considerò stolto il loro modo di agire, l’essersi attirati delle sofferenze, e pensò che esse fossero soltanto la dovuta punizione per la loro stoltezza. Nessuno li avrebbe infastiditi ‘se avessero tenuto la loro religione solo per se stessi. Ma essi non lo fecero, e soffrirono per questo, e si rallegrarono nella prova, contrariamente a tutte le aspettative.

      Gli apostoli non erano fanatici, influenzati da irragionevoli e incontrollabili emozioni che li rendessero insensibili alle crudeltà e avversità che li colpirono. Questo è dimostrato dai loro logici argomenti e dalla loro tenera ansietà per tutti i conservi cristiani. Essi non si rendevano immuni dalle debolezze e sofferenze delle altre creature imponendosi delle penitenze e infliggendosi delle pene. Seguendo le orme del loro Capo, essi non cercarono mai le sofferenze o la corona di un martire, ma quando ardenti prove sopraggiunsero su di loro a causa del loro fedele adempimento del ministero, rimasero saldi e si rallegrarono. Come poterono far ciò?

      Quei primi ministri cristiani ben sapevano che in Eden Dio aveva decretato un’incessante guerra fra la progenie del

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