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  • Felici quelli che Dio corregge
    La Torre di Guardia 1981 | 15 dicembre
    • che si sviluppino i semi dell’“odio”, dovreste ‘riprendere’ la persona. In che modo? Ebbene, oltre a dare voi stessi il buon esempio, il fatto che ubbidiate amorevolmente ma fermamente al comando di ‘smettere d’associarvi con lui’ è una forma di correzione. Ma potete fare qualcos’altro per aiutarlo. — Lev. 19:17; Tito 2:7, 8.

      20. Se avete “segnato” qualcuno che cammina disordinatamente, che responsabilità avete?

      20 Vi troverete ancora a contatto con il cristiano “segnato” alle adunanze di congregazione e nel servizio di campo. In questo modo potete avere occasione di assolvere l’altro vostro obbligo implicato nel ‘segnarlo’: “Non lo considerate come un nemico, ma continuate ad ammonirlo come un fratello”. (II Tess. 3:14, 15) Se non assolveste la vostra responsabilità indicata da questo aspetto del consiglio di Dio e trattaste la persona ‘segnata’ come un nemico, il vostro comportamento sarebbe poco amorevole quanto il suo.

      21. Qual è lo scopo di questa disposizione biblica?

      21 Si spera che l’individuo “segnato” se ne vergognerà. Può rendersi conto che è per ubbidire a una norma scritturale che evitate la sua compagnia nelle attività sociali. Questa disciplina potrebbe aiutarlo a ‘raddrizzare le mani cadenti e le ginocchia indebolite, . . . affinché ciò che è zoppo non si sloghi, ma anzi sia sanato’. La stragrande maggioranza dei fratelli associati alla congregazione di Dio è leale, per cui capiterà di rado che i cristiani debbano ‘segnare’ un fratello disordinato. Ma quando ciò accade, può darsi che la correzione, unita ai continui ammonimenti, ‘produca un pacifico frutto, cioè la giustizia’. — Ebr. 12:11-13.

      ADUNANZA CON UN COMITATO DI ANZIANI

      22, 23. Come si devono trattare i casi di grave peccato? (Num. 35:12; Deut. 19:11, 12)

      22 Come abbiamo detto (nel paragrafo 7), una persona che ‘ha commesso gravi peccati’ ha bisogno dell’attenzione degli “anziani della congregazione”. (Giac. 5:14, 15) Essi sono in grado di impartire efficacemente la correzione divina alla persona che è venuta meno e ha commesso un grave peccato. Possono provvederle il necessario aiuto spirituale. — Prov. 6:23.

      23 Di solito i casi di grave trasgressione sono esaminati da un comitato di tre anziani appositamente incaricati. Essi non agiscono come semplici giudici o ‘poliziotti spirituali’. Sono pastori del gregge e come tali devono agire quando trattano con un trasgressore. Un pastore di pecore letterali non manifesta uno spirito di vendetta, asprezza o critica esasperata. Né dovrebbero manifestarlo gli anziani. Sono lì per aiutare, non per condannare. (Giuda 23) Il loro obiettivo è quello di convertire, se è possibile, il trasgressore dalla sua via. — Giac. 5:19, 20.

      24. Cosa cercano di fare gli anziani verso il peccatore?

      24 Tuttavia, trattando un grave peccato, gli anziani devono ‘attenersi fermamente alla fedele parola’, essendo “in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di rimproverare quelli che contraddicono”. (Tito 1:9) Perciò non dovrebbero trattenersi dal mostrare francamente con le Scritture al trasgressore l’erroneità della sua condotta e perché è necessario che corregga la sua via. Vogliono che si penta e che torni ad essere in pace con Dio. — I Piet. 3:10-12.

      25. Quali argomenti dobbiamo ancora studiare?

      25 Ma in che modo gli anziani dovrebbero riprendere i trasgressori? Cos’è il pentimento secondo Dio? Come lo si manifesta? In che modo gli anziani dovrebbero trattare i casi di grave peccato qualora venga mostrato pentimento? Il trasgressore dev’essere ripreso dinanzi all’intera congregazione? Questi argomenti saranno trattati nel prossimo articolo.

  • Il pentimento che riconduce a Dio
    La Torre di Guardia 1981 | 15 dicembre
    • Il pentimento che riconduce a Dio

      “La benevola qualità di Dio cerca di condurti al pentimento”. — Rom. 2:4.

      1, 2. Cosa dovremmo comprendere riguardo al peccato e a come Dio lo considera?

      CIASCUNO di noi può essere incoraggiato dalle seguenti parole del salmista Davide:

      “Geova è misericordioso e clemente,

      Lento all’ira e abbondante in amorevole benignità.

      Non ci ha fatto nemmeno secondo i nostri peccati;

      Né secondo i nostri errori ha recato su di noi ciò che meritiamo.

      Come il padre mostra misericordia ai suoi figli,

      Geova ha mostrato misericordia a quelli che lo temono.

      Poiché egli stesso conosce bene come siamo formati,

      Ricordando che siamo polvere”. — Sal. 103:8, 10, 13, 14.

      2 Pur sapendo che siamo tutti peccatori, Dio desidera aiutarci ed è disposto a perdonare. (Sal. 32:1, 2) Il nostro concetto di Dio, però, non sarebbe esatto se non accettassimo per intero il suo modo di considerare i peccati. Il Salmo 103, sebbene ci assicuri che Geova “perdona tutto il [nostro] errore”, indica anche quali sono i nostri obblighi, dicendo: “L’amorevole benignità di Geova è da tempo indefinito fino a tempo indefinito verso quelli che lo temono, . . . verso quelli che si ricordano dei suoi ordini in modo da eseguirli”. — Sal. 103:3, 17, 18.

      3. Perché il pentimento è essenziale?

      3 Se una persona commette un grave peccato, non si pente e non invoca la paterna misericordia di Dio, ma continua a praticare il peccato, qual è il risultato? Esodo 34:6, 7 fa una descrizione di Geova. Dopo aver messo in risalto la sua misericordia, la sua lentezza all’ira e la sua disponibilità a perdonare l’errore, aggiunge: “Ma non esenterà affatto dalla punizione”. (Confronta Numeri 25:1-5; Ezechiele 33:12, 13). Perciò non dobbiamo abusare della sua misericordia o prenderla per scontata. Cosa dovrebbe quindi fare un vero adoratore qualora cadesse nel peccato?

      PASSI PER TORNARE A DIO

      4. Come possiamo ottenere il perdono? (II Cron. 7:13, 14)

      4 Il cristiano che ha peccato contro la legge di Dio ha bisogno di perdono. Chi può concederglielo? Solo Dio, in effetti. L’apostolo Giovanni scrisse: “Se confessiamo i nostri peccati [a Dio], egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni ingiustizia”. — I Giov. 1:9; 2:1.

      5, 6. Cosa consiglia Giacomo 5:14-16, e perché è ragionevole che il trasgressore segua tale consiglio?

      5 In caso di grave peccato, Dio raccomanda saggiamente che il cristiano che ‘confessa i suoi peccati’ faccia un ulteriore passo. In un contesto che evidentemente si riferisce a una malattia spirituale che implica dei “peccati”, il discepolo Giacomo scrisse: “Vi è qualcuno malato fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, . . . E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se egli ha commesso dei peccati, gli sarà perdonato”. — Giac. 5:14-16.

      6 Questo passo è ragionevole, perché il cristiano che ha ceduto commettendo un grave peccato dimostra un certo grado di debolezza spirituale e di aver bisogno d’aiuto. Potrebbe trarre beneficio dalle preghiere di fede degli “anziani della congregazione”. Essi sono anche in condizione di dargli consigli biblici e aiuto affinché possa riacquistare forza spirituale. Inoltre alcune trasgressioni costituiscono un peccato contro la congregazione cristiana, perché recano biasimo e dolore al popolo di Dio. Questo rende ancora più appropriato che chi ha peccato in tal modo chieda aiuto agli anziani. — II Cor. 2:10.

      7. In che modo gli anziani possono venire a conoscenza della trasgressione per poter offrire il loro aiuto? (Prov. 28:23; 29:24)

      7 È segno di sapienza e umiltà da parte del cristiano colpevole di grave peccato rivolgersi agli anziani di propria iniziativa. “Chi copre [“chi nasconde”, La Bibbia di Gerusalemme] le sue trasgressioni non riuscirà, ma a chi le confessa e le lascia sarà mostrata misericordia”. (Prov. 28:13) A volte, per imbarazzo, senso di colpa o mancanza di sincero dolore, il peccatore non segue il consiglio di Giacomo di rivolgersi agli anziani. Qualsiasi cristiano sia a conoscenza del peccato dovrebbe incoraggiare il peccatore a convertirsi dal suo errore e a chiedere il necessario aiuto spirituale. Se il trasgressore persiste nel non voler andare dagli anziani, dovrebbe avvertirli l’altro cristiano, onde possano dare il necessario aiuto. Tutti i cristiani dovrebbero voler ‘convertire un peccatore dall’errore della sua via’ e così ‘salvare la sua anima dalla morte’. — Giac. 5:19, 20.

      RIPRENSIONE CON LA PAROLA DI DIO

      8. In che modo gli anziani tengono un’adunanza di comitato?

      8 Quando i membri di un comitato giudiziario si riuniscono per trattare un caso di trasgressione, chiedono in preghiera la guida di Geova. Con modi che si addicono a pastori amorevoli, gli anziani discutono pazientemente con l’individuo ciò che sembra costituire il problema o la trasgressione. (Efes. 5:1, 2; I Piet. 5:2, 3) Anche quando ci sono testimoni a conferma della trasgressione, il comitato giudiziario incoraggia la persona a parlare francamente non solo dell’errore, ma anche di ciò che vi ha contribuito e di quello che la persona prova al riguardo. (Deut. 19:15; Giov. 8:17) Perché questo è necessario?

      9, 10. A un’udienza tenuta da un comitato in un caso di trasgressione, cosa cercano di fare gli anziani? (Sal. 51:13)

      9 Anche se gli anziani che trattano il caso dimostrano la colpevolezza della persona o la persuadono del suo errore, il loro principale interesse è quello di aiutare il fratello cristiano che si è fuorviato. Vogliono indurlo al pentimento affinché ‘ottenga ristoro dalla persona di Geova’. (Atti 3:19) Se l’individuo non ammette l’errore, non ne riconosce la gravità o non vede il bisogno di pentirsi, essi possono dover presentare “convincente prova riguardo al [suo] peccato e riguardo alla giustizia”. (Confronta Giovanni 16:8). Ma nel dare questa divina riprensione non dovrebbero essere vendicativi o aspri. La Bibbia comanda: “Riprendi, sgrida, esorta, con ogni longanimità e arte d’insegnare”. (II Tim. 4:1, 2) Riprendendo il peccatore con fermezza, benignità e pazienza, potrebbero riuscire a raggiungere il suo cuore, aiutandolo a odiare l’errore e a tornare a Dio. — Ger. 3:12, 13.

      10 Possiamo imparare dall’esempio di Esdra. Egli indicò chiaramente agli ebrei il loro errore. Lo scopo principale non era quello di svergognarli, ma di indurli a fermarsi, di toccare il loro cuore, di spingerli a odiare l’errore e a pentirsi. Avevano bisogno di fare confessione a Geova e di agire in armonia con ciò facendo il possibile per rimediare al loro errore. (Esd. 10:7-14) In modo analogo il comitato che tratta un caso di grave peccato desidera aiutare il trasgressore a rendersi conto della gravità dell’errore e a sentire nel cuore la necessità di pentirsi. — Isa. 1:18.

      “RIPRENDI DINANZI A TUTTI GLI ASTANTI”

      11. Chi ha bisogno di riprensione scritturale?

      11 In relazione alle udienze giudiziarie tenute con i trasgressori, gli anziani applicano le parole scritte dall’apostolo Paolo a Timoteo: “Riprendi dinanzi a tutti gli astanti [letteralmente, “alla vista di tutti”] le persone che praticano il peccato, affinché anche gli altri ne abbiano timore”. (I Tim. 5:20) Questi trasgressori sono persone che ‘hanno persistito nel peccato’ (Revised Standard Version) o “che continuano nel peccato” (New American Standard Bible) fino al tempo in cui viene effettivamente impartita la riprensione.

      12. In che modo un comitato giudiziario applica il consiglio di I Timoteo 5:20?

      12 Nel primo secolo, Timoteo, autorizzato in qualità di delegato dell’apostolo Paolo, poté eseguire personalmente tali istruzioni scritte “alla vista di tutti” gli interessati, in presenza del trasgressore. Oggi tale riprensione è normalmente impartita da un comitato di anziani designati e non da una persona sola. Può non riguardare necessariamente l’intera congregazione. Verso la fine dell’udienza tenuta dal comitato giudiziario, una volta dimostrata la colpevolezza, gli anziani impartiscono una riprensione scritturale riguardante la trasgressione. Sono presenti i testimoni che hanno testimoniato circa il peccato, e queste persone al corrente della cosa sono invitate ad ascoltare la riprensione biblica. Essa è quindi impartita “dinanzi a tutti gli astanti” o “alla vista di tutti”. Questi, che sono “gli altri” menzionati in I Timoteo 5:20, possono così essere aiutati ad avere un sano timore del peccato, a capire la necessità di evitare sia il peccato che le circostanze che possono condurvi.

      È PENTITO?

      13. Quale oneroso compito hanno gli anziani che trattano un caso di grave peccato?

      13 Uno dei compiti più onerosi per gli anziani che trattano un caso di trasgressione è quello di decidere se il peccatore mostra vero pentimento o no. Non devono giudicare basandosi semplicemente sulle apparenze. Quindi, non essendo in grado di leggere i cuori, devono esercitare grande discernimento, equilibrio e sapienza nel valutare l’errore, la sua relazione con la legge di Dio e ciò che il peccatore dice e fa.

      14, 15. Perché gli anziani dovrebbero essere cauti nel decidere se qualcuno è pentito o no?

      14 Gli anziani non devono essere frettolosi nel concludere che vi sia pentimento. Perché? Ebbene, se erroneamente giudicassero che il peccatore è pentito, ciò potrebbe avere dannose ripercussioni su tutto il gregge. Per contrasto, vogliate notare un esempio biblico riguardante un trasgressore della congregazione di Corinto. Dopo essere stato espulso per un certo periodo di tempo, egli fu riammesso in quanto effettivamente pentito. In che modo i fratelli avrebbero ora dovuto trattarlo? I corinti, avendo fiducia nel giudizio che lo riconosceva pentito, furono incoraggiati a ‘perdonarlo benignamente e confortarlo’, ‘confermandogli il loro amore’. (II Cor. 2:6-8) Lo stesso avviene oggi quando un comitato decide che il trasgressore è pentito. Ma se si fossero sbagliati a giudicare e avessero restituito alla congregazione un trasgressore che non era veramente pentito, avrebbero messo in pericolo la purezza morale e spirituale dell’intero gregge. — I Cor. 5:6.

      15 Cosa può cercar di notare il comitato per determinare se il trasgressore è veramente pentito? La persona pentita non cerca di minimizzare o giustificare la sua condotta errata. Riconosce nella sua mente l’erroneità di ciò che ha fatto e nel suo cuore prova profondo rammarico per aver peccato contro Dio. (Ger. 3:25; Atti 3:19) Perciò gli anziani che trattano il caso devono accertarsi che tale rammarico o tristezza esista.

      16, 17. (a) Che differenza c’è fra la “tristezza del mondo” e la “tristezza secondo Dio”? (Ebr. 12:16, 17) (b) Che peso hanno sul giudizio degli anziani lacrime o altri sfoghi emotivi?

      16 Gli anziani possono dover distinguere fra la “tristezza del mondo” e la “tristezza secondo Dio [che] produce il pentimento alla salvezza”. (II Cor. 7:10) Un individuo colpevole di trasgressione potrebbe provare tristezza per un senso di fallimento personale, per la vergogna di essere stato smascherato o per la possibilità di dover affrontare la disciplina. Ma tale “tristezza del mondo” non significa che egli sia triste per aver peccato contro Dio o aver recato biasimo su Dio e sul Suo popolo, cose che indicherebbero una “tristezza secondo Dio”. Sebbene Esaù spargesse lacrime per la perdita del suo diritto di primogenitura, Geova sapeva che Esaù non era veramente pentito di cuore. Perciò se una persona colpevole di un grave peccato scoppia a piangere, gli anziani devono cercare di determinare se lo fa per “tristezza secondo Dio”. Potrebbe darsi. Ai giorni di Esdra il popolo ‘pianse a dirotto’ dopo aver udito la sua fervida preghiera riguardante il loro peccato, e Pietro pianse amaramente dopo aver rinnegato Gesù. — Gen. 25:29-34; 27:34; Esd. 10:1; Luca 22:59-62.

      17 Questi esempi scritturali fanno capire perché gli anziani non possono giudicare semplicemente sulla base di uno sfogo emotivo. Le persone differiscono in quanto a costituzione emotiva e autocontrollo. Perciò, con o senza lacrime, la cosa importante è che il trasgressore sia toccato nel suo cuore, abbia uno spirito di contrizione, provi cioè profondo rammarico per aver offeso Geova e danneggiato la sua relazione con Lui. (Sal. 51:1-4) Di conseguenza gli anziani vorranno probabilmente sapere se il trasgressore ha fatto confessione a Geova in preghiera, chiedendogli perdono come fece Davide. — Sal. 32:3-5; 41:4; Ger. 31:19.

      18. Cosa si può dire circa la confessione?

      18 Se la persona ha volontariamente confessato il peccato agli “anziani della congregazione”, questa potrebbe essere un’utile indicazione della sua condizione di cuore. (Giac. 5:14, 16) Ma che dire se non avesse confessato volontariamente e la verità dovesse essere appurata mettendo la persona di fronte alle prove o alle dichiarazioni dei testimoni? La persona potrebbe ancora tornare in sé (lì all’udienza), riconoscendo il suo peccato. (Si noti per esempio il pentimento di Davide per il peccato commesso con Betsabea, in II Samuele 12:1-13). Ma soprattutto quando è stato necessario impartire una lunga riprensione prima che il trasgressore cominciasse a dare qualche segno di pentimento, il comitato dovrebbe esercitare cautela. Devono essere convinti che la condizione di cuore del trasgressore sia cambiata e che egli abbia lo zelo di correggere il torto, e sia assolutamente deciso a non ricadervi in futuro. — II Cor. 7:10, 11; Riv. 3:19.

      19. Come dovrebbe sentirsi il peccatore pentito verso la congregazione?

      19 Il trasgressore dovrebbe provare dolore per il disonore recato sulla congregazione di Dio. Quando Davide peccò effettuando un censimento e si rese conto di ciò che aveva fatto, riconobbe la stoltezza della sua azione. Quando poi ne vide le tragiche conseguenze abbattersi sull’intera nazione, fu spinto a dire: “Ecco, io ho peccato e son io che ho fatto il torto; ma queste pecore, che hanno fatto?” (II Sam. 24:10, 17) Perciò, il trasgressore prova vero rimorso per il biasimo, i problemi e il dolore che può aver arrecato alla congregazione?

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