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  • La felicità della “nazione il cui Dio è Geova”
    La Torre di Guardia 1969 | 15 maggio
    • Per quanto questa rinascita del paese, della nazione e dell’adorazione nel tempio di Geova potesse sembrare quasi impossibile alle nazioni pagane, specialmente a Babilonia, essa era nei propositi di Geova Dio! Era scritta nelle profezie bibliche di Geova Dio!

      15, 16. Isaia che cosa fu spinto a predire riguardo a Gerusalemme, e quale promessa fece Geova riguardo al suo popolo?

      15 Il profeta Isaia fu ispirato a predire in termini espliciti la miracolosa rinascita. Per la consolazione del piccolo rimanente che si era mantenuto fedele alla pura adorazione di Geova Dio, il profeta Isaia fu spinto a preannunciare come Dio sedendo quale Giudice nel 607 a.E.V. avrebbe fatto riempire Gerusalemme e il suo tempio del tumulto dell’invasione e della distruzione e avrebbe ripagato così tutti i nemici israeliti della sua adorazione con ciò che avevano meritato, ma poi, in modo rimarchevole, la nazione e il paese distrutti sarebbero rinati. Isaia disse:

      16 “Udite la parola di Geova, voi che tremate alla sua parola: ‘I vostri fratelli che vi odiano, che vi escludono a motivo del mio nome, dissero: “Sia glorificato Geova!” Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi son quelli che saranno svergognati’. C’è il suono di un clamore dalla città, un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato. Prima che avesse i dolori del parto ella partorì. Prima che le venissero le doglie, pure diede alla luce un maschio. Chi ha udito una cosa come questa? Chi ha visto cose come queste? Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion [Gerusalemme] ha avuto i dolori di parto e ha partorito i suoi figli”. — Isa. 66:5-8.

      17, 18. Quando ebbe luogo la “rinascita”, e come fu questo simile al miracolo di partorire senza dolori di parto?

      17 Con sorpresa di tutte le nazioni pagane che odiavano Sion o Gerusalemme, questa meravigliosa “rinascita” ebbe luogo nell’anno 537 a.E.V., o settant’anni esatti dopo la desolazione del paese di Giuda e di Gerusalemme o Sion. La rinascita avvenne molto rapidamente come non preceduta da alcun dolore di parto, come se avvenisse prima che il corpo della madre fosse preso dalle doglie. Come?

      18 Babilonia, che si rifiutò di rilasciare i Giudei dall’esilio, mantenne il proprio dominio mondiale fino alla notte del 16 Tishri (o 5-6 ottobre) dell’anno 539, il sessantanovesimo anno dei predetti settant’anni di desolazione di Giuda e Gerusalemme o Sion. Nella prima metà del settantesimo anno, verso la primavera, Ciro il Grande, conquistatore persiano di Babilonia, emanò il suo decreto che permetteva ai Giudei esiliati di tornare nella loro precedente patria e li incoraggiava a riedificare il tempio di Geova in una città ricostruita di Gerusalemme o Sion. Alla fine di quel settantesimo anno, al principio dell’autunno del 537 a.E.V. [1º Tishri 537 = 28-29 settembre 537 a.E.V.], il fedele rimanente era tornato e si era stabilito nella sua diletta patria, nei luoghi di molte precedenti città. — Esd. 1:1 fino a 3:6.

      19. Che cosa accadde a Gerusalemme dopo alcuni mesi soltanto di liberazione?

      19 Non ci fu pertanto nessun lungo periodo di doglie nella forma di qualche penosa ribellione da parte dei “figli” di Sion (o Gerusalemme) per liberarsi dall’esilio babilonese e aprirsi la via del ritorno al loro paese desolato perché vi si ristabilissero come nazione. Alcuni mesi dopo il decreto di liberazione di Ciro il Grande un rimanente di veri adoratori di Geova Dio eran tornati nel paese, che non era più soggetto alla proibizione di Geova. Divenne il paese di un popolo con un governo locale, che aveva un discendente del giudeo re Davide come suo governatore e un sommo sacerdote autorizzato da Geova Dio. In questo modo, col suo proprio territorio e con il suo proprio governo territoriale, la nazione degli adoratori del solo vivente e vero Dio era rinata. Ci fu di nuovo una Sion o Gerusalemme come governo nazionale, e questa Sion ebbe i suoi “figli” o abitanti e sudditi che ne sgombrarono e ricoltivarono il territorio, il paese di Giuda. L’adorazione del suo Dio vi fu ripristinata.

      GEOVA DIO NON È FRUSTRATO

      20, 21. “In un giorno” e “in una volta”, che cosa aveva compiuto Geova, e a rivendicazione di che cosa?

      20 Chi aveva mai udito una cosa come questa? Chi aveva mai visto cose come quegli sviluppi nazionali e religiosi? Tutto accadde così all’improvviso, così inaspettatamente, e senza precedenti. Infatti, senza la difficoltà dei dolori di parto, Sion, la terrestre organizzazione di Geova, diede alla luce nel reame della realtà il figlio “maschio” nella forma di un corpo nazionale di persone. Presto, come “in un giorno”, un paese con una designazione nazionale fu generato dalla desolazione. “In una volta” l’Onnipotente Dio Geova fece nascere un’organizzata nazione di persone in un patto con lui, sì, la fece rinascere. Come nel medesimo tempo che dovevano cominciare le doglie Sion l’organizzazione di Geova partorì i “suoi figli”, quelli che formarono il “maschio” della nazione. Che cos’altro era questo se non l’adempimento della profezia di Geova, a rivendicazione della sua parola che non viene mai meno? Egli era responsabile di questa nascita da parte della sua organizzazione terrestre di Sion. Essa doveva avvenire, senza aborto o nascita di bambino morto, esattamente come aveva predetto, dicendo:

      21 “‘In quanto a me, farò io rompere e non farò partorire?’ dice Geova. ‘O faccio partorire ed effettivamente faccio chiudere?’ ha detto il tuo Dio”.

      22. Chi apparve effettivamente sulla scena a questo sorprendente avvenimento, e per la benedizione di chi?

      22 In armonia con queste parole di Isaia 66:9 non doveva esserci nessuna frustrazione dell’Onnipotente Dio Geova all’ultimo momento critico. E la storia documentata dà prova che non ce ne fu. A questo sorprendente avvenimento nessun’altra persona che Geova apparve sulla scena degli affari internazionali per l’allegrezza di quelli ‘che tremano alla sua parola’. Mentre i loro ostili persecutori religiosi erano svergognati, quale vera causa d’indicibile felicità ebbe la rinata nazione “il cui Dio è Geova”! La “gioia di Geova” fu la loro fortezza. — Neem. 8:10.

  • Il lavoro dei primi cristiani
    La Torre di Guardia 1969 | 15 maggio
    • Il lavoro dei primi cristiani

      ✔ Nel suo libro The Horizon History of Christianity, Roland H. Bainton dice che i primi cristiani erano limitati in quanto al lavoro che potevano fare. Non volevano immischiarsi nell’idolatria o nella falsa religione sotto nessun aspetto. Bainton, professore di storia ecclesiastica all’Università Yale, scrive:

      “Non solo il cristiano non doveva praticare l’idolatria, non doveva contribuire all’idolatria aiutando in alcun modo a fare idoli. Poteva fare lo scultore, ma non poteva scolpire le immagini degli dèi. Si limitava perciò agli aspetti decorativi delle tombe o dei monumenti, ma anche in questo caso non poteva scolpire un leone, una balena, o un toro — né indorare alcuna figura — se rappresentava un dio”. — Pag. 64.

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