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  • “Pasci i miei agnellini”
    La Torre di Guardia 1953 | 1° agosto
    • “Pasci i miei agnellini”

      DOPO la sua risurrezione Gesù apparve ad alcuni dei suoi apostoli sulla spiaggia del mare di Tiberiade. In quel. tempo Gesù comandò a Pietro: “Pasci i miei agnellini”. E prima della sua ascensione al cielo Gesù comandò a Pietro e agli altri apostoli che erano con lui: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandate”. — Giov. 21:15; Matt. 28:19, 20, NW.

      Uno dei vari modi in cui i testimoni di Geova oggi seguono le orme di Cristo Gesù e imitano l’esempio fornito dagli apostoli e ubbidiscono ai suddetti comandamenti è quello di ritornare dalle persone presso le quali hanno lasciato letteratura nel recarsi di casa in casa. Che tale attività ottenga l’effetto di pascere gli agnellini di Cristo Gesù è evidente dalla seguente esperienza.

      Una testimone di Geova si recava di porta in porta in una certa città della Germania finché giunse a una casa di riposo cattolica. Una giovane suora rispose alla porta e, dopo aver ascoltato con molta attenzione la sua testimonianza, accettò una copia della rivista La Torre di Guardia e fu d’accordo che la visitatrice ritornasse entro due settimane. Però, dopo un giorno o due, la testimone incontrò la suora per la via in città. Con molta eccitazione la suora raccontò che la madre superiora aveva trovato il numero de La Torre di Guardia ed era rimasta arrabbiatissima. Essa avvertì la testimone di non ritornare perché la madre superiora per certo la metterebbe alla porta.

      Ma quando due settimane furono passate la testimone ragionò dentro di sé che era tuttora sua responsabilità davanti a Geova come uno dei suoi testimoni di mantenere la sua promessa e fare la visita. Perciò essa fece la visita, e chi mai doveva rispondere alla porta se non la madre superiora stessa, che domandò: “È lei la donna che lasciò qui La Torre di Guardia la settimana scorsa?” Aspettandosi il peggio la testimone si preparò e rispose calma: “Sì, sono io”. “Non vuole entrare?” chiese allora la madre superiora.

      La testimone la seguì in una stanza interna dove trovò sedute altre sei suore. La madre superiora disse quindi: “Noi tutte abbiamo letto La Torre di Guardia molto attentamente e abbiamo pensato che lei ci potrebbe spiegare di più intorno alla Bibbia; vuole?” Uno studio fu cominciato all’istante.

      Dopo che lo studio era proseguito per circa un mese o due un prete venne nella casa di riposo per rimettersi da una malattia. Frattanto la biblioteca della casa venne dotata di alcuni libri dei testimoni di Geova e parecchie copie de La Torre di Guardia. Osservando che il prete s’interessava in queste pubblicazioni fu invitato ad unirsi agli studi biblici, e questo egli fece prontamente. Qualche tempo dopo egli fece ritorno nella sua parrocchia non senza aver chiesto d’essere fornito di esemplari de La Torre di Guardia. Però, non molto tempo dopo scrisse che non era più necessario inviarglieli, poiché era venuto in contatto coi testimoni di Geova nella sua stessa comunità. Ben presto il prete svestì il suo abito talare e diventò un agricoltore e un testimone per Geova.

      Egli ne informò le suore per iscritto ed estese loro l’invito di venire a lavorare per lui nella sua fattoria. Due di loro accettarono l’invito, mentre le altre preferirono per il momento rimanere nella casa di riposo. Quando la madre superiora venne interpellata dai suoi superiori se voleva sostituire le due che se ne erano andate, ella rispose: “No, effettivamente non c’era lavoro abbastanza per tante”. Non voleva rischiare nulla che potesse ostacolare il loro studio biblico.

      Poco tempo dopo un pastore protestante venne con sua moglie in questa casa di riposo chiedendo alloggio. La madre superiora tentò di dissuaderli dal rimanere ed era quasi riuscita allorquando il pastore la stupì chiedendole se le fosse accaduto di conoscere dei testimoni di Geova in città. “Oh, sì,” rispose, “infatti una di loro viene qui spesso”. Curioso e meravigliato, il pastore domandò: “Come mai? lavorano per lei?” “No, non precisamente,” replicò ella, “questa testimone viene qui per istruirci sulla Parola di Dio, la Bibbia”.

      A queste parole, il volto del pastore si illuminò ed egli disse: “Benissimo, questo è dopo tutto il posto adatto per me e mia moglie. Noi abbiamo incontrato dei testimoni di Geova in Inghilterra, e siamo perciò molto desiderosi di sapere di più riguardo a Geova e alla sua Parola”. E così si unirono anch’essi allo studio durante il loro soggiorno nella casa di riposo.

      Indubbiamente, il rivisitare le persone che hanno mostrato interesse nella Parola di Dio è uno dei mezzi efficaci che i testimoni di Geova impiegano per pascere gli agnellini del loro giusto Pastore, Cristo Gesù.

  • Risposta alla domanda, sei tu salvato?
    La Torre di Guardia 1953 | 1° agosto
    • Risposta alla domanda, sei tu salvato?

      ERA un livido e freddo pomeriggio di sabato, nel tardo autunno. Lungo il marciapiede nel quartiere commerciale di Brooklyn, New York, si vedevano dei testimoni cristiani che offrivano le riviste La Torre di Guardia e Awake! ai passanti. Uno sconosciuto di aspetto serio si accostò ad uno di loro e chiese: “Fratello, sei tu salvato?” Il testimone cercava di spiegare ma fu interrotto con la domanda: “Sei tu salvato, si o no?”

      Tali persone dimostrano generalmente intensa preoccupazione per il destino del loro simile perché operano con l’illusione religiosa che l’anima sia immortale e che la sorte di tutti quelli che non sono salvati sia il tormento eterno, mentre la Bibbia dichiara nettamente che l’anima che pecca muore, e che il salario che il peccato paga è la morte. La morte è la privazione della vita. (Ezech. 18:4; Rom. 6:23) Però, non la paura del tormento eterno, ma l’amore di Dio, l’amore della giustizia e l’amore della vita dovrebbero indurci a chiedere se siamo o no salvati e domandare: “Che cosa devo fare per essere salvato?”

      Dalle Scritture apprendiamo che Geova Dio solo ha la risposta alla nostra domanda. Ed ha non soltanto la risposta in quanto egli ha la vera e sicura informazione sull’argomento, ma anche in quanto egli ha il mezzo per cui noi possiamo essere salvati. Preconoscendo il desiderio delle persone oneste di essere preservate dalle presenti inique condizioni e di entrare in un giusto nuovo mondo egli propose quella salvezza prima che ad Adamo ed Eva fosse nato un solo bambino. Questo si nota chiaramente dalla promessa profetica che Dio pronunziò subito dopo che i nostri progenitori si ribellarono: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno”. — Gen. 3:15.

      Quando Geova Dio stabilì di provvedere alla salvezza in virtù del suo amore e della sua misericordia egli fece ciò principalmente per dimostrare che egli ha il diritto alla sovranità su tutto l’universo e che il suo proposito non può essere mai frustrato. (Sal. 106:8; Isa. 55:11) A proposito, la trasgressione dei nostri progenitori, che diede luogo alla dichiarazione di quella profezia, non fu così insignificante come potrebbe sembrare; poiché soggiogò l’umanità al governo di Satana e causò la condanna e la morte della loro discendenza. Sì, tutti i dolori, il male e l’iniquità che la terra ha veduto da allora in poi possono essere attribuiti ad essa. — Sal. 51:5; Rom. 5:12.

      Ora, da tutti i segni preannunciati nella Parola di Dio e dagli avvenimenti mondiali che li adempiono, possiamo vedere che il tempo è finalmente giunto per Dio di adempiere completamente quella promessa edenica liberando la terra dall’oppressiva organizzazione del serpente, Satana, per la rivendicazione della sua sovranità universale. Liberando la terra dall’organizzazione di Satana non rimarrà alcun vuoto perché Dio ha provveduto che un governo perfetto sotto Cristo prenda il suo posto. Una salvezza gloriosa attende, perciò, tutti coloro che ora ricercano la misericordia e il favore dell’Onnipotente Dio. Pertanto, la domanda: “Che cosa devo fare per essere salvato?” acquista per noi significato e importanza maggiori.

      “Che cosa devo fare per essere salvato?” fu chiesto la prima volta a Paolo e Sila, due missionari cristiani, da un certo guardiano della prigione nel primo secolo della nostra èra cristiana. Questi missionari erano stati messi in prigione e posti sotto la custodia di questo carceriere perché avevano cacciato un demonio da una schiava che li seguiva e gridava alla gente: “Questi uomini sono schiavi dell’Onnipotente Dio”. A mezzanotte Paolo e Sila stavano cantando lodi a Dio quando improvvisamente un gran terremoto scosse la prigione e sciolse tutti i prigionieri dai loro ceppi. A quel tempo un carceriere che perdesse i suoi prigionieri era messo a morte, e perciò questo carceriere, temendo che tutti i suoi prigionieri fossero fuggiti, stava per suicidarsi quando Paolo gli gridò: “Non farti del male, perché siamo tutti qui!” Correndo verso la cella dove erano Paolo e Sila, il carceriere, riconoscente, piegò le ginocchia e chiese che cosa doveva fare per essere salvato. — Atti 16:16-30, NW.

      Paolo e Sila dissero al carceriere: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato”. Perché è necessario credere nel Signore Gesù per essere salvati? Perché egli è la Progenie, lo strumento scelto da Dio per rivendicare la Sua sovranità e recare salvezza al genere umano. Egli è il principale Agente della vita. Perciò ci vien detto: “Non c’è salvezza in alcun altro, poiché non c’è altro nome sotto il cielo che sia stato dato fra gli uomini mediante il quale noi dobbiamo essere salvati”. Il suo è l’unico nome per il quale noi possiamo accostarci a Dio. Perciò, né il nome di Maria né quello di Maometto è necessario alla salvezza. — Giov. 14:6; Atti 3:15; 4:12, NW.

      I missionari inviati dalla Cristianità nei paesi “pagani” dicono ai loro convertiti di credere nel Signore Gesù e saranno salvati, come se ciò comprendesse tutte le esigenze di Dio. Tuttavia, non possiamo prendere un testo ed escludere gli altri. Nel caso del carceriere, notate che cosa ancora ebbe luogo: “Ed essi dichiararono la parola di Geova a lui e a tutti quelli della sua casa. . . . tutti, lui e i suoi furono battezzati senza indugio. Ed egli li portò in casa sua e preparò la tavola dinanzi a loro, e si rallegrò immensamente con tutta la sua famiglia ora che aveva creduto in Dio”. — Atti 16:31-34, NW.

      Per entrare nella via della salvezza dobbiamo, prima di tutto, pentirci dei nostri passati peccati, ed essere convertiti ossia allontanarci dall’andamento di questo mondo; dobbiamo far questo perché crediamo alla sua Parola concernente la via della salvezza mediante Gesù Cristo. Poi, in base a quella credenza dobbiamo dedicarci a Geova Dio mediante Cristo Gesù ed essere battezzati in acqua per confessare apertamente la nostra credenza e dedicazione a Dio. — Atti 3:19.

      Avendo fatto questi passi siamo noi completamente salvati senza nessuna probabilità di perderci? Tutt’altro! Questi passi ci hanno condotto soltanto sulla via della salvezza. Ora, dobbiamo invocare il nome di Geova, e ciò significa più che semplicemente invocarlo per liberazione in tempi di distretta. Significa confessarlo con le nostre labbra, poiché “con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. Infatti, l’effettivo scopo per cui siamo stati condotti nella via della salvezza è quello di portare molto frutto dichiarando la supremazia di Dio. E si deve anche confessare Cristo Gesù davanti agli uomini; altrimenti egli non ci confesserà davanti al Padre in cielo. — Matt. 10:32; Giov. 15:8; Rom. 10:10; 1 Piet. 2:9.

      CHI PUÒ ESSERE SALVATO?

      Che la salvezza non sia così semplice come molti nella Cristianità vorrebbero farci credere è evidente dall’episodio di Gesù e il giovane capo ricco che gli chiese che cosa doveva fare per ottenere la vita eterna. Con dispiacere comprese che pur osservando tutti i comandamenti non era sufficiente, poiché Gesù gli disse: “C’è ancora una cosa che ti manca: Vendi tutte le cose che possiedi e distribuiscile ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni e sii mio seguace”. Udendo ciò il ricco giovane “divenne molto triste poiché era ricchissimo. Gesù lo guardò e disse: ‘Come sarà difficile per quelli che hanno denaro aprirsi la via per entrare nel regno di Dio! È più facile, infatti, a un cammello passare per la cruna di un ago da cucire che a un ricco entrare nel regno di Dio.’ Udendo questi commenti alcuni si chiedevano: “Chi può essere salvato?” Gesù rispose: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio”. — Luca 18:18-30, NW.

      A questo riguardo rimarcate l’esempio che ci diede Gesù. Dal suo studio delle Scritture egli vide chiaramente la via che Dio aveva tracciato per lui. Quando ne parlò ai suoi apostoli, Pietro tentò di dissuaderlo: “Sii buono con te stesso, Maestro; tu non avrai affatto questo destino”. Ma Gesù lo sgridò: “Va via da me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché tu pensi, non i pensieri di Dio, ma quelli degli uomini”. (Matt. 16:22, 23, NW) E quando fu messo al palo, nemmeno lo scherno “Se tu sei un figlio di Dio, scendi giù dal palo di tortura!” indusse Gesù a tornare indietro. La sua non fu una strada facile: “Nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche invocazioni a colui che poteva salvarlo dalla morte, con gran grida e lagrime, e fu favorevolmente esaudito per il suo devoto timore. Benché fosse un Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì”. — Matt. 27:40; Ebr. 5:7, 8, NW.

      Lo stesso si verifica per i suoi seguaci. Avendo fatto tutti i passi preliminari di pentimento, conversione, dedicazione e battesimo, rinnegando così noi stessi, dobbiamo prendere il nostro palo, sopportare disprezzo e sofferenza per amore della giustizia, e seguire Cristo Gesù. E dobbiamo continuare a seguirlo, perseverando come fece lui, non cercando di preservare la nostra vita o di salvare la nostra anima terrena. “Poiché chi vuole salvare l’anima sua la perderà; ma chi perde l’anima sua per amor mio la troverà”. — Matt. 16:24-26, NW.

      Satana l’Ingannatore è il responsabile per l’idea di certi Cristiani che una volta ch’essi hanno creduto nel Signore Gesù, che sono stati battezzati e sono entrati nella via della salvezza essi sono salvati per sempre senza alcuna possibilità di perdere la vita eterna per infedeltà. Però, non chi porta le armi può vantarsi, “ma chi ha perseverato sino alla fine è quello che sarà salvato”. — 1 Re 20:11; Matt. 24:13; 2 Tim. 4:7, 8, NW.

      ESEMPI AMMONITORI

      Se per aver fatto i primi passi noi fossimo salvati perché avrebbe Geova fatto scrivere nella sua Parola tanti esempi ammonitori? Considerate la moglie di Lot. Dio aveva avvisato Lot di fuggire e di non guardare neppure indietro, e mandò i suoi angeli a scortare lui e la sua famiglia fuori dalle condannate Sodoma e Gomorra. Invano Lot tentò di persuadere i suoi generi ad andare con lui. Per essi era tutto uno scherzo. Quindi Lot, sua moglie e le sue due figlie seguirono gli angeli fuori da quelle città condannate. Sì, la moglie di Lot si avviò lungo la strada per essere salvata dall’ira di Geova, ma poteva benissimo starsene indietro come i due beffardi generi dato che essa guardò indietro e perì. Non soltanto noi non possiamo tornare indietro, ma perfino guardare indietro ci sarebbe fatale. “Nessun uomo che abbia messo mano all’aratro e guarda indietro è adatto per il regno di Dio”. — Gen. 19:12-26; Luca 9:62; 17:32; Rom. 15:4, NW.

      Un altro esempio ammonitore che Dio fece scrivere per illustrare il punto che non tutti coloro che si avviano per la via della salvezza giungeranno a destinazione è quello della nazione d’Israele. Circa “seicentomila uomini a piedi, senza contare i fanciulli”, insieme a una gran moltitudine di non-Israeliti lasciarono l’Egitto, ed anche attraversarono felicemente il mar Rosso. (Eso. 12:37) Riguardo a questi l’apostolo Paolo dichiara “Ora io non voglio che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola e tutti passarono attraverso il mare e tutti furono battezzati in Mosè per mezzo della nuvola e del mare; e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale. . . . Nondimeno, sulla maggioranza di loro Dio non espresse la sua approvazione, poiché furono abbattuti nel deserto”. Da uno a due milioni di adulti uscirono dall’Egitto; e tuttavia di tutto quel numero soltanto Giosuè e Caleb, ed Eleazar e probabilmente alcuni altri Leviti entrarono nella terra di Canaan. — 1 Cor. 10:1-5, NW.

      L’apostolo Paolo prese in considerazione questo ammonimento e lo richiamò all’attenzione dei suoi fratelli, affinché essi per non sapersi controllare, non cedessero nelle stesse tentazioni come fecero quegli Israeliti e non perdessero in tal modo la loro opportunità per la salvezza eterna. “Perciò, il modo in cui io corro non è incerto; il modo in cui vibro i miei colpi è tale che non colpisco l’aria; ma percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:24-27, NW) Sì, benché Paolo fosse l’apostolo dei Gentili; fu uno dei dodici apostoli dell’Agnello; ebbe il privilegio di scrivere quattordici dei libri o lettere delle Scritture Greche Cristiane; e fece dei grandi miracoli; eppure c’era ancora pericolo ch’egli non ottenesse la completa salvezza futura per la possibilità di non avere padronanza di sé. — Atti 19:11; Rom. 11:13; Apoc. 21:14.

      Lo stesso ammonimento sussiste per noi oggi. Avendo esercitato fede ed essendoci dedicati al servizio di Geova Dio, noi abbiamo, per così dire, lasciato l’Egitto e ci siamo messi in cammino verso il nuovo mondo. Ma corporalmente siamo ancora in questo vecchio mondo pur non facendone parte. Perciò la tentazione di desiderare cose dannose è sempre in noi. Quali cose dannose? L’idolatria o l’avidità, l’intemperanza nel cibo, nel bere e in altri piaceri, la fornicazione, la maldicenza e le lamentele. Fu per queste cose che tutti gli Israeliti perirono nel deserto. “Ora queste cose accadevano loro come esempi e furono scritte per ammonizione di noi sui quali è sopraggiunta la fine compiuta dei sistemi di cose. [Il giorno di Paolo e il nostro] Di conseguenza, chi pensa di avere una salda posizione guardi di non cadere”. — 1 Cor. 10:11, 12, NW.

      Però, nessuno sia preso dalla paura, si scoraggi e lasci tutto per il fatto che la salvezza non è facile, ma richiede tutta la nostra forza. Ricordate che Gesù disse: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio”. (Luca 18:27, NW) Dopo tutto, “nessuna tentazione vi ha colti se non ciò che è comune agli uomini. Ma Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre quello che potete sopportare, ma insieme alla tentazione egli farà pure la via d’uscita affinché la possiate sopportare”. (1 Cor. 10:13, NW) Dunque noi possiamo ottenere la salvezza.

      Otteniamo così risposta alla nostra domanda: “Che cosa devo fare per essere salvato?” Se amiamo Dio, la giustizia e la vita, non soltanto acquisteremo conoscenza di Geova Dio e di Cristo Gesù, eserciteremo fede in essi dedicandoci a Dio e simbolizzando quella dedicazione col battesimo, ma continueremo a rendere pubblica dichiarazione del nome di Geova, resisteremo alle tentazioni e sopporteremo la persecuzione finché questo vecchio mondo finisce. Fino al termine della nostra prova non possiamo ritenere come certa la nostra salvezza; e perciò quando qualcuno chiede: “Fratello, sei tu salvato?” noi non diamo una risposta categoricamente affermativa, ma specifichiamo la nostra risposta: “Fino ad ora, sì!”

      Quel che uno avrà seminato quello pure mieterà; quindi chi semina nella sua carne, mieterà dalla sua carne la corruzione; chi invece semina nello spirito, dallo spirito mieterà la vita eterna. E non ci stanchiamo nel fare il bene, perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Facciamo dunque del bene finché abbiamo tempo, a tutti, ma specialmente a quelli che per la fede son della nostra famiglia. — Galati 6:8-10, Ti.

  • Annunzi
    La Torre di Guardia 1953 | 1° agosto
    • Annunzi

      LA MAGGIOR FELICITÀ DEL DARE

      “C’è più felicità nel dare che nel ricevere,” dice l’apostolo Paolo. (Atti 20:17-35, NW) Paolo fu un notevole esempio di persona che diede la sua energia, il suo tempo e i suoi beni nella predicazione della buona notizia ai suoi fratelli e a chiunque fosse interessato nei propositi di Dio. In questo egli imitò Cristo Gesù, il quale fu pieno di felicità per le sue opportunità di dare ad altri le meravigliose cose che aveva udite del Padre suo. I dedicati servitori di Geova oggi non possono trovare una felicità maggiore di quella che si riceve nel magnificare il nome di Geova dando alle persone di buona volontà la preziosa conoscenza dei suoi magnifici propositi. In agosto tutti i proclamatori del Regno, edificati dall’assemblea mondiale di New York, torneranno alla loro regolare predicazione di casa in casa, con l’offerta di tre libri per soli $1,50 o Lit. 750, insieme a tre opuscoli gratuiti. Alcune congregazioni continueranno a lavorare in zone non assegnate in questo mese, ma tutti cercheranno di essere predicatori regolari. Scrivete alla Società o mettetevi in contatto coi testimoni di Geova localmente se desiderate partecipare.

      LA VIA DI DIO È AMORE

      Il mondo oggi non opera secondo il princìpio dell’amore, perché non segue la via di Dio. Né il mondo capisce come il sIstema di cose della società umana potrebbe funzionare completamente sulla base dell’amore. Ma la Bibbia mostra che tutto ciò che fa Geova Dio rivela amore; e che egli ha il proposito di creare un nuovo mondo fondato sull’amore come movente attivo. L’opuscolo di 32 pagine intitolato “God’s Way Is Love” (stampato in inglese) dà credito a Dio per l’amore che ha già espresso al genere umano. È urgente che gli uomini riconoscano ciò che Dio sta facendo e non disprezzino le espressioni del suo amore, se vogliono vivere, come è messo in risalto nell’opuscolo. Tutte le citazioni di scritture di God’s Way Is Love son prese da traduzioni cattoliche della Bibbia. Con linguaggio chiaro e semplice, con ragionamenti logici e coerenti, quest’opuscolo esalta il grande amore di Dio. Perché non partecipare alla distribuzione di questo opuscolo fra i vostri amici? Ordinatene sette copie, inviando 25c o Lit. 125; o una sola copia, per 5c o Lit. 25.

  • Grande decisione di una piccola cristiana
    La Torre di Guardia 1953 | 1° agosto
    • Grande decisione di una piccola cristiana

      L’adorazione degli eroi esiste da gran tempo in questo mondo, benché non sia approvata dalla Bibbia, la quale indica che l’adorazione è riservata soltanto a Dio e al suo Figlio reale, Cristo Gesù. (Rom. 14:11; Efes. 3:14; Filip. 2:10, 11) Essa indica che un Cristiano non deve mai inchinarsi davanti alle immagini né farsi immagini nemmeno di uomini buoni quali erano gli apostoli. (Eso. 20:3-5; Atti 10:26) L’inchinarsi, sia pure dinanzi ai re, non può esser giustificato dal fatto ch’essi rappresentano il governo. I tre ebrei ricevettero la benedizione di Dio per non essersi prostrati dinanzi a ciò che era pure una immagine del governo. — Dan. 3:1-30.

      Recentemente questo fatto suscitò un grande problema per una piccola cristiana di sette anni chiamata Doreen di Vancouver, B. C., Canada. Essa fu scelta fra 10.000 studentesse per offrire fiori alla principessa Elisabetta, ora regina Elisabetta II. Emozionata per l’onore e per la grande fotografia di lei apparsa su un giornale di Vancouver, provò un senso di scoraggiamento quando apprese che doveva inchinarsi dinanzi alla principessa in violazione dei comandamenti di Dio. Lasciata dai suoi genitori libera di decidere al riguardo, essa dapprima pensò che l’onore era troppo grande per rinunciarvi, poi rifletté e disse alle autorità scolastiche che il suo Re era Cristo e che essa non poteva inchinarsi dinanzi alle creature.

      Un giornale di Vancouver (il Daily Province) confuse la cosa, dicendo prima che il suo rifiuto era dovuto al fatto “che si sentiva spaventata”, poi che era “probabilmente stata influenzata dalle vedute religiose della famiglia”, e infine che ciò fu una sorpresa spiacevole per le autorità della scuola. Certamente i genitori di Doreen possono rallegrarsi nel vedere che la loro figlia rigetta i falsi onori mondani per ubbidire al suo Padre eterno, Geova Dio. Così facendo ella stabilì un esempio che tutti i Cristiani possono ben seguire.

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