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  • I “survivalisti” sono pronti per la fine?
    Svegliatevi! 1985 | 22 gennaio
    • ed eserciti come noi li conosciamo, non eliminerebbe la causa fondamentale della guerra. In modo realistico la Bibbia dice: “Da dove vengono le guerre e da dove vengono le lotte fra voi? Non vengono da questo, cioè dalle vostre brame di piacere sensuale che causano un conflitto nelle vostre membra?” (Giacomo 4:1) Il fatto di mettere al primo posto i propri egoistici interessi genera invariabilmente lotte.

      I survivalisti sono uniti da ideologie di natura così altruistica che non si farebbero dominare dall’avidità e dall’egoismo di fronte alle scarsità che una catastrofe mondiale produrrebbe? The Christian Century ha recentemente citato Jerry Younkins, portavoce di un gruppo di survivalisti “cristiani”, il quale avrebbe detto: “Siamo in primo luogo cristiani, in secondo luogo survivalisti”. Con questo voleva dire che quando ci sarà la catastrofe, cercheranno (almeno all’inizio) di seguire i princìpi cristiani. “Divideremo le nostre provviste come meglio potremo”, ha continuato. Ma quando le scorte cominceranno a scarseggiare? “Allora li uccideremo”, ha detto Younkins. “Semplice: in una situazione del genere, o noi o loro”.

      In un simile clima di terrore, riserve nascoste di cibo o d’oro potrebbero significare la condanna a morte per un survivalista.

      Survivalisti dell’antichità

      Il movimento dei survivalisti non è in effetti niente di nuovo. Anzi, essi fanno venire in mente un gruppo vissuto nel primo secolo della nostra èra: gli zeloti ebrei. Mentre il settimo decennio volgeva al termine, l’ostilità fra gli ebrei e i loro oppressivi governanti romani stava per raggiungere il punto critico. Fanatismo religioso e catastrofi naturali come terremoti e penurie di viveri alimentavano i timori che fosse giunta la fine del sistema di cose allora esistente. (Matteo 24:6-8) Come i survivalisti d’oggi, alcuni cercarono di premunirsi per il futuro. Quando gli eserciti romani al comando del generale Cestio Gallo marciarono contro Gerusalemme, alcuni zeloti riuscirono a prendere la città di Masada. Nella loro roccaforte a 400 metri d’altezza, gli zeloti avevano una batteria di armi e un’ampia provvista di viveri e acqua. La sopravvivenza sembrava assicurata.

      Ma nel 70 E.V. il generale romano Tito distrusse Gerusalemme, e i romani concentrarono gli attacchi su Masada. Gli zeloti resistettero per sette lunghi mesi. Ma gli ingegneri romani riuscirono a costruire una immensa rampa che permise ai soldati di raggiungere la fortezza. Sapendo che la cattura avrebbe significato una misera esistenza come schiavi, i 960 uomini, donne e bambini di Masada si suicidarono in massa. I loro tentativi di sopravvivere rifugiandosi in una fortezza pesantemente fortificata e situata in cima a un monte si dimostrarono inutili.

      È interessante, però, che ci fu un gruppo di persone che sopravvisse a questo olocausto senza ricorrere a quelle tecniche di sopravvivenza.

  • L’unico modo per sopravvivere
    Svegliatevi! 1985 | 22 gennaio
    • L’unico modo per sopravvivere

      “QUANDO vedrete Gerusalemme circondata da eserciti accampati, sappiate che la sua desolazione si è avvicinata. Quindi quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti”. (Luca 21:20, 21) Queste sono le istruzioni che Gesù Cristo diede ai suoi discepoli. E che dire di coloro che avrebbero disubbidito alle parole di Cristo? Ecco ciò che predisse: “Cadranno sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni”. — Luca 21:24.

      Le parole di Gesù avrebbero ripugnato agli zeloti. Secondo un libro che narra la storia degli ebrei (A History of the Jews, di Abram L. Sachar), gli zeloti “erano estremisti che non indietreggiavano davanti a nulla pur di abbattere i loro padroni pagani”. Il pensiero di fuggire sarebbe sembrato non solo poco pratico ma, peggio ancora, un pensiero da codardi! Quindi nel 66 E.V. la crudeltà dei romani spinse questi ebrei all’aperta ribellione. Dopo che Masada era stata presa dai ribelli giudei, Roma si accinse precipitosamente a conquistare Gerusalemme. Gerusalemme era ora “circondata da eserciti accampati”. Ma quando il proconsole romano Cestio Gallo ritirò inaspettatamente le truppe, coloro che abitavano a Gerusalemme ebbero l’opportunità di seguire il consiglio di Gesù e fuggire. Eusebio di Cesarea, storico del III secolo, dice: “L’intero corpo della chiesa di Gerusalemme, tuttavia, avendo ricevuto comando tramite rivelazione divina . . . abbandonò la città, e risiedette in una certa città di nome Pella situata oltre il Giordano”. Ma che dire di quelli che rimasero?

      Giunse il 70 E.V., e i romani al comando del generale Tito tornarono. Decisi a catturarla, strinsero d’assedio la città. Giuseppe Flavio, un ribelle giudeo passato al servizio dei romani, fece il giro delle mura di Gerusalemme, supplicando il suo popolo di rinunciare a quell’inutile lotta. “Sappiate”, gridò piangendo, “che ora voi combattete non solo contro i romani, ma anche contro il dio”. Il risultato? Citiamo le sue stesse parole: “Così gridava fra le lacrime Giuseppe, ma i ribelli né fecero atto di sottomissione, né giudicarono prudente cambiare propositi”. Come conseguenza, centinaia di migliaia di persone morirono di fame e furono passate a fil di spada, e altre decine di migliaia furono portate via per vivere una misera vita di schiavitù. I cristiani però, in salvo a Pella, poterono riflettere sui benefìci derivati dall’aver ubbidito all’avvertimento di Cristo.

      Come sopravvivere oggi

      Quanto accadde a Gerusalemme fu semplicemente un esempio su piccola scala di ciò che avverrà nel nostro tempo su scala mondiale. Ma in questo tempo è in gioco non solo l’esistenza di una città bensì del sistema di cose mondiale! — Matteo 24:21.

      Sarà Dio stesso a provocare questa calamità mondiale. Ma per quale ragione? Per

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