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Pericolo: troppo di una specieSvegliatevi! 1973 | 8 gennaio
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negli Stati Uniti dal 1950. Questi avevano più che raddoppiato la produzione del granoturco per ettaro.
Ma poi, nel 1970, ci fu un inaspettato attacco di una nuova malattia virulenta chiamata il carbonchio delle foglie di granoturco meridionale. Esso esponeva alla vulnerabilità il granoturco specializzato piantato dalla maggioranza degli agricoltori. Fra luglio e il tempo della raccolta nel 1970, si distrussero circa 700 milioni di bushel di granoturco! Questo fu il 15 per cento dell’intera raccolta di granoturco, del valore di circa un miliardo di dollari!
Su questo disastro del granoturco, il Times di New York commentò:
“La basilare vulnerabilità sorse dal fatto che tutti gli agricoltori vogliono piantare le varietà migliori di ciascun seme nello stesso tempo. L’uniformità che ne risulta minaccia il disastro quando compare qualche nuovo nemico mutante, come l’ultima varietà del carbonchio delle foglie del granoturco meridionale”.
“Come in tante altre zone del mondo moderno, ciò che a breve scadenza sembra economicamente assennato pone a lunga scadenza seri problemi, sia ecologicamente che economicamente”.
Comunque, alcune delle più nuove varietà di grano hanno forse subìto in questo modo qualche danno? Sì. Già il nuovo riso ne ha subìto danno. Nel libro The Environmental Crisis si notò: “Già i risi IR-8 hanno avuto da questo problema tante difficoltà, ma sono state create monoculture anche più grandi”.
Una “monocultura” è la coltivazione di una sola pianta e in genere senza fare nessun altro uso del terreno. Quindi, benché ci siano state difficoltà, pare che monoculture anche più estese con i nuovi grani siano la norma perché gli agricoltori vogliono far denaro in breve tempo.
Nel febbraio del 1972, il Consiglio Nazionale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura pubblicò nuove cifre sulla situazione nelle Filippine. Esse mostravano che un mortifero virus vegetale chiamato tungro aveva colpito di carbonchio circa 56.000 ettari di risaie in Luzon e in Mindanao. Il presidente Ferdinand Marcos disse al Congresso delle Filippine: “[Il 1971] è stato un anno disastroso per l’agricoltura delle Filippine”.
A causa dei nuovi risi ad alto rendimento piantati dopo il 1966 le Filippine avevano trovato l’autosufficienza e una piccola eccedenza fino al 1970. Ma due anni fa, nel 1971, si dovettero fare grandi importazioni, 460.000 tonnellate di riso. E il governo predisse che il paese andava incontro a un’enorme penuria di quasi 640.000 tonnellate nel 1972 e di circa la stessa quantità nel 1973.
Coltivare in sempre più estese aree le stesse piante con una troppo ristretta base genetica è dunque un metodo assai pericoloso e poco previdente. Ma questo non è il solo problema inerente ai nuovi grani.
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Chi trae il massimo beneficio dalla “rivoluzione verde”?Svegliatevi! 1973 | 8 gennaio
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Chi trae il massimo beneficio dalla “rivoluzione verde”?
A QUALE conclusione può pervenire la persona comune dopo aver letto come la “rivoluzione verde” ha accresciuto la produzione in maniera così spettacolare? Sarà incline a pensare che sempre più persone affamate abbiano da mangiare così che il loro numero vada diminuendo.
È questo ciò che accade? Sfortunatamente, no. Non sono i più bisognosi a trarne il massimo beneficio. Ne possiamo capire la ragione quando gli esperti di agricoltura spiegano ciò che deve farsi per produrre i nuovi raccolti ad alto rendimento.
Prima di tutto, spiega Dean Fraser, professore di virologia dell’Università dell’Indiana, i nuovi semi producono abbondantemente “solo con l’applicazione di grandi quantità di fertilizzanti”. Quindi devono essere disponibili anche i fertilizzanti. Ma le provviste di fertilizzanti non sono sempre abbondanti nei paesi sottosviluppati.
Anche quando tali provviste sono disponibili, l’agricoltore deve potersi permettere i fertilizzanti. La maggioranza degli agricoltori nei paesi più poveri sono poveri essi stessi. Perciò, l’agricoltore che già è in migliori condizioni e può permettersi i fertilizzanti di solito ne riceve i maggiori benefici, non chi soffre di più per fame o povertà.
Un’esigenza più urgente
C’è qualche altra esigenza che è ancor più critica dei fertilizzanti. In India’s Green Revolution l’autore F. R. Frankel dichiara: “La riuscita coltivazione dei frumenti nani dipende anche più rimarchevolmente dalla sicura provvista d’acqua. Infatti, l’irrigazione in tempi fissati nel ciclo della crescita delle piante è essenziale per la realizzazione del suo potenziale ad alto rendimento”. E il riso ha bisogno anche di più acqua del frumento.
L’irrigazione non è come la pioggia. Le nuove varietà non possono dipendere dalle precipitazioni incerte. Richiedono irrigazione regolare. Quindi la sicura provvista d’acqua è una necessità. Quest’acqua di irrigazione potrebbe venire dalle reti fluviali per mezzo di canali. Ma nei paesi più poveri, spesso non sono stati costruiti. Nella maggioranza dei casi ci vogliono pompe per portare dal sottosuolo l’acqua alla superficie.
Tutto ciò richiede tecnologia; occorrono macchine per scavare canali e fabbriche per fare pompe. Inoltre, dice Frankel: “Per giunta, i nuovi frumenti richiedono mezzi agricoli più complicati per produrre rendimenti ottimi: migliori aratri ed erpici per appianare debitamente il terreno [altrimenti l’irrigazione non sarebbe pratica]; solchi per i semi e i fertilizzanti per la piantagione poco profonda e per porre i semi alla giusta distanza; e mezzi per la protezione delle piante per tener lontani la ruggine e altre malattie”.
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“Spingiamo contro un soffitto”Svegliatevi! 1973 | 8 gennaio
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“Spingiamo contro un soffitto”
● Considerando la popolazione della terra, Nathan Keyfitz, professore di demografia, indicò che fra il 1825 e il 1927, o in 102 anni, la popolazione della terra è raddoppiata. C’è l’evidenza che per il 1975, o nel giro di soli quarantotto anni, sarà di nuovo raddoppiata, da 2 a 4 miliardi (mille milioni). Comunque, il professore precisa che la percentuale d’aumento sale, e quindi il tempo necessario potrebbe essere meno. Quindi aggiunge: “In base alle più ottimistiche asserzioni circa il numero di persone che possono vivere sulla terra — sia pure scomodamente — sono possibili solo altri due o tre raddoppiamenti. Nella migliore delle circostanze spingiamo contro un soffitto che sarà toccato durante la vita di bambini già nati”. — Environment—Resources, Pollution & Society (1971), pagina 32.
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