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  • Il ricco e Lazzaro — parabola o narrazione?
    La Torre di Guardia 1954 | 1° dicembre
    • questo avvenne non dovrebbe stupirci, poiché le Scritture parlano ripetutamente di persone che muoiono o morirono benché ancora viventi, significando con ciò che un cambiamento ha avuto luogo nella loro vita. (Si veda 1 Corinzi 11:30; Colossesi 3:3; 1 Timoteo 5:6; Giuda 12.) La predicazione di Gesù che smascherava l’ipocrisia, l’avidità e il falso insegnamento del clero giudaico fece avvenire un cambiamento nella loro vita. (Matt. 23; Luca 16:14; Matt. 15:1-9) Da uno stato di egoistica e lussuosa agiatezza furono portati in uno stato di tormento; un tale tormento che non erano in pace finché non misero a morte il Figlio di Dio. — Matt. 21:45, 46.

      Quelli raffigurati da Lazzaro, membri del popolo comune giudaico che avevano fede in Dio, provarono similmente un cambiamento nella loro condizione a causa della predicazione di Gesù, divenendo il rimanente spirituale dei Giudei. Come il loro nome “Lazzaro” indica, essi furono aiutati, consolati da Dio e ricevettero la speranza del celeste regno di Dio. Sì, i poveri, le meretrici spiritualmente malate e gli esattori di tasse entravano nel regno di Dio e ricevevano il favore di Dio, come raffigura il mettersi sul seno di Abrahamo. I gravi pesi che i Farisei avevano posto su di loro erano tolti, e divennero essi stessi una parte della “progenie di Abrahamo” in cui tutte le famiglie della terra devono essere benedette. — Matt. 11:6; 21:31; Gal. 3:7, 26; Matt. 23:4; 11:28-30.

      E il grande abisso fra le due classi? Questo raffigura i giusti giudizi di Geova, che non si possono mutare. Come classe, i capi religiosi avevano fissato il loro destino peccando contro lo spirito santo, per il quale peccato non c’è perdono; e la loro supplica perché il loro tormento fosse calmato, anche al minimo grado, rallentando la predicazione della verità, non sarebbe stata esaudita. — Mar. 3:29; Atti 5:27-32.

      I cinque fratelli dell’uomo ricco ben raffigurano gli associati del clero giudaico che manifestavano lo stesso spirito dei Farisei. Questi, rifiutandosi di credere in Gesù, mostravano che in realtà non osservavano quello che Mosè e i Profeti avevano detto. E che non avrebbero creduto neanche se una persona fosse risuscitata dai morti fu messo in risalto quando Lazzaro, fratello di Maria e Marta, fu risuscitato dai morti effettivamente. — Giov. 7:47, 48; 5:46, 47; 12:10, 11.

      Tutti questi fatti in adempimento di questa illustrazione trovano un parallelo notevole ai nostri giorni. Per molto tempo l’ipocrita e avido clero della cristianità tradizionalista faceva le cose a modo suo sfruttando il suo gregge e trascurando i loro bisogni spirituali, mentre il rimanente degli unti Israeliti spirituali erano considerati e trattati come un mendicante malato, adatto solo ad associarsi con i cani randagi. Ma con la predicazione della buona notizia del regno di Geova un cambiamento ha avuto luogo in queste due classi, e dal 1919 questo rimanente spirituale dei cristiani unti, un tempo sprezzato e ripudiato, è stato elevato nel favore del più grande Abrahamo, Geova Dio, ed è stato incaricato degl’interessi del Regno, specialmente con la predicazione della buona notizia del Governo di Dio ora stabilito per la benedizione del genere umano. Quindi altri che non sono del rimanente possono condividere il loro benessere, come infatti ora fanno. — Ezech. 34:1-16; Matt. 24:14.

      Oggi il clero viene tormentato dalla grande testimonianza che da allora in poi è stata data dai cristiani testimoni di Geova mentre il “laicato” di buona volontà viene confortato e portato a una posizione di favore presso il più grande Abrahamo, Geova Dio; ne è un esempio la gioia provata da essi all’assemblea internazionale dei testimoni di Geova del 1953. Non ci sarà nessun sollievo per i tormenti del clero con una sosta nell’opera di predicazione; né sarà dato ora un segno speciale per convincere gli alleati commerciali e politici del clero che questo messaggio è di Geova Dio.

      Solamente se vengono considerate così le parole di Gesù scritte in Luca 16:19-31 acquistano senso, hanno valore e significato per il nostro giorno, ed armonizzano col resto delle Scritture.

  • Siate ammaestrati da Geova
    La Torre di Guardia 1954 | 1° dicembre
    • Siate ammaestrati da Geova

      LA BIBBIA rivela Geova, l’esclusivo Dio, quale Fattore o Creatore di tutte le cose, Marito della sua organizzazione Sion e Padre di tutte le creature viventi. Viene descritto anche come grande Maestro dei figli della sua organizzazione: “E tutti i tuoi figli saranno ammaestrati da Geova; e grande sarà la pace dei tuoi figli”. — Isa. 54:13, ASa

      Nessuno ha mai dato consigli o informazioni a Geova, poiché egli stesso è la sorgente originaria di ogni sapienza e conoscenza. Come Elihu ben chiese: “Chi può insegnare come lui?” (Giob. 36:22; Rom. 11:33-35) Certamente nessuno! Esclusivamente a lui appartiene l’educazione; egli ha tutte le qualità del migliore maestro, possiede tutta la conoscenza, ha a cuore l’interesse di tutti i suoi allievi, è estremamente paziente; veramente la sua capacità di istruire non è seconda a nessuno.

      Egli munì gli animali inferiori della loro saviezza innata o istintiva; insegnò ad Adamo quello che doveva fare e quello che non doveva fare. Egli rivelò la sua volontà all’epoca della ribellione; ammaestrò Enoc, Noè ed Abrahamo. Per circa 1.500 anni fece conoscere la sua volontà al suo popolo Israele mediante i profeti e il sacerdozio levitico, da Mosè fino alla venuta di Cristo.

      Con la venuta del suo Figlio Cristo Gesù, Geova fece crescere la sua attività ammaestratrice; infatti Cristo Gesù, il primo assoluto dei suoi allievi e in pari tempo il più volonteroso e il più abile fu, sopratutto, un maestro; fatto riconosciuto perfino dai suoi oppositori religiosi, il clero, poiché essi si rivolsero ripetutamente a lui chiamandolo “Maestro”. (Mar. 12:19, 32; Luca 7:40) Ed egli non solo insegnò ad altri la verità relativamente al nome e ai propositi del Padre suo, ma anche li ammaestrò affinché servissero come maestri e ordinò loro ‘di andare a far discepoli cioè allievi e seguaci, tra gente di tutte le nazioni, insegnando loro ad osservare tutte le cose comandate’. — Giov. 17:6; Mar. 3:14; Matt. 28:19, 20.

      Mentre era sulla terra Gesù citò la profezia d’Isaia che indica come Geova ammaestra i figli della sua organizzazione e l’applicò all’opera di ammaestramento che Iddio stava compiendo proprio allora. (Giov. 6:45) Tuttavia, dal contesto di quella profezia come pure da scritture relative ad essa risulta che le parole d’Isaia hanno un adempimento più attinente al tempo attuale, in cui Sion ha partorito i suoi figli, ed ha avuto luogo la nascita della nazione di Dio. (Isa. 54:1-17; 66:7-9) Con qual mezzo Geova ammaestra oggi? Mediante la sua Parola, il suo spirito e la sua organizzazione.

      Quindi, se vogliamo essere ammaestrati

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