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Il povero innalzato e confortatoLa Torre di Guardia 1951 | 1° agosto
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Come Lazzaro, essi pensavano che solo dal clero religioso potesse venire il nutrimento spirituale largito da Dio, e quindi indirizzavano la classe del povero Lazzaro ai capi e maestri religiosi per ogni provvista spirituale.
21. Con che cosa la classe di Lazzaro volle esser nutrita, ma che cosa ottenne?
21 La classe di Lazzaro è affamata e assetata di giustizia, consapevole com’è delle sue necessità spirituali e desiderosa di nutrimento spirituale che possa metterla in un salutare stato di cuore e di mente e che le dia forza di servire giustamente Dio. Essi vogliono qualche cosa di più della vuota, vana filosofia degli uomini; ma è questa che la classe del “ricco” dà loro. Dà loro i precetti degli uomini e le tradizioni degli anziani religiosi che eccedono i comandi di Dio e privano di forza la sua Parola. Ricercando il riposo per loro stessi, essi caricano gravi pesi sulle spalle del genere umano Non avendo alcun desiderio di entrare nel regno dei cieli per mezzo di Gesù Cristo, essi tentano d’impedire alla classe di Lazzaro di entrarvi. Per conseguenza han lasciato cadere solo delle briciole del vero nutrimento spirituale per dare salute e forza alla classe di Lazzaro. Quelli di questa classe hanno ricevuto solo un po’ di conforto dalla Parola e dalle disposizioni di Dio mentre i sedicenti giusti della classe del “ricco” si appropriano delle principali benedizioni. (Col. 2:8; Matt. 15:1-9; 23:4, 13) C’è poco da meravigliarsi che Gesù pubblicamente riprovasse la classe del religioso “ricco” e chiamasse questa gente “ipocriti, stolti, guide cieche, serpenti, progenie di vipere”! Come è nobile ch’egli difendesse la causa dei poveri e li sostenesse e confortasse!
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Il mendico e il ricco hanno un cambiamentoLa Torre di Guardia 1951 | 1° agosto
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Essi non andavano più alla porta del “ricco” per cibo, ma accorrevano presso Gesù il Messia. Quelli consci delle loro necessità spirituali e affamati e assetati di ciò ch’era giusto erano saziati e confortati.
5. Perciò, verso che cosa si spingeva avanti ora la classe di Lazzaro? E davanti a chi entravano essi, e perché?
5 Dopo la partenza dei messaggeri di Giovanni Gesù disse: “Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora il regno dei cieli è la meta verso la quale si spingono gli uomini, e quelli che si spingono avanti lo afferrano. Poiché tutti, i Profeti e la Legge, profetizzarono fino a Giovanni”. (Matt. 11:12, 13, NM) Gesù disse qualche cosa molto simile prima di pronunziare la sua parabola di Lazzaro e del ricco. Dopo avere smascherato la sedicente giustizia dei Farisei amanti del denaro che stavano ascoltando, Gesù disse: “La Legge e i Profeti sono dati fino a Giovanni. Da allora in poi il regno di Dio è annunziato come buona notizia, e ogni specie di persona si spinge verso di esso”. (Luca 16:16, NM) O, per citare la traduzione di Moffatt: “E chiunque si spinge per entrarvi”. Ogni specie di persona, o, chiunque? Sì; l’umile classe di Lazzaro, che una volta chiedeva l’elemosina al “ricco”, si spingeva avanti verso il regno e lo afferrava. Dato questo fatto, Gesù disse finalmente ai capi sacerdoti e agli anziani religiosi: “Io vi dico in verità che gli esattori di tasse e le meretrici vanno davanti a voi nel regno di Dio. Poiché Giovanni è venuto a voi nel sentiero della giustizia, ma voi non gli avete creduto. Invece, gli esattori di tasse e le meretrici gli hanno creduto, e voi, benché abbiate visto questo, non avete provato rimorso poi in modo da credergli”. (Matt. 21:23, 31, 32, NM) Quindi la classe di Lazzaro morì per quei capi religiosi e fu condotta alla giusta sorgente per cibo, conforto e sollievo.
MORTO ALLA LEGGE, MA NON SEPOLTO
6, 7. Perciò quale divina provvisione si doveva ora minutamente adempiere? Da chi e come?
6 Ora il regno di Dio veniva predicato e chiunque o ogni specie di persona si spingeva verso di esso per entrarvi, specialmente dopo che l’apostolo Pietro fu autorizzato di adoperare le “chiavi del regno”. Anche la classe di Lazzaro si spingeva verso di esso. Dunque era giunta l’ora in cui la legge di Mosè si doveva adempiere fino all’ultima particella di una lettera. Quindi Gesù continuò dicendo: “Invero, è più facile che passino cielo e terra che una particella di una lettera della Legge rimanga inadempiuta. Ognuno [chiunque, Mo] che divorzia da sua moglie e ne sposa un’altra commette adulterio, e colui che sposa una donna divorziata dal marito commette adulterio”. (Luca 16:17, 18, NM) Come figlio di una Giudea, Gesù si trovò sotto la legge di Mosè. Ma come perfetto Giudeo, egli non venne per distruggere quella legge data da Dio; venne per adempierla. Egli dovette dar la prova d’essere la Progenie di Abrahamo ch’era stata primieramente preannunziata negli scritti di Mosè. Come tale Progenie egli si doveva sacrificare sull’altare di Dio nello stesso modo in cui il diletto figlio di Abrahamo, Isacco, era stato offerto sull’altare al comando di Dio, ciò che ebbe per risultato la promessa di Dio con giuramento: “Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie”. — Gen. 22:1-18.
7 Come prescriveva la legge di Mosè, Gesù dovette adempierla con la sua offerta come vero agnello pasquale, “L’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Sì, egli doveva essere offerto in sacrificio come quegli animali scannati presso il Monte Sinai, il cui sangue Mosè spruzzò come mediatore sul libro della Legge e sul popolo affin di convalidare il patto della Legge fra Dio e Israele. Ma il sangue di Gesù convalida un nuovo patto fra Dio e l’Israele spirituale, mediante il quale Iddio perdona veramente i peccati fino a farne sparire il ricordo. Per adempiere le molte figure profetiche della Legge, Gesù dovette pure essere offerto come il giovenco e il capro di Geova nel giorno dell’espiazione, il sangue dei quali sacrifici era portato dal sommo sacerdote nel Santissimo e spruzzato davanti al divino propiziatorio. Solo Gesù dovette risorgere dai morti e ascendere in qualità di Sommo Sacerdote al cielo stesso e comparire alla santissima presenza di Dio per offrirvi il sangue o valore della sua vita umana sacrificata per i credenti sulla terra. Mediante questo i suoi seguaci sulla terra poterono acquistare la vera giustizia di Dio. Nell’adempiere questa e altre caratteristiche della legge di Mosè Gesù ne adempì lo scopo. Quindi essa fu tolta di mezzo e inchiodata al palo di tortura sul quale egli morì. — Eso. 12:1-13; Giov. 1:29; Eso. 24:3-8; Lev. 16:1-19; Ebr. 9:11-28; 13:10-13; Rom. 10:4; Col. 2:14.
8. Che cosa disse quivi Gesù relativamente al divorzio, e perché questo?
8 Poiché la Legge di Mosè si stava allora adempiendo e veniva rimossa dai credenti di Gesù, egli dichiarò che il provvedimento del divorzio contenuto nella Legge secondo cui un uomo poteva avere più d’una moglie vivente non valeva più dopo questo per i suoi seguaci. (Deut. 24:1-4) Il patto della Legge mediante Mosè stava tramontando e subentrava il nuovo patto mediante il più grande Mediatore, Gesù Cristo. Sotto questo patto se un Cristiano otteneva il divorzio da un congiunto in matrimonio per qualsiasi motivo diverso da quello dell’infedeltà sessuale, e se uno di questi due si risposava costui si rendeva colpevole di adulterio. La regola del matrimonio cristiano sotto il nuovo patto doveva essere quella stabilita da Dio nel giardino dell’Eden con Adamo ed Eva. L’uomo ebbe una sola moglie vivente datagli affinché allevasse dei figli per riempire la terra e assoggettarla a uno stato paradisiaco. (Matt. 19:3-9; Gen. 1:28; 2:21-24) Iddio non accordò nessun divorzio alla perfetta coppia. Similmente il Cristiano sposato dev’essere il compagno di una sola moglie vivente e dovrebbe esserle fedele, e viceversa. Questa dichiarazione di Gesù sulla situazione matrimoniale dovette aver irritato i Farisei che osservavano gl’insegnamenti talmudici sul matrimonio e che stavano a sentirlo.
9. Come disse Paolo che la classe di Lazzaro era sciolta dalla legge mosaica, e a quale scopo?
9 Indicando come i membri giudei della classe di Lazzaro erano morti al loro precedente stato di mendichi sotto il patto della Legge, l’apostolo Paolo dice ad alcuni di loro: “Può essere che voi non sappiate, fratelli, (poiché parlo a quelli che conoscono la legge,) che la Legge è padrona dell’uomo finché vive? Per esempio, una donna maritata è legata per legge a suo marito mentre egli è vivo; ma se suo marito muore, ella è sciolta dalla legge del suo marito. Così, dunque, mentre il suo marito vive, ella sarebbe chiamata adultera se appartenesse a un altro uomo. Ma se suo marito muore, ella è libera dalla sua legge, cosicché ella non è adultera se appartiene a un altro uomo. Così fratelli miei, anche voi siete divenuti morti alla Legge mediante il corpo del Cristo, affinché possiate appartenere ad un altro, a colui che fu risuscitato dai morti, onde portiamo frutto a Dio. Perché quando eravamo in accordo con la carne, le passioni peccaminose ch’erano eccitate dalla Legge erano all’opera nelle nostre membra affinché portassimo frutto alla morte. Ma ora siamo stati sciolti dalla Legge, perché siamo morti a ciò da cui eravamo legati, affinché siamo schiavi in un nuovo senso secondo lo spirito, e non nel vecchio senso secondo il codice scritto. — Rom. 7:1-6, NM.
10. Perciò da chi non dipendeva più la classe di Lazzaro per cibo? Perché?
10 La classe di Lazzaro era dunque morta alla legge di Mosè e non era più soggetta alla classe del “ricco” o dipendente da quella classe del clero giudaico per alcuna cosa. Essi erano “morti insieme con Cristo alle cose elementari del mondo” ch’erano insegnate dalla classe del “ricco”. La loro vita era ora “nascosta col Cristo in unione con Dio”. Non chiedevano più l’elemosina al ricco. No, osservavano il comando di Gesù: “Guardatevi dal lievito dei Farisei, che è ipocrisia,” ed essi li evitavano. — Col. 2:20; 3:3, e Luca 12:1, NM.
11. Dove il racconto di Gesù mette Lazzaro dopo la morte? Perché questo dimostra che è una parabola?
11 Ma avete voi osservato un punto interessante? Quale? Che, quantunque Lazzaro morì, la parabola non dice che il mendico fosse sepolto e posto nell’Ades, come avvenne per il ricco. Invece d’esser sepolto e andare nell’Ades, il mendico fu “portato dagli angeli nella posizione del seno d’Abrahamo”. Quindi la classe di Lazzaro non è raffigurata come una classe morta, “morti nei vostri falli e peccati,” ma come effettivamente vivente, “viventi a Dio!” (Efes. 2:1; Gal. 2:19, NM) Tutte queste caratteristiche relative al racconto di Gesù dimostrano che non si tratta qui d’un “ricco” Giudeo e di un letterale mendico d’Israele chiamato Lazzaro. Perché avrebbe dovuto un Giudeo letterale chiamato Lazzaro esser portato alla sua morte nel seno d’Abrahamo per il solo fatto che era un mendico coperto d’ulceri e leccato dai cani? Inoltre, l’Abrahamo letterale era stato sepolto diciotto secoli prima di questo e il suo seno s’era decomposto nel sepolcro, nella spelonca di Macpela, vicino ad Hebron. Egli non era reclino a una mensa e non poteva ricevere Lazzaro. (Gen. 25:8-10) Il figlio d’Abrahamo, Isacco, fu sepolto presso di lui alla sua morte. (Gen. 35:27-29) Il nipote d’Abrahamo, soprannominato Israele, fu egli pure sepolto presso di lui alla morte. (Gen. 49:29 fino a 50:13) Parlando della propria morte, Giacobbe disse: “lo scenderò nello Sceol [nell’inferno, Ma] dal mio figlio facendo cordoglio”. (Gen. 37:35; 42:38, SA) Poiché Giacobbe alla sua morte fu raccolto presso il suo popolo e fu sepolto con i suoi padri, e così discese nello Sceol o inferno, Abrahamo dovette pure essere nello Sceol o inferno, vale a dire nel comune sepolcro del genere umano, o Ades.
12. Dove i religionisti dicono che era allora Abrahamo? Quali domande suscita questo relativamente al trasporto in inferno?
12 Il clero religioso della Cristianità insegna che Abrahamo è nell’inferno insegnato dal loro credo. Quell’inferno è diviso in due parti, al centro della terra; una parte è chiamata paradiso o limbo, dove andarono le anime di quelli che morirono prima del sacrificio di Cristo; l’altra parte è chiamata Geenna, con fiamme di tormenti letterali, dove si trova il ricco. Quindi essere nel seno d’Abrahamo significa essere in un paradiso sotterraneo. Se questo è vero e se questo fosse il luogo dove sarebbe andato un mendico letterale chiamato Lazzaro alla morte, come mai vi fu portato dagli angeli? Portano forse gli angeli i mendichi nel centro della terra nel seno d’Abrahamo? Chi, allora, portò il ricco nelle fiamme dei tormenti, i demoni? Le Scritture dicono che Gesù discese nell’inferno, ma ne uscì di nuovo mediante la potenza di risurrezione di Dio. (Sal. 16:10; Atti 2:27, 31, 32, Ma) L’Apocalisse o Rivelazione dice: “La morte e l’inferno furon gettati nello stagno del fuoco. Questa è la morte seconda”. (Apoc. 20:14, Di) Quindi Gesù uscì dall’inferno in tempo, per non andare a finire con esso nello stagno di fuoco. Ora, se l’inferno è nel centro della terra, come pretendono i religionisti, che cosa avviene della terra quando l’inferno è gettato nello stagno di fuoco?
13. Perché non regge l’affermazione che il seno d’Abrahamo fu trasferito dall’inferno al cielo?
13 Ma sentite, dirà qualcuno, il paradiso o seno d’Abrahamo è stato trasferito dall’inferno al cielo sin dalla morte, risurrezione e ascensione di Gesù al cielo! Ma come può essere avvenuto questo? Il giorno della Pentecoste, dieci giorni DOPO l’ascensione di Gesù, l’ispirato apostolo Pietro disse: “Davide non salì ai cieli”. Cosicché non vi era salito Abrahamo né alcuno che fosse nel suo seno. (Atti 2:1, 29, 34, NM) Per di più, Gesù, pronunziò la sua parabola del ricco e di Lazzaro almeno alcune settimane prima di morire sul palo di tortura al Calvario. Perciò Gesù non era ancora asceso al cielo e il paradiso non poteva ancora essere stato trasferito dall’inferno al cielo nel momento in cui parlava. Tuttavia Gesù disse che gli angeli portarono il morto Lazzaro nel seno d’Abrahamo.
14. Perché, dunque, l’Abrahamo della parabola non è in nessun inferno?
14 Così da tutte le assurdità nelle quali cadono i religionisti argomentando che il racconto di Gesù è letterale, è evidente che egli pronunziò una parabola. E questo sarà sempre più chiaro man mano che osserveremo altre assurdità e contradizioni che si riscontrano in un’interpretazione letterale. Ne consegue, perciò, che l’Abrahamo
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