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Il modello del giudizioLa Torre di Guardia 1967 | 15 settembre
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Il modello del giudizio
“Questa è una prova del giusto giudizio di Dio, che vi fa considerare degni del regno di Dio, per cui in realtà soffrite”. — 2 Tess. 1:5
1. Quali contrasti contrassegnarono il ministero di Giovanni Battista?
GIOVANNI Battista cominciò il suo ministero predicando: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Senza perdere tempo radunò intorno a sé discepoli che condividessero le benedizioni del suo ministero, preparandoli per essere considerati “degni del regno di Dio”. Nello stesso tempo disse agli indegni capi religiosi che era imminente un tempo di giudizio, che “già la scure è posta alla radice degli alberi”, e che colui che viene “raccoglierà il suo grano nel deposito, ma arderà la pula col fuoco che non si può spegnere”. — Matt. 3:1, 2, 7-12; 2 Tess. 1:5.
2. Che cosa si intende per modello, e come Gesù ne cominciò uno col suo ministero?
2 Colui che doveva venire, Gesù, non appena udì che Giovanni era stato arrestato, cominciò a predicare lo stesso messaggio: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 4:12, 17) Lì egli cominciò a tessere il modello del giudizio, formando un armonioso disegno regolato da un proposito stabilito, poiché un modello è proprio questo. Il primo filo, l’importantissimo elemento del tempo, fu contrassegnato dalla predicazione del messaggio del Regno. Come disse Gesù introducendo l’illustrazione del ricco e di Lazzaro: “La Legge e i Profeti sono stati fino a Giovanni. Da allora in poi il regno di Dio è dichiarato come buona notizia”. — Luca 16:16.
3. Quali due fili prese quindi Gesù, come riporta Luca 16:17, 18?
3 Gesù proseguì quindi prendendo altri due fili, dicendo prima: “È più facile che passino cielo e terra piuttosto che una particella di lettera della Legge rimanga inadempiuta”. Poi aggiunse: “Chiunque divorzia da sua moglie e ne sposa un’altra commette adulterio, e chi sposa una donna divorziata dal marito commette adulterio”. (Luca 16:17, 18) È improbabile che i suoi uditori vedessero qualche legame fra quelle dichiarazioni. Infatti, solo dopo che la congregazione cristiana ebbe avuto gli ispirati scritti dell’apostolo Paolo la situazione fu chiara. Alla luce di quegli scritti oggi possiamo esaminare quei due fili e capirne lo scopo stabilito.
4. In che modo Gesù adempì la Legge, conducendo a quali realtà e finale risultato?
4 Gesù non solo osservò la Legge con la perfetta ubbidienza alle sue esigenze, l’adempì anche. Come disse una volta: “Io non sono venuto a distruggere, ma ad adempiere”, dicendo pure che fino all’ultima “particella di lettera . . . tutte le cose [devono essere] adempiute”. (Matt. 5:17, 18) Paolo scrisse che la Legge era “un’ombra [o “rappresentazione tipica”] delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. (Col. 2:17; Ebr. 8:5; 10:1) Con la sua vita e la sua morte di sacrificio, Gesù fece adempiere le grandi realtà. Uno dei principali provvedimenti della Legge fu quello del sacrificio per i peccati, specialmente quelli del giorno di espiazione. Comunque, quei sacrifici animali non potevano “mai togliere completamente i peccati. Ma quest’uomo [Gesù] offrì un solo sacrificio per i peccati in perpetuo” deponendo nella morte la sua perfetta vita umana. (Ebr. 10:11, 12) La sua morte pose il fondamento per straordinari cambiamenti, con grandi benefici per quelli che esercitano fede in essi, a cominciare dai membri giudaici della classe di “Lazzaro”. Essendone stati dunque adempiuti i provvedimenti, dice Paolo, quel precedente patto della Legge fu tolto di mezzo e inchiodato al palo di tortura a cui fu messo Gesù. (Col. 2:14) Ma che relazione aveva ciò con il successivo filo, l’osservazione di Gesù circa il divorzio e l’adulterio?
5. Con quale illustrazione Paolo mostra che alcuni furono “esentati” dalla Legge?
5 Avendo offerto in modo accettevole “se stesso senza macchia a Dio”, Gesù fu fatto “mediatore di un nuovo patto”. (Ebr. 9:14, 15) Paolo spiega che prima di allora i Giudei erano legati sotto il loro patto della Legge come “la donna sposata è dalla legge legata al proprio marito mentre egli è vivente . . . Ma se il marito muore, è libera dalla sua legge, così che non è adultera se diviene di un altro uomo. Così, fratelli miei, voi pure foste resi morti alla Legge per mezzo del corpo del Cristo, affinché diveniste di un altro, di colui che fu destato dai morti, perché portassimo frutto a Dio”. Paolo si rivolgeva ai suoi fratelli della classe di “Lazzaro”, e solo questi erano “esentati dalla Legge”. — Rom. 7:1-6.
6. Quale norma stabilì Gesù rispetto al divorzio, e che effetto avrebbe avuto questo sui Farisei?
6 In contrasto, le parole di Gesù sul divorzio e l’adulterio erano rivolte primariamente ai Farisei, membri della classe del “ricco”. Essi non erano liberi dalla Legge. È vero che la Legge incorporava un provvedimento sul divorzio mediante il quale un uomo poteva avere più di una moglie vivente, ma Gesù tornò all’originale modello di Dio per tutti quelli che volevano avere il favore di Dio nel nuovo patto o sotto di esso. Non ci fu nessuna disposizione di divorzio per Adamo ed Eva. Il cristiano dunque che divorzia dal suo coniuge, eccetto a motivo di infedeltà sessuale, e quindi si risposa mentre il coniuge divorziato è ancora vivente, commette adulterio. Pertanto le osservazioni rivolte da Gesù ai Farisei, che confidavano nella tradizione e nell’insegnamento del Talmud allora non scritto a questo riguardo, li avrebbero solo irritati. Faceva parte del loro tormento. — Deut. 24:1-4; Matt. 19:3-9.
7. In che modo Gesù anticipò i benefici della sua morte?
7 Vediamo così che il modello del giudizio prende forma. Tenete presente, però, che i cambiamenti garantiti dalla morte di Gesù cominciarono a verificarsi prima che la sua morte avesse effettivamente luogo. Il messaggio e l’opera sia di Giovanni Battista che di Gesù si basarono sulla forte fede nella certezza che Gesù adempisse tutto ciò che era predetto e prefigurato dalla Legge e dai Profeti. A conferma di ciò, quando Gesù istituì la Commemorazione della sua morte la sera prima d’essere messo al palo, passò il calice ai suoi discepoli, dicendo: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore . . . e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno”. — Luca 22:20, 29.
8. Quale fu il risultato della dichiarazione del messaggio del Regno da parte di Gesù?
8 No, quei cambiamenti non si fecero aspettare. La dichiarazione della buona notizia del regno cominciò a recare un completo capovolgimento di condizioni per entrambe le classi che stiamo considerando. Da allora in poi entrambe le classi morirono alla loro precedente condizione ed esperienza, mostrata nell’illustrazione di Gesù dalla morte di Lazzaro e del ricco. Alla morte di Gesù, in adempimento alla Legge mosaica, la classe di “Lazzaro” morì a quella Legge; e alla successiva Pentecoste fu loro attestato dal versato spirito santo che erano nel seno del più grande Abraamo. Seguiremo con interesse ciò che accadde poi, come lo descrive Gesù, e ciò che significò questo.
ABRAAMO, L’IMPORTANTE FIGURA
9, 10. (a) Quale importante personaggio introdusse Gesù nella sua illustrazione? (b) I Farisei come consideravano la loro relazione con Abraamo? (c) In che cosa avevano ragione, e in che cosa si sbagliavano, nelle loro conclusioni?
9 Immaginate la scena. Tormentato nell’Ades il ricco alza gli occhi, e che cosa vede? Ebbene, molto lontano c’è il mendicante di un tempo che si trova ora nella posizione del seno con Abraamo, cioè nel posto di favore, come quando uno sta davanti a un altro sullo stesso divano a un pasto! (Luca 16:23; vedere anche Giovanni 13:23). Introdurre nel quadro Abraamo fu molto significativo, e aggiunse all’intero modello del giudizio il filo più importante. Chi raffigura egli? Ricordate che Gesù parlava direttamente ai Farisei. Essi, come governanti religiosi, reputavano d’essere gli unici ad avere diritto alla posizione del seno di Abraamo. Ai loro occhi il popolo comune non aveva affatto nessun posto nel quadro. Quei governanti dissero a Gesù in un precedente incontro con lui: “Noi siamo progenie d’Abraamo”, e ancora: “Il padre nostro è Abraamo”, e un’altra volta: “Abbiamo un solo Padre, Dio”. — Giov. 8:33, 39, 41.
10 Da questo è evidente che i Farisei consideravano che Abraamo rappresentasse Dio. In questo avevano ragione. Essi si sbagliavano asserendo d’essere figli d’Abraamo o di Dio. Agli occhi di Dio questa relazione è determinata non dalla discendenza carnale, ma dalla disposizione e dalle opere. Come disse loro Gesù in quella stessa occasione: “Se siete figli di Abraamo, fate le opere di Abraamo”, e Gesù disse pure: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate fare i desideri del padre vostro. Egli fu omicida quando cominciò”. — Giov. 8:39, 44.
11. Perché la fede fu essenziale per accettare Gesù come Messia?
11 Benché ciò spieghi perché Gesù raffigurò che il ricco di un tempo era molto lontano da Abraamo, potremmo chiederci perché Lazzaro, dopo la sua morte, fu raffigurato come portato immediatamente nella posizione del seno di Abraamo. (Luca 16:22) Viene messa in risalto la fede. Gesù venne non come Re, com’era atteso, ma nella “somiglianza della carne peccaminosa”, “portato proprio come una pecora allo scannatoio”. (Rom. 8:3; Isa. 53:7) Ci volle vera fede per accettarlo come Messia. Alcuni, non gli alteri ma gli umili esercitarono effettivamente tale fede. Essi avanzarono con fede, proprio come fece Abraamo quando “andò [fuori del suo proprio paese], benché non sapesse dove andava”. (Ebr. 11:8) Essi divennero discepoli di Gesù e in seguito, alla Pentecoste, quando ricevettero lo spirito santo, divennero cristiani. Di questi, Paolo scrisse: “Poiché tutti quelli che sono condotti dallo spirito di Dio, questi son figli di Dio. . . . Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio”. — Rom. 8:14-16.
12. Come furono ulteriormente benedetti quelli che aderirono alla fede?
12 Paolo disse anche rispetto a questi: “Quelli che aderiscono alla fede, quelli son figli di Abraamo . . . [e] sono benedetti insieme al fedele Abraamo”. In che modo? Ad Abraamo fu fatta la grande promessa che per mezzo del suo seme “tutte le genti della terra saranno benedette”. Quel seme è primariamente Cristo Gesù. Ma nelle ricchezze dell’immeritata benignità di Dio altri hanno il privilegio di partecipare con Cristo a quel seme. Come disse inoltre Paolo: “Infatti, siete tutti figli di Dio per mezzo della vostra fede in Cristo Gesù. . . . Inoltre, se appartenete a Cristo, siete realmente seme di Abraamo, eredi secondo la promessa”. — Gal. 3:7-9, 16, 26-29; Gen. 22:18, Na.
13. (a) Da chi fu formata nel primo caso la classe di “Lazzaro”? (b) Come Giovanni e Gesù agirono quali angeli verso di loro?
13 Riassumendo, dunque, vediamo che i membri della congregazione cristiana, guidati dallo spirito di Dio, sono figli di Dio. Sono anche detti figli di Abraamo a motivo della loro fede simile alla sua e perché, con Cristo Gesù, costituiscono il seme di Abraamo, lo strumento di Dio per adempiere il suo proposito accentrato nel suo regno. Essi formano la classe di “Lazzaro”, a cominciare da quei Giudei che si resero conto del loro bisogno spirituale e che esercitarono fede quando udirono i messaggeri di Dio, Giovanni Battista e Gesù. Infatti, Giovanni e Gesù agirono come angeli, o messaggeri, dando a quei Giudei la prospettiva di ricevere le meravigliose benedizioni collegate alla promessa di Dio fatta con giuramento ad Abraamo e al suo seme. Non c’è dunque da meravigliarsi che Gesù descrivesse Lazzaro come immediatamente “portato dagli angeli nella posizione del seno d’Abraamo”. — Luca 16:22.
14. Quale indicazione fu data che molti non Giudei sarebbero venuti nel favore divino?
14 Sebbene la classe di “Lazzaro”, al principio, fosse limitata ai fedeli Giudei, non continuò ad essere così. A un certo ufficiale gentile dell’esercito che mostrò insolita fede, Gesù disse: “Vi dico che molti verranno da luoghi orientali e occidentali e giaceranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; mentre i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il loro pianto e lo stridor dei loro denti”. (Matt. 8:5-12) Questo indicava che molti non Giudei, fino a quel momento lontani da Dio e in misera condizione, sarebbero venuti da tutte le parti e sarebbero stati condotti nel seno del favore divino. Come disse Paolo: “Ora la Scrittura, vedendo in anticipo che Dio avrebbe dichiarato giuste le persone delle nazioni a motivo della fede, dichiarò in precedenza la buona notizia ad Abraamo, cioè: ‘Per mezzo di te tutte le nazioni saranno benedette’”. (Gal. 3:8) Ma in quanto a quelli che, come naturali figli di Abraamo, pensavano d’essere gli indiscussi eredi di tutte le principali posizioni nel regno di Dio, si sarebbero trovati rigettati e nel tormento.
15. Quale eccellente quadro della Teocrazia fece Gesù in Matteo 8:11?
15 L’inclusione di Isacco e Giacobbe insieme ad Abraamo in questo caso fornisce un eccellente quadro del Regno, la Teocrazia, nella sua completa disposizione. Abraamo, padre di quelli che aderiscono alla fede, raffigura il Padre celeste, Geova, la vera fonte di ogni benedizione per le nazioni. Isacco, figlio d’Abraamo, raffigura il Figlio di Dio, Gesù Cristo. Così quando Abraamo offrì suo figlio Isacco in sacrificio sul monte Moria, o arrivò al punto di farlo, prefigurò come Geova offrì nell’effettivo sacrificio il suo unigenito Figlio. A sua volta, il figlio di Isacco, Giacobbe, raffigura la congregazione cristiana. Come Giacobbe ricevette la vita da Abraamo attraverso Isacco, similmente la congregazione cristiana riceve la vita spirituale da Geova mediante Gesù Cristo. Questa congregazione ebbe inizio con un rimanente di fedeli Giudei, ma circa tre anni e mezzo dopo la Pentecoste la buona notizia del Regno cominciò a essere predicata ai Gentili, a partire da Cornelio. Da allora le persone delle nazioni sono venute da tutte le parti, formando il numero completo. Tutti questi costituiscono la classe di “Lazzaro”.
LA “DECISIONE GIUDIZIARIA” DI DIO, UNA “GRANDE VORAGINE”
16. In che modo le richieste del ricco mostrarono la sua vera intenzione riguardo a Lazzaro, rivelando quale disposizione?
16 Volgendo ora la nostra attenzione all’ultima parte dell’illustrazione di Gesù, collegata alla discussione fra il ricco e Abraamo, troviamo ulteriori espressioni del giudizio di Dio. Notate le due suppliche fatte dal ricco. Prima, egli chiede che Lazzaro sia mandato a rinfrescargli la lingua con una goccia d’acqua a causa del fuoco. Non ottenendo ciò, chiede quindi che Lazzaro sia mandato ad avvertire i suoi cinque fratelli intorno a questo luogo di tormento. (Luca 16:24-28) Tutto pur di far allontanare Lazzaro dal seno di Abraamo, e tenervelo lontano! Perché non chiese che fossero mandati gli angeli a compiere queste missioni di misericordia, vedendo quanto avevano agito speditamente per portare Lazzaro da Abraamo? Ma, no, doveva essere Lazzaro a correre e agire da messaggero. Dalla rappresentazione che Gesù fece del ricco possiamo solo immaginare che, se Lazzaro lo avesse effettivamente visitato e gli avesse messo il dito in bocca per rinfrescargli la lingua con una goccia d’acqua, il ricco avrebbe afferrato il suo dito e l’avrebbe tenuto lì! Sappiamo di sicuro, come disse Gesù, che gli scribi e i Farisei facevano ogni sforzo possibile per “fare un proselito”, e, quando l’avevano fatto, lo rendevano ‘soggetto alla Geenna il doppio di se stessi’. — Matt. 23:15.
17. Come e perché i governanti religiosi cercarono di trarre sollievo dalla classe di “Lazzaro”?
17 Come sarebbe ridicolo pensare che questo avesse luogo letteralmente, ma com’è appropriato ai fatti, giacché conosciamo le classi che Gesù aveva in mente! Pertanto chiediamo: Come cercarono i capi religiosi di trarre sollievo, se solo con una goccia d’acqua, dalla classe di “Lazzaro”? Quegli uomini non sarebbero stati così tormentati se i disprezzati seguaci di Gesù lo avessero solo seguito e fossero stati zitti. Invece, essi furono ammaestrati e mandati, prima i dodici e poi i settanta. Essi, e non i governanti, agivano ora come seme d’Abraamo, portando le benedizioni mandate dal cielo, guarendo i malati e predicando il regno di Dio. (Luca 9:1, 2; 10:1, 9) Venne la Pentecoste, e circa 120 ricevettero dallo spirito santo il potere di parlare in lingue, e prima che il giorno finisse altri 3.000 si aggiunsero al loro numero. E che baldanza! Sia pubblicamente che dinanzi al Sinedrio, l’apostolo Pietro e altri, come Stefano, non esitarono mai a dichiarare la responsabilità e la colpa di quei governanti per lo spargimento di sangue. (Atti 2:23; 3:14, 17; 4:10; 5:30; 7:52) Come naturali discendenti d’Abraamo, la classe del “ricco” gridò figurativamente: “Padre Abraamo, abbi misericordia di me” e fa parlare invece questa classe di “Lazzaro” a nostro favore, anche solo una parola! Come rispose Abraamo?
18. In che modo la risposta di Abraamo raffigurò appropriatamente entrambe le parti del modello del giudizio?
18 Le prime parole di Abraamo dichiararono semplicemente i fatti: “Figlio, ricordati che durante la tua vita tu ricevesti appieno le tue buone cose, ma Lazzaro in modo corrispondente le cose dannose. Ora, comunque, egli ha qui conforto ma tu sei nell’angoscia”. (Luca 16:25) Non furono sprecate parole col ricco. Perché no? Perché Gesù sapeva che egli agiva in qualità di servitore di Dio in un tempo di ispezione. Egli era veramente il seme d’Abraamo e chiunque invocasse il male su tale seme era maledetto da Dio. (Gen. 12:3) Come classe, il “ricco” aveva avuto la sua ora di prosperità, “durante la sua vita”, quando aveva ‘ricevuto appieno le buone cose’ che avrebbe potuto così facilmente dispensare a quelli nel bisogno. Ma quella classe mostrò di non aver mai avuto intenzione di farlo, e ora l’avverso giudizio di Dio era manifesto contro di loro. Il favorevole giudizio di Dio fu ugualmente manifesto sulla classe di “Lazzaro”. Questo fu il modello del giudizio, simile a un disegno tracciando il quale una parte equilibra e compensa l’altra. Una marcata riga dritta è tirata nel mezzo per dare enfasi, ed è qui che c’è la “grande voragine”. Notate le successive parole che Abraamo disse al ricco.
19. Quale fu l’effetto e il significato della “grande voragine”?
19 “E oltre a tutte queste cose, una grande voragine è stata posta fra noi e voi, in modo che quelli che desiderano venire di qua a voi, non possono, né possono passare di là a noi”. (Luca 16:26) Non c’era modo di fraternizzare! La classe di “Lazzaro” non poteva fare compromesso e parlare di pace alla classe del “ricco”. Gesù comprese che questo era un filo essenziale nel modello del giudizio, e che la “decisione giudiziaria [di Dio] è vaste acque dell’abisso”. (Sal. 36:6) Notate che il giudizio fu finale solo come classi. Né l’una né l’altra classe né alcuno che sosteneva le classi, poteva passare dall’altra parte, ma i singoli individui potevano passare dall’altra parte e lo fecero. L’apostolo Paolo fu un notevole esempio di uno che, quando era “una volta nel Giudaismo”, perseguitava accanitamente la classe di “Lazzaro”. (Gal. 1:13-17) Giovanni Battista chiamò i Farisei e i Sadducei “progenie di vipere”, e quindi disse: “Producete dunque frutto degno di pentimento”. Alcuni di loro in seguito fecero questo. — Matt. 3:7, 8; Atti 6:7.
20. Come il ricco fece un’ulteriore supplica, e come ebbe questo applicazione nel giorno di Gesù?
20 Conoscendo l’attitudine mentale della classe del “ricco”, Gesù aggiunse alla sua illustrazione un altro argomento suggerito dal ricco. Cercando di ignorare o di aggirare quella voragine, egli supplicò: “In tal caso ti prego, padre, di mandarlo [Lazzaro] alla casa di mio padre, poiché ho cinque fratelli, affinché dia loro una completa testimonianza, e non vengano essi pure in questo luogo di tormento”. (Luca 16:27, 28) Osservate che, pur rivolgendosi ad Abraamo come padre, egli parla di un padre col quale ha una parentela più stretta, nella cui casa ci sono cinque suoi fratelli. Gesù sapeva della casa religiosa del giudaismo, edificata sull’umana tradizione, a cui appartenevano i governanti religiosi. Fu quella casa a istigare lo spirito di accanita persecuzione, persino d’omicidio. Il suo padre era il Diavolo, che “fu omicida”. (Giov. 8:44) I cinque fratelli (col ricco fanno sei, simbolo dell’organizzazione del Diavolo) rappresentavano tutti gli ammiratori e i sostenitori dei governanti religiosi, e manifestavano lo stesso spirito. I governanti volevano evitare d’essere smascherati non solo ai loro propri occhi, ma anche agli occhi dei loro sostenitori. Se questi, i loro fratelli, dovevano figurativamente morire e finire nello stesso posto, questo non avrebbe fatto altro che accrescere il loro tormento. In effetti, dunque, quei governanti volevano che la classe di “Lazzaro” abbandonasse la posizione di favore divino e desse una “completa testimonianza” non del messaggio di giudizio ma una testimonianza che desse l’impressione che le cose erano tornate ad essere com’erano prima del periodo di ispezione, quando né i governanti né i loro sostenitori erano esposti al tormento.
21. Quale fu il significato della risposta di Abraamo?
21 Si poteva fare ciò? Quale fu la risposta di Abraamo? “Ma Abraamo disse: ‘Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino quelli’”. (Luca 16:29) Nient’altro e niente di meno che la parola di verità di Dio! Solo in base a quell’autorità Gesù parlò al popolo e ai suoi governanti, compreso il messaggio di giudizio da annunciare allora. La classe di “Lazzaro” parlò in maniera simile. Per esempio, il vigoroso, elettrizzante messaggio di Pietro il giorno di Pentecoste si basò interamente su citazioni dalle Scritture Ebraiche, da Mosè (la Legge) e dai Profeti e dai Salmi. Il fatto che tremila risposero immediatamente e furono battezzati provò che le Scritture Ebraiche in se stesse erano un avvertimento e una guida sufficienti per quelli che volevano ascoltare, molti dei quali avevano precedentemente aderito al giudaismo. — Atti 2:41.
22. (a) Quale fu la supplica finale del ricco? (b) Da che cosa fu dettata, e come rispose Gesù alla domanda di un segno?
22 Ma il ricco non aveva finito. Mostrando ora il suo vero carattere e in aperto disaccordo con Abraamo, disse: “No, davvero, padre Abraamo, ma se qualcuno dai morti va da loro si pentiranno”. (Luca 16:30) In altre parole, egli chiese un segno culminante, che qualcuno sorgesse dai morti, come se fosse la sola cosa necessaria. Questo avrebbe evitato il bisogno di predicare dalle Scritture o di smascherare le tradizioni del giudaismo. Più di una volta i Farisei e altri chiesero a Gesù di “mostrar loro un segno dal cielo”. Egli rispose: “Una generazione malvagia e adultera va in cerca di un segno, ma non le sarà dato nessun segno eccetto il segno di Giona”. Giona fu un segno sufficiente per i Niniviti che, disse Gesù, “si pentirono alla predicazione di Giona, ma, ecco, qui vi è più di Giona”. (Matt. 16:1-4; 12:38-41) Gesù predicò con molto maggiore autorità e schiacciante evidenza di quanto avesse mai fatto Giona. Ma il risultato fu come disse Gesù: “Se non vedete segni e meraviglie, non credete affatto”. — Giov. 4:48.
23. In che modo le ultime parole di Abraamo furono appropriate e in armonia coi fatti?
23 In armonia con ciò, Abraamo rispose al ricco: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi nemmeno se qualcuno sorge dai morti”. (Luca 16:31) Queste furono le ultime parole di giudizio contro la classe rappresentata dal ricco e dai suoi fratelli. Se volgono un orecchio sordo al messaggio di Dio contenuto nelle Scritture, volgeranno un occhio cieco al messaggero di Dio, sia esso Gesù o la classe di “Lazzaro”. Come disse loro Gesù: “Voi scrutate le Scritture . . . che rendono testimonianza di me”, e aggiunse che, “se credeste a Mosè credereste a me, poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete agli scritti di lui, come crederete alle mie parole?” — Giov. 5:39, 46, 47.
24. Quale avvertimento e incoraggiamento si può trarre dalle ultime parole dette in questa illustrazione?
24 L’illustrazione di Gesù terminò con una nota di vigoroso giudizio, chiara come quella “grande voragine”. Mostrò la giusta “decisione giudiziaria” di Dio sia favorevole che contraria. Fu contro l’intera casa di quelli che solo avevano “udito con noia”, e che avevano “chiuso i loro occhi; affinché non vedano . . . e non ne afferrino il significato col cuore e non si convertano”. (Matt. 13:15) Ma, grazie a Dio, quelle ultime parole furono interamente favorevoli alla classe di “Lazzaro”. Non ci sarebbe mai stato alcun bisogno né giustificazione di lasciare o abbandonare il posto di favore divino con tutti i suoi confortanti provvedimenti e l’opportunità di far festa alla tavola del banchetto di Geova.
25. Quali domande suscita questo riguardo al nostro proprio giorno?
25 Possiamo tracciare linee parallele ed estendere il modello di giudizio con tutti i suoi notevoli aspetti al nostro proprio giorno? Ha l’illustrazione di Gesù un appropriato messaggio per noi? Possiamo individuare due classi in contrasto e vedere come ha avuto luogo sotto i nostri stessi occhi un grande cambiamento, un capovolgimento di condizioni? E siamo noi, come individui, aiutati così a vedere ciò che dobbiamo fare per trovare vere ricchezze sotto il favorevole giudizio di Dio?
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Il giudizio di Dio rende manifesto chi è veramente riccoLa Torre di Guardia 1967 | 15 settembre
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Il giudizio di Dio rende manifesto chi è veramente ricco
1. Perché oggi il messaggio del Regno è così vigoroso?
NELLA sua profezia concernente il tempo della fine, Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. Questo è paragonabile al messaggio del primo avvento, cioè che il “regno dei cieli si è avvicinato”. Il messaggio odierno è più vigoroso. Parla del regno di Dio effettivamente stabilito, poiché nell’autunno del 1914 E.V. Geova insediò il suo Re, Cristo Gesù, non su un trono terrestre, ma nel celeste monte Sion. — Matt. 24:14; 4:17; Sal. 2:6; Ebr. 12:22.
2. Quale procedura ci aiuterà ad applicare al nostro proprio giorno l’illustrazione di Luca 16:19-31?
2 Il messaggio del Regno al primo avvento segnò l’inizio di un periodo di ispezione e giudizio. Fu il primo filo del modello del giudizio. Come risultato, cominciarono ad aver luogo cambiamenti relativi a due classi, come raffigurava l’illustrazione di Gesù circa il ricco e Lazzaro. Oggi avviene la stessa cosa. I princìpi su cui si basano l’ispezione e il giudizio sono gli stessi, ma si verifica in proporzioni maggiori. Esaminando il contesto dell’illustrazione e altre scritture relative siamo stati in grado di identificare i due principali personaggi al tempo del primo avvento nel suo primo adempimento. La stessa procedura ci aiuterà ad avere un quadro chiaro della presente situazione. Ci aiuterà anche individualmente a vedere da che parte siamo in relazione a quel modello del giudizio e al suo scopo stabilito.
3. Come possiamo identificare la moderna classe del “ricco”?
3 Non dobbiamo guardare lontano per trovare la moderna classe del “ricco”. Il clero religioso e i capi della cristianità hanno una spiccata somiglianza coi capi religiosi giudei del giorno di Gesù. Oggi, come allora, questi uomini sono in una classe a sé, sacrosanta, reputati superiori in quanto a ceto e istruzione, distinti dal loro abito e dai loro numerosi titoli. Essi sono ricchi in quanto a posizioni influenti e preminenti, spesso ben visti dai governanti politici, ed esercitando in alcuni casi vero potere dietro il trono, o dietro il dittatore. Questi uomini sono anche ricchi religiosamente con le loro pretese d’essere esclusivi portavoce di Dio nelle questioni nazionali, anche in problemi sociali e personali. Nelle loro congregazioni sono di solito gli unici ad essere ordinati per predicare e tenere i servizi. In alcune chiese questi uomini affermano di avere il diritto di udire la confessione e concedere l’assoluzione. Certuni asseriscono persino di avere il diritto di canonizzare uno, dichiarandolo santo e giusto. Verissimamente la moderna classe del “ricco” cerca di adornarsi di porpora e lino, rallegrandosi di giorno in giorno con magnificenza. — Luca 16:19.
4. Da quando è divenuta evidente la moderna classe di “Lazzaro”, e in che modo?
4 Non dobbiamo neanche guardare lontano per trovare la classe del “mendicante” dell’illustrazione di Gesù. Rammentate che al primo avvento questa classe di modesti e umili si manifestò non appena il precursore, Giovanni Battista, cominciò a predicare. Anche oggi, dunque, prima dell’istituzione del Regno nel 1914, fu fatta una simile opera di preparazione per sgombrare la via davanti al rappresentante di Geova. (Mal. 3:1) Essendo compiuta in maggiori proporzioni, abbracciò un più lungo periodo di circa quarant’anni. Essa trovò subito quelli che si rendevano conto del loro bisogno spirituale, ma che, come i discepoli di Giovanni, non facevano più affidamento sui capi religiosi ortodossi per il cibo spirituale. Fino a quel momento essi, come Lazzaro che era pieno di ulcere, erano stati messi “alla sua porta [del ricco]” per prendere i pezzetti di cibo che potevano cadere. (Luca 16:20, 21) Comunque, il clero della cristianità, come la loro precedente controparte, ha mostrato scarso interesse per il popolo comune. Hanno preferito le loro tradizioni e credenze agli insegnamenti governati strettamente dalla Bibbia. La loro tavola potrebbe avere l’aspetto di un magnifico banchetto, ma il loro cibo è adulterato.
CORRETTA VEDUTA DEL FATTORE DEL TEMPO
5. Dobbiamo aspettarci un improvviso adempimento di ciò che fu raffigurato dalla morte del ricco e di Lazzaro?
5 Quindi, come diceva l’illustrazione, accadde qualcosa che cambiò tutta la scena. Entrambi gli uomini morirono. Qui interviene l’importante elemento del tempo, contrassegnato nell’adempimento dalla dichiarazione della buona notizia del Regno. Sì, la morte è un avvenimento culminante, ma non vi fate un’errata impressione. I risultanti cambiamenti non avvengono tutti in una volta, influendo su tutti simultaneamente. Non accadde così al primo avvento. Avanti che cominciasse il ministero di Gesù, per sei mesi prima fu compiuta un’opera e fu dichiarato un messaggio che recò conforto ad alcuni e tormento ad altri. Similmente prima del 1914, il messaggio di verità basato sul regno di Dio recò conforto e speranza ad alcuni, saziando le anime degli affamati, ma irritò e tormentò il clero, che non tardò a mostrarlo. (Per i particolari vedere I Testimoni di Geova nel proposito divino [inglese]). Quell’opera e quel messaggio preliminari anticipavano un più grande e più chiaramente definito modello che si doveva formare dopo il 1914. Come il sole del mattino, non dobbiamo attendere che sorga effettivamente perché i suoi penetranti raggi rivelino i netti contorni di ogni cosa. Prima di ciò, in anticipo, la gradita luce dell’alba ci dà un quadro sempre più chiaro del panorama che ci sta davanti.
6. Come siamo ulteriormente guidati a questo riguardo?
6 C’è un’altra cosa. Quando Gesù fece la sua illustrazione, i governanti religiosi reputavano ancora di attenersi al loro superbo modo di vivere e alle loro ambiziose pretese. C’erano anche molti in condizione misera che solo in seguito ebbero il conforto del favore divino. Questo non cambiò il fatto che il periodo di ispezione era cominciato e nulla poteva mutarne i princìpi o fermarne o anche ostacolarne l’operato. Gesù parlò conformemente. Così oggi, quando Cristo Gesù fu intronizzato sul celeste monte Sion allo scadere dei Tempi dei Gentili nel 1914, nulla poteva fermare o ritardare le cose che dovevano aver luogo.
7. Come Paolo identificò il più grande Abraamo, portando a quale eccellente esortazione?
7 Nell’ispirata descrizione di Paolo circa la disposizione teocratica sul “monte Sion . . . [la] Gerusalemme celeste”, dopo aver menzionato le “miriadi di angeli . . . e [la] congregazione [cristiana] dei primogeniti”, egli dice quindi il nome del più importante personaggio, il più grande Abraamo, “Dio giudice di tutti”. (Ebr. 12:22, 23) Sì, egli giudica la classe di “Lazzaro” e la classe del “ricco” e tutti gli altri. La sua “decisione giudiziaria è vaste acque dell’abisso”, una “grande voragine”, giusta e inesorabile rispetto a ogni classe. (Sal. 36:6; Luca 16:26) Comunque, fino all’esecuzione finale del suo giudizio i singoli individui possono subire un cambiamento di cuore e abbandonare una classe per fuggire nell’altra, anche durante questo periodo di ispezione. Non dimenticate, però, che il tempo è limitato. Paolo continua su questo tono, dicendo: “Guardatevi dal rifiutare colui che parla”. Egli prosegue dicendo che l’intero presente sistema di cose, sì, i simbolici cielo e terra, saranno scossi e completamente rimossi. Egli conclude con questa eccellente esortazione: “Per cui, visto che riceveremo un regno che non può esser scosso, continuiamo ad avere immeritata benignità, per mezzo della quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con santo timore e rispetto”. — Ebr. 12:25-28.
8. Quali finali parole aggiunse Paolo, e quale distinzione si deve notare?
8 Paolo aggiunge vigorose, finali parole: “Poiché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. Notate la distinzione. Nella sua illustrazione, Gesù parlò dell’ardente condizione in cui gli uomini si trovano mentre sono ancora sulla terra, che tormenta ma non uccide. Paolo, comunque, si riferiva alla finale esecuzione del giudizio che consuma e distrugge tutta la vita nel “lago di fuoco . . . la seconda morte”. — Ebr. 12:29; Riv. 20:14.
9. In che modo la profezia di Rivelazione 11:7-12 getta ulteriore luce sul fattore del tempo?
9 Guardando i fatti, troviamo ulteriore evidenza del bisogno di considerare dovutamente il fattore del tempo. Sebbene il 1914 segnasse la nascita del Regno, solo nel 1919 la classe di “Lazzaro” sentì pienamente l’effetto della sua mutata condizione. (Riv. 12:5) Che cosa accadde? Durante la prima guerra mondiale al clero della cristianità fu da Dio permesso di opprimere i dedicati servitori di Geova della classe di “Lazzaro” e metterli in un’angusta condizione d’inattività. Come classe, sembrò che fossero finiti e, simbolicamente, i loro cadaveri senza vita furono esposti “sull’ampia via della grande città”, Babilonia la Grande. I loro nemici ‘si rallegrarono di loro’. Quindi, sotto la direttiva del decreto di Dio, ebbe luogo un improvviso capovolgimento. Lo “spirito di vita da Dio” li rese nuovamente attivi, ed essi “udirono un’alta voce dal cielo dir loro: ‘Salite quassù’ . . . e i loro nemici li videro”. Questo è esattamente ciò che accadde nel 1919 ai testimoni di Geova che furono ristabiliti nel suo favore ed esaltato servizio nell’interesse del suo regno agli occhi di tutti, compresi i loro nemici della classe del “ricco”. — Riv. 11:7-12.
10. Dal 1919, come sono divenute più evidenti le mutate condizioni di entrambe le classi?
10 Da allora le mutate condizioni predette sono divenute sempre più evidenti. I veri servitori di Geova, che avevano precedentemente pianto ed erano stati affamati, potevano ora ‘gridare di gioia a causa della buona condizione del cuore’, essendo nutriti con le verità del Regno e arricchiti con il servizio del Regno. In contrasto, guai a quei professi servitori di Dio che ‘si dichiarano giusti dinanzi agli uomini’ e vogliono che ‘tutti gli uomini parlino bene di loro’. Questi hanno ora motivo di ‘emettere grida a causa del travaglio del cuore’ mentre vedono la classe di “Lazzaro” godere di grande prosperità ed essere resa veramente ricca, “[benedetta] con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti unitamente a Cristo”, il regnante Re, e a Geova, il più grande Abraamo. Ma la moderna classe del “ricco” è praticamente morta e sepolta per quanto riguarda l’avere alcuna evidenza di favore divino. Essa rigetta il messaggio del Regno proclamato dalla classe di “Lazzaro”. Invece, incoraggia sostituti politici umani come la Lega delle Nazioni e le Nazioni Unite. Notate ora le presenti suppliche della classe del “ricco”, come indica l’illustrazione di Gesù. — Isa. 65:14; Luca 6:26; 16:15; Efes. 1:3.
LE SUPPLICHE DELLA MODERNA CLASSE DEL “RICCO”
11. Come vediamo adempiuta nel nostro tempo la supplica del ricco in Luca 16:24?
11 A grandi linee, gli argomenti dei moderni capi religiosi sono simili a quelli degli scribi e dei Farisei. In entrambi i casi le azioni sono più eloquenti delle parole. È fatto ogni sforzo per minimizzare o combattere la vigorosa opera e il messaggio della classe di “Lazzaro”, tentando anche di far mettere al bando l’opera dov’è possibile. ‘O se solo Lazzaro fosse mandato a rinfrescarmi la lingua con una goccia d’acqua in questo fuoco ardente!’ O se solo si potesse avere una lusinghiera parola di favore dai testimoni di Geova e, incidentalmente, si potesse far loro abbandonare la posizione di favore divino! Qualunque cosa pur di farli allontanare dal seno di Abraamo! — Luca 16:24.
12. Qual è stato il risultato della supplica della classe del “ricco”, come indica la risposta di Abraamo?
12 Ricorderete che rispondendo alla supplica del ricco, Abraamo ripeté semplicemente i fatti, sottintendendo che nulla poteva cambiarli. Così avviene oggi. Il risultato è che gli sforzi per indurre i testimoni di Geova ad attenuare il loro messaggio o a cambiare il loro atteggiamento sono vani come lo furono per la primitiva congregazione cristiana. Geova dà oggi alla classe di “Lazzaro” le stesse istruzioni che diede al suo servitore Geremia: “A tutti quelli ai quali ti manderò, dovresti andare; e tutto ciò che ti comanderò, dovresti pronunciare. . . . Per certo combatteranno contro di te, ma non prevarranno contro di te, poiché ‘io sono con te’, è l’espressione di Geova, ‘per liberarti’”. — Ger. 1:7, 19.
13. In che modo Gesù additò una più ampia applicazione menzionando la grande voragine?
13 Ricorderete inoltre che nell’illustrazione Abraamo rivolse quindi l’attenzione alla “grande voragine”. Ma avevate notato che non limitò la sua osservazione solo al ricco e a Lazzaro, dicendo che né l’uno né l’altro poteva andare dall’altra parte a motivo della voragine? Egli parla di molte persone che sono da entrambe le parti, dicendo: “Una grande voragine è stata posta fra noi e voi, in modo che quelli che desiderano venire di qua a voi non possono, né possono passare di là a noi”. — Luca 16:26.
14. Quali altre classi si vedono nel moderno adempimento oltre a quelle raffigurate dal ricco e da Lazzaro?
14 In questo modo Gesù permise una più ampia applicazione della sua illustrazione. Questo avviene particolarmente nell’adempimento moderno. Sappiamo che il ricco aveva cinque fratelli che, implicitamente, erano destinati allo stesso luogo di tormento. Le sole creature che Gesù menzionò dalla parte di Lazzaro erano quelle che si presero il disturbo di metterlo, come un mendicante bisognoso, alla porta del ricco, e i cani che gli leccavano premurosamente le ulcere. Ecco la chiave. Essi fecero qualcosa per Lazzaro che era nel bisogno. Il ricco non fece nulla. In un’altra illustrazione, Gesù parla di quelli che fanno del bene ai suoi fratelli spirituali (la classe di “Lazzaro”), anche al minimo di loro, quando li vedono nel bisogno. Questi che sono lieti di rendere un servizio ai fratelli di Cristo possono essere nullità, o solo cani, agli occhi della classe del “ricco”, ma Gesù dice che ai suoi occhi sono pecore (cioè le sue “altre pecore”, oltre al suo “piccolo gregge” di coeredi). (Giov. 10:16; Luca 12:32) D’altra parte, quelli che rifiutano o mancano di prestare qualsiasi aiuto, Gesù li paragona a capri che subiranno il finale giudizio, il consumante “fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli”. In quanto a quelli simili a pecore, sono invitati a ‘ereditare il regno preparato per voi’. Anche ora, come si vede nella visione data a Giovanni, essi servono Dio “giorno e notte nel suo tempio”, in stretta associazione con la classe del “tempio” o classe di “Lazzaro”, godendo quindi di una posizione terrestre di favore divino. Questi associati sono pure resi veramente ricchi, “perché l’Agnello . . . li guiderà alle fonti delle acque della vita”. — Matt. 25:31-46; Riv. 7:15-17.
RESPINTA L’ULTERIORE SUPPLICA
15. Qual è ora la situazione riguardo alla supplica che Lazzaro visiti la casa del padre del ricco?
15 Sopportare tormentoso disonore e vergogna è già abbastanza doloroso. È molto peggio se quelli che conoscete bene, la vostra stessa casa, sono coinvolti e sono tutti similmente censurati in pubblico. Come per il clero giudaico del giorno di Gesù, così ora il clero e i capi della cristianità si trovano in una posizione simile. Essi vorrebbero indurre la classe di “Lazzaro” ad allontanarsi dalla sua posizione di rendere esclusiva adorazione al più grande Abraamo. Non si potrebbero mandare in missione e, con le parole dell’illustrazione, a visitare la casa dei cinque fratelli del ricco e trattenervisi abbastanza a lungo da dar loro una “completa testimonianza”? (Luca 16:27, 28) In altre parole, stabilire amichevoli rapporti con i sostenitori della cristianità e dare loro testimonianza, sì, ma il genere di testimonianza che risparmierebbe loro il tormento. Se ciò accadesse, possiamo stare sicuri che sarebbero benvenuti e sarebbero trattenuti e resi parte della casa del padre del ricco, il padre della cristianità, “l’iddio di questo sistema di cose”, Satana il Diavolo!
16. In che modo la risposta di Abraamo ha ora un più grande adempimento?
16 Si potrebbe far ciò? Ricorderete la risposta di Abraamo: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino quelli”. (Luca 16:29) Oggi a queste Scritture Ebraiche sono state aggiunte le Scritture Greche Cristiane. La classe di “Lazzaro” e i suoi associati, cioè tutti i testimoni di Geova, usano ora l’intera Bibbia, parlando, fra le altre cose, della ragione del giudizio di Dio su Babilonia la Grande, della sua colpa per lo spargimento di sangue, della sua amicizia con il mondo, delle sue false dottrine, della sua vergognosa lussuria, della sua veniente distruzione. — Riv. 17:5, 6; 18:2, 3, 21.
17. (a) Che effetto ha la “completa testimonianza” sulla classe del “ricco”? (b) Quale segno chiede, e perché?
17 Questa ampia, “completa testimonianza” non è del genere che piace ai capi della cristianità o ai suoi sostenitori. Quando il ricco rispose: “No, davvero, padre Abraamo”, in realtà diceva “no” a Mosè e ai Profeti. Come avviene questo oggi! I testimoni di Geova come tali non sono detestati o temuti dai capi religiosi. È il loro messaggio dalla Bibbia che, come una spada, è “[potente] mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate”. (2 Cor. 10:4; Efes. 6:17) Tutto fuorché quello! Qual è dunque l’alternativa? Un segno! Un segno così schiacciante che non ci sia bisogno né della ragione né della fede. “Se qualcuno dai morti va da loro si pentiranno”, supplicò il ricco. (Luca 16:30) La classe del “ricco” riconosce il bisogno di pentimento da parte dei suoi sostenitori, ma vuole che ciò avvenga con un metodo rapido. Vogliono un metodo che renda superfluo il bisogno di continuare a versare “le sette coppe dell’ira di Dio sulla terra”, o di continuare a fare riferimento a Mosé e ai Profeti e al resto delle Scritture, dicendo: “È scritto”. — Riv. 16:1; Matt. 4:4, 7, 10.
18. In che modo le ultime parole di Abraamo sono appropriate nell’odierna situazione?
18 Non si può cambiare il modello del giudizio né sottrarsi ad esso. “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi nemmeno se qualcuno sorge dai morti”. (Luca 16:31) Quelle furono le ultime parole d’Abraamo. Avvenne così al clero religioso e ai suoi sostenitori. Oggi avviene la stessa cosa. Come nei primi giorni, così ora, né i capi religiosi né i loro sostenitori possono mai dire di non avere avuto l’opportunità di ascoltare le Scritture o il loro messaggio. Non sono costretti ad ascoltare o a persuadersi. Possono indurire i loro cuori e chiudere gli occhi. Possono opporsi e perseguitare, ma non possono far tacere i testimoni che hanno la protezione del più grande Abraamo. Nei giorni degli apostoli sorse la “persecuzione contro la congregazione che era in Gerusalemme . . . [ma] quelli che erano stati dispersi andarono per il paese dichiarando la buona notizia della parola”. (Atti 8:1, 4) Oggi i Testimoni possono essere clandestini, ma predicano ancora.
19. Quale maggiore responsabilità grava ora su tutti i religionisti?
19 La responsabilità dei religionisti, infatti, è grandemente accresciuta perché “qualcuno dai morti” è stato destato. Come disse Pietro: “Questi [Cristo Gesù] Dio destò il terzo giorno . . . Ed egli ci ordinò di predicare al popolo e di dare una completa testimonianza secondo cui questi è Colui che Dio ha decretato esser giudice dei vivi e dei morti”. (Atti 10:40, 42) Sì, allora fu data una completa testimonianza, ma ancora di più oggi da quando Colui che è stato destato è divenuto Re e Giudice nel regno di Dio. Per di più, la classe di “Lazzaro” stessa fu figurativamente destata dai morti nel 1919, com’è già stato notato, in maniera simile alla liberazione di Giona dal ventre del grande pesce. Ma tutto questo non ha nessuna importanza per la casa del ricco e dei suoi fratelli.
IMPARIAMO COME DIVENIRE VERAMENTE RICCHI
20. Nel riferimento di Giacomo ai ricchi, quali strette somiglianze si notano in paragone con l’illustrazione di Gesù?
20 Lo scrittore biblico Giacomo riassunse molto appropriatamente il tema della nostra considerazione. Sotto ispirazione egli scrisse: “Venite, ora, ricchi, piangete, urlando per le miserie [tormento] che verranno su di voi. Le vostre ricchezze son marcite e i vostri mantelli [di lino e di porpora] son rosi dalle tarme. . . . Avete accumulato [non nel futuro eterno tormento dopo la morte, ma] negli ultimi giorni qualche cosa come il fuoco”. Quindi, riferendosi direttamente al modello del giudizio, egli continuò: “Ecco, il giudice sta dinanzi alle porte. Fratelli, prendete a modello di sofferenza del male e di esercizio della pazienza i profeti, che parlarono nel nome di Geova. . . . Voi avete udito della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che Geova diede, che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. — Giac. 5:1-3, 9-11.
21. Come si può paragonare il dramma di Giobbe a quello di Lazzaro?
21 Quest’ultima parte fornisce il lato buono del modello. Per un bel po’ di tempo Giobbe, come Lazzaro, fu privato di tutto e obbligato a grattarsi il pus dalle vesciche, come i cani che leccavano le ulcere di Lazzaro. (Giob. 2:8) Anche Giobbe fu alla mercé dei suoi supposti benefattori, i suoi tre amici religiosi, dai quali ricevette tanto sollievo e aiuto quanto ne ricevette Lazzaro dalle briciole che cadevano dalla tavola del ricco. Venne poi l’ispezione e il giudizio da Geova che mise ognuno al suo giusto posto. Rese manifesto chi era veramente ricco. Riacquistata la salute e apertamente additato come avente il favore di Dio, Giobbe fu benedetto col doppio di ciò che aveva prima. Per di più, ebbe una nuova famiglia con dieci bei figli, come la “grande folla” delle “altre pecore” che sono radunate presso la classe di “Lazzaro” per divenire “un solo gregge, [sotto] un solo pastore”. — Giob. 42:10-17; Riv. 7:9; Giov. 10:16.
22. Per divenire veramente ricchi, che cosa dobbiamo fare e che cosa dobbiamo evitare?
22 Come individui, possiamo imparare a divenire veramente ricchi, anche se ciò significa cambiare il nostro modello di vita. Possiamo ‘cercare Geova . . . mentre si può trovare’. Possiamo evitare gli errori dell’‘uomo malvagio e dannoso’. Il ricco dell’illustrazione di Gesù non imparò mai niente. Egli fu altero ed egocentrico sino alla fine, persistendo nel considerare Lazzaro solo un mendicante da chiamare a fare la sua volontà. Ma Abraamo controbatté le sue suppliche sostenendo una cosa sola: “Mosè e i Profeti”, le Sacre Scritture. Il modello di Dio è reso molto chiaro in esse, mostrandovi come ‘tornare a Geova, che avrà misericordia . . . poiché egli perdonerà in larga misura’. — Isa. 55:6, 7.
23. In che modo il messaggio di Gesù ai Laodicesi ci aiuta a questo riguardo?
23 Anche Gesù nel suo messaggio alla “congregazione che è in Laodicea” mostrò come potete imparare per contrasto ad apprezzare le vere ricchezze. Benché rivolti primariamente alla classe di “Lazzaro, si applicano gli stessi princìpi a tutto il popolo di Dio. Quella congregazione era divenuta tiepida a causa della sua mancanza di distinguere fra vere e false ricchezze, e si vantò: “Io son ricco e ho guadagnato ricchezze e non ho bisogno di nulla”. Erano presuntuosi e ipocriti. Ma giudicando in base ai veri valori spirituali, come disse Gesù, era ‘miserabile, infelice, povera, cieca e nuda’, in pericolo d’essere rigettata, vomitata dalla sua bocca. Notate il rimedio di Gesù: “Ti consiglio di comprare da me oro raffinato dal fuoco affinché tu divenga [veramente] ricco, e abiti bianchi affinché tu sia vestito e affinché la vergogna della tua nudità non sia manifesta, e del collirio per ungere i tuoi occhi affinché tu veda”. — Riv. 3:14-18.
24. Le parole di Gesù: ‘Compra da me’, quali esigenze comportano?
24 Ah, sì! ‘Compra da me’, disse Gesù, e paga il mio prezzo. Non è irragionevole. Egli vi invita a dare voi stessi nella devozione e dedicazione a Geova, secondo il modello che egli stabilì. Sottoponendovi al suo addestramento e alla sua disciplina produrrete la ‘provata qualità della fede, di valore assai più grande dell’oro provato dal fuoco’. “Cercate la giustizia”, non facendo sfoggio dei vostri “porpora e lino” ma con abiti ‘resi bianchi nel sangue dell’Agnello’, confidando nel merito del suo sacrificio. “Cercate la mansuetudine”, essendo ammaestrabili, usando continuamente il collirio, facendo un vero sforzo per tenere gli occhi aperti alle verità contenute nella Parola di Dio. — 1 Piet. 1:7; Riv. 7:14; Sof. 2:3.
25. Quale eccellente incoraggiamento diede quindi Gesù?
25 A chiunque seguiva questa condotta, Gesù fece una promessa molto invitante: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se uno ode la mia voce e apre la porta, entrerò nella sua casa e prenderò il pasto serale con lui ed egli con me”. (Riv. 3:20) Se volete, potete rispondere a quel personale invito e divenire veramente ricchi, godendo dell’intima posizione di favore e accettazione da parte sua nel ‘solo gregge sotto il solo pastore’.
26. Quale azione è ora urgentemente richiesta, basata su quale qualità?
26 Se vi accorgete d’essere stati intrappolati in Babilonia la Grande, rispondete dunque prontamente a quell’invito e divenite parte del popolo di Geova dedicandovi a lui. Ai Babilonesi non è detto di fuggire, ma Geova dice: “Uscite da essa, o popolo mio”. (Riv. 18:4) È questione di fede, fede vivente sostenuta da una condotta in armonia con la Parola di verità di Dio. Non c’è scusa per l’ignoranza. La linea di demarcazione simile a voragine è chiaramente tracciata. Gesù disse: “Questa è la base per il giudizio, che la luce è venuta nel mondo”. Gesù stesso, con la sua vita e il suo insegnamento, impersonò e illustrò quella “vera luce che illumina”. In genere, gli uomini hanno rifiutato di venire alla luce, preferendo praticare le vili cose che appartengono alle tenebre. Essi rifiutano di esercitare fede e, disse Gesù: “Chi non esercita fede è già stato giudicato”. Preferiscono stare in una condizione di condanna in Babilonia la Grande. È la loro propria scelta. — Giov. 1:9; 3:18-20.
27. Seguendo quale condotta e ottenendo quale posizione possiamo godere di piacevoli contrasti sia ora che in futuro?
27 In contrasto, perché non venire alla luce e imparare ad ubbidire ad essa, così che le vostre “opere siano rese manifeste, poiché sono state compiute in armonia con Dio”? (Giov. 3:21) Così, anziché dover gustare l’amaro contrasto fra la vita e la distruzione quando quella gran città sarà distrutta, o ad Armaghedon, potete venire ora nell’amorevole favore e protezione dell’Iddio di Abraamo, Geova. Da quella posizione di vantaggio potete cominciare ora a provare i felici contrasti che rendono la vita così infinitamente interessante e meritevole, con la meravigliosa prospettiva della vita eterna nel nuovo sistema di cose di Dio con la sua ulteriore promessa di dilettevoli contrasti, poiché il suo Creatore dice: “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. — Riv. 21:5.
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Geova è la mia forza e il mio canticoLa Torre di Guardia 1967 | 15 settembre
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Geova è la mia forza e il mio cantico
Narrato da George S. Douras
QUEST’ANNO, per immeritata benignità di Dio, compio quarantacinque anni di dedicazione e servizio al vivente e vero Dio, Geova. Durante tutto questo lungo periodo di tempo, in circostanze favorevoli e sfavorevoli, Geova è stato la mia forza e il mio cantico, il mio sostegno e la ragione della gioia del mio cuore.
Ho sempre voluto lodare il mio Creatore, anche quando ero un giovane studente di legge venticinquenne ad Atene, in Grecia, nel 1920. Ero principalmente un letterato, un poeta, e com’ero felice di lodare Dio, il Creatore, coi miei cantici! Comunque, a quel tempo non sapevo realmente come lodare Dio in completa armonia con le parole di Isaia 42:10: “Cantate a Geova un nuovo canto, la sua lode dall’estremità della terra”.
UNA DOMANDA SPINGE A CERCARE LA CONOSCENZA
Un giorno accadde qualcosa che mi fece pensare a Dio. Un amico che era solito leggere le mie poesie mi chiese all’improvviso: “Ebbene, credi in Dio? Allora insegna anche a me a credere”. Dopo aver pensato un po’ a quella domanda, risposi: “Dubito di conoscere Dio. Oltre ciò che scrivo nelle mie poesie per lodarlo, posso difficilmente dire di conoscere Dio”. E veramente non avevo accurata conoscenza di Dio.
Che pietra miliare fu per me quella domanda! Mi fece capire che dovevo conoscere Dio, la sua volontà e il suo proposito per l’uomo. Non passò dunque molto tempo prima che mi dedicassi a cercare accurata conoscenza. Qualcuno mi diede un racconto evangelico della vita di Gesù Cristo, e questo mi aiutò a cominciare la mia ricerca della conoscenza.
Devo ammettere che, mentre esaminavo le religioni della cristianità, le dottrine come l’eterno tormento e la trinità e altre non mi soddisfacevano affatto. Cominciai a chiedermi se queste dottrine non potessero essere realmente di origine umana. Ma come potevo essere sicuro? Avevo bisogno di aiuto per capire la Bibbia. Verso quell’epoca ricevetti un trattato biblico. Era Il Mensile degli Studenti Biblici. Pubblicato dalla Società Torre di Guardia, era intitolato “La caduta di Babilonia”. Mostrava che la falsa religione doveva presto cadere in oblio. Nell’ultima pagina c’era una vignetta che rappresentava un muro che crollava, con le pietre che, ad una ad una, erano gettate giù e sulle quali era scritto: “Teoria dell’eterno tormento”, “Dottrina della trinità”, “Non c’è male, né
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