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  • Mio figlio è scomparso!
    Svegliatevi! 1984 | 8 ottobre
    • Mio figlio è scomparso!

      “Trovai il biglietto la mattina — era il 31 marzo 1981 — quando andai a svegliarlo perché si preparasse per andare a scuola”, rammenta Annette. “Diceva: ‘Me ne vado perché non voglio più stare qui. Così non dovrò più ascoltare nessuno’”. “Non me lo dimenticherò mai”, aggiunse Annette, “neppure tra 25 anni”.

      Per questa casalinga 27enne del Massachusetts stava per cominciare l’incubo della scomparsa di un figlio. “Sapevo che era la sua calligrafia”, disse. “Solo che avevo la sensazione che Taj si stesse nascondendo da qualche parte, che qualcuno lo aiutasse. Qualcuno doveva essere al corrente del suo problema e voleva aiutarlo”. Telefonò a parenti e amici del quartiere, ma non riuscì a sapere nulla circa il luogo dove si trovava Taj, il suo bambino di 9 anni.

      La polizia e altre organizzazioni iniziarono subito le ricerche e lei cadde in uno stato di shock. Sentimenti di disperazione si alternavano a sentimenti di frustrazione e di tristezza, e questo continua ancor oggi. “Non si finisce mai di soffrire”, dice Annette. “Non è come la morte che puoi accettare per quello che è e sperare in qualcosa di migliore. Non riesco a inquadrare tutta la faccenda perché non so con che cosa ho a che fare. È molto, molto scoraggiante”.

      Quasi altrettanto scoraggiante per Annette è il fatto che non può dire al figlio scomparso che la situazione che lo costrinse a scappare — un patrigno che all’improvviso aveva cominciato a maltrattarlo e gli aveva proibito di parlare alla madre, e la paura che aveva d’essere ucciso — è completamente cambiata. “Mentre la maggioranza dei ragazzi che scappano di casa per la disperazione, tornandovi, troverebbero le cose identiche”, spiega Annette, “per Taj la situazione sarebbe diversa perché le cose sono veramente cambiate. Se tornasse a casa non troverebbe l’ambiente di prima e non dovrebbe più avere quella paura del patrigno”.

      Sebbene siano passati tre anni da che Taj è scomparso, Annette continua a cercare il figlio. “Non faccio che guardare i ragazzini biondi”, dice, “sempre. Ovunque mi trovi — all’aeroporto, in altre città, nella mia città — li guardo e mi chiedo se, qualora uno si giri, non sia Taj. Non smetto mai di cercare”.

      Annette non è l’unica a trovarsi in questa situazione. Ogni anno viene denunciata la scomparsa di letteralmente decine di migliaia di bambini i quali non vengono più ritrovati. Alcuni, come Taj, fuggono per sottrarsi a una situazione pericolosa o sgradevole in famiglia. Altri vengono rapiti o semplicemente scompaiono. Che ne è di questi bambini? Perché scompaiono?

  • Perché bambini scompaiono
    Svegliatevi! 1984 | 8 ottobre
    • Perché bambini scompaiono

      NELLA vita di ogni madre c’è stata probabilmente un’occasione in cui sembrava che suo figlio fosse scomparso. Forse il bambino tarda a tornare da scuola, dal gioco o dal negozio all’angolo. Man mano che i minuti passano, la madre si preoccupa sempre più per l’incolumità del suo bambino e può anche cominciare a cercarlo. Di solito il bambino, che è stato in giro, entra in casa — sano e salvo — e ora forse dovrà affrontare la disciplina per mano della madre esausta.

      C’è tuttavia un crescente numero di bambini che non fanno ritorno a casa, che svaniscono semplicemente nel nulla. Quanti? Nessuno lo sa con certezza. “Non abbiamo dati del genere, purtroppo”, dice Leo Goldstone, consulente in materia di statistica presso l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia). “Non li raccogliamo a livello internazionale”. Dato che nella maggioranza dei casi il problema viene affrontato solo localmente, non esistono neppure precise statistiche nazionali. La senatrice americana Paula Hawkins dichiara: “Nessuno sa neppure quanti bambini scompaiono ogni anno”. E aggiunge: “Ma sappiamo che si tratta di un problema che non possiamo più ignorare”.

      Ci sono però delle stime. “Il Dipartimento americano della Sanità e dei Servizi Umani calcola che ogni anno scompaiono da casa 1 milione e 800 mila bambini”, scrive il New York Times. “La maggioranza torna quasi immediatamente. Molti sono rapiti da un genitore. Centinaia sono vittime di delinquenti. Ma ce ne sono ancora 50.000 ogni anno di cui non si riesce a sapere nulla”. Il giornale afferma pure che sono un migliaio le salme di giovani che “in questa nazione ogni anno nessuno si presenta a reclamare”.

      La maggioranza scappa di casa

      La stragrande maggioranza dei bambini che scompaiono sono quelli che scappano di casa. Solo in Italia pare siano oltre 50.000 all’anno i ragazzi che scappano di casa. Negli Stati Uniti si calcola che la cifra annuale sia di 1.300.000. “Ma questi sono episodi”, dice Charles Sutherland, direttore di Search che pubblica un rapporto su coloro che fuggono di casa o scompaiono negli USA, “e non persone effettivamente scomparse. La cifra include anche coloro che hanno il vizio cronico di scappare di casa”.

      Fino al 90 per cento dei ragazzi che scappano di casa entro due settimane ritornano. Perché fuggono? Di solito a causa di una situazione traumatica o infelice a casa o a scuola. L’adolescenza è un periodo pieno di problemi emotivi che, anche se di lieve natura, sono molto importanti per chi ce li ha. Un disaccordo con un genitore, il timore d’essere schernito dai coetanei, voti bassi o difficoltà a scuola possono facilmente indurre un giovane a fuggire da casa.

      Altre ragioni sono la separazione, il divorzio e un nuovo matrimonio dei genitori, oltre al timore di conseguenze dovute a guai minori con la giustizia. Problemi di natura più seria — un genitore alcolizzato, maltrattamenti di natura fisica o sessuale — sono altre cause per cui avvengono episodi del genere. Queste situazioni sono in genere più frequenti nei periodi in cui la famiglia versa in difficoltà economiche.

      Figli respinti

      Ogni anno centinaia di migliaia di fanciulli negli Stati Uniti finiscono nel gruppo dei “cosiddetti senzatetto”. Nella maggioranza dei casi si tratta di figli che sono abbandonati o spinti fuori di casa, o maltrattati e fatti sentire così indesiderati che l’unica alternativa, pensano, è quella di andarsene. Non esistono documentazioni ufficiali di questi casi, perché i genitori che abbandonano i figli o li respingono di rado ne denunciano la scomparsa.

      Spesso, quando le autorità telefonano in merito a questi ragazzi, i genitori dicono: ‘Teneteveli. Non li vogliamo’. Le ragioni sono molteplici: egoismo, il desiderio di liberarsi della responsabilità di badare a un bambino o a un figlio drogato e incorreggibile col quale i genitori non sanno più cosa fare. Che ne è di questi ragazzi? Il New York Times afferma: “Molti adolescenti senza casa vivono per la strada, dandosi alla prostituzione o spacciando droga per sopravvivere”. E aggiunge: “E per alcuni di questi ragazzi senza una casa, la differenza fra la casa e la strada non è grande”.

      I figli abbandonati sono una cosa anche più comune nelle nazioni povere, dove i genitori non possono neppure permettersi di sfamarli e prendersi cura di loro. A volte cercano di vendere il bambino affinché sia lui che la famiglia possano sopravvivere. In India genitori disperati abbandonano spesso un bambino alla stazione ferroviaria. Si afferma che per le strade di Bogotá, in Colombia, vaghino 5.000 bambini abbandonati, i quali vivono di espedienti, rubano o cadono nelle mani di sfruttatori.

      Rapiti, anche dai genitori!

      Migliaia di altri bambini “scompaiono” perché sono rapiti da uno dei genitori. Di solito questi rapimenti avvengono quando i genitori sono separati o divorziati; e il figlio è rapito dal genitore al quale il tribunale non ne ha affidato la custodia. Questi bambini “scompaiono” nel senso che il genitore al quale ne è stata affidata la custodia non sa dove vengono tenuti. A volte questi ragazzi vengono portati all’estero. In molti casi viene detto loro che l’altro genitore è morto o non li vuole più. Molti finiscono per essere oggetto di maltrattamenti fisici e alcuni vengono addirittura uccisi.

      Ci sono poi i fanciulli che scompaiono inspiegabilmente e quelli che sono rapiti da sconosciuti. Questi casi finiscono spesso sulle pagine dei giornali. In alcuni paesi fanciulli sono rapiti per essere addestrati e sfruttati nel mondo della prostituzione e del furto, o resi deliberatamente deformi per farne dei mendicanti che suscitino pietà. Un caso documentato è quello di Tulasa che a 13 anni fu “portata via dal nativo Nepal e venduta nel brulicante mondo della prostituzione di Bombay”. Come riferiva India Today, in appena otto mesi fu “venduta” a tre diversi bordelli e costretta a soddisfare le “richieste pervertite di ben 2.000 uomini”. Solo quando fu così malata da essere ricoverata in un ospedale, “con tanti mali quanti erano i suoi anni”, poté infine liberarsi da coloro che la tenevano prigioniera e raccontare tutta la sua storia. Ne risultò l’arresto di 28 persone coinvolte nell’illecito traffico.

      Qualunque sia la ragione della scomparsa di un bambino, è una situazione veramente atroce per i genitori che desiderano e amano i loro figli. I genitori possono fare qualcosa per impedire che questo succeda?

  • Cosa possono fare i genitori?
    Svegliatevi! 1984 | 8 ottobre
    • Cosa possono fare i genitori?

      “DOPO aver visto alla televisione quel documentario sui bambini rapiti”, disse un pensionato della Florida, “mi chiesi se i bambini sapevano veramente cosa fare nel caso che uno sconosciuto avesse cercato di adescarli. Così ad alcuni bambini di otto anni che conoscevo feci questa domanda: “Cosa faresti se uno sconosciuto fosse gentile con te, ti offrisse delle caramelle e dopo un po’ ti chiedesse di andare con lui, dicendo che vuole mostrarti qualcosa?” L’uomo proseguì: “Sapete cosa hanno detto? Hanno risposto tutti: ‘Non lo so’”.

      “Ma questi erano ‘ragazzi di campagna’”, disse, “e dato che quel fine settimana dovevo recarmi in una città vicina e avrei incontrato parecchie famiglie, decisi di appurare cosa avrebbero risposto i ragazzi che erano più abituati a vivere in quartieri violenti”. Le loro risposte lo sbalordirono. Tutti i bambini di sei anni e meno, alla sua domanda: “Andresti con lui?” risposero con un deciso: “Sì!” Quelli che avevano sette anni o più dissero in genere di no. Ma l’uomo osservò: “Non avevano veramente un’idea chiara del perché non dovevano andarci o di cosa avrebbero dovuto fare”.

      I ragazzi non sono gli unici a non essere informati. Neppure molti genitori sanno cosa fare, né per proteggere i loro figli né per ritrovarli quando scompaiono.

      A parte il bambino che occasionalmente si smarrisce, i fanciulli scompaiono per due ragioni fondamentali: o se ne vanno spontaneamente, come nel caso di quelli che scappano da casa, o sono rapiti da qualcuno. Dato che ai bambini mancano il maturo giudizio e l’esperienza, spetta ai genitori prendere le precauzioni necessarie per l’incolumità dei loro figli.

      I pericoli esistono

      I genitori devono rendersi conto che i pericoli esistono. Là fuori c’è gente che ha messo gli occhi su vostro figlio, ma non ha a cuore i suoi migliori interessi. “Il loro motivo è di solito l’appagamento sessuale”, dice Alice Byrne, un’investigatrice che risiede a New York e ha seguito le tracce di fanciulli scomparsi fino nel Kenya. “Di rado lo scopo è quello di amare e allevare il bambino”.

      Il sergente Lloyd Martin del dipartimento di polizia di Los Angeles (lavora presso la sezione che si occupa dello sfruttamento sessuale dell’infanzia) è d’accordo. “Non conosco nessuno che tolga dalla strada ragazzi scappati da casa senza ottenerne qualcosa in cambio”, dice, “e di solito si tratta di sesso”. Spesso ottengono quello che vogliono dal ragazzo, il quale non protesta perché gli danno quello che lui pensa gli manchi: amore, attenzioni, affetto, denaro e beni materiali. O possono convincere il ragazzo che i suoi genitori non lo vogliono più, o maltrattarlo a tal punto che alla fine si sente inutile e accetta il suo nuovo ruolo.a

      Benché spesso i giornali richiamino l’attenzione su questi sconosciuti “malati” e pervertiti che approfittano dei bambini, i genitori devono fare attenzione anche alle persone che i loro figli conoscono già. “Sappiamo che non sono gli sconosciuti a costituire una minaccia per i figli”, dice il già citato Charles Sutherland. “Nella stragrande maggioranza dei casi la minaccia è costituita da coloro che il bambino conosce e di cui si fida”. Il pericolo potrebbe venire da un parente, un amico o un vicino, o anche da un insegnante o da un’altra persona che occupa un posto di autorità. Annette, il cui figlio Taj è scomparso nel 1981, consiglia: “Sappiate chi sono gli amici di vostro figlio. Spesso il molestatore o il rapitore è qualcuno che conoscete, qualcuno che ha con vostro figlio una relazione socialmente riconosciuta”.

      L’avvertimento che date a vostro figlio di stare attento agli sconosciuti può non essere adeguato per un’altra ragione: l’idea che avete di uno sconosciuto può essere diversa dall’idea che ne ha vostro figlio. Vostro figlio può avere amici che non conoscete e che per voi sono sconosciuti. “Uno che saluta vostro figlio mentre va a scuola, o che gli dà qualche caramella può diventare presto suo amico e compagno”, dice l’investigatrice Alice Byrne. “Specie nelle grandi città troviamo questo pericolo potenziale”. Il suo consiglio: “Interessatevi degli amici di vostro figlio, specie se si tratta di adulti”.

      Ambiente domestico e istruzione

      Un fattore determinante per proteggere un bambino è ovviamente la qualità della vita domestica. “L’elemento che ricorre più spesso nei casi in cui ragazzi scappano di casa è una cattiva relazione fra genitore e figlio”, dice un’indagine riportata sulla pubblicazione Family Relations. Un’atmosfera affettuosa e felice in casa, dove c’è buona comunicativa fra i familiari e dove il bambino si sente sicuro, con tutta probabilità impedirà che un figlio scappi da casa — o non torni — quando sorgono problemi emotivi. I genitori affettuosi soppeseranno anche le loro decisioni alla luce di ciò che è nei migliori interessi dei loro figli.

      È necessario mettere in guardia un bambino circa coloro che potrebbero rapirlo o fargli del male, ma è anche importante il modo in cui l’avvertimento è dato. Il genitore non vuole certo che suo figlio divenga nevrotico e paranoico, e che abbia paura di tutti quelli che incontra o che vede. D’altra parte il genitore non permetterà che la paura di turbare il figlio o il fatto che è improbabile che una cosa del genere accada gli impedisca di impartire le istruzioni necessarie.

      I rapimenti di bambini sono una realtà, sia nelle piccole città che in quelle grandi. Nessuno può prevedere dove o quando si verificheranno. Perciò il genitore saggio prenderà ragionevoli precauzioni e darà le istruzioni necessarie per impedire che il figlio venga rapito. “Nessuno dice che vostro figlio sarà rapito”, dice il sergente di polizia Richard Ruffino, un esperto nel campo delle persone scomparse. “Considerate le cose che fate e le informazioni che date a vostro figlio come misure preventive. È come una polizza di assicurazione. Fate l’assicurazione perché avrete un incidente o perché potreste avere un incidente?”

      Tra le precauzioni che le autorità suggeriscono ai genitori di prendere vi sono le seguenti: in pubblico tenete sempre d’occhio il vostro bambino. Non lasciate mai incustoditi i bambini molto piccoli. Sappiate chi è la persona a cui affidate vostro figlio. Non mandate un bambino da solo la sera a fare una commissione o ad acquistare qualcosa di cui avete bisogno. Non lasciate i vostri bambini a giocare nello spazio apposito di grandi magazzini o centri acquisti mentre voi andate a fare la spesa, o da soli in automobile — specie con la chiave dell’accensione o il motore acceso — mentre voi sbrigate qualche faccenda.

      Alcuni esperti suggeriscono di adottare una parola d’ordine, una parola speciale scelta in anticipo che solo i familiari conoscono. Chi intende rapire un bambino gli dirà spesso che è stato mandato dai suoi genitori, o che è venuto a prenderlo perché la madre è malata. Il bambino potrebbe quindi chiedere la parola d’ordine, e se quella persona non gliela dice, rifiutarsi di andare con lei. Ad ogni modo, il bambino dovrebbe sapere che, anche se dev’essere gentile e rispettoso con gli adulti, ha il perfetto diritto di dire “No, grazie”, e di non fare alcuna cosa che lo spaventi o lo metta a disagio, o che sia contraria alle istruzioni dei suoi genitori.

      Il fatto di riuscire a proteggere un bambino dipende in gran parte dal comunicare apertamente. Un genitore affettuoso e comunicativo avvertirà i “segnali” emessi da un bambino che si trova in difficoltà: bruschi cambiamenti di umore e stato d’animo, tendenza a isolarsi, reticenza e diminuita comunicativa, sonno inquieto e inappetenza. Si ricordi che la comunicativa è una strada a due sensi. Genitori, ascoltate quello che vostro figlio vi dice e soppesatelo attentamente. “Una volta Taj disse che sarebbe scappato”, osserva Annette, “ma io non lo presi sul serio. Non glielo avevo mai sentito dire prima e pensai che lo dicesse soltanto”.

      Quando un bambino scompare

      Cosa possono fare i genitori quando un bambino scompare? Primo, non fatevi prendere dal panico. Fate una breve e ragionevole ricerca per stabilire se il bambino è veramente scomparso. Cercate in casa, controllate presso la scuola, i suoi intimi amici, i vicini. Poi denunciate immediatamente il fatto ai locali tutori della legge, fornendo tutte le informazioni possibili. In alcune località ci sono speciali sezioni presso la polizia che si occupano della ricerca delle persone scomparse o fuggite da casa, e anche queste dovrebbero essere informate.

      Può anche dimostrarsi utile diffondere la notizia fra tutti gli amici di vostro figlio e i parenti. Vostro figlio potrebbe mettersi in contatto con loro, o forse essi sanno già qualcosa che può risultare utile. Il successo nel ritrovare un bambino scomparso dipende spesso dalla pubblicità, dal numero di persone che lo sanno e tengono gli occhi aperti. In alcuni paesi ci sono organizzazioni speciali con linee telefoniche dirette per le persone scomparse. Ci si può anche iscrivere per ricevere il loro aiuto, e in alcuni casi può darsi valga la pena di pagare la quota di iscrizione e fare includere nelle loro circolari il nome della persona scomparsa. Negli Stati Uniti il caso può essere ora inserito nel computer del Centro Nazionale per le Informazioni sui Reati dell’FBI, a disposizione di tutta la nazione.

      Le informazioni precise e aggiornate saranno della massima utilità per ritrovare un bambino scomparso e distinguerlo da quelli che gli assomigliano. Spesso la ricerca è ostacolata perché manca una fotografia o non si può identificare con certezza il corpo perché i dati sono insufficienti. Il riquadro che accompagna questo articolo contiene comuni suggerimenti dati dalle autorità che aiuteranno nelle ricerche e faciliteranno l’identificazione.

      Altra cosa importante è come i genitori trattano il bambino che torna a casa o che viene ritrovato. Una comune reazione è di rimproverare e punire severamente il bambino. È vero che possono essere necessarie una ramanzina e disciplina, ma i genitori devono badare a come l’impartiscono. Il settimanale Oggi scriveva che i giovani “scappano di casa . . . perché spesso manca in famiglia chi sa ascoltare e capire”. Le inchieste mostrano che quando tensioni e malintesi persistono o addirittura aumentano, queste condizioni domestiche negative non faranno altro che accrescere le probabilità che il fanciullo continui a scappare di casa. In tal caso può volerci l’aiuto di un esperto.

      Una difficile prova per i genitori

      La tragedia della scomparsa di un bambino mette a dura prova qualsiasi genitore amorevole. Oltre all’angoscia mentale ed emotiva, un genitore deve spesso sopportare commenti sconsiderati e poco gentili come: “A questo punto sarà morto”, oppure: “Hai altri figli. Fatti coraggio”. Molte volte il genitore riceve telefonate minacciose o folli che infastidiscono o inducono a inutili ricerche. E dato che in parecchi casi sono i genitori a rapire i propri figli, potete addirittura essere sospettati e interrogati.

      Forse la cosa peggiore è il fatto di non sapere. “Le famiglie da cui un bambino è scomparso da molto tempo preferirebbero senz’altro ricevere una cattiva notizia definitiva piuttosto che stare in ansia per una scomparsa che non si riesce a spiegare”, afferma il Washington Post, “se quella fosse l’alternativa”. Annette dice: “La scomparsa di una persona è una cosa così orribile proprio perché uno non sa nulla di quello che le è accaduto”.

      Ci sono comunque molte persone comprensive che si interessano di voi e vi aiuteranno e staranno al vostro fianco. Ci vuole anche grande forza interiore, e Dio la promette a coloro che confidano in lui. (Salmo 9:9, 10) Per Annette, che è una testimone di Geova, sono state queste cose — la fiducia in Dio e l’amorevole appoggio della congregazione — che l’hanno aiutata a sopportare la sua triste vicenda. “Ho imparato a confidare di più in Geova”, ha detto, “e Geova mi ha dato la forza di sopportare”. L’investigatrice Alice Byrne aggiunge: “È stata la forte fede di Annette a salvarla”. Entrambe sperano che presto Taj non sia più un “bambino scomparso”.

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