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  • Che cos’è accaduto al Reno?
    Svegliatevi! 1977 | 8 maggio
    • Sebbene il fango attivo in eccesso possa essere utilizzato come fertilizzante, la sua eliminazione comporta un’ulteriore spesa. Pochi sono probabilmente favorevoli alle spese necessarie per un esteso trattamento delle acque di rifiuto.

      E che dire della quotidiana eliminazione di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti chimici non biodegradabili? Certi detersivi sono particolarmente fastidiosi. Producono montagne di schiuma che resta ferma sull’acqua per lunghi periodi di tempo. E sebbene alla fine la schiuma scompaia, i detersivi restano sotto forma di inquinanti tossici. Anche il petrolio causa problemi. Una volta che è entrato in uno specchio d’acqua, è difficile eliminarlo. Talvolta si infiltra nell’acqua potabile, rendendola inutilizzabile.

      A causa dei costi elevati e di altri problemi, molti sono dell’opinione che il modo migliore per ridurre l’inquinamento del Reno sia quello di immettervi una minor quantità di inquinanti. Sotto questo aspetto, però, c’è poco da sperare. Perché? Perché richiederebbe che molti riducessero il loro tenore di vita. Purtroppo, la maggior parte delle persone preferisce l’acqua inquinata piuttosto che rinunciare alle comodità moderne offerte dall’industria. Inoltre, gli uomini d’affari che considerano gli utili commerciali come l’obiettivo più importante della vita si opporrebbero sicuramente se si cercasse di ridurre la produzione industriale.

      L’inquinamento del Reno è senza dubbio un altro segno dell’egoismo e della cupidigia dell’uomo. La soluzione di questo e di altri problemi del mondo potrà venire solo dall’Onnipotente Dio, quando ‘ridurrà in rovina quelli che rovinano la terra’. — Riv. 11:18.

  • Un pesce che può vivere fuor d’acqua
    Svegliatevi! 1977 | 8 maggio
    • Un pesce che può vivere fuor d’acqua

      “UN PESCE fuor d’acqua”. Con questa frase si esprime chiaramente la sensazione del disagio. La maggioranza non si attende che un pesce sopravviva molto a lungo fuori del suo ambiente, l’acqua. Ma cosa pensereste di un pesce che può respirare per giorni fuori dell’acqua? E che dire se qualcuno dicesse che può muoversi sulla terra e arrampicarsi perfino sugli alberi? Ci credereste?

      Nel 1797, un certo tenente Daldorf, che lavorava per la Compagnia Danese delle Indie Orientali, fece conoscere al mondo in generale un pesce del genere. Da Tranquebar, in India, scrisse di un pesce che saliva sulle palme e si nutriva dei loro squisiti succhi. Infatti, narrò di avere trovato tale creatura sulla corteccia di una palma.

      Le sue caratteristiche

      Scientificamente, questo pesce favoloso si chiama Anabas testudineus, o anàbate. Per questi pesci, la vita comincia quando la femmina depone le uova sulla superficie dell’acqua, dove galleggiano per circa una giornata prima di schiudersi. Infine, i piccoli crescono raggiungendo da adulti la lunghezza di quasi ventitré centimetri.

      Essenzialmente di colore grigio-verde e con le pinne brune, l’anabate è un pesce di acqua dolce. Se ne trovano alcune specie in Africa, altre nell’Asia meridionale. Di che cosa si nutre? Soprattutto di insetti, lumache e gamberetti. L’aspetto esteriore dell’anabate non ha nulla di spettacolare. Ma si possono scoprire molte cose da un esame interno.

      Come fa a respirare fuor d’acqua?

      Per la maggior parte, i pesci respirano assorbendo nel torrente sanguigno i gas presenti nelle acque dove abitano. Tuttavia, sopra le normali cavità branchiali l’anabate ha uno speciale scompartimento che gli permette di respirare anche fuor d’acqua. Questa eccezionale parte superiore della cavità branchiale contiene placche ossee ricoperte di una membrana provvista di una rete di vasi sanguigni. L’aria aspirata dal pesce passa in questa sezione attraverso un’apertura munita di valvola. Una volta usata, viene espulsa attraverso le branchie.

      Pur essendo di forma normale, le branchie dell’anabate sono piccole. Quindi per procurarsi abbastanza ossigeno e sopravvivere anche in acqua, il pesce deve ogni tanto venire in superficie a respirare aria. Infatti, se fosse tenuto sott’acqua, questo pesce annegherebbe.

      L’anabate è la delizia del pescivendolo. È considerato un alimento gradevole e non è difficile mantenerlo fresco. Infatti, l’anabate vive facilmente uno o due giorni in un contenitore umido! Ma è meglio tenerci il coperchio sopra. Altrimenti, è possibile che la merce esca e se ne vada!

  • La Grecia tutela il diritto di assemblea
    Svegliatevi! 1977 | 8 maggio
    • La Grecia tutela il diritto di assemblea

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Grecia

      IL VERO cristianesimo non è una novità a Creta, la quinta isola del Mediterraneo in ordine di grandezza. Oltre millenovecento anni fa, l’apostolo Paolo vi lasciò il suo collaboratore Tito a risolvere problemi e a fare nomine di anziani nelle congregazioni cristiane di varie città dell’isola. Non fu un compito facile, poiché gli antichi Cretesi avevano una pessima reputazione. Persino uno dei loro profeti, evidentemente Epimenide del sesto secolo a.E.V., disse: “I Cretesi sono sempre bugiardi, dannose bestie selvagge, ghiottoni disoccupati”. — Tito 1:10-12.

      Ciò nondimeno, il vero cristianesimo ebbe un effetto salutare sui Cretesi che l’accettarono. L’apostolo Paolo si aspettava che Tito trovasse fra loro uomini dalla reputazione immacolata. Dando istruzioni al suo collaboratore sulle qualità che si dovevano cercare in colui a cui si potevano affidare responsabilità, Paolo scrisse: “Il sorvegliante [o anziano] dev’esser libero da accusa quale economo di Dio, non caparbio, non incline all’ira, non ebbro schiamazzatore, non percotitore, non avido di guadagno disonesto, ma ospitale, amante della bontà, sano di mente, giusto, leale, padrone di sé”. — Tito 1:7, 8.

      Lo spirito del clero

      I capi religiosi di Creta hanno dato prova d’avere le nobili qualità che Tito cercava negli uomini ai quali si potevano affidare responsabilità nella congregazione? La condotta di questi capi religiosi in relazione a una pacifica assemblea di cristiani testimoni di Geova parla da sé.

      Il congresso era stato indetto per il 29 luglio-1º agosto 1976 e si doveva tenere nello Stadio Ergoteles di Candia, porto marittimo sulla costa settentrionale di Creta, nella parte centro-orientale dell’isola. Il programma dell’assemblea sarebbe stato costituito da discorsi, drammi e scene bibliche, che avrebbero svolto il tema “Sacro Servizio”. Nel corso del programma sarebbe stato dato un vigoroso incoraggiamento ad adeguarsi sempre più da vicino alle esigenze scritturali in qualità di genitori, coniugi, figli e vicini. Veramente, le persone timorate di Dio avrebbero dovuto essere felici di poter dedicare quattro giorni a una sana considerazione biblica sul servizio dell’Altissimo. Ma il clero ortodosso di Creta non fu di questo avviso.

      Quando a metà luglio ebbero inizio nello stadio preso in affitto i preparativi dell’assemblea, gli ambienti religiosi fecero pressione sul consiglio di amministrazione dello Stadio Ergoteles per fargli rescindere il contratto. Non ci si sarebbe atteso un simile gesto da uomini che dovrebbero essere esemplari in quanto a giustizia, lealtà e condotta irreprensibile. Lodevolmente, i membri del consiglio dello stadio non cedettero all’influenza ecclesiastica ma mantennero la parola e onorarono la firma apposta sul contratto.

      Allora i capi religiosi tentarono di indurre le autorità locali di Creta e le autorità governative di Atene ad annullare l’assemblea dei Testimoni di Geova. I preti di Candia e dei sobborghi inviarono la seguente protesta al prefetto della città, al pubblico ministero e al capo della gendarmeria: “Abbiamo l’onore di farvi sapere che i preti della città e dei sobborghi di Candia, convenuti oggi, 16 luglio, alle ore 9, nel sacro Arcivescovado di Creta a motivo del congresso che i millenaristi o Testimoni di Geova, nemici della nostra fede e del nostro paese natale, agenti del sionismo internazionale, terranno nella nostra città dal 29 luglio al 1º agosto, hanno espresso la propria indignazione verso le inaccettabili manifestazioni di gioia per questo scandaloso congresso di ispirazione ebraica, il cui obiettivo è di fare convertiti, e trasmettiamo anche la vigorosa protesta dei nostri parrocchiani. . . . Vi chiediamo perciò di fare qualsiasi cosa sia necessaria perché questo congresso provocatorio sia annullato; nell’eventualità che il congresso abbia luogo, non ci assumiamo nessuna responsabilità per quello che potrà accadere”.

      Più si avvicinava il tempo dell’assemblea, più si intensificavano le proteste del clero e di alcuni suoi seguaci. Il 26 luglio, per esempio, circa 5.000 persone minacciarono di demolire lo Stadio Ergoteles. Ma la polizia rese vani i loro sforzi. Un giornale di Atene pubblicò un articolo intitolato: “5.000 uomini sono andati a ‘bruciare’ lo stadio di Candia”. L’articolo era accompagnato da una fotografia in cui si vedevano degli ecclesiastici fermi fuori dello stadio.

      Nonostante la continua opposizione all’assemblea, il 29 luglio essa cominciò secondo il previsto. La polizia fu presente per occuparsi dei disturbatori che potevano cercare di turbare la pace dell’assemblea. Il primo giorno tutto andò liscio finché i delegati del congresso non fecero per andarsene. Alcuni fanatici lanciarono sassi contro le macchine, danneggiando gravemente i veicoli e ferendo i congressisti. L’intervento della polizia e l’ordine emanato dal pubblico ministero della città affinché i dimostranti si allontanassero non impedì alla folla istigata dal clero di continuare la sassaiola.

      Queste azioni teppistiche furono una violazione del decreto emanato dal capo della gendarmeria di Candia. Quel decreto diceva in parte: “Proibiamo qualsiasi pubblico assembramento o qualsiasi marcia di protesta da parte di cittadini contrari ai millenaristi [Testimoni di Geova] e mirante a impedire il loro congresso o che causi atti scorretti nei loro riguardi”. Sebbene i trasgressori fossero passibili di ben cinque anni di carcere e, in certi casi, di ben venti anni, il clero e molti membri fanatici dei loro greggi trasgredirono in modo flagrante la legge. Andarono contro il comando biblico: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”, cioè ai governi. — Rom. 13:1.

      La mattina del secondo giorno dell’assemblea, il rappresentante della Watch Tower Society, accompagnato da due avvocati di Atene, si recò dal pubblico ministero della città per riferire l’accaduto. Egli assicurò loro che erano stati presi provvedimenti per impedire che gli incidenti del giorno prima si ripetessero.

      Effetto dell’opposizione del clero

      A eccezione di alcune grida sporadiche e del lancio di alcuni petardi nelle strade attorno allo stadio, durante il resto dell’assemblea non ci furono altri incidenti di rilievo. Grazie alla campagna di intolleranza promossa dal clero, si venne a sapere del congresso dei Testimoni di Geova non solo in tutta Creta, ma anche in ogni parte della Grecia. Questo perché le azioni del clero ricevettero ampia pubblicità nei giornali di Candia e di Atene.

      I commenti dei giornali rivelarono che i capi religiosi avevano fatto dichiarazioni false. Invece di essere come i cristiani che Tito nominò anziani, gli ecclesiastici di Creta si comportarono come gli antichi Cretesi biasimati da un loro profeta. Per esempio, il clero tentò di mettere in relazione i Testimoni di Geova con il sionismo. Il giornale Patris di Candia pubblicò un cablogramma del Consiglio Centrale Israelitico di Atene che smascherò la falsità dell’asserzione del clero. Il messaggio dichiarava: “Con riferimento al congresso tenuto dai millenaristi, protestiamo vigorosamente contro l’intollerabile tentativo di confondere la religione giudaica con il sionismo. Il millenarismo non ha assolutamente nessuna relazione né con il giudaismo né con il sionismo, cosa risaputa e accettata in tutto il mondo”.

      Fa onore alla maggioranza dei cortesi e ospitali abitanti di Candia che non approvassero la condotta illegale del clero intollerante e di quelli che esso istigò ad azioni di teppismo. Si udirono molti commenti di disapprovazione. Un negoziante disse ai Testimoni: “Mi congratulo con voi per il vostro atteggiamento irreprensibile”.

      La falsa propaganda e le azioni illegali del clero permisero così di vedere dove si pratica il vero cristianesimo. I capi religiosi non soddisfecero certo le esigenze bibliche stabilite per gli anziani. Invece di comportarsi in modo irreprensibile, agirono in modo assai biasimevole e istigarono altri a commettere azioni illegali. Ma per fortuna la loro intolleranza fu resa vana, poiché le autorità governative ebbero il coraggio di sostenere giusti princìpi e di non lasciarsi intimidire dalle minacce e dalle azioni di teppismo.

      Per quanto riguarda l’intollerante clero di Creta, si può giustamente chiedere: Ci si può attendere un sano insegnamento cristiano da uomini così riprovevoli? Invece, non ci attenderemmo di conoscere gli insegnamenti del cristianesimo del primo secolo da quelli che si riunirono pacificamente per udire come rendere sacro servizio a Dio?

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