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  • Sacro segreto
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Dio non è parziale: a motivo “dell’insensibilità dei loro cuori” egli non dà loro intendimento del suo sacro segreto. — Efes.4:17, 18.

      S’IMPERNIA SU CRISTO

      Dato che “il render testimonianza a Gesù è ciò che ispira la profezia”, il “sacro segreto di Dio” si deve imperniare su Cristo. (Riv. 19:10) Tutti i “sacri segreti” di Dio hanno a che fare col regno messianico. (Mar. 4:11) L’apostolo Paolo scrive ai cristiani: “Attentamente occultati in lui son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”, e “in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina”. — Col. 2:2, 3, 9.

      Paolo dice che gli sono stati affidati, come a un economo, i “sacri segreti di Dio”. (I Cor. 4:1) Parla della “comprensione [che ha] del sacro segreto del Cristo”. (Efes. 3:1-4) Spiega che questo sacro segreto è sapienza nascosta preordinata da Dio prima dei sistemi di cose. (I Cor. 2:7) La proclamazione del mistero o “sacro segreto di Dio” ebbe inizio con la profezia pronunciata da Geova stesso in Genesi 3:15. Per secoli gli uomini di fede hanno atteso il “seme” promesso che avrebbe liberato il genere umano dal peccato e dalla morte, ma non si comprendeva chiaramente chi sarebbe stato il “seme” e come questo “seme” sarebbe venuto e avrebbe portato liberazione. Si è cominciato a comprenderlo solo da che Cristo è venuto e “ha sparso la luce sulla vita e sull’incorruzione per mezzo della buona notizia”. (II Tim. 1:10) Allora si cominciò a comprendere il mistero del ‘seme della donna’.

      INCLUDE LA CONGREGAZIONE

      La conoscenza del sacro segreto ha molti aspetti. L’apostolo fornì altri particolari spiegando che il sacro segreto include la congregazione, di cui Cristo è Capo (Efes. 5:32; Col. 1:18; Riv. 1:20), costituita dai suoi coeredi, coi quali egli divide il Regno. (Luca 22:29, 30) Essi sono presi sia di fra gli ebrei che di fra i gentili. (Rom. 11:25; Efes. 3:3-6; Col. 1:26, 27) Questo aspetto del “sacro segreto” non poteva essere spiegato in modo chiaro finché Pietro nel 36 E.V. non ebbe ordine di recarsi dal gentile Cornelio e vide quella famiglia gentile ricevere i doni dello spirito santo. (Atti 10:34, 44-48) Scrivendo a cristiani gentili, Paolo disse loro: “Eravate senza Cristo, . . . estranei ai patti della promessa, e non avevate nessuna speranza ed eravate senza Dio nel mondo. Ma ora unitamente a Cristo Gesù, voi che una volta eravate lontani, vi siete avvicinati mediante il sangue del Cristo”. (Efes. 2:11-13) Da ciò che Dio fa per la congregazione ‘i governi e le autorità nei luoghi celesti’ sarebbero venuti a conoscenza della “grandemente varia sapienza di Dio”. — Efes. 3:10.

      Nella Rivelazione a Giovanni viene mostrato in visione che questa congregazione è composta di 144.000 “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. Essi sono insieme all’Agnello, Gesù Cristo, sul monte Sion, dov’è situata ‘la città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’. Nell’antica Gerusalemme terrestre c’era il “trono di Geova”, su cui sedevano i re della discendenza di Davide; e c’era anche il tempio di Geova. Nella Gerusalemme celeste è intronizzato Gesù Cristo, e quelli che costituiscono il suo tempio, fatto di “pietre viventi”, regnano con lui. (Riv. 14:1, 4; Ebr. 12:22; I Cron. 29:23; I Piet. 2:4-6) La loro risurrezione all’immortalità e incorruzione al tempo della presenza di Cristo è uno degli aspetti di ciò che Dio fa per la congregazione, in se stesso un “sacro segreto”. — I Cor. 15:51-54.

      “La congregazione dell’Iddio vivente” aveva la verità e l’accurata conoscenza del mistero o “sacro segreto” della vera santa devozione, e non aveva solo una forma di tale santa devozione, ma anche la sua potenza. (I Tim. 3:14-16; paragona II Timoteo 3:5). Perciò poteva essere “colonna e sostegno della verità” in mezzo a un mondo di errore e falsa religione, in mezzo ai sacri ‘misteri’ di Satana e a quelli che sono da lui accecati. — II Cor. 4;4; vedi SANTA DEVOZIONE.

      GIUNGE A COMPIMENTO

      Nella visione fu detto all’apostolo Giovanni: “Nei giorni del suono del settimo angelo, quando egli starà per suonare la sua tromba, si compirà veramente il sacro segreto di Dio secondo la buona notizia che egli dichiarò ai suoi schiavi, i profeti”. (Riv. 10:7) Il compimento del sacro segreto ha stretta relazione col fatto che il settimo angelo suoni la sua tromba, al suono della quale viene fatto in cielo l’annuncio: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. (Riv. 11:15) Quindi il sacro segreto giunge a compimento quando inizia il regno di Geova retto dal suo Messia o Cristo. Gesù Cristo parlò molto del regno di Dio ai suoi discepoli, gli “schiavi” di Dio, e disse che si sarebbe continuato a predicare la “buona notizia del regno” sino alla fine (gr. tèlos) “del sistema di cose”. Una volta ‘compiuto il sacro segreto di Dio’, la “buona notizia” da predicare avrebbe dunque incluso ciò che è stato annunciato dalle voci in cielo: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo”. — Matt. 24:3, 14.

      Per il ‘mistero dell’illegalità’ (II Tess. 2:7) vedi UOMO DELL’ILLEGALITÀ. Per il “mistero: ‘Babilonia la Grande’ Riv. 17:5) vedi BABILONIA LA GRANDE.

  • Sacro servizio
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Sacro servizio

      Il verbo ebraico ʽavàdh significa fondamentalmente ‘servire’ (Gen. 14:4; 15:13; 29:15) o ‘lavorare’, come per coltivare la terra. (Gen. 4:12; Deut. 28:39) Quando è usato a proposito del servizio reso a Geova o a divinità false, ʽavàdh implica adorazione o sacro servizio. (Eso. 10:26; Deut. 11:16) Similmente il verbo greco latrèuo significa servire. Viene usato a proposito del servizio reso a Dio (Matt. 4:10; Luca 1:74; 2:37; 4:8; Atti 7:7; Rom. 1:9; Filip. 3:3; II Tim. 1:3; Ebr. 9:14; 12:28; Riv. 7:15; 22:3), come quello che si svolgeva nel santuario o tempio (Ebr. 8:5; 9:9; 10:2; 13:10), e anche a proposito della falsa adorazione, del servizio reso a cose create. (Atti 7:42; Rom. 1:25) Nelle Scritture Greche Cristiane il sostantivo latrèia è usato unicamente a proposito del servizio reso a Dio. — Giov. 16:2; Rom. 9:4; 12:1; Ebr. 9:1, 6.

      L’Unico a cui si può giustamente rendere adorazione o sacro servizio è Geova Dio. (Matt. 4:10; Luca 4:8) A motivo della speciale relazione di patto che avevano con Geova Dio, il privilegio di rendere sacro servizio quali figli di Dio generati dallo spirito e membri del “regal sacerdozio” spettava agli ebrei. Ma la maggioranza venne meno per mancanza di fede in Cristo Gesù. (Rom. 9:3-5, 30-33; I Piet. 2:4-10) Molti, come il fariseo Saulo prima di diventare cristiano, pensavano in effetti di rendere sacro servizio a Dio perseguitando i seguaci di Cristo. — Giov. 16:2; Atti 26:9-11; Gal. 1:13, 14.

  • Sadducei
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    • Sadducei

      Importante setta religiosa del giudaismo che aveva stretta relazione col sacerdozio. (Atti 5:17) Non si sa con precisione quando i sadducei cominciarono ad affermarsi come setta religiosa. La prima menzione storica di una setta così chiamata si ha negli scritti di Giuseppe Flavio, dove è indicato che si opponevano ai farisei nella seconda metà del II secolo a.E.V. (Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. X, 6) Giuseppe Flavio fornisce anche informazioni circa le loro dottrine. Tuttavia non è sicuro se ciò che dice corrisponda interamente alla realtà. A differenza dei farisei, dice Giuseppe Flavio, i sadducei non credevano al destino, ma sostenevano che ciascun individuo, con le sue azioni, fosse l’unico responsabile di ciò che gli accadeva. (Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. V, 9) Rigettavano le numerose tradizioni orali osservate dai farisei e anche la loro credenza nell’immortalità dell’anima e in un futuro premio o castigo nell’Ades. Nei rapporti personali i sadducei erano piuttosto rudi. Avevano fama di essere cavillosi. Secondo Giuseppe Flavio i loro insegnamenti attiravano ‘i ricchi’. — Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. X, 6; Libro XVIII, cap. I, 4; Guerra giudaica, Libro II, cap. VIII, 14.

      Come fece notare Giovanni il Battezzatore, i sadducei dovevano produrre frutti degni di pentimento. Questo perché sia loro che i farisei non avevano osservato la legge di Dio. (Matt. 3:7, 8) Cristo Gesù stesso paragonò a lievito il loro insegnamento corrotto. — Matt. 16:6, 11, 12.

      A proposito delle loro credenze religiose, Atti 23:8 afferma: “I Sadducei dicono che non v’è né risurrezione né angelo né spirito, ma i Farisei li dichiarano pubblicamente tutti”. Un gruppo di sadducei cercò di far inciampare Cristo Gesù a proposito della risurrezione e del matrimonio del cognato. Ma egli li mise a tacere. Riferendosi alla Legge, che i sadducei professavano di accettare, Gesù confutò la loro tesi che non esista risurrezione. (Matt. 22:23-34; Mar. 12:18-27; Luca 20:27-40) In seguito, l’apostolo Paolo, portato davanti al Sinedrio, divise l’alta corte ebraica mettendo i farisei contro i sadducei. Questo fu possibile a motivo delle divergenze religiose esistenti fra loro. — Atti 23:6-10.

      Pur essendo religiosamente divisi, i sadducei si unirono ai farisei per cercare di tentare Gesù chiedendogli un segno (Matt. 16:1), ed entrambi i gruppi erano uniti nell’opposizione a lui. Prove bibliche indicano che i sadducei presero l’iniziativa nel volere la morte di Gesù. Sadducei facevano parte del Sinedrio, la corte che complottò contro Gesù e poi lo condannò a morte. Della corte faceva parte il sadduceo e sommo sacerdote Caiafa, ed evidentemente altri sacerdoti di rilievo. (Matt. 26:59-66; Giov. 11:47-53; Atti 5:17, 21) Perciò, ogni volta che le Scritture Greche Cristiane parlano di qualche azione intrapresa dai capi sacerdoti, i sadducei vi erano senz’altro coinvolti. (Matt. 21:45, 46; 26:3, 4, 62-64; 28:11, 12; Giov. 7:32) Sembra che i sadducei prendessero l’iniziativa nel tentativo di arrestare la diffusione del cristianesimo dopo la morte e risurrezione di Gesù. — Atti 4:1-23; 5:17-42; 9:14.

  • Sadrac
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    • Sadrac

      (Sàdrac o Sadràc) [possibile corruzione di “Marduk”; o, forse, “comando di Aku (dio-luna sumero)”].

      Nome babilonese di un esiliato di Giuda elevato a un alto incarico nel governo di Babilonia. Sadrac, Mesac e Abednego, i tre compagni di Daniele, sono sempre menzionati insieme, e Sadrac sempre per primo, forse perché i corrispondenti nomi ebraici, Hanania, Misael e Azaria, compaiono sempre in ordine alfabetico secondo le lettere ebraiche. I nomi babilonesi furono dati loro dopo che erano stati portati a Babilonia. Là ricevettero speciale istruzione, dato che si erano distinti come giovani intelligenti, di bell’aspetto e senza difetti. Dopo tre anni di studio, Sadrac, Mesac e Abednego furono trovati dieci volte migliori dei saggi di Babilonia. Certo essi avevano la benedizione di Geova, senza dubbio in parte dovuta al loro costante rifiuto di contaminarsi con i raffinati cibi babilonesi. (Dan. 1:3-20) In seguito ricevettero incarichi nell’amministrazione del distretto giurisdizionale di Babilonia. (Dan. 2:49) Essi persero temporaneamente il favore del re quando rifiutarono di inchinarsi davanti alla grande statua da lui eretta, ma dopo che Geova li fece uscire indenni dalla fornace ardente, furono reintegrati nel precedente incarico. — Dan. 3:1-30.

  • Safan
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    • Safan

      (Sàfan o Safàn) [procavia].

      Figlio di Azalia e segretario del re. Nel 642 a.E.V. il re Giosia mandò Safan con altri due funzionari dal sommo sacerdote Ilchia con istruzioni per la riparazione del tempio. In quell’occasione Ilchia consegnò a Safan “il medesimo libro della legge”, forse l’originale, rinvenuto poco prima nel tempio. Non appena Safan ebbe letto a Giosia una parte della Legge, questi inviò in missione sia lui che suo figlio Aicam, insieme ad altri, a interrogare Geova circa il suo proposito per Giuda. Essi andarono dalla profetessa Ulda, e al loro ritorno riferirono al re Giosia la profezia di Geova secondo la quale la distruzione sarebbe venuta, ma non durante il suo regno. — II Re 22:3-20; II Cron. 34:8-28.

      I figli di Safan, Aicam (Ger. 26:24), Elasa (Ger. 29:1-3) e Ghemaria (Ger. 36:10-12, 25) a quanto pare rimasero anch’essi fedeli alla vera adorazione. Il figlio Iaazania invece no. (Ezec. 8:10, 11) Ghedalia, nipote di Safan, fu il governatore timorato di Dio nominato dopo la caduta di Gerusalemme. — II Re 25:22; Ger. 39:14.

  • Saffira
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    • Saffira

      (Saffìra) [bella].

      Moglie di Anania che col marito architettò una truffa che fu la causa della loro morte. Essi vendettero un campo di loro proprietà e ipocritamente asserirono di aver portato l’intero ricavato agli apostoli, come avevano fatto altri cristiani di Gerusalemme per far fronte all’emergenza che si era verificata dopo la Pentecoste del 33 E.V. — Atti 5:1-11; vedi ANANIA n. 1.

  • Salamandra
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    • Salamandra

      [ebr. leta’àh].

      Piccolo anfibio caudato, simile a una lucertola, privo di squame, dalla pelle sottile, umida e morbida, elencato fra gli animali impuri nella legge mosaica. (Lev. 11:29, 30) La salamandra pezzata dell’Asia Minore e della Siria si distingue per una striscia nera longitudinale sui fianchi. Nata nell’acqua, dopo aver perso le branchie vive sulla terra per due o tre anni, quindi torna nell’acqua dove trascorre il resto della sua vita.

  • Salamina
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    • Salamina

      (Salamina).

      Importante città dell’isola di Cipro. Paolo, Barnaba e Giovanni Marco ‘vi proclamarono la parola di Dio’ nel 47 E.V., all’inizio del primo viaggio missionario di Paolo. Non è precisato per quanto tempo rimasero nella città. A quanto pare a Salamina la popolazione ebraica era numerosa, dato che c’era più di una sinagoga. — Atti 13:2-5.

      Salamina viene di solito identificata con le rovine che si trovano circa 5 km a N dell’odierna città di Famagosta. Questo la porrebbe all’estremità E della vasta pianura fertile a N del fiume Pediaios. Quindi, attraversando il Mediterraneo in direzione O-SO, Salamina distava circa 210 km da Seleucia, in Siria, dove Paolo si era imbarcato. Benché la Bibbia non dica espressamente che la nave su

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      Vedi SAPIENZA.

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