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Centro Mondiale del Commercio: Modello per il futuro?Svegliatevi! 1974 | 22 luglio
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È pratico aggravare la situazione con un complesso di edifici così enormi?
Si calcola inoltre che il Centro del Commercio riverserà tra breve nel fiume Hudson otto milioni e mezzo di litri di rifiuti grezzi, equivalenti a quelli prodotti da una città grande quanto Albany, capitale dello stato di New York! E si prevede che dipendenti e visitatori produrranno giornalmente 50 tonnellate di rifiuti. C’è poi il problema di trasportare ogni giorno 130.000 persone dentro e fuori dell’area cittadina già congestionata.
La sicurezza è un’altra considerazione da fare. Il recente considerevole numero d’incendi nei grattacieli addita una notevole debolezza. Come osservò Arthur F. Sampson, membro della commissione per gli edifici pubblici dell’Amministrazione dei Servizi Generali: “È estremamente difficile salvaguardare gli edifici di molti piani dagli incendi e, dicono alcuni, quasi impossibile”. Infatti, predicono alcuni esperti, un incendio realmente catastrofico in un grattacielo è quasi inevitabile.
Tuttavia, nello stesso tempo, il Centro Mondiale del Commercio è senz’altro una rimarchevole impresa della tecnologia, come lo sono state le imprese spaziali dell’uomo. Ma contestandone la praticità, il famoso critico di urbanistica Lewis Mumford afferma: “I grattacieli sono sempre stati costruiti per ragioni di propaganda e pubblicità. Non sono validi o efficienti sul piano economico”.
Che sia realmente così oppure no, tutto considerato, le torri gemelle del Centro del Commercio sembrano difficilmente un modello desiderabile da imitare nella progettazione di futuri edifici.
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La mia vita di cantante alle feste africaneSvegliatevi! 1974 | 22 luglio
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La mia vita di cantante alle feste africane
KUESIONOR era il mio titolo di cantante e danzatrice di professione, nella nostra lingua kissi. Questo titolo veniva usato a preferenza del mio vero nome, Teewa. Ero la principale cantante e danzatrice in un gruppo di sette cantanti e danzatori. Il nostro gruppo componeva le canzoni e la musica che avrebbero accompagnato le nostre danze. Cantavamo e danzavamo al suono della musica del chekelan (conchiglie cauri appese attorno a una zucca) e di vari tipi di tamburi. Lo spirito della musica e della danza nonché il nostro modo di vestire erano eccitanti e attraenti.
Guadagnavamo fino a L. 46.500 in uno spettacolo pubblico, una grande somma di denaro fra la nostra gente, anche più di quanto guadagnino alcune famiglie in due o tre mesi. Il nostro gruppo di cantanti e danzatori era molto richiesto alle feste
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