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  • “Abbiate sale in voi stessi”
    La Torre di Guardia 1978 | 1° febbraio
    • ostentazione dei propri mezzi di sostentamento”. — 1 Giov. 2:15-17; Prov. 6:16-19.

      IL “SALE” CHE DOBBIAMO AVERE IN NOI STESSI

      22, 23. (a) Infine, in che senso uso Gesù il sale? (b) Che tipo di sale disse Gesù che gli apostoli dovevano avere in se stessi, e perché lo disse proprio a loro?

      22 Gesù non concluse l’argomento riferendosi al sale in modo sfavorevole. (Mar. 9:33-49) Egli proseguì dicendo: “Il sale è eccellente; ma se il sale perde il suo sapore [o perde la salsedine], con che cosa lo condirete? Abbiate sale in voi stessi e mantenete la pace gli uni con gli altri”. — Mar. 9:50, lezione marginale, NW.

      23 Per condire, il sale letterale in genere è ottimo. “Si mangeranno cose insipide senza sale”, chiede Giobbe (6:6, NW), “o c’è alcun sapore nel viscoso succo dell’altea?” Il sale può senz’altro rendere più gustosi i cibi. Ma se il tipo di sale comunemente usato ai giorni di Gesù avesse mai perduto il suo sapore salato, non lo si poteva purificare dalle sostanze estranee e non era più buono per cucinare e per condire i cibi. Non poteva essere nuovamente condito per essere utilizzato dall’uomo nei cibi. Appropriatamente, Gesù usò il sale come esempio. Egli disse ai dodici apostoli: “Abbiate sale in voi stessi”. Ma perché Gesù disse proprio a loro di far questo? Perché, con le discussioni che avevano fatte mentre erano in cammino di ritorno a Capernaum, avevano rivelato di non avere in se stessi questo eccellente sale simbolico.

      24. Che cos’è questo sale simbolico?

      24 Il sale di tale specie raffigurava quella qualità della personalità che fa agire con buon gusto nei riguardi degli altri. Rende quello che si dice più gradevole al palato altrui e più facile da ingoiare, più digeribile al modo di pensare altrui. Pertanto rende più graditi, sì, più desiderabili. — Prov. 16:21, 23.

      25. In che modo era utile anche mangiare insieme sale letterale?

      25 Che delle persone, ad esempio un padrone di casa e il suo ospite mangino sale insieme crea buoni sentimenti, ottimi rapporti fra loro. Il sale era impiegato anche per pagare il salario a un dipendente in cambio di servizi resi. (Esd. 4:14) L’apostolo Paolo mise in risalto che è buono e utile avere sale simbolico come tratto della propria personalità, poiché scrisse: “Continuate a camminare con sapienza verso quelli di fuori, riscattando il tempo opportuno per voi stessi. La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale, in modo da sapere come dare risposta a ciascuno”. (Col. 4:5, 6) Nota pure Proverbi 15:1.

      26. Se abbiamo “sale” simbolico in noi stessi saremo aiutati a ubbidire a quale finale esortazione data da Gesù agli apostoli, e quali risultati avremo come suoi discepoli?

      26 Se abbiamo “sale” in noi stessi e condiamo la nostra espressione con esso saremo aiutati a fare quello che disse Gesù concludendo la conversazione con i dodici apostoli: “Mantenete la pace gli uni con gli altri”. (Mar. 9:50) Mostrando tatto e considerazione, essendo ragionevoli e concilianti nel nostro modo di parlare e d’agire promuoveremo senz’altro relazioni pacifiche gli uni con gli altri, come discepoli di Cristo. Daremo prova d’avere in noi stessi lo spirito di Dio, poiché “il frutto dello spirito è amore, gioia, pace”. (Gal. 5:22) Inoltre, “la sapienza dall’alto è prima di tutto casta, quindi pacifica”. (Giac. 3:17) Manifestiamo dunque un alto grado di sapienza quando ubbidiamo all’esortazione di Gesù sulla pace. È un segno che contraddistingue il vero discepolo cristiano in un mondo competitivo, disunito e in disgregazione. Ci tiene uniti come popolo organizzato da Dio sotto Cristo.

  • È viva la vostra fede?
    La Torre di Guardia 1978 | 1° febbraio
    • È viva la vostra fede?

      LA FEDE è una qualità santa che si dovrebbe cercar di possedere. (Giov. 3:16; 2 Cor. 5:7; Ebr. 10:38) Ma aver fede significa molto più che credere. “Ti curi di sapere, o uomo vuoto”, chiese lo scrittore biblico Giacomo, “che la fede senza le opere è inattiva?” (Giac. 2:20) Egli aggiunge: “In realtà, come il corpo senza spirito è morto, così anche la fede senza opere è morta”. (Giac. 2:26, NW) La fede del cristiano non può essere statica, ma, come la vegetazione che abbellisce il suolo, la fede deve essere viva e continuare a crescere. — 2 Tess. 1:3.

      A questo riguardo si può imparare un’utile lezione dal modo in cui si comportò l’antico Israele quando Dio promise di dargli il paese di Canaan. Dio assicurò agli Israeliti il suo appoggio sovrumano, dicendo:

      “Ecco, mando un angelo davanti a te per custodirti nella strada e per condurti nel luogo che io ho preparato. Guardati a causa di lui e ubbidisci alla sua voce. Non ti comportare in modo ribelle contro di lui, poiché egli non perdonerà la vostra

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