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Erode Agrippa II respinge la conversioneLa Torre di Guardia 1954 | 1° novembre
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delle loro vittorie, mentre i giudei subirono l’adempimento delle parole di Gesù concernenti la loro distruzione nazionale. — Luca 19:41-44; 21:20-22.
Trent’anni dopo quella distruzione, ossia verso l’anno 100, Erode Agrippa II morì senza prole, ponendo così fine alla dinastia degli Erodi.
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Mantenetevi santiLa Torre di Guardia 1954 | 1° novembre
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Mantenetevi santi
“Poiché questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione, . . . che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santificazione e onore”. — 1 Tess. 4:3, 4, NW.
1. Come è preziosa la Parola di Dio?
LA PAROLA di Geova ci è tramandata nel libro che chiamiamo la Bibbia, composta di molti libri minori, tutti ispirati dal grande Autore che si servì di fedeli scrittori umani per rivelare così il suo pensiero in quanto alle cose che sono trattate nella Bibbia. Questa Parola di Dio è provata e pura. (Prov. 30:5, Ti) È stata preservata nei secoli perché ora si erga splendida e immacolata in mezzo ad un sistema di cose depravato e corrotto. Poiché la sua grande Fonte è completa, giusta e santa, questa Parola è sufficiente e non subisce aggiunte o riduzioni. (Deut. 4:2; Apoc. 22:18, 19) Non v’è dubbio, le persone che amano la giustizia e tutto ciò ch’essa richiede devono rivolgersi a questa santa Parola di Dio perché solo qui si trova la guida della rettitudine. È così pura, santa e preziosa, e le parti che la compongono son così belle, che la parola opportuna è paragonata a pomi d’oro in vasi d’argento. “Pomi d’oro in legature d’argento son le parole dette a tempo”. “Le parole dette a tempo son come pomi d’oro in vasi d’argento cesellato”. “La parola detta modi convenevoli è simile a pomi d’oro tra figure d’argento”. — Prov. 25:11, Ti; VR; Di.
2. Nel contenuto della Parola di Dio, quale verità si trova, e quale atteggiamento hanno in merito gli uomini?
2 Sebbene un caro ornamento o vaso sia di puro oro o argento, se viene preso da mani impure o trascurate può essere adoperato molto male, si può capovolgere e se ne può vuotare il prezioso contenuto. Questo è stato fatto da uomini empi che hanno male adoperato la verità della Parola di Dio. Nel mirabile e vitale contenuto della Bibbia è la verità inerente alla santificazione, ma quale intendimento e stima hanno oggi della santificazione le persone nel cosiddetto mondo “cristiano”? Conoscono la bigotteria in tutti i suoi odiosi significati. La bigotteria, l’ipocrisia, sparge sull’intera struttura del vecchio mondo uno strato superficiale per nascondere la corruzione che si trova in ogni parte del vecchio sistema di cose. Con instancabili sforzi per giustificare la loro empia condotta mediante l’erronea applicazione di scritture, i capi dell’opinione pubblica, e in ispecial modo i maestri religiosi di tutta la cristianità, han privato il popolo della stima della vera santificazione che è insegnata dalla Parola di Dio. Ministri cattolici, protestanti, giudei e di altre religioni soddisfano in genere i desideri della maggioranza, ed essi stessi seguono pratiche che disonorano Dio, facendo pervertire il senso dei valori umani fino al punto che la persona che sinceramente deplora tali cose ritenute da Dio abominevoli è in realtà un’eccezione. (Ezech. 9:4) Tuttavia ce ne sono molte di queste eccezioni, persone oneste che amano la giustizia. Esse sanno con certezza che nonostante l’ipocrita bigotteria praticata a nome di Dio, la saggia condotta che il cristiano deve tenere, ora come sempre, è la vera santificazione. Guardino la santità del grande Autore, la santità della sua Parola di verità e la santità delle sue incorruttibili dottrine.
3. Dite i rapporti che l’apostolo Paolo ebbe con la congregazione di Tessalonica, e l’incoraggiamento che egli diede a loro e a noi riguardo alla santificazione.
3 Forse era il 49 o il 50 d.C. quando l’apostolo Paolo, durante il suo secondo viaggio di predicazione, fondò la congregazione cristiana a Tessalonica. Quei cristiani subirono dal principio violente persecuzioni religiose a causa della loro fede. La loro perseveranza fu una gioia per il loro fratello anziano, Paolo, e scrivendo loro egli li lodò per la loro fede e li incoraggiò a mantenere con vigore la loro santificazione, continuando a camminare nella via della giustizia in cui avevano posto i piedi. Fu bene che Paolo scrivesse loro così in Primo Tessalonicesi, e se i cristiani di oggi lo permetteranno, le stesse parole di Paolo possono aiutare quelli che ora amano Geova Dio onde mantengano la loro santità.
4. Qual è l’origine della santificazione dei cristiani?
4 La santificazione della congregazione cristiana non ebbe origine dall’apostolo Paolo. Il suo Autore e Provveditore è Geova Dio. Per mezzo di suo Figlio, Cristo Gesù, questa relazione con Dio fu stabilita e resa possibile, e Gesù stesso si riferì alla santificazione. Paolo mostra che la santificazione era la volontà di Geova per i membri del corpo di Cristo, l’unta congregazione cristiana, a cui i cristiani di Tessalonica facevano parte.
5. Date la prova scritturale che mostra la volontà di Dio per i cristiani.
5 Nel passo che abbiamo citato all’inizio, Paolo indica che “questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione”. (1 Tess. 4:3, NW) Mostrando ulteriormente che la santificazione è per i cristiani la volontà di Geova, Paolo si espresse in maniera simile nel decimo capitolo di Ebrei, allorché parlò dell’ufficio di Cristo Gesù e della sua opera sacerdotale a favore del suo corpo, la sua congregazione spirituale. A Cristo Gesù Paolo applica la profezia di Salmo 40:8, che dice: “Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà, e la tua legge è dentro al mio cuore”. Paolo si esprime così: “Perciò quando viene nel mondo egli dice: . . . Ecco! io son venuto (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare la tua volontà, o Dio”. Per mezzo di detta ’volontà’ noi siamo stati santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre”. (Ebr. 10:5, 7, 10, NW) Quindi, come fu certo che Gesù adempì la volontà di Geova Dio, è Sua volontà che i cristiani siano santi, qualunque sia la santificazione.
6. Dite a che cosa si riferisce il titolo di questo articolo, ed enumerate tre punti che ci saranno utili?
6 Quando diciamo di mantenerci santi ci riferiamo a qualche cosa che non si ritiene automaticamente ma dev’essere di continuo perseguita. Ed è proprio così. Quale incoraggiamento a questo proposito dovette essere per i cristiani di Tessalonica la lettera che ricevettero da Paolo! La determinazione di continuare a seguire la via che avevano presa, fedeli verso il loro Dio, dovette accrescersi in loro quando lessero: “Infine, fratelli, vi chiediamo ed esortiamo nel Signore Gesù, che come riceveste da noi istruzione sul modo in cui dovete camminare e piacere a Dio, come infatti voi camminate, così continuiate a camminare più pienamente. . . . Poiché questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione, che vi asteniate dalla fornicazione; che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santificazione e onore”. (1 Tess. 4:1-4, NW) Affinché manteniamo la santificazione, noi, naturalmente, dobbiamo sapere che cos’è, come si riceve e come può esser mantenuta.
CHE COS’È LA SANTIFICAZIONE?
7. Definite la “santificazione”, mostrando la sua giustificazione e il contrasto che mette in risalto.
7 Santificazione significa essere daccordo con Geova Dio, che non si allontana mai dalla sua santità e giustizia, non muta mai. La giustizia di Geova significa completa giustificazione per le creature che si dedicano a lui. Difatti, la santificazione è preceduta dalla dedicazione personale a fare la volontà di Dio, e questo passo dell’individuo, come anche la sua successiva condotta di fedeltà, è causato dalla sua adorazione di Geova Dio. Questo mette certamente in risalto l’estremo contrasto che esiste fra la moralità di Geova sotto ogni aspetto e l’immoralità dell’attuale civilizzazione sotto ogni aspetto. Questa santità di Dio promuove le sue azioni e induce a giusti atti le sue creature che gli ubbidiscono e lo adorano; ed appropriate sono quindi le parole che rivolse ad Israele quando era già in un patto legale con Lui: “Io sono l’Eterno [Geova], l’Iddio vostro; santificatevi dunque e siate santi, perché io son santo; e non contaminate le vostre persone . . . Poiché io sono l’Eterno [Geova] che vi ho fatti salire dal paese d’Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io son santo”. — Lev. 11:44, 45.
8. Come si applica Levitico 11:44, 45 a quelli che formano la congregazione cristiana?
8 Questa santificazione causata dalla santità di Geova non ebbe fine con la nazione d’Israele. Anzi, si estese in genere alla congregazione cristiana degli unti seguaci di Cristo Gesù con forza ancor maggiore in modo che l’apostolo Pietro la mise in pratica e la insegnò. Facendo questo Pietro fece notare ad altri cristiani la necessità di mantenere la loro santificazione, dicendo: “Cingete le vostre menti per l’attività, siate completamente equilibrati e riponete la vostra speranza nell’immeritata benignità che vi dev’essere recata alla rivelazione di Gesù Cristo. Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste in passato nella vostra ignoranza, ma, secondo il santo che vi ha chiamati, diventate anche voi santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: ‘Voi dovete esser santi, perché io sono santo.’” — 1 Piet. 1:13-16, NW.
9. Dichiarate l’esempio ammonitore d’Israele.
9 La nazione d’Israele non mantenne la sua santificazione, e perciò perdette l’approvazione e la benedizione di Dio. I cristiani devono trarne un ammonimento. — 1 Cor. 10:6-11.
10. Continuate a definire vigorosamente la “santificazione”.
10 La parola “santificare” significa render sacro o santo, appartare per un ufficio sacro. Questa è una definizione generalmente riconosciuta di questa parola italiana, che deriva dal latino in cui aveva pure il significato di liberare dal peccato, purificando dalla corruzione morale. Esso è senza dubbio un termine vigoroso e racchiude molto significato.
È ESSA REALE? POSSIBILE?
11. È la santificazione una realtà, e perché rispondete così?
11 Che diremo? È la santificazione reale per le donne e gli uomini cristiani che ora sono sulla terra, oppure è soltanto una frase posta dalle organizzazioni religiose nelle loro dottrine e nei loro insegnamenti senza alcuna realtà o applicazione pratica? La santificazione è reale, come anche Geova Dio è una realtà ed è santo. Se noi crediamo alla chiara dichiarazione della Parola di Dio che è stata citata, sappiamo che la santità di Geova è una realtà, non una finzione. Il Figlio di Dio, Cristo Gesù, non faceva una falsa rappresentazione quando disse nella preghiera che rivolse al suo celeste Padre poco prima di morire: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo. . . . Io supplico per loro; non supplico per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, . . . Padre santo, veglia su loro per rispetto del tuo nome che tu mi hai dato, onde siano uno come lo siamo noi. . . . Io ho dato loro la tua parola, ma il mondo li ha odiati, perché non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo. . . . Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità. . . . Ed io mi santifico per loro, in modo che essi pure siano santificati per mezzo della verità”. — Giov. 17:6-19, NW.
12. Quale contrasto è messo in rilievo dalla situazione di Gesù quando pronuncia le parole che sono in Giovanni 17:6-19?
12 Come sono meschini i falsi atteggiamenti di bigotteria religiosa rispetto alle sagge parole del Signore dette dal colmo del cuore di una persona che andava alla morte su un palo di tortura! Come è certo che Gesù visse e morì per l’adorazione di Geova Dio, così è certa la realtà della sua santificazione a cui si riferì in questo caso, e anche la realtà della santificazione dei suoi associati, o membri del suo corpo, ai quali in questo caso pure si riferì
13. Che cosa fu la santIficazione esposta da Paolo e Pietro?
13 Fu reale per i tessalonicesi, secondo Paolo, perché disse loro: “Come infatti camminate, così continuate a camminare più pienamente”. (1 Tess. 4:1, NW) E Pietro, facendoci la precedente esortazione ad esser santi, non ci ingannava rispetto alla realtà della santificazione. Quindi il nostro argomento dice che la santificazione è vera, non è una vana frase che si pronunci soltanto, ma una condotta di vita cristiana, la volontà di Dio riguardo al suo popolo è una realtà.
14. Menzionate i fatti relativi agli uomini imperfetti e la domanda che suscitano.
14 Ma qualcuno potrebbe pensare con tutta sincerità: Noi siamo creature deboli e imperfette e pecchiamo per eredità, perciò anche se la santificazione è la volontà di Dio rispetto ai cristiani e anche se viene da lui realmente concessa, come è possibile che siamo santificati, santi, devoti alla giustizia o appartati per il servizio sacro? Rispondendo, noi diciamo con le Scritture che la santificazione può essere conseguita.
15, 16. Ragionate sulla possibilità di santificazione dal punto di vista di Geova, di Cristo Gesù e della congregazione romana?
15 Non c’è nessuno che conosca le nostre debolezze umane meglio di Geova Dio. Cristo Gesù fu ed è consapevole della nostra condizione, ne comprende le ragioni e il rimedio più di noi, ed abbiamo le sue suddette parole di assicurazione. Inoltre, l’apostolo Paolo scrisse ad un’altra congregazione intorno alla santificazione, e questa congregazione era composta di Giudei e di non Giudei, situati in quella che a quei giorni era forse la più corrotta città della terra: la pagana città di Roma, la capitale del pagano Impero Romano. Roma è stata descritta come la cloaca o il pozzo nero in cui si gettava tutta la corruzione del vasto Impero Romano. Certamente, l’empio e vecchio sistema di cose non ha migliorato da quei giorni di Roma. È divenuto peggiore e oggi è più corrotto con la sua apparenza di falsa cristianità; ma come le disposizioni di Dio furono efficaci per i suoi adoratori ai giorni della prima congregazione romana, così sono completamente efficaci ora. Pertanto, notate la considerazione che l’apostolo Paolo ebbe per le debolezze dei suoi fratelli di Roma e sappiate che questa medesima considerazione, come disse Paolo, viene ora mostrata da Geova verso il suo popolo per mezzo di Cristo Gesù:
16 “Non lasciate perciò che il peccato continui a regnare come un re nei vostri corpi mortali onde non ubbidiate ai loro desideri. E non continuate a presentare le vostre membra al peccato come armi d’ingiustizia, ma presentate voi stessi a Dio come vivi fra i morti, e le vostre membra a Dio come armi di giustizia. Poiché il peccato non deve padroneggiarvi, dal momento che non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità. Eppoi? Commetteremo peccato perché non siamo sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità? Non sia mai! Non sapete voi che se continuate a presentarvi come schiavi a qualcuno per ubbidirgli, siete suoi schiavi perché gli ubbidite, o al peccato in vista della morte o all’ubbidienza in vista della giustizia? Ma grazie a Dio, voi che eravate schiavi del peccato siete divenuti ubbidienti di cuore a quella forma d’insegnamento a cui siete stati consegnati. Sì, da quando siete stati liberati dal peccato, voi siete divenuti schiavi della giustizia. Parlo in termini umani a causa della debolezza della vostra carne: poiché come presentaste le vostre membra schiave all’impurità e all’illegalità in vista dell’illegalità, così ora presentate le vostre membra schiave alla giustizia in vista della santità”. — Rom. 6:12-20, NW.
17. Quale mutamento della vita di ciascuno esige la “santificazione”, e resta automaticamente ai cristiani la santificazione?
17 Per i cristiani di Roma come per quelli di Tessalonica e per gli unti cristiani d’oggi nell’anno 1954, la santificazione significa che hanno mutato la loro vita e che ciascuno di loro si è volto da una condotta d’illegalità alla legalità dinanzi al grande Legislatore Geova Dio. Questa santificazione è senza dubbio qualche cosa che si deve perseguire e mantenere. Non resta alla persona automaticamente, perché richiede un mutamento della sua vita, e questo mutamento egli lo fa dopo essersi dedicato a servire l’Altissimo cercando di perseverare e acquistare maturità. Questo mutamento della vita della persona significa adempiere la sua dedicazione verso il giusto Iddio e quindi verso la sua giusta causa. Sulla terra, quale causa è giusta? una causa nazionale? una causa politica? Quale causa è priva di ogni macchia di corruzione? Quale controversia merita la devozione di creature intelligenti? La giusta determinazione della controversia relativa alla divinità, alla supremazia, alla pura adorazione, alla sola causa giusta e santa impresa, è la causa di Geova Dio. Questa controversia della supremazia di Geova induce quelli che lo adorano a sostenere la sua divinità, richiamando l’attenzione sui fatti inerenti ai rapporti che ha con le sue creature e sulla sua rivelata Parola, la Bibbia.
18. Trova Geova un difensore della sua causa tra le religioni di questo vecchio mondo?
18 Trova Geova un difensore della sua causa fra le religioni di questo vecchio mondo? Nominatene uno! Non ce n’è nessuno. Un’illustrazione di questo è negli scritti di un eminente rappresentante del Protestantismo. Nel suo recente libro Preaching in a Revolutionary Age, riferendosi ad un precedente scrittore che parlava di un padre e di un figlio che erano in chiesa, questo vescovo dice: ‘L’anziano parroco lesse parte del Vecchio Testamento, e il ragazzo apprese che il terribile Iddio inviò piaghe al popolo e creò serpenti infuocati per assalirli. Quella notte, quando il padre passò vicino al letto del ragazzo, il ragazzo lo chiamò, mise le sue braccia intorno al collo del padre, e, avvicinandolo a sé, disse: ‘Padre, tu odii Geova; e io pure lo detesto quel cattivo tiranno.“’ Considerate ora il commento che l’autore fa su questo aneddoto, e vedete se egli sosteneva l’Iddio della Bibbia e il racconto scritturale dei suoi atti di vendetta dei tempi antichi: “Noi abbiamo rigettato da molto tempo la concezione della riconciliazione relativa all’idea storica di una Divinità che è detestabile. Dio, secondo noi, non può essere immaginato come un Essere adirato, terribile, vendicativo, che a motivo del peccato di Adamo debba avere come Shylock la sua libbra di carne. Non c’è da meravigliarsi se l’onesto ragazzo con giustificabile ripugnanza poté dire: ‘Cattivo tiranno.’”
19. Soltanto chi sostiene la causa di Geova?
19 È una vergogna per chi prende il nome di Cristo, che sostenne fedelmente la causa di Geova, giustificare il giudizio di un povero e sviato ragazzo secondo cui Geova Dio sia un “cattivo tiranno”. Ma, questa situazione non è nuova. Dal tempo di Gesù fino ad oggi, chi ha preso sulla terra la difesa dell’Iddio delle Scritture Ebraiche, proclamando la Sua supremazia, rendendogli amore e devozione e invitando i propri simili a fare altrettanto? Chi segue in questi giorni tale condotta a favore della causa di Geova Dio? Quelle persone, ed esse soltanto, che volontariamente, con intendimento e amore, mutano la loro vita affinché le proprie membra siano presentate come “schiave alla giustizia in vista della santità”. Questo vuol dire servire la santa causa del santo Iddio. La santificazione esige che le proprie membra siano presentate a Geova onde il dedicato consegua la santità. Questa santità è una condizione reale che si può conseguire e mantenere.
COME SI RICEVE?
20. Da chi viene la santificazione?
20 In armonia con altri passi, le scritture considerate sopra mostrano che la santificazione viene da Geova Dio. È lui che mediante la sua Parola di verità trae a sé gli uomini per mezzo di Cristo, attirandoli con la sua giustizia. È lui che mediante il provvedimento del riscatto di Cristo ha permesso a uomini imperfetti di essere in uno stato di riconciliazione con Dio, essendo dichiarati giusti per merito del sacrificio di Gesù e della fede che nutrono in esso. “Ma per mezzo di lui [Dio] voi siete uniti a Cristo Gesù, che è diventato per noi, da parte di Dio, sapienza, giustizia, santificazione e liberazione mediante riscatto”. (1 Cor. 1:30, NW) Colui al quale si dedicano i credenti è Geova Dio; quindi, la santificazione viene in realtà da Geova. Gesù indicò questo, dicendo: “Dite voi a me che il Padre ha santificato e mandato nel mondo: ‘Tu bestemmi,’ perché ho detto: Sono Figlio di Dio?” — Giov. 10:36, NW.
21. Quale parte ha la verità nella santificazione?
21 Inoltre, considerando i mezzi per ottenere la santificazione pensiamo subito alle parole di Gesù che mostrano come la verità ne è lo strumento, poiché egli disse al suo celeste Padre: “Santificali per mezzo della verità la tua parola è verità”. (Giov. 17:17, NW) La rivelata Parola di Dio è dunque essenziale nella giusta condotta di santificazione. Geova, avendo santificato i membri della congregazione cristiana del corpo di Cristo con la chiamata al regno celeste, e ungendoli col suo spirito, li apparta veramente per il suo santo e sacro servizio, consacrandoli e guidandoli con la sua Parola di verità. Oh, sì, ma come in primo luogo uomini e donne ricevono la verità nella loro vita individuale? È certo che Geova Dio non scende per mettersi a sedere con loro istruendoli nella sua Parola. Né fa questo Cristo Gesù, perché egli è il Re celeste. L’apostolo Paolo, scrivendo alla stessa congregazione di Tessalonica, mostra come la verità che santifica viene data agli uomini, poiché rammenta come venne data ai tessalonicesi, dicendo: “Iddio vi ha scelti dal principio per la salvezza santificandovi con lo spirito e mediante la vostra fede nella verità. A questo destino egli vi ha chiamati per mezzo della buona notizia che noi dichiariamo, . . . Così dunque, fratelli, state saldi”. — 2 Tess. 2:13-15, NW.
22. Mostrate la parte che il ministero cristiano ha nella santificazione.
22 Dobbiamo forse comprendere che fu la dichiarazione della buona notizia fatta da Paolo ai tessalonicesi a portare loro la divina Parola di verità, in cui credettero e riposero fede, e a farli scegliere da Dio per la salvezza mediante la santificazione? Sì, esattamente! Così è stato durante l’èra cristiana, e così è oggi, in modo che uomini e donne hanno questi benedetti rapporti con il loro Dio in santificazione e devozione verso di lui a causa del fatto che altri ministri cristiani precedendoli recarono loro il messaggio della Parola di Dio e predicarono loro questa verità biblica ch’essi hanno udita e accettata. “Affinché sia un pubblico servitore di Cristo Gesù per le nazioni, impegnandomi nella santa opera della buona notizia di Dio, onde l’offerta, cioè queste nazioni, risulti accettevole, essendo santificata con spirito santo”. — Rom. 15:16, NW.
23. Descrivete la relazione odierna di fratelli che sono spiritualmente “anziani” e “giovani”.
23 Spiritualmente parlando, Paolo era il loro fratello più anziano ed essi erano i suoi fratelli più giovani a Tessalonica, perché da lui avevano ricevuto questo messaggio della Parola di Dio. Quell’esempio cristiano non è cambiato. Oggi è lo stesso. Sin dal 1914 in cui nacque il Regno, e sin dal 1918 in cui il Signore venne nel tempio per il giudizio, e sin dal 1920 in cui fu fatta l’attiva proclamazione del messaggio dell’attuale regno di Dio in tutta la terra, il numero di quelli che adorano Geova è aumentato tanto che oggi in 143 nazioni e Paesi ci sono centinaia di migliaia di persone che hanno accettato la predicazione di ministri spiritualmente più “anziani” di loro, come i tessalonicesi accettarono la predicazione dell’apostolo Paolo. Nel servizio di Dio vi sono ora attivi ministri che hanno sostenuto la causa di Geova per molti anni. Alcuni di essi, che erano ministri della buona notizia prima ancora che il Regno nascesse nel 1914, sono tuttora forti. Molti di essi hanno compiuto l’attuale opera cristiana di educazione biblica in tutta la sua presente e crescente prosperità, che rigale al 1919. Questi fedeli servitori di Dio hanno compiuto molta predicazione, e mentre gli anni passavano altri si univano a loro, e così l’opera è aumentata. Sulla terra ora ci sono approssimativamente 20.000 persone che mostrano di essere di quelli che restano o divino rimanente del santificato corpo di Cristo, come rivela il numero dei partecipanti agli emblemi del Memoriale del 1954.
24. In che cosa riconosciamo il nostro “fratello anziano”.
24 Quelli a cui la verità della Bibbia ha più recentemente aperto gli occhi perché vedano la meraviglia di Geova riconoscono in questi fratelli anziani i ministri che hanno con noi rapporti simili a quelli che l’apostolo Paolo ebbe con la congregazione di Tessalonica. È di maggiore importanza che riconosciamo inoltre l’organizzazione dell’unto rimanente quale nostro amorevole fratello anziano, e, se ora siamo devoti a Dio, sappiamo che la ragione onde siamo stati scelti per la salvezza, avendo fede nella verità, è il fatto che questo “fratello anziano” ci predicò la buona notizia. Comunque, noi tutti riconosciamo principalmente il passato e il presente ministero del nostro vero Fratello maggiore, Cristo Gesù. Questo riconosciamo con gioia, rendendo ogni grazie e lode a Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo.
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Voi tutti, “State fermi”La Torre di Guardia 1954 | 1° novembre
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Voi tutti, “State fermi”
“Perciò, fratelli miei diletti e desiderati, mia gioia e corona, state fermi in questo modo nel Signore, diletti.’ — Filip. 4:1, NW.
1. Citate o leggete di nuovo 2 Tessalonicesi 2:13-15 e dite come lo potremmo correttamente considerare.
QUANDO noi giovani delle altre pecore del Signore leggiamo un passo come quello di 2 Tessalonicesi 2:13-15, è come se il nostro grande “fratello maggiore”, Cristo Gesù, per mezzo della classe dello “schiavo fedele e discreto” di Geova, ci parlasse dicendo che, a causa della buona notizia che ci ha predicata, abbiamo l’opportunità della salvezza, e noi siamo grati dell’ammonizione che Geova ci dà mediante questo strumento per farci ‘stare fermi’.
2. Dove si trova una prova che la santificazione può essere mantenuta?
2 La presenza sulla terra per quarant’anni sin dalla nascita del celeste regno di saldi, ben fondati, fedeli, membri del “piccolo gregge” di santificati e anche di membri delle altre pecore del Signore che hanno compiuto per molto tempo il ministero dimostra non soltanto che la santificazione è la volontà di Geova rispetto ai cristiani, ma anche che è qualche cosa che si può mantenere di anno in anno. Risulta che essa è reale e possibile. I servitori di Geova che riconoscono di essere membri del corpo di Cristo o della santificata congregazione, umiliandosi dinanzi a Dio, lo ringraziano dei privilegi che hanno ricevuti e ora ricevono, e sanno che essi pure devono continuare a star fermi e a mantenere la loro santificazione, afferrandola strettamente. Non cercano di ritirarsi dal servizio, non abbandonano con infedeltà la loro unzione. I passi fatti verso il loro premio celeste li han portati troppo avanti perché in questa tarda ora abbiano il solo pensiero di tornare indietro. L’attuale e la futura prosperità del Regno non dà loro alcuna effettiva indicazione che si debba lasciar infiacchire le mani e prendere le cose alla leggera, o che ci si debba soffermare e cercare piaceri personali, ma, piuttosto, continuate ad avanzare, come disse Paolo: “Fratelli, io non reputo di averla già afferrata; ma c’è questo: Dimenticando le cose passate e protendendomi verso le cose future, io procedo verso la meta per ottenere il premio della chiamata di sopra che Iddio rivolge in Cristo Gesù. Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da cui anche aspettiamo ansiosamente il salvatore, il Signore Gesù Cristo, che trasformerà il nostro corpo umiliato onde sia conforme al suo corpo glorioso secondo l’efficacia del potere che egli ha di assoggettarsi ogni cosa. Perciò, fratelli miei diletti e desiderati, mia gioia e corona, state fermi in questo modo nel Signore, diletti”. (Filip. 3:13, 14, 20, 21; 4:1, NW) L’anziana congregazione, compresi i “rimanenti” o ‘schiavo discreto’ e suoi membri, hanno atteso con ansia l’aumento che ora vedono, ed ora, vedendolo, provano molta gioia.
3. Spiegate i rapporti che vi furono fra l’apostolo Paolo e la congregazione di Filippi, e mostrate i fatti paralleli di oggi.
3 Come ne ebbe il privilegio presso i tessalonicesi, così pare che Paolo fosse il primo a predicare la buona notizia al filippesi prima di scrivere quanto sopra. Il legame di amore che univa Paolo e la congregazione di Filippi era forte. Paolo li visitò due volte dopo la loro istituzione e li rafforzò nella fede. Egli scrisse loro l’epistola che compare nelle Scritture Greche Cristiane come la lettera di Paolo “ai Filippesi”, e i filippesi resero a Paolo assistenza sia spirituale che materiale. Essi saziarono sicuramente il suo desiderio. Furono la sua gioia. Parlando dal punto di vista della vecchia organizzazione e degli anziani ministri che sono nell’opera di Dio in questi giorni, noi diciamo: Voi che siete venuti nella verità e nel servizio di Geova più recentemente, voi che siete le altre pecore del Signore, aumentando il numero e l’attività di questa società del Nuovo Mondo, “voi siete la nostra gioia”. Noi vi abbiamo desiderati con ansia. Siete la vivente evidenza e prova che la devozione verso la giusta causa di Geova non è limitata ad un piccolo pugno di persone, ma abbraccia molti, anche voi, ed a voi diciamo: “State fermi in questo modo nel Signore, diletti”.
4. Parlate della gloria e dell’ornamento della società del Nuovo Mondo.
4 La pretesa gloria del vecchio sistema di cose è spregevole e falsa, perché è il riflesso del male del suo finto dio, Satana il Diavolo. La meravigliosa gloria del regno di Geova supera ogni descrizione delle nostre inadeguate parole, perché è il riflesso della gloria del vero Dio, Geova. In quanto a noi che siamo sulla terra, come membri rappresentativi del nucleo della società del Nuovo Mondo, il nostro comune proposito è l’adorazione di questo glorioso Iddio. La gloria e la bellezza di Geova si trovano nei fedeli membri dell’organizzazione terrestre dei servitori di Dio che si conformano ai princìpi di giustizia; e così, in un certo grado, sebbene in realtà limitato, viene riflessa la gloria di Dio. Quando apprendete le disposizioni di Geova menzionate nella sua Parola, decidete di schierarvi dalla sua parte, vi dedicate a lui e sostenete la sua causa, voi divenite l’ornamento di questo gruppo cristiano. Geova conosce quelli che gli appartengono, e se voi gli appartenete egli vi conosce e vi ama. I vostri conservi terreni hanno molta stima di voi, e voi che siete i fratelli più giovani nell’adorazione e nel servizio di Dio costituite ora effettivamente la gioia dell’organizzazione terrestre di Dio. Voi avete la grande responsabilità di mantenervi puri e retti, non seguendo la via delle nazioni che non conoscono Dio, poiché “chi disprezza non disprezza un uomo, ma Dio, che pone in voi il suo spirito santo”. — 1 Tess. 4:8, NW.
5. Che cosa dice a voi altre pecore del Signore 1 Tessalonicesi 2:19, 20, e quale debito avete?
5 Mentre continuate ad esser fedeli a Geova è come se i vostri fratelli più anziani e il vostro più anziano ‘schiavo discreto’ vi dicessero: “Poiché qual è la nostra speranza, o la nostra gioia, o la nostra corona di esultanza? Ebbene, non siete proprio voi, dinanzi al nostro Signore Gesù al tempo della sua presenza? Voi siete certamente la nostra gloria e la nostra gioia”. (1 Tess. 2:19, 20, NW) Perciò avete un grande debito, un debito spirituale verso Dio e verso la sua fedele società, che vi ha portato la verità a cui avete dato ascolto e mediante cui i vostri piedi sono stati guidati nel sentiero della santità e della salvezza. Pagate il vostro debito con lealtà ed amorevole devozione.
6. Menzionate in breve alcuni altri preliminari della santificazione.
6 Si può dire che la santificazione viene ricevuta non soltanto da Dio per mezzo della verità che ci è predicata, ma anche per mezzo della dedicazione a Geova. Quindi la santificazione dei membri del corpo di Cristo viene ottenuta mediante l’unione con lui, mediante lo spirito di Dio che è diffuso su di loro, mediante la fede che nutrono in Geova e nella sua Parola, e con la fede in Cristo Gesù, Suo provvedimento per conferire la vita. Come è scritto: “Secondo la prescienza di Dio Padre, con santificazione di spirito, perché fossero ubbidienti ed aspersi col sangue di Gesù Cristo” — 1 Piet. 1:2, NW.
7. Nel settimo paragrafo, vi sono parecchi argomenti relativi alla bigotteria ecclesiastica. Esprimeteli con parole vostre.
7 Ora, in tutti questi punti relativi alla santificazione e al modo in cui viene ricevuta, dove sono menzionate le ostentate cerimonie ecclesiastiche? In nessun luogo. Esse non hanno nulla a che vedere con la santificazione insegnata dalla Bibbia. Sono invenzioni di uomini che ebbero completamente origine nel paganesimo e furono abbellite dall’immaginazione di moderni adoratori pagani per impressionare e sviare il popolo. Oltre alla Bibbia, una delle principali prove che la pretesa santificazione mediante le fanciullesche cerimonie della cristianità ortodossa è falsa e che contribuisce all’ipocrita bigotteria si trova nel fatto che la cristianità è moralmente cattiva, fradicia e corrotta in ogni sua parte, biasima Geova Dio, combatte contro di lui, non per lui e per la sua causa, perseguita al massimo quelli che cercano di insegnare al popolo i puri princìpi della sacra Parola di Dio ed è condannata alla distruzione per mano del capo vendicatore di Geova, Cristo Gesù, nella prossima battaglia di Harmaghedon. Le sue pagane e false dottrine di cosiddetta “santificazione”, ed altre dottrine e pratiche, non hanno una sola conferma scritturale. Essi fanno un grande torto all’umanità in genere perché nascondono agli occhi del popolo la verità della Parola di Dio, la Bibbia, inerente alla vera santità. I capi e il popolo condividono la loro colpa comune biasimando il nome di Dio.
8. Che cosa devono fare quelli che si sono dedicati alla giustizia?
8 Nella nostra considerazione della santità noi non ci dobbiamo far confondere o scoraggiare da ciò che la religione ortodossa ha fatto a questa aurea espressione della Parola di Dio, che è piena di significato ed è un’esigenza cristiana. Voi che siete dedicati alla giustizia non potete permettervi neanche per un minuto di seguire il vecchio mondo, questo vecchio sistema di cose e i suoi criteri, le sue dottrine, o le sue pratiche. Siate puri. Mantenete la vostra santificazione e la vostra speranza di santificazione che conduce alla vita.
COME È MANTENUTA?
9. Quale argomento scrive Paolo sulla padronanza di sé?
9 Uno degli argomenti che Paolo scrive ai tessalonicesi sulla padronanza di sé è questo: “Che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santificazione e onore, non in bramoso appetito sessuale come anche fanno le nazioni che non conoscono Dio; che nessuno arrivi al punto di danneggiare e usurpare i diritti del proprio fratello in questa faccenda, perché Geova esige la punizione di tutte queste cose, come già vi dicemmo e vi demmo completa testimonianza”. (1 Tess. 4:4-6, NW) (Un uso simile della parola “vaso” è fatto dove Saulo viene chiamato “vaso eletto” in Atti 9:15.)
10. Come è adoperato qui il “vaso”, e in qual modo la padronanza di sé è essenziale?
10 Il corpo di ogni singolo cristiano è qui paragonato ad un “vaso”. Si parla del corpo o dell’io del servitore di Dio come di uno strumento che il cristiano debba adoperare nella maniera giusta. Questo richiede padronanza di sé. Ne deriva fidatezza, e questa fidatezza viene dalla nostra corretta valutazione dei rapporti che abbiamo con Geova Dio, del nostro glorioso tesoro di servizio e della teocratica società del Nuovo Mondo con la parte che vi prendiamo. Chi mantiene la santificazione è un uomo fidato o una donna fidata. Che essa non si mantiene automaticamente ma dev’essere perseguita con costanza è indicato dall’esortazione di Paolo: “Soltanto comportatevi in maniera degna della buona notizia relativa al Cristo, affinché, o che io venga e vi veda o che sia assente, oda parlare delle cose che vi riguardano, che restate fermi in uno stesso spirito, combattendo a fianco a fianco con un medesimo animo per la fede della buona notizia, e non essendo per nulla spaventati dai vostri avversari. Questo infatti è una prova di distruzione per loro, ma di salvezza per voi; e questa indicazione è da Dio, perché a voi è stato dato mediante Cristo non solo il privilegio di riporre la vostra fede in lui, ma anche di soffrire per lui”. — Filip. 1:27-29, NW.
11, 12. Che cosa è necessario per mantenere la santificazione?
11 Noi abbiamo in breve additato le fonti da cui si ottiene la santificazione. Onde la santificazione sia mantenuta è necessario preservar luminose queste fonti che la fanno ottenere. La santificazione viene da Geova Dio. Per mantenerla, rivolgete il cuore sempre a Geova. La santificazione si ottiene per mezzo della verità della Parola di Geova, la Bibbia. Per restare in questa condizione di santa devozione è necessario che la Parola di verità sia costantemente studiata e seguita. Le acque di verità sono rappresentate come un grande fiume, che viene dal tempio di Geova. (Apoc. 22:1, 2) Da questo abbondante fiume i cristiani devono riempire di continuo i loro cuori e le loro menti, e, mentre berranno così queste acque di vita, fonti d’acqua scaturiranno da essi per impartire la vita eterna. — Giov. 4:14.
12 L’opportunità della santificazione fu portata a noi perché fummo serviti da qualche altra persona che predicava la buona notizia della Parola di Dio. La nostra santificazione, da questo punto di vista, dipese da quel ministero. Affinché manteniamo la nostra santificazione è essenziale che siamo attivi nel ministero, portando la verità ad altri. Questa attività è la prova del nostro ministero e glorifica il nostro Dio conforme a ciò che disse il santificato Signore Cristo Gesù: “Il padre mio è glorificato in questo, che portiate molto frutto e vi dimostriate miei discepoli (Giov. 15:8, NW) La devozione verso Geova, mostrata con la nostra immersione in acqua per simboleggiare la nostra dedicazione a lui, dev’essere costante, ed in essa dobbiamo manifestare unità coi nostri conservi. Manteniamo forte la fede che ci mise in relazione con Geova, onde il suo spirito che porta alla santificazione sia sempre su di noi. Come i tessalonicesi, oggi noi conosciamo gli ordini che la Parola di Dio dà ai cristiani. “Giacché conoscete gli ordini che vi demmo mediante il Signore Gesù.” — 1 Tess. 4:2, NW.
SONO SANTIFICATE LE ALTRE PECORE?
13. Paolo indica i santificati. Chi sono essi?
13 Prima abbiamo rilevato che rivolgendosi ai tessalonicesi Paolo scriveva a futuri membri del corpo di Cristo, santificati da Geova Dio perché appartati in modo che compissero l’opera di suoi figli spirituali. “Inoltre, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza circa quelli che dormono nella morte, affinché non vi rattristiate come gli altri che non hanno speranza. Poiché se abbiamo fede che Gesù morì e risuscitò, così pure quelli che si sono addormentati nella morte Iddio li trarrà a sé mediante Gesù. Poiché questo vi diciamo mediante la parola di Geova, che noi viventi che sopravviviamo alla presenza del Signore non precederemo affatto quelli che si sono addormentati nella morte, perché Il Signore stesso scenderà dal cielo con grido di comando, con voce di arcangelo e con tromba di Dio, e quelli che sono morti in unione con Cristo risusciteranno i primi. Poi noi viventi che sopravviviamo saremo rapiti insieme con loro nelle nuvole per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. Quindi, continuate a confortarvi gli uni gli altri con queste parole”. (1 Tess. 4:13-18, NW) E rispetto al mantenere la santità e all’astenersi dalla fornicazione, Paolo scrisse ai Corinzi: “Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Toglierò io dunque i membri del Cristo e ne farò membri di una meretrice? Non sia mai!” — 1 Cor. 6:15, NW.
14. A chi si riferisce Apocalisse 7:9?
14 Applicati al tempo in cui furono scritti o ai nostri giorni, i precedenti versetti delle Scritture Greche Cristiane che abbiamo considerati si riferiscono direttamente ai santificati, consacrati, spirituali figli di Dio. Che cosa si potrebbe dire dunque riguardo alle altre pecore del Signore Gesù? Che dire, per esempio, della grande folla di servitori di Dio a cui si riferisce Apocalisse 7:9 (NW), dichiarando: “Ecco! una gran folla, che nessun uomo poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di abiti bianchi, e con palme in mano”? Il servizio di lode che rendono a Dio è mostrato dal versetto 10 di Apocalisse 7: “Ed essi gridano a gran voce, dicendo: ‘La salvezza appartiene al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello.’”
15. È quella “gran folla” santificata?
15 Questo stesso capitolo di Apocalisse rivela che essi non sono i suggellati 144.000 dell’Israele spirituale. Invece, sono manifestati dopo che si è prestata attenzione alla congregazione o corpo di Cristo. La “gran folla” non è certo santificata in quanto sarebbe composta di membri della congregazione dell’Israele spirituale; tuttavia sono forse le esigenze di santità imposte a loro a causa di tutta la precedente evidenza che abbiamo considerata rispetto alla pura adorazione del vero Dio, il quale è egli stesso santo e giusto? Noi diciamo: Sì, per il fatto che Geova Dio non approva l’ingiustizia, e quelli che appartengono alla gran folla delle sue altre pecore hanno certamente la sua approvazione, se mostrano di essergli devoti con fedeltà. La loro dedicazione è senza dubbio sincera. Il servizio di lode che gli rendono si leva ora in un gran coro a suo onore e gloria. Essi abbelliscono l’organizzazione del popolo di Geova che è sulla terra in questi giorni. Essi amano Geova ed egli li ama. Le loro speranze di vita eterna nel nuovo mondo sono meravigliose. Come Geova ordinò la santità alla classe dei suoi servitori terrestri che non avevano speranze celesti come fu detto loro in Levitico, allorché Dio richiamò attenzione sulla sua propria santità, e come Pietro pose questo stesso principio per dirigere i cristiani dei suoi giorni, così si applica ora a tutti i cristiani dei giorni nostri, comprese le altre pecore del Signore.
16. Dove viene rappresentato che serva la “gran folla”, e a quale conclusione ci porta questo?
16 “’C’è un’altra ragione che ci porta a questa conclusione, ed è il fatto che Apocalisse 7:15 raffigura questi componenti della grande folla “davanti al trono di Dio, e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio, e colui che siede sul trono spiegherà su di loro la sua tenda”. (NW) Non si può affermare che chi serve Geova nel suo tempio o rispetto al suo tempio sia corrotto, empio, malvagio. “Nel suo tempio tutto esclama: Gloria!” — Sal. 29:9.
17. Distinguete la consacrazione dalla santificazione.
17 È santificazione sinonimo di consacrazione? No, perché la consacrazione si riferisce all’atto di Geova quando sceglie e dà potere al Sommo Sacerdote Cristo Gesù e agli unti sacerdoti associati con Cristo Gesù. (Si veda La Torre di Guardia del 11 novembre 1952.) La santificazione ha relazione con altre cose. Mette in contrasto chi è giustamente chiamato “santificato” con la persona che non è santificata o con una condizione non santa. Perciò, con assoluta giustezza Geova Dio, per mezzo dell’eletto Giudice, Cristo Gesù, determina chi lo serve fedelmente e merita quindi la sua approvazione a causa della devozione verso di lui.
18, 19. Parlando di coniugi credenti e non credenti com’è applicata dall’apostolo Paolo la santificazione;
18 Notate l’applicazione di questo principio che l’apostolo Paolo scrive nel settimo capitolo di Primo Corinzi quando parla della relativa santificazione di un coniuge incredulo che abbia una moglie cristiana. Egli dice: “Se un fratello ha una moglie non credente, ed ella acconsente di abitare con lui, non la lasci; e la donna che ha un marito non credente, se egli acconsente di abitare con lei, non lasci il marito. [Perché?] Poiché il marito non credente è santificato rispetto alla moglie, e la moglie non credente è santificata rispetto al fratello; altrimenti, i vostri figli sarebbero realmente impuri, ma ora essi sono santi”. — 1 Cor. 7:12-14, NW.
19 In questa divisa famiglia vi è un contrasto fra la favorevole posizione in cui si trova il coniuge non credente rispetto alla moglie credente, o viceversa, e la sfavorevole posizione di entrambi i coniugi se non sono credenti. Risulta che i bambini sono santi, mentre al contrario sarebbero impuri, se nessuno dei genitori fosse stato credente, o se l’altra coniuge non fosse stata santificata rispetto al credente. Questo non significa che il coniuge non credente non sia responsabile della sua condotta d’incredulità, e non significa che la coniuge credente condurrà il marito non credente alla vita eterna nell’incredulità. A noi importa il fatto che l’apostolo Paolo chiama il non credente santificato rispetto alla moglie, benché egli non divenga santificato o “santo”. Noi lo menzioniamo per mostrare che è giusto che le altre pecore del Signore, quando hanno letto nella Parola di Dio le esigenze della santificazione verso Geova Dio, si applichino tali principi di giustizia che si devono seguire ed osservare. È anche giusto che esse sappiano di dover mantenere la condizione di devozione verso la giusta causa di, Dio affinché siano una lode per il suo nome ed ereditino la vita eterna nel suo giusto nuovo mondo. (2 Piet. 3:13) Come è scritto alla santificata congregazione: “Iddio non ci chiamò per permettere impurità, ma rispetto alla santificazione”. (1 Tess. 4:7, NW) Nonostante che le altre pecore non siano membri della “nazione santa” composta di quelli che si chiamano “santi” o “santificati”, esse sono ora in stretta associazione con tale nazione quale parte del “solo gregge” sotto il “solo pastore”. Perciò non devono esercitare fra loro alcuna influenza contaminatrice come fece una volta la: “folla mista” tra i figli d’Israele nel deserto. (Num. 11:4, NW) No; ma devono attenersi alle esigenze di santità che si applicano alle altre pecore del Signore essendo in tal modo sicuri compagni del rimanente del “piccolo gregge” di santificati.
20. Con quale incoraggiamento a star fermi termina Paolo la prima lettera che inviò ai tessalonicesi?
20 Paolo termina la prima lettera indirizzata alla congregazione dei santificati tessalonicesi con una nota felice ed incoraggiante, dicendo: “L’Iddio della pace vi santifichi completamente. E sano in ogni parte sia preservato, o fratelli, il vostro spirito e l’anima e il corpo, senza macchia alla presenza del nostro Signore Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele, ed egli lo farà. L’immeritata benignità del nostro Signore Gesù Cristo sia con voi”. (1 Tess. 5:23, 24, 28, NW) In armonia con la completa santificazione del rimanente del “piccolo gregge” che è ancora sulla terra, Iddio tratterà favorevolmente la “gran folla” di fedeli altre pecore a causa della loro leale relazione col santificato rimanente. — Matt. 25:34-40, 46.
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Astuti promotori di religioneLa Torre di Guardia 1954 | 1° novembre
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Astuti promotori di religione
PERCHÉ le chiese siano più frequentate, oggi le religioni della Cristianità impiegano ogni cosa dalle caramelle agli attori cinematografici americani. Le riunioni religiose di “risveglio” e i movimenti di “ritorno alla chiesa” si fanno di giorno in giorno più popolari. Perché deve il clero ricorrere oggi ad astuti mezzi d’incitamento, perfino a vistose buffonate? La risposta è resa singolarmente evidente dal Crockford’s Clerical Directory, albo della Chiesa d’Inghilterra. Ogni nuova edizione porta di solito una prefazione anonima. Quando uscì la nuova edizione nel giugno 1952, la prefazione ammise: “La Chiesa è incapace di attirare le persone ad ascoltare il vangelo. . . . [La sua predicazione] è come un fiammifero che si accende solo se si strofina sopra superfici speciali”. (Times, 16 giugno 1952) Tale candida dichiarazione fece fremere gli alti prelati sotto i loro abiti clericali. Ma la verità era stata detta. Le chiese, comprese le grandi organizzazioni, trovano difficile attirare gli adoratori soltanto con la loro predicazione.
L’incapacità di attirare il popolo col messaggio che predicano suggerì l’idea che ci doveva essere qualche cosa di sbagliato nel nutrimento religioso servito dal pulpito ai frequentatori delle chiese della Cristianità. Se ricevono un cibo spirituale sano, perché ci dev’essere assenza di attrazione, un gregge apatico? È forse possibile che vi sia una carestia spirituale nel paese chiamato Cristianità? Ma dal nome che la Cristianità assume, si potrebbe immaginare che vi sia abbondanza di cibo spirituale. Eppure quando il clero apre le sue dispense religiose, l’unica abbondanza che si presenta è quella di discorsi su libri, di giuochi di magia, orchestrine, giuochi d’azzardo, lotterie, feste in maschera, merende con bevande e dolciumi, palloncini gonfiati, e buffonate da pagliacci di circo. Perciò si può giustamente domandare: È stata la Cristianità colpita dalla fame spirituale predetta dal profeta di Dio? “Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, l’Eterno, ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno [Geova]”. — Amos 8:11.
Perché mai le chiese della Cristianità dovrebbero usare ogni sorta di astuti mezzi per attirare gli adoratori alla chiesa se le loro dispense fossero piene di cibo spirituale? Quale ragione di apatia e banchi vuoti esiste che sia più potente della carestia spirituale? Parecchie chiese degli Stati Uniti si rivolgono al loro smarrito gregge con la pubblicità dei giornali: “SI DESIDERANO SPETTATORI — Si desiderano uomini, donne e fanciulli che possano sedere su banchi raramente occupati la domenica mattina”. Per occupare i suoi banchi vuoti la Chiesa Presbiteriana Centrale di Haverstraw,
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