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Andammo a servire dove il bisogno è grandeLa Torre di Guardia 1961 | 15 febbraio
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Questa fu una delle numerose benedizioni che abbiamo avute a causa del nostro desiderio di servire dove il bisogno era più grande.
Partiti da Alessandria, facemmo brevi soste a Porto Said e a Suez prima di entrare nel Mar Rosso, attraverso il quale Mosè condusse gli Israeliti. A Gidda, in Arabia, vedemmo i pellegrini musulmani in viaggio verso La Mecca, dove vanno almeno una volta nella loro vita. A Porto Sudan erano i Sudanesi con i loro capelli a forma di cespugli filacciosi. Dopo una breve sosta ad Aden, arroccata su un promontorio, ci dirigemmo verso Oriente solcando l’Oceano Indiano.
SCALO A SINGAPORE
Il viaggio s’avvicinava rapidamente al termine. Il rumore della catena dell’ancora che veniva calata in mare si era appena spento quando un gruppo di fratelli di Singapore salirono a bordo della nave per salutarci. Come fummo contenti di rinnovare la nostra conoscenza col servitore di filiale e con la moglie, che avevamo conosciuti a New York all’“Assemblea Nazionale ‘Volontà Divina’”, e i caldi saluti dei nostri fratelli e sorelle cinesi ci fecero sentire immediatamente come a casa nostra! Mani volenterose afferrarono il nostro bagaglio e in breve tempo i nostri piedi poggiarono saldamente a terra dopo un mese trascorso in mare.
Per la durata della nostra permanenza, non solo dimorammo ma fummo assorbiti nella famiglia di una sorella locale. Come furono gentili e amorevoli! Non dimenticherò mai i volti inquieti delle sorelle che quella sera rivolgevano durante la cena gli sguardi alla volta della stanza, mentre piccole creature simili a lucertole correvano intorno alle luci durante il banchetto di insetti. Presto comprendemmo di quale aiuto fossero e li accettammo quale parte della casa dell’Estremo Oriente.
I giorni furono veramente occupati mentre godevamo i nostri privilegi di servizio e comprendevamo il grande bisogno di proclamatori maturi per aver cura delle numerose persone di buona volontà. Voi potrete meglio capire il senso di urgenza che sentivamo se vi dico che, invece di fare rapporto delle normali settantacinque ore quali pionieri temporanei per due settimane, dedicammo 120 ore al servizio di campo, oltre a trascorrere molto tempo nella preparazione della prossima assemblea di distretto.
Il vincolo di amore che ci univa ai nostri fratelli e sorelle crebbe sempre più finché divenne come se li avessimo sempre conosciuti per tutta la nostra vita. Finita l’assemblea, venne il tempo di partire di nuovo per Sarawak. Dopo un’ultima riunione con i nostri fratelli, cominciammo l’ultimo tratto del nostro viaggio. Qualsiasi esitazione che avremmo potuto provare in precedenza era scomparsa da molto tempo e, spiritualmente rafforzati dall’assemblea teocratica, desideravamo ardentemente ricevere i privilegi che ci attendevano.
SERVIZIO IN SARAWAK
Potemmo trovare una comoda abitazione poco dopo l’arrivo, e dopo alcuni giorni mentre univamo le nostre forze ai due entusiastici missionari, cominciammo a provare la gioia di testimoniare in un territorio in gran parte vergine. Raffiguratevi, se volete, la scena di persone che chiedono di Geova. Oscure teste accennano con approvazione mentre si dà la risposta scritturale; sorrisi di apprezzamento illuminano i loro volti, e prontamente essi accettano la letteratura biblica.
Avevamo sentito parlare dei rovesci tropicali, ma bisogna provarli per comprenderli. Una sera, nel mezzo di un fitto rovescio di pioggia, c’incamminammo dopo il calar delle tenebre, per partecipare ad uno studio biblico con una famiglia, e all’arrivo trovammo che si poteva giungere alla casa solo camminando su un passaggio di tavole lungo 140 metri. Con una pila tascabile in una mano, l’ombrello nell’altra, e tenendo la borsa sotto un braccio, avanzammo verso la casa. Dopo un piacevole studio illuminato dalla fiamma di una rotta lampada ad olio, resa tremula dal soffio del vento, furono fatte molte altre domande bibliche, alle quali rispondemmo prima di andar via. Fuori pioveva ancora e si erano formati piccoli laghetti. Partendo ci togliemmo le scarpe e le calze, rimboccammo i pantaloni o la gonna quanto più potemmo e ci avviammo sul passaggio di tavole ora sommerso diretti verso la strada.
Più lavoravamo fra i nostri vicini più li capivamo e li amavamo. La letteratura si distribuiva facilmente, e dopo breve tempo vi furono poche famiglie della nostra immediata zona che non ne avessero. Anche gli studi si potevano iniziare con facilità, molti alla prima visita. Proiettammo i film della Società in sale, case private, ospedali e perfino in un lebbrosario, con una media di cento spettatori a ciascuna delle tredici proiezioni. I risultati furono presto evidenti. I partecipanti allo studio de La Torre di Guardia salirono da sei a dieci e a dodici, e quando cominciò un regolare programma di adunanze pubbliche i presenti salirono a quindici, con massimi di venti o più, tutto questo in meno di sei mesi.
Un missionario ricevette una lettera da una studentessa cinese alla quale aveva fatto impressione ciò che aveva visto in un film della Società. Benché i suoi genitori fossero buddisti, ella si sentiva ‘attratta dalla “buona notizia” e desiderava avere maggiori informazioni’, ella spiegò. Si dispose di tenere presto uno studio e in breve tempo questa adolescente frequentava le adunanze e partecipava regolarmente al servizio di campo, in cui poteva offrire valido aiuto per comunicare con i residenti di lingua cinese.
In un altro studio biblico a domicilio un amico del padrone di casa venne a fargli visita e, invitato a partecipare, fu molto ben disposto. Quantunque lo studio originale fosse interrotto, questo affamato di verità perseverò e, prima ancora che terminasse lo studio dell’opuscolo, cominciò a frequentare lo studio de La Torre di Guardia e a far commenti, sebbene questo significasse un viaggio di andata e ritorno in bicicletta di ventidue chilometri col sole ardente o con la pioggia torrenziale.
Naturalmente, la nostra attività non fu trascurata dalle altre missioni religiose, particolarmente quando molti loro studenti si rivolsero a noi per avere la risposta alle loro domande bibliche. Fu iniziata una campagna di intimidazione. Mentre alcuni smisero di studiare, altri si mantennero saldi. Si fece quindi pressione sugli elementi politici e il nostro visto fu annullato. Facemmo domanda perché la nostra questione fosse considerata di nuovo, ma la nostra domanda trovò orecchie sorde. Fummo costretti a lasciare l’assegnazione della nostra isola.
Mentre la nave si allontanava dal porto, molti degli amici che avevamo trovati da poco tempo erano presenti per esprimerci il loro amorevole apprezzamento per l’aiuto che era stato loro dato. Le nostre preghiere sono state lunghe e ardenti in loro favore, e Geova non li ha dimenticati. Per posta abbiamo appreso che i più forti stanno facendo molto per aiutare altri, e lo studio de La Torre di Guardia si tiene regolarmente. Nonostante gli sforzi dei falsi pastori per opporsi alla volontà divina, il braccio di Geova non è divenuto corto, e quelli che continuano a seguire il Giusto Pastore otterranno la vita nel nuovo mondo.
Nonostante che fossimo costretti a partire da Sarawak insieme alla nostra figliuoletta di tre mesi, nata poco dopo il nostro arrivo, il nostro desiderio di servire dove il bisogno è grande non era diminuito. Milioni di altre persone abitano in questa parte del mondo; pensavamo di poterci dimorare anche noi. Noi desideriamo essere dove vi è il massimo bisogno d’aiuto. Presto ci fu offerta la possibilità di entrare in un altro Paese, la Federazione Malese.
Sin dal nostro arrivo in questa nuova assegnazione ci è stato dato il privilegio di pionieri speciali e noi ne siamo grati. Ora siamo nel secondo anno di servizio in campo estero e dedicandoci al ministero abbiamo trovato protezione dagli stessi e reali pericoli del materialismo e dagli altri mali del mondo di Satana. La nostra piccola entrata e i nostri risparmi sono stati come i pani e i pesci che Gesù usò per cibare la moltitudine; noi abbiamo abbastanza per sostenerci. Come Geova ci ha riccamente benedetti! Come siamo felici d’aver accettato il Suo invito di servire dove il bisogno è grande! — Da un nostro collaboratore.
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“Denutrizione spirituale”La Torre di Guardia 1961 | 15 febbraio
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“Denutrizione spirituale”
L’ECCLESIASTICO e scrittore religioso americano Roy L. Smith ha scritto a proposito del cibo spirituale dispensato dalle chiese della cristianità: “Un popolo che vende i princìpi per guadagno, che baratta il carattere per piacere o sacrifica l’umanità per interesse, dev’essere preparato alla disintegrazione che seguirà inevitabilmente. La causa di un simile collasso è la denutrizione spirituale. Abbiamo mangiato molto cibo, ma non ha prodotto l’energia necessaria nella crisi. Più di una generazione fa, il dottor Stephen M. Babcock, dell’Università del Wisconsin, fece la sorprendente scoperta che il bestiame può mangiare prodigiose quantità di cibo e allo stesso tempo morire di fame. Ulteriori investigazioni rivelarono che il cibo vitale contiene uno strano elemento chiamato vitamine, che dà la vitalità necessaria alla vita, e che il valore di ogni cibo dipende dalla quantità di vitamine che contiene. Il collasso spirituale di questi ultimi giorni rende evidente il fatto che ci siamo nutriti di un cibo che manca di vitamine spirituali. . . . Siamo stati nutriti abbondantemente, ma non ben nutriti”. — Treasury of the Christian Faith, pagina 267.
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Un mondo non cristianoLa Torre di Guardia 1961 | 15 febbraio
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Un mondo non cristiano
● “Pare che la Chiesa Cristiana abbia perduto . . . la capacità di parlare delle sue credenze in maniera da dare l’impressione di qualche cosa di reale e vivente. Il linguaggio dei teologi pare sia divenuto così artificiale, così egocentrico e così remoto dalla vita reale che si può solo sognare dei tempi in cui la teologia prendeva la direttiva nelle università ed esercitava la più formativa influenza sulla vita intellettuale delle nazioni occidentali. . . . Noi viviamo, per ogni scopo pratico, in un mondo non cristiano. . . . La mentalità dell’uomo moderno è colorata dal prevalente ateismo, non dall’antiateismo. Non c’è più posto per il concetto di Dio e, perciò, non ve n’è per la fede cristiana”. — Hanns Lilje, vescovo luterano di Hannover, dalla citazione del Times di New York.
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