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  • L’organizzazione teocratica di Geova oggi
    La Torre di Guardia 1952 | 1° agosto
    • 16. Quale consiglio scritturale trascurano gli speculatori che noi dovremmo seguire?

      16 “‘Lo schiavo e i domestici e le altre pecore camminano insieme l’uno con l’altro e con Dio e Cristo. Essi non sono fuori strada e non dovrebbero nemmeno considerar di cambiare strada per seguire sparsi esaltati che trascurano il consiglio scritturale su queste cose. “Se alcuno insegna altra dottrina e non approva le sane parole, quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è in armonia con la devozione divina, egli è gonfio d’orgoglio, non comprendendo nulla, ma essendo mentalmente malato per questioni e controversie riguardo a parole. Da queste cose sorgono invidia, lotta, discorsi ingiuriosi, malvagi sospetti, violente dispute intorno ad inezie da parte di uomini corrotti di mente e privati della verità”. “Custodisci quello che ti è stato affidato, allontanandoti dai vuoti discorsi che violano ciò che è santo e dalle contraddizioni della falsamente chiamata ‘conoscenza’. Per far mostra di tale conoscenza alcuni hanno deviato dalla fede”. “Continua a tenere il modello di sane parole che tu udisti da me con la fede e l’amore che sono in relazione con Cristo Gesù”. “Continua a rammentar loro queste cose, esortandoli davanti a Dio come testimone, non a lottare per parole, cosa di nessuna utilità perché sovverte quelli che ascoltano. Ma evita i discorsi vuoti che violano ciò che è santo; poiché essi avanzeranno sempre più in empietà, e la loro parola si spargerà come cancrena”. “Essi sovvertono la fede di alcuni”. “Respingi le domande stolte e speculative, sapendo che producono contese”. ‘Tenete d’occhio quelli che creano divisioni e cause d’inciampo contrarie all’insegnamento che voi avete imparato, ed evitateli.’ — Rom. 16:17; 1 Tim. 1:4, 7; 6:3-5, 20, 21; 2 Tim. 1:13; 2:14, 16-19, 23-26; Tito 3:9-11, NM.

      PERCHÉ NOI RIGETTIAMO RECISAMENTE L’INVITO ALL’UNIONE DELLE FEDI

      17. In quali due grandi divisioni cadono le chiese della Cristianità? e provvede alcuna di esse il “cibo a suo tempo”?

      17 Molti nella Cristianità diranno irosamente che i testimoni di Geova presumono troppo. Questo è ciò che Kore protestò contro Mosè. (Num. 16:3) Tuttavia i fatti mostrano che i testimoni di Geova sono quelli che predicano della istituzione del Regno, e che avvertono tutte le nazioni dell’avvicinarsi di Harmaghedon. La loro organizzazione è diretta teocraticamente, ed essa reca il cibo spirituale che è appropriato. Quale ortodossa organizzazione religiosa della Cristianità provvede nuovo cibo spirituale per questi tempi critici? Non offrono forse i fondamentalisti ancora gli stessi aridi rifiuti, cianciando ancora gli stessi credi vecchi di secoli, e ripetendo monotonamente senza posa le loro poche dottrine fondamentali prese a prestito dal paganesimo? Invero, “la loro religione è una beffa, una semplice tradizione imparata a memoria”. (Isa. 29:13, Mo) Le chiese moderniste hanno prodotto nuovi insegnamenti che si adattino ai tempi, ma le loro nuove offerte non sono appropriate per la predicazione dell’evangelo. Invece, esse abbandonano la Bibbia, rigettandola come mito e leggenda, considerandola al massimo solo come buona letteratura, e offrono scienza ed evoluzione, psicologia e psichiatria, nello sforzo di esser popolari con una civilizzazione materialistica. Iddio dice recisamente che nella Cristianità “le tavole son piene di vomito”. Fra loro la carestia spirituale regna sovrana. Quale contrasto fra la condizione dei loro seguaci e quella dei testimoni di Geova! — Isa. 28:8; 65:13-15; Ger. 2:13; Amos 8:11, 12.

      18. Che cosa dovrebbero ricordare quelli che condannano il modo di parlare chiaro come intollerante?

      18 “Sostituendo gli antichi paganismi o le filosofie moderne alle verità contenute nella Bibbia, le religioni della Cristianità corrispondono al recidivo Israele che professava di essere il popolo di Geova: “Il bue conosce il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone; ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento”. (Isa. 1:3) Esse si sono messe nella posizione per la dolorosa condanna, contro la quale gridano che è intollerante. Ma non dice Iddio stesso qui che hanno meno senno del bue e dell’asino? La sua Parola li chiama “cani muti” e “cani ingordi”. Cristo Gesù li chiamò stolti e bugiardi e figli del Diavolo. Sarcasmo e scherno e derisione sono usati contro i falsi religionisti. Notate le parole di Giobbe rivolte ad alcuni di questi: “Come hai bene aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza! Come hai ben consigliato chi è privo di sapienza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!” Per un altro esempio di derisoria ironia, considerate le parole di Elia dette ai falsi adoratori quando il loro dio mancò di rispondere dopo ore di adulazione: “Gridate forte; poich’egli è dio, ma sta meditando, o è andato in disparte, o è in viaggio; fors’anche dorme, e si risveglierà”. (1 Re 18:21-28; Giob. 12:2, 7, 8; 26:2, 3; Isa. 56:10, 11; Matt. 23:17; Giov. 8:44) Questo dovrebbe far riflettere quelli che infiammatamente inveiscono contro i testimoni di Geova perché essi parlano chiaro riguardo alle false religioni. Per condannare tale chiaro modo di parlare devono anche condannare la Bibbia e Dio stesso!

      19. Quindi perché un Cristiano non può unirsi a un movimento per unione delle fedi, e che cosa dovrebbe tollerare senza protestare se lo seguisse?

      19 Tutto quello che è stato detto dimostra chiaramente che i Cristiani non possono unirsi ai movimenti per l’unione delle fedi. Non lo possono come non poterono unirsi Abele con Caino, o Israele con l’Egitto o con i Cananei, o Gesù con gli scribi e i Farisei e i Sadducei, o i primi Cristiani con la fusione religiosa di Costantino fra il paganesimo e la Cristianità apostata. Per un Cristiano entrare nell’ovile della unione delle fedi significherebbe che egli dovrebbe tollerare insegnamenti pagani sotto l’etichetta cristiana, dovrebbe tollerare le pretese che Dio torturi diabolicamente le anime in laghi di fuochi, dovrebbe tollerare la bestemmia che per denaro Dio rilascerebbe sofferenti anime da un ardente purgatorio, dovrebbe tollerare il giuoco d’azzardo, dovrebbe tollerare la veduta che Gesù non fosse il Messia ma un impostore, dovrebbe tollerare la diabolica dottrina dell’evoluzione, dovrebbe tollerare l’ipocrisia clericale e gl’intrighi politici, dovrebbe tollerare la religiosa provocazione di guerra e i cappellani che benedicono Cristiani i quali uccidono Cristiani, e così ancora e ancora si potrebbe enumerare una interminabile sequela di bestemmie che il Cristiano dovrebbe tollerare in silenzio. Egli dovrebbe strizzar l’occhio al peccato, chiudere gli occhi all’errore, turare le orecchie alla bestemmia, render muta la sua lingua per tollerare silenziosamente il male. Temendo di offendere gli uomini a parole o a fatti, egli offenderebbe Dio tollerando nel nome della tolleranza ogni satanico laccio che troverebbe nella sua via. Sarebbe troppo inadatto e sozzo per il servizio di Geova, applicandosi a lui il proverbio: “Il cane è tornato al suo proprio vomito, e la troia ch’era lavata a voltolarsi nel fango”. Tornare alla sozzura di questo mondo dopo esserne stati separati e purificati vorrebbe dire farci sudditi inadatti per qualsiasi ulteriore misericordia di Geova. (Ebr. 10:26; 2 Piet. 2:20-22; Apoc. 18:4, NM) Per l’immeritata benignità di Geova apprezziamo e seguiamo quindi la visibile organizzazione teocratica che egli ha stabilita nel nostro giorno.

  • Verità appresa per tempo
    La Torre di Guardia 1952 | 1° agosto
    • Verità appresa per tempo

      Il 6 giugno 1950, il sessantenne Teodoro Barrameda morì sulla sedia elettrica a Muntinlupa, Rizal, nelle Isole Filippine. Egli fu giustiziato perché era stato un collaboratore dei Giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Il suo caso fu molto insolito e causò grande emozione fra il popolo.

      Dal 1931 al 1933 quest’uomo era stato un poliziotto a Lipa. Poi servì come soldato, dopo di che si dedicò al lavoro dei campi. Poco prima della guerra si interessò nella politica e si arruolò nella “quinta colonna” Ganap filippina a Batangas. Quando i Giapponesi occuparono il paese egli si arruolò nella loro forza di polizia d’occupazione.

      Finita la guerra, fu incriminato e condannato al carcere a vita per quattro motivi. Fu accusato di essere stato complice della morte di quattro Americani, oltre ad aver bruciato una donna anziana, ucciso a sangue freddo due ragazzi ciechi e dato aiuto e incoraggiamento al nemico. Queste accuse, comunque, egli le smentì recisamente. Quando fu fatto l’appello la corte suprema con una capovolta legale mutò la condanna a vita in condanna a morte. Due volte egli chiese grazia al presidente Quirino e due volte il Presidente si rifiutò di commutare la condanna. Ogni sforzo umano per salvare la sua vita fallì.

      Quindi qualche cosa accadde. Durante la sua prigionia Barrameda venne in contatto col messaggio del Regno e conobbe il proposito di Dio di stabilire un nuovo mondo di giustizia sotto il Suo diletto Re Cristo Gesù. Egli cominciò a studiare la Bibbia, acquistò conoscenza della verità, fece una consacrazione, e venne battezzato il 12 giugno 1949. Durante il suo ultimo anno di vita servì come uno dei testimoni di Geova dietro le mura della prigione.

      Il giorno dell’esecuzione venne, e il formale ordine di morte fu letto dal direttore della prigione. Tutti i presenti furono stupiti per la compostezza e la calma di Barrameda. Invece di trascorrere le ultime poche ore piangendo e gemendo e ascoltando una messa, come fanno molti superstiziosi prigionieri cattolici, quest’uomo cantò cantici del Regno in lode a Geova, grato d’aver avuto l’opportunità di apprendere la verità prima della sua morte. Egli parlò anche liberamente con i carcerieri della prigione, dando loro conforto e speranza. La sua coscienza era pulita. Nell’ignoranza si era trovato immischiato nella politica, ma era del tutto innocente dei barbari crimini per i quali veniva giustiziato. Egli dichiarò che era “una vittima di architettate accuse”, come il dott. José Rizal, il nazionale eroe filippino.

      Portato nella camera mortuaria, rifiutò di prendere la morfina o il cloroformio, dicendo: “Solo il colpevole vorrebbe essere anestetizzato”. In modo diverso da quello degl’induriti criminali che sono odiosi e aspri, egli salutò gentilmente quelli che lo legavano alla sedia, con lo spirito di un vero Cristiano. — Matt. 5:44; Atti 7:60; Rom. 12:14; 1 Cor. 4:12, 13.

      La risolutezza e la serenità mentale che ha chi sa di avere ragione fece una grande impressione a quelli che furono presenti alla morte di Barrameda. Come scrisse il giornalista Virgilio Talusan nel Daily Mirror di Manila: “I sei giornalisti che assistettero all’esecuzione, come anche gli altri testimoni, furono unanimi nel lodare il coraggio dell’uomo. Ma io chiedo di differire da loro. Io credo che non sia coraggio ma rassegnazione, sostenuta dalla fede nella credenza dell’uomo d’un giudizio nella vita futura”. Dicendolo con migliori parole, Barrameda temette Dio Onnipotente, non quelli che uccisero il suo corpo. La sua speranza era nella risurrezione, e, come il malfattore che pendeva al palo di tortura presso Gesù, egli fece appello al Supremo Giudice sperando nella vita nel nuovo mondo paradisiaco di giustizia. — Matt. 10:28; Luca 23:39-43.

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