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La vostra lettera è portata a destinazioneSvegliatevi! 1971 | 22 aprile
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in paese lontano, la calorosa corrispondenza personale può contribuire a mantenere i vincoli familiari o amichevoli.
La rapidità ed efficienza del corriere persiano a cavallo suscitò l’ammirazione di Erodoto, lo storico greco. La sua espressione comprese queste parole, ora scritte sull’ingresso della Direzione Generale delle Poste nella città di New York: “Né la neve né la pioggia né il calore né l’oscurità della notte fa sostare questi corrieri dal completare rapidamente i loro giri stabiliti”. Anche mentre dormite, la vostra posta compie velocemente il suo percorso.
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Attrazioni del mondo sottomarinoSvegliatevi! 1971 | 22 aprile
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Attrazioni del mondo sottomarino
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Isole Sottovento
MUNITI di respiratore subacqueo o semplicemente di maschera e pinne, gli uomini esplorano ora le meraviglie del mondo sottomarino. Vadano altri sulla luna e predispongano altre imprese nello spazio; gli entusiasti subacquei sono felici di esplorare alcune di queste zone poco conosciute del nostro pianeta. La vita e le attività sottomarine offrono il loro particolare fascino. Il mondo del silenzio offre un rilevante contrasto rispetto al frastuono e all’agitazione della vita di superficie.
L’avventura sottomarina non deve necessariamente implicare l’indiscriminato massacro degli abitanti del mare. Ci sono anche scopi buoni e pratici. Gli oceanografi che si rendono conto del grande potenziale della coltivazione subacquea suggeriscono questa come una soluzione parziale del problema alimentare del mondo. Studenti di botanica e biologia s’interessano vivamente alla flora e alla fauna del mare. Molti altri sono attratti dalla bellezza e dai colori e dalle miriadi di forme artistiche di cui i mari abbondano.
Il luogo preferibile per tale avventura sotto le onde è il mare tropicale, dove la temperatura dell’acqua non è troppo fredda per le lunghe visite sottomarine. Le chiare, pulite acque dei mari corallini invitano all’avventura nei luoghi migliori.
La barriera corallina
Perché i mari corallini sarebbero una speciale attrattiva? Perché il corallo vive nelle acque che sono sufficientemente agitate da assicurare la sostituzione d’acqua e la conseguente provvista fresca di plancton microscopico, e intorno alla crescita del corallo deve trovarsi la massima varietà di vita sottomarina. Le creature più piccole cercano la protettiva barriera corallina con le sue moltitudini di caverne e crepacci, mentre quelle più grandi si aggirano di continuo nelle vicinanze sperando d’incontrare alcune piccole creature incaute che si siano allontanate eccessivamente.
Che cos’è questa barriera corallina? Può sembrare come roccia perforata. Comunque, la sua formazione non è affatto simile a quella della roccia. La formazione corallina è, infatti, il risultato delle fatiche architettoniche di molte generazioni di minuscole creature marine, creature che hanno relazione con la comune medusa e con l’anemone di mare. Queste creature, chiamate polipi, sono simili alla gelatina, flessibili, di forma cilindrica. Un’estremità è ancorata alla colonia corallina, le abbandonate dimore di una precedente generazione. L’altra estremità è la bocca della creatura che si apre di notte in una frangia di piccoli tentacoli che si estendono alimentandosi del plancton sospeso alla superficie delle acque. Ciascun polipo edifica intorno a sé una copertura protettiva, una sorta di appartamento individuale formato di carbonato di calcio secreto dalla sua epidermide. Durante il giorno questi polipi si ritirano dentro i loro rifugi.
Con un infinito numero di questi minuscoli architetti all’opera l’uno accanto all’altro, che costruivano verso il sole, di anno in anno, di secolo in secolo, la barriera assunse il suo aspetto attuale. Vi misero radice piante marine, vi presero dimora le alghe marine e le spugne, tutte parteciparono in qualche modo a cementare insieme la costruzione. Come risultato, si è avuta la barriera corallina, spesso definita “l’isolato degli appartamenti sottomarini”.
In genere la barriera si trova nelle basse acque costiere dove la luce e il calore del sole penetrano abbastanza profondamente. Pare che la ragione sia il fatto che dentro il corpo di ciascun polipo siano piante microscopiche che contribuiscono in modo essenziale al suo processo digestivo e, come la maggioranza delle piante, dipendono dalla fotosintesi. Senza la luce solare queste piante muoiono, e perciò muore il polipo.
Per quanto l’architettura della barriera corallina sia forte e durevole, ci sono anche forze disintegratrici di cui non sono le minime potenti tempeste che spesso staccano pezzi di corallo del peso di parecchie tonnellate gettandoli come stecchini in cima alla barriera.
Varietà di coralli
Ci sono anche altri coralli, che non edificano sulla barriera vera e propria, sebbene la loro presenza ne accresca in effetti la massa. C’è l’Acropora cervicornis, la cui crescita somiglia a quella di massicci rami d’albero, alcuni lunghi da quattro metri e mezzo a sei metri circa e spessi alla base fino a sessanta centimetri. Il corallo Palythoa mammillosa assume la forma di lobi di varia misura con divisioni molto simili alle circonvoluzioni cerebrali. Questi crescono in bacini di maree presso la barriera.
C’è il corallo urticante, che è la rovina dei subacquei, poiché può infliggere una dolorosa ferita alle creature che gli si avvicinano troppo. Un altro tipo di corallo è nella forma molto simile alla lattuga. I coralli teneri, a differenza dei coralli rocciosi, comprendono l’Orbicella annularis dal colore vivace, altri che sembrano semplicemente una massa flaccida, con soffici, spugnose, ramificate dita, e altri ancora che sembrano simili a larghi piatti, alcuni del diametro da un metro e mezzo e due metri e mezzo circa, che hanno i polipi disposti in circoli concentrici.
Signori della barriera
Nonostante che i polipi dei coralli siano gli architetti e maestri costruttori, si deve ammettere che i pesci sono veramente i signori della barriera. Qui si alimentano e si esercitano trovando rifugio contro i grandi predatori del mare. Gli abitatori della barriera sono di una fantastica varietà di forme, misure, colori e segni strani. Visti sullo sfondo delle molte sfumature coralline, rammentano i variopinti uccelli e farfalle tropicali che volteggiano intorno a un giardino fiorito. Essi son rossi, verdi, gialli, blu e di ogni leggiera sfumatura intermedia. L’attività è fatta di rapidi scarti e brevi arresti fra i frastagliati coralli. La vigilanza e la mobilità, sono vitali. Per questa ragione la maggioranza degli abitatori della barriera sono di modeste dimensioni.
Vicino alla barriera, sul fondo sabbioso, si possono vedere i piccoli pesci Opisthognathidae con la testa gialla che si scavano la tana mediante le mascelle. La tana, profonda solo alcuni centimetri, provvede un rifugio in cui si ritira infilando prima la coda ogni qualvolta minaccia il pericolo. Tali tane sono di solito provviste di file di sassi attentamente scelti. Banchi di pesci angelo e di pesci balestra, alcuni dei quali hanno bei disegni, passano nei pressi. Sulla superficie della barriera stessa il pesce pappagallo di color blu, col becco da uccello, staccherà pezzi di corallo alimentandosi dei gustosi polipi che vi sono dentro.
Profondamente annidati negli angoli e nei crepacci della barriera o nascosti fra mucchi di antiche pietre da zavorra di navi naufragate vive forse il più formidabile di tutti gli abitatori della barriera corallina, la verde murena lunga un metro e ottanta centimetri e la sua maculata cugina Gymnothorax moringa. Queste sono creature dai denti affilati che potrebbero recidere con un morso le dita d’una mano o di un piede a un uomo se non stesse attento a dove li metterebbe. Al di là della barriera, in acque più profonde, si tengono in agguato i predatori più grandi, sempre vigili, in attesa dell’opportunità per un buon pasto: il pesce martello, il pescecane dalla coda bianca, lo squalo giallo e il grande barracuda lungo quasi due metri.
Il barracuda, fatto per esser veloce ed esercitare potenza aggressiva, fa un’accurata selezione di ciò che mangia. Alcuni dei rari attacchi agli uomini si crede vengano da queste creature compiuti per errore. In genere uccidono solo ciò che mangiano, e pare che non ci sia nelle loro uccisioni né spreco né deliberata crudeltà.
Mentre questi pesci più grandi al di là della barriera pongono alcuni problemi ai visitatori umani nel mondo sottomarino, c’è un altro pericolo più immediato da cui devono guardarsi. Prendete, per esempio, la comune Echinoide. È una creatura munita di appuntiti aculei simili al riccio che si scava tane. Quando si tocca, gli aculei penetrano nella carne e si staccano. È molto difficile toglierli e possono presto produrre infezione.
Un altro pericolo è la medusa urticante. Come per disarmare il visitatore, queste son fatte a sfumature turchine, marroni e gialle. Ma molte di esse possono inferire una sorprendente puntura. Una delle più pericolose di queste è la cosiddetta Physalia. Galleggia alla superficie, facendo penzolare i suoi lunghi filamenti urticanti. Aver a che fare con una di esse significa ricevere una cattiva puntura, che in qualche raro caso può causare anche la morte.
Non è fuori luogo notare qui il pericolo per i polipi, questi minuscoli architetti della barriera. La pungente stella di mare comunemente cerca e digerisce quanti polipi può trovare. Comunque, nella zona del Pacifico sembra che ci sia un’esplosione della popolazione delle stelle di mare, tanto che i polipi sono spazzati via da una barriera dopo l’altra, trasformandole in cimiteri coperti di alghe o privi di vita, isolati da abitazione condannati.
Il modo sottomarino ha di certo la sua varietà, i suoi pericoli e le sue attrattive, esattamente come li ha il mondo alla superficie. Il visitatore della barriera corallina che riflette su tutte le meraviglie viste nel mondo del silenzio non può fare a meno di meravigliarsi e di ammirare queste moltitudini di creazioni di Colui che in principio comandò: “Brulichino le acque di un brulichio di anime viventi”. — Gen. 1:20.
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Perché volano in formazioni a VSvegliatevi! 1971 | 22 aprile
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Perché volano in formazioni a V
I DUE specialisti aerodinamici dell’Istituto di Tecnologia della California sono pervenuti alla conclusione che i grandi uccelli migratori volano in formazioni a V per ragioni pratiche. Pare che volando in questo modo gli uccelli spingano l’un l’altro ad aumentare la loro portata di volo fino al 71 per cento. La teoria si basa quasi interamente sulle leggi dell’aerodinamica, anziché sulle osservazioni del volo degli uccelli. Ma gli angoli a V e le distanze che questi specialisti han dedotto dai loro calcoli sono molto simili a quelli che si vedono nei voli degli uccelli migratori.
Secondo la loro conclusione, ciascun uccello in volo compie una forte trazione o movimento ascensionale d’aria con la punta delle sue ali. Assumendo un posto nella formazione in modo da trarre pieno vantaggio da questa spinta, l’uccello che segue è aiutato a volare più facilmente in avanti. Questo è molto simile al modo in cui i falchi o i piloti di aliante si valgono di una corrente ascensionale per tenersi in alto. Volando in questo modo si riduce la velocità in avanti degli uccelli, ma se ne estende la portata di volo. E allorché considerate quante centinaia di chilometri percorrono gli uccelli migratori potete comprendere perché questo tipo di volo è assai più pratico.
Può sembrare che volando nella formazione a V l’uccello di punta debba fare il massimo lavoro. Ma i calcoli degli specialisti mostrano che in questo modello di volo la spinta degli uccelli da entrambi i lati dell’uccello di punta si estende in avanti abbastanza da aiutare anche lui. Comunque, questo dipende dallo spazio che s’interpone fra gli uccelli e dalla forma della V. Probabilmente l’uccello di punta deve fare in effetti più lavoro, e, perciò, dev’essere l’uccello più forte o forse il miglior esperto di rotta. Anche gli uccelli delle punte più estreme della V possono alleggerirsi il peso rimanendo un po’ più indietro.
Ora, che cosa aiuta gli uccelli a stare al loro posto mentre volano in questo modo? L’analisi mostra che se l’uccello va più avanti del suo proprio posto, sente immediatamente un aumento di fatica. Questo lo farà tornare indietro al suo proprio posto. Se resta indietro, fa meno lavoro ma si ritiene che la “pressione sociale” lo costringa poi a riprendere il gruppo. Gli analisti ragionano che forse le continue strida della selvaggia oca canadese quando è in volo costituisce in realtà un richiamo per mantenere gli uccelli più pigri al loro posto.
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Una fonte di energiaSvegliatevi! 1971 | 22 aprile
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Una fonte di energia
● Una molecola d’acqua è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Quando idrogeno e ossigeno si uniscono per formare l’acqua, si libera considerevole energia. Se 1/2 chilo di idrogeno puro si unisse a 4 chili di ossigeno puro per formare l’acqua, si libererebbe sufficiente energia da tenere accesa una lampada elettrica da 60 watt per 325 ore. Elementi di combustibile che sfruttano questa reazione sono stati prodotti e usati in alcuni veicoli spaziali.
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