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Che cosa accade agli Indiani del Brasile?Svegliatevi! 1972 | 22 novembre
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In una conferenza a un congresso di antropologia, L. B. Horta Barbosa commentò gli sforzi dei gesuiti: “La storia non registra il nome di una sola tribù brasiliana che abbracciasse la fede cattolica e per mezzo d’essa venisse in seno alla civiltà”.
Oggigiorno l’organo governativo FUNAI non permette a nuove missioni di lavorare in qualsiasi posto fra gli Indiani. Nel Parco Nazionale Xingu, per esempio, sono ammessi solo studenti, ricercatori e, in piccolo numero, giornalisti. Non è permesso di entrare né a missionari brasiliani né a quelli stranieri.
Predicazione della buona notizia del Regno di Dio
I ministri in servizio continuo dei cristiani testimoni di Geova hanno tenuto studi biblici a domicilio con Indiani civilizzati di Macapá, vicino all’equatore, e in altre zone. Alcuni Indiani guarani, che vivono nella civiltà, sono dedicati cristiani testimoni di Geova. Ad Autazes, nell’Amazzonia, parecchi Indiani civilizzati hanno accettato la verità biblica e fatto del vero cristianesimo il loro modo di vivere.
In precedenza, questi Indiani appartenevano alle religioni della cristianità, ma questo non aveva cambiato le loro fondamentali usanze morali. Per esempio, non prendevano sul serio la necessità d’essere onesti e morali, come richiede la Bibbia. “Ma ora che studiano la Bibbia”, fu detto a un Testimone dal sindaco, “si può lasciare tutto sulla riva del fiume; nessuno ruba più”. Inoltre, quelli che una volta vivevano in “matrimonio consensuale” sono ora legalmente sposati. La verità biblica ha realmente cambiato le loro usanze morali e religiose e li ha fatti conformare alle alte norme stabilite dal vero Dio Geova.
Nella loro opera di predicazione, i testimoni di Geova hanno anche cercato di mettersi in contatto con la gente delle tribù nelle giungle. E la buona notizia del regno di Dio penetra nell’interno del paese, allorché alcuni Indiani che hanno imparato la verità di Dio vanno a visitare le loro tribù. Si spera dunque che altri abbandonino le loro superstizioni e accettino la verità della Bibbia che conduce alla vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio.
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Alimenti senza limiti dal mare?Svegliatevi! 1972 | 22 novembre
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Alimenti senza limiti dal mare?
● Scrivendo nell’articolo “L’uomo, gli alimenti e l’ambiente”, L. R. Brown e G. Finsterbush commentano l’affermazione che l’oceano sia una principale fonte di alimenti per la crescente popolazione della terra:
“Più l’uomo ha guardato da vicino, più è stato evidente che l’oceano non è un illimitato deposito di alimenti sempre lì per esser presi. . . . Il mare aperto — si calcola il 90 per cento dell’oceano — è considerato un deserto biologico, che non offre quasi nulla all’attuale pesca mondiale e offre poche possibilità per il futuro. Metà del pesce che si pesca nell’oceano è prodotto dalle acque costiere e da poche zone al largo, che costituiscono insieme quasi il 10 per cento della superficie oceanica. Circa l’80 per cento della pesca mondiale si fa in queste zone. . . . L’uomo sogna di coltivare le distese oceaniche con metodi simili a quelli usati sul suolo. Ci sono, comunque, gravi limitazioni tecnologiche, economiche e politiche e il passaggio da pescatore a coltivatore dell’oceano non è imminente. La speranza dell’uomo per l’immediato futuro non dipende dall’oceano ma dall’accrescere la produttività del suolo”.
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