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  • Perché tante nuove sette?
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • Perché tante nuove sette?

      DIECI religioni principali, ma 10.000 sette! Secondo le ultime statistiche, tanti sono i gruppi religiosi in cui è divisa l’umanità. Di questi, circa 6.000 si troverebbero in Africa, 1.200 negli Stati Uniti, 421 in Giappone e 247 in Francia.

      Alcune di queste sette religiose esistono da molto tempo e si considerano delle chiese a tutti gli effetti. Certe antiche religioni sono divise in sette, le quali a loro volta si suddividono in sette secondarie. In Giappone lo scintoismo comprende 153 sette, fra principali e secondarie, e il buddismo 151. Fatto curioso, molti giapponesi appartengono a più di una setta.

      In Sudafrica il Dipartimento di Statistica ha censito più di 4.000 gruppi religiosi, circa 500 dei quali fra i bianchi e il resto fra i negri. Alcune di queste sette che praticano la segregazione razziale dicono di essere cristiane.

      Chiesa o setta?

      La parola “chiesa” non ha lo stesso significato in tutti i paesi. In quelli a maggioranza cattolica “la Chiesa” indica la Chiesa Cattolica Romana. In Italia, per esempio, la parola “Chiesa” spesso non è seguita dall’aggettivo “cattolica”, e quasi mai da “romana”. Per un italiano la parola “Chiesa” (con la C maiuscola) può significare una cosa sola: la Chiesa Cattolica Romana. Lo stesso vale nei paesi in cui predomina una delle chiese ortodosse orientali, dove “Chiesa” sta per Chiesa Ortodossa.

      Nei paesi a maggioranza protestante, invece, in genere è necessario specificare a quale chiesa si appartiene. Anche in questi paesi di solito non si può dire di appartenere a una chiesa se non si è membri di una delle principali religioni protestanti esistenti da molto tempo. Diversamente si è considerati membri di qualche setta. È vero che negli Stati Uniti anche le religioni minori sono spesso definite chiese. Ma nella maggioranza degli altri paesi dovrebbero accontentarsi di essere chiamate sette.

      Cos’è una setta?

      Una definizione di setta è “associazione di persone che seguono e difendono una particolare dottrina filosofica, religiosa o politica, che si oppone o comunque si distacca da un’altra dottrina più diffusa o già affermata”. Secondo un’altra definizione, una setta sarebbe “una comunità staccatasi da una comunità (chiesa) più grande, per dissenso su qualche punto dottrinale o organizzativo”. — Dizionario Enciclopedico Treccani.

      Secondo alcuni, la parola “setta” deriverebbe dal latino secare (tagliare), e indicherebbe un gruppo staccatosi da una chiesa preesistente. Altri fanno risalire la parola “setta” al latino sequi (seguire) e quindi la applicano a un gruppo che segue un particolare capo o maestro umano.

      Le chiese disprezzano le sette

      Sia che per setta si intenda un gruppo scissionista staccatosi da una confessione religiosa più grande o un gruppo di discepoli che seguono qualche uomo o donna, una cosa è certa: le chiese tradizionali guardano le sette dall’alto in basso. Spiegando il perché di questo disprezzo, un’opera francese, la Grande Encyclopédie, dice che la parola “setta” e il suo uso “suscitano sentimenti accesi e veementi”, e aggiunge: “Generalmente la comunità da cui il gruppetto si è separato si proclama unica e autentica depositaria della vera dottrina e dei mezzi per ricevere la grazia, e considera i dissidenti con una pietà alquanto sprezzante. Questo atteggiamento condiscendente è spesso accompagnato da non poca aggressività, e questo in particolare perché la setta è un crudele ricordo di quello che la chiesa era un tempo e che ora non è più: una calorosa, vivace, dinamica e trionfante fratellanza”.

      Perché tante nuove sette?

      Le sette di cui oggi i mezzi di comunicazione parlano di più — spesso per le loro attività finanziarie e per i loro metodi di indottrinamento — sono tutte sorte negli ultimi venti o trent’anni. Questo induce a chiedersi il perché di tutto questo proliferare di gruppi religiosi nel nostro tempo. Il supplemento 1981 della citata enciclopedia francese dice: “Come spiegare il successo di queste sette? Innanzi tutto l’aria di crisi che oggi regna nella civiltà occidentale (la sfida lanciata a tutte le istituzioni: famiglia, scuola, esercito, chiese, ecc.) costituisce un terreno fertile. . . . In conclusione, le sette sono soprattutto un segno dei tempi, un sintomo del disagio dei giovani desiderosi di qualcosa di diverso dalla vistosa ‘società dei consumi’”.

      Sullo stesso tono, R. Quebedeaux, esperto in materia di sette, scrive: “La società permissiva ha fatto sorgere un forte bisogno di austerità, disciplina e autorità. [I giovani] sono stanchi della società materialistica, e questo ha dato luogo alla ricerca di un nuovo significato della vita”.

      Entrambe queste spiegazioni mostrano, o almeno lasciano intendere, che le religioni tradizionali non soddisfacevano i milioni di persone, giovani e anziane, che si sono rivolte a queste nuove sette. Il fiorire di nuove sette negli ultimi decenni è un’altra prova dell’“angoscia delle nazioni” predetta da Gesù come parte del “segno” che questo sistema di cose sta finendo e che “il regno di Dio è vicino”. — Matteo 24:3; Luca 21:10, 11, 25-31.

      Tuttavia queste nuove sette che reclutano tutti questi seguaci non insegnano che il Regno di Dio è l’unica speranza dell’umanità. Il loro insegnamento assomiglia più a una filosofia di vita, spesso basata su qualche religione orientale o sugli insegnamenti di qualche guru (guida spirituale). Ciascuno di questi guru con un discreto seguito forma una nuova setta. Ciò non è affatto strano per le religioni orientali, dove questo principio è comunemente accettato.

      Ciò che invece è strano è il fatto che delle circa 10.000 chiese e sette esistenti in tutto il mondo, diverse centinaia, se non migliaia, dicono di essere cristiane. Perché questo è strano? Perché i seguaci di molte di queste sette seguono un capo umano, mentre Gesù Cristo disse: “Uno è il vostro Condottiero, il Cristo”. (Matteo 23:10) Sorprende anche il fatto che i cosiddetti cristiani siano divisi in tante chiese, confessioni e sette, quando Cristo pregò il Padre suo affinché i suoi seguaci ‘fossero tutti uno’. — Giovanni 17:20, 21.

      Perché, allora, ci sono tante chiese e sette che si dicono cristiane? Come è nata questa confusione religiosa?

  • Perché tante religioni che si dicono cristiane?
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • Perché tante religioni che si dicono cristiane?

      CIRCA un quarto degli abitanti del mondo dicono di essere cristiani. Si professano seguaci di Gesù Cristo, ma sono molto divisi. I cattolici si ritiene siano 580 milioni. Ma dopo il Concilio Vaticano II si è creata una divisione fra cattolici progressisti e difensori della tradizione latina. Si calcola che i membri della religione ortodossa orientale siano 74 milioni, divisi in varie chiese nazionali di rito diverso. In quanto agli oltre 343 milioni di protestanti, sono divisi in varie chiese episcopali, luterane, calviniste (presbiteriane, riformate), battiste, metodiste e altre.

      Tutte queste chiese si considerano religioni “affermate”, “ortodosse”, “rispettabili”. Ad esse devono aggiungersi le centinaia di cosiddette sette guardate con disprezzo dalla maggioranza cattolica, ortodossa e protestante.

      “Ortodosse” o “eretiche”?

      In effetti, se si esamina obiettivamente la questione dal punto di vista storico, nessuna delle chiese “cristiane” tradizionali può dire di essere la religione cristiana originale. Cominciarono tutte come diramazioni o sette, persino quella che asserisce di essere la più antica, la Chiesa Cattolica Romana. Storicamente, diverse città potrebbero vantare la precedenza su Roma come centri del cristianesimo primitivo. Quando il cristianesimo fu fondato alla Pentecoste del 33 E.V., non c’era nemmeno un seguace di Cristo a Roma. La prima sede della congregazione cristiana fu, al di là d’ogni dubbio, Gerusalemme. È vero che in occasione della Pentecoste c’erano a Gerusalemme giudei e proseliti provenienti da Roma, e senz’altro alcuni di loro divennero cristiani; tornati a Roma, essi vi fondarono una congregazione cristiana. Ma questo poté dirsi di molti altri luoghi menzionati nella Bibbia. Anzi, i visitatori provenienti da Roma sono menzionati quasi alla fine dell’elenco, al terz’ultimo posto, prima dei cretesi e degli arabi. — Atti 2:5-11.

      In quei primi tempi Roma non era un centro adatto dal quale organizzare le attività cristiane. Non fu a Roma, ma ad Antiochia di Siria, che i discepoli di Gesù furono per la prima volta chiamati cristiani. (Atti 11:26) E fu da Antiochia, non da Roma, che l’apostolo Paolo partì per i suoi tre viaggi missionari. (Atti 13:1-4; 14:26; 15:35, 36; 18:22, 23) È vero che molto probabilmente Paolo fu messo a morte a Roma. Ma non era uno dei dodici apostoli di Gesù, in quanto Giuda Iscariota era stato sostituito da Mattia. (Atti 1:23-26) In realtà non c’è assolutamente nessuna prova biblica che qualcuno dei dodici apostoli sia stato a Roma o vi sia morto. L’ultimo degli apostoli a morire fu Giovanni, probabilmente a Efeso o nei pressi. La morte degli apostoli spalancò la porta allo sviluppo dell’apostasia. — I Giovanni 2:18, 19; II Tessalonicesi 2:3, 4.

      Col passar del tempo, altre città divennero importanti centri del cristianesimo apostata. Fra queste c’erano Alessandria e Cartagine, nell’Africa settentrionale, e Bisanzio (chiamata poi Costantinopoli), al confine fra Asia ed Europa. In Occidente, una chiesa ricca e potente si sviluppò a Roma, capitale dell’impero.

      Col sorgere dell’apostasia predetta dagli apostoli, si andò formando una classe clericale. Uomini preminenti si innalzarono sul gregge e divennero i cosiddetti vescovi. Assetati di potere, capeggiarono fazioni rivali o sette in seno al cristianesimo apostata. Nei primi tempi nessuna particolare città, nessun vescovo, dominava apertamente sugli altri. Ma si scatenò una lotta per il potere, onde stabilire quale setta o diramazione apostata dell’originale cristianesimo biblico si sarebbe affermata come “ortodossa”, rendendo così “eretiche” le altre.

      All’inizio erano tutte sette

      Una delle opere più recenti sull’argomento dice: “Cos’era eresia per i cristiani? O meglio, cos’era la Chiesa? . . . Il cristianesimo [apostata] cominciò fra la confusione, le controversie e gli scismi, e continuò così. Fu solo molto lentamente che emerse una Chiesa ortodossa predominante, con una struttura ecclesiastica ben definita. . . . E, come avviene in queste lotte, ciò non fu particolarmente edificante. . . . Nel primo e nel secondo secolo d.C. il Mediterraneo centrale e orientale brulicava di un’infinità di ideologie religiose che lottavano per affermarsi. . . . Dall’inizio, quindi, vi furono molte varietà di cristianesimo, che avevano ben poco in comune. . . . Prima della seconda metà del terzo secolo, è inesatto parlare di un filone dominante nel cristianesimo. Per quel che possiamo determinare, verso la fine del primo secolo, e praticamente per tutto il secondo, la maggioranza dei cristiani professava varie dottrine cristiano-gnostiche, o apparteneva a sette revivaliste raggruppate attorno a capi carismatici. . . . L’ortodossia non era che una delle diverse forme di cristianesimo esistenti nel terzo secolo, e forse non acquistò il predominio fino al tempo di Eusebio [inizi del IV sec.]”. — A History of Christianity (Storia del cristianesimo), di Paul Johnson.

      Che gli avvenimenti avrebbero preso questa piega era stato predetto dall’apostolo Paolo, il quale aveva scritto: “Verrà il giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”. — II Timoteo 4:3, 4, CEI.

      Fra questi maestri apostati ci furono quelli che le chiese della cristianità chiamano “padri della chiesa”. In genere si dividono in padri preniceni e postniceni, prendendo come punto di riferimento il cosiddetto I Concilio ecumenico di Nicea, convocato nel 325 E.V. in quella città dell’Asia Minore dall’imperatore romano Costantino, un pagano.

      Tentativi di imporre il primato di Roma

      È degno di nota che la stragrande maggioranza dei “padri” del II e III secolo non risiedevano a Roma e non scrissero in latino, ma in greco. A conferma di ciò l’Encyclopædia Britannica afferma: “Fin verso il 250 la maggioranza degli esponenti cristiani occidentali erano di lingua greca, non latina (ad esempio, Ireneo e Ippolito). La teologia latina fu basilarmente elaborata non a Roma ma nell’Africa settentrionale (ad esempio, da Tertulliano e Cipriano)”.

      In quei primi secoli dell’apostasia, quali città erano i centri principali della cosiddetta teologia cristiana? Non Roma, ma Antiochia, Alessandria, Cartagine, Cesarea, Gerusalemme e varie città dell’Asia Minore. La Catholic Encyclopedia ammette: “Sebbene nel II secolo Roma fosse potente e celebrata, . . . il vuoto nella sua letteratura è totale. Praticamente, quindi, la letteratura latina è . . . di due secoli e mezzo più giovane [di quella greca]. Tertulliano è un caso isolato, e divenne eretico. Fino alla metà del IV secolo non era sorto che un unico Padre latino [Cipriano, di Cartagine, nell’Africa settentrionale]. . . . Da Cipriano (morto nel 258) a Ilario [morto verso il 367] . . . non ci fu alcuna elaborazione teologica”.

      Come poté dunque la chiesa di Roma riuscire ad affermare il proprio primato sulle chiese di altre città, le quali si erano distinte molto di più nel produrre i “padri della chiesa”? Indubbiamente un fattore fu il prestigio conferitole dal fatto di essere situata nella capitale dell’impero. Era una chiesa ricca, che mandava aiuti economici alle chiese più povere in altre città, e questo dava un certo potere al suo vescovo, il quale cominciò ad arrogarsi il diritto di udire gli appelli contro le decisioni dei vescovi locali in materia di disciplina ecclesiastica.

      Inoltre, come l’imperatore romano Costantino, un pagano, aveva capito che poteva servirsi del cristianesimo apostata per consolidare l’impero vacillante, così il vescovo di Roma capì che il paganesimo poteva rendere gradita al popolo la sua versione del cristianesimo apostata. La chiesa di Roma scelse la domenica pagana come giorno in cui celebrare la Pasqua, mentre le chiese orientali continuavano a celebrarla il giorno della settimana — qualunque fosse — in cui cadeva il 14 nisan del calendario ebraico. Inoltre, mentre varie chiese orientali erano favorevoli ad Ario, che negava la dottrina della Trinità, Roma adottò prontamente il concetto pagano di un dio trino.

      In entrambe le questioni, l’imperatore Costantino si schierò con Roma: nel 321 E.V. emanò una legge che imponeva l’osservanza della domenica, e nel 325 E.V. impose il dogma della Trinità al Concilio di Nicea. Fuse il cristianesimo apostata col culto pagano di Roma, e fece di questa forma di adorazione “universale” o “cattolica” la religione di stato.

      Poi, nel 382 E.V., l’imperatore Graziano emanò un decreto che accordava a Damaso, vescovo di Roma, il diritto di udire gli appelli di altri vescovi, compresi quelli delle “più distanti regioni dell’impero”. Sebbene questa decisione venisse contestata dai vescovi orientali, e anche da alcuni dell’Occidente, rafforzò senza meno l’autorità del vescovo di Roma. Damaso accettò la designazione di Pontifex Maximus, titolo e incarico pagano al quale l’imperatore Graziano aveva rinunciato, ritenendolo sconveniente per un cristiano! Damaso non aveva di questi scrupoli. Secondo la Catholic Encyclopedia, quello di Pontifex Maximus è tuttora “uno dei principali titoli” del papa. In Italia il papa è ancora chiamato “il Sommo Pontefice”.

      Scismi, dissensi e Riforma

      Ovviamente questa pretesa supremazia del vescovo di Roma non rimase incontrastata. I capi del cristianesimo apostata in città orientali come Alessandria, Gerusalemme, Antiochia e specialmente Costantinopoli, protestarono contro questa usurpazione. Tuttavia, pur essendo uniti nell’opporsi al predominio di Roma, i capi religiosi di queste città non avevano le stesse vedute in materia dottrinale. In queste e in altre città c’erano correnti di pensiero rivali, da cui sorsero varie sette, tutte sedicenti cristiane.

      Nel tentativo di sanare la frattura sempre più profonda fra le rivali sette cristiane apostate i cui quartieri generali erano situati rispettivamente a Roma e a Costantinopoli, e accusare di eresia i maestri cristiani apostati di altre città, furono indetti nel corso dei secoli vari “concili ecumenici (universali)”. Il primo si tenne a Nicea, nel 325 E.V., per condannare l’“eresia” antitrinitaria ariana. Altri vennero tenuti a Costantinopoli (quattro volte), Efeso, Calcedonia (proprio di fronte a Costantinopoli, al di là del Bosforo) e di nuovo a Nicea. I primi sette concili sono riconosciuti sia dalla Chiesa Cattolica Romana che da quelle ortodosse. L’insieme delle dottrine stabilite in questi concili include la Trinità, il concetto di Maria “Madre di Dio” e altri dogmi che non hanno nulla a che vedere col cristianesimo biblico. Questi concili ecclesiastici condannarono anche varie “eresie”, contribuendo così a creare ancora altre suddivisioni (sette) nel cristianesimo apostata.

      Fatto interessante, nessuno di questi concili “universali” fu tenuto a Roma, città che pretendeva di essere il centro universale del cristianesimo. Fu solo nel 1123 E.V. che a Roma si tenne il primo concilio cosiddetto ecumenico. Ma allora c’era già stato il “grande scisma” fra Roma e le chiese orientali: la prima frattura si era verificata nell’867 E.V., e lo scisma definitivo nel 1054. Così, da un punto di vista rigorosamente storico, nessun concilio veramente ecumenico o universale fu mai tenuto a Roma.

      Il filone orientale del cristianesimo apostata che ruppe con Roma non si riunì intorno a qualche altro vescovo che pretendesse d’essere il vicario di Cristo in terra. La Chiesa di Costantinopoli (chiamata anche Nuova Roma) avrebbe voluto diventare la “Roma” della religione ortodossa orientale, ma non vi riuscì. Col tempo l’ortodossia orientale si divise in 15 chiese nazionali autonome, che riconoscono al patriarca di Costantinopoli (la moderna Istanbul) un primato puramente onorario. Ci sono poi diverse chiese orientali indipendenti che non riconoscono né Roma né Costantinopoli. Decisamente il “cristianesimo” orientale è una casa divisa.

      Dopo lo scisma d’Oriente, la Chiesa di Roma, pur continuando a sperare in un ritorno delle chiese orientali sotto le sue ali, cercò di regnare incontrastata almeno in casa propria, in Occidente. Ma i suoi guai non erano finiti. Presto cominciarono a spuntare dei dissidenti. Ciò non poteva essere tollerato, e contro questi “eretici” furono prese misure drastiche. Fu istituita l’Inquisizione, ma il dissenso continuò. Nel XVI secolo scoppiò una rivolta generale, dapprima per motivi religiosi, e poi per motivi politici.

      Questa rivolta, chiamata la Riforma, diede vita a un terzo gruppo di religioni che si dicono anch’esse cristiane. Ma, invece di ripristinare l’originaria unità e le verità dottrinali del cristianesimo biblico, il protestantesimo ha prodotto una messe di chiese e sette divise.

      Perché così tante?

      Se appartenete a una chiesa o setta che si dice cristiana, vi sarete senz’altro chiesti perché ci sono tante religioni che asseriscono di seguire Cristo e la Bibbia. Forse siete rimasti disgustati da queste divisioni, in particolar modo quando provocano persecuzioni e guerre di religione, come è accaduto nel corso dei secoli e accade tuttora. Per questi e altri motivi forse avete smesso di andare in chiesa, facendovi un concetto personale del cristianesimo. Ma qualcosa dentro di voi vi dice che il cristianesimo non può esaurirsi in questo. Dalla Bibbia sapete che i primi cristiani formavano una famiglia spirituale felice e unita. — Giovanni 13:34, 35; Efesini 4:1-6.

      Oggi i testimoni di Geova formano una simile famiglia felice di cristiani. Non sono una setta, in quanto non seguono qualche maestro o capo umano né sono una derivazione di qualche altra chiesa o setta. I Testimoni provengono da ogni strato sociale. Non seguono alcun uomo, ma Dio e suo Figlio Gesù Cristo. Alla vostra domanda “Perché tante religioni che si dicono cristiane?” rispondono: “Perché questi gruppi religiosi hanno seguito uomini e non la Bibbia”. I testimoni di Geova sarebbero lieti di aiutarvi a trovare il vero cristianesimo biblico. Parlate quindi alla persona che vi ha offerto questa rivista o scrivete agli editori.

      [Cartina a pagina 6]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      I centri principali del cristianesimo apostata

      Cartagine

      Roma

      Bisanzio (Costantinopoli)

      Nicea

      Efeso

      Antiochia

      Gerusalemme

      Alessandria

      [Immagine a pagina 9]

      Le chiese della cristianità sono irrimediabilmente divise

  • ‘Introdotte quietamente distruttive sette’
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • ‘Introdotte quietamente distruttive sette’

      “Pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette”. — II PIETRO 2:1.

      1, 2. (a) Cos’erano in origine tutte le chiese della cristianità? (b) Quali domande meritano ora d’essere prese in esame?

      IN ORIGINE tutte le chiese della cristianità erano delle sette. Alcune — in particolare la Chiesa di Roma e le chiese nazionali ortodosse e protestanti — reclamano la supremazia sulle altre cosiddette confessioni cristiane, da loro sprezzantemente definite sette. Questi fatti storici sono stati trattati nei due articoli precedenti.

      2 Ma qualcuno potrebbe chiedere: ‘Gesù Cristo e i suoi fedeli apostoli predissero veramente un allontanamento dal vero cristianesimo? Misero in guardia contro il pericolo di seguire uomini che avrebbero formato delle sette? Diciannove secoli fa c’era davvero bisogno che i veri seguaci di Gesù si guardassero da simili tendenze divisive? È necessario essere altrettanto vigili oggi?’

      Tendenze iniziali a formare sette

      3, 4. (a) Quale avvertimento diede Gesù, e cosa significa questo per quanto riguarda il vero cristianesimo? (b) Quale avvertimento simile diede Pietro?

      3 Nel Sermone del Monte, Gesù disse: “Entrate per la porta stretta; perché ampia e spaziosa è la strada che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi entrano; mentre stretta è la porta e angusta la strada che conduce alla vita, e pochi son quelli che la trovano. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in manto da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti”. (Matteo 7:13-16) Gesù Cristo non disse quindi che il vero cristianesimo sarebbe divenuto una religione ampia, comoda, universale (“cattolica”), adatta ai “molti”. Sarebbe stato una strada difficile, angusta, che solo “pochi” avrebbero trovato. Questi “pochi” furono avvertiti che “falsi profeti” dall’apparenza innocua avrebbero cercato di farli deviare sulla strada “spaziosa . . . che conduce alla distruzione”.

      4 Più di trent’anni dopo, l’apostolo Pietro scrisse: “Vi furono anche falsi profeti fra il popolo [d’Israele], come pure fra voi [cristiani] vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità. E per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte”. — II Pietro 2:1-3.

      5. Quando cominciarono a manifestarsi gli apostati “lupi”, e in che modo ‘introdussero quietamente distruttive sette’?

      5 ‘La via della verità’, la via “che conduce alla vita”, è la via del vero cristianesimo. I “falsi profeti” o “falsi maestri” sono gli apostati “lupi in manto da pecore” che cominciarono a manifestarsi fra i primi cristiani già prima della morte degli apostoli di Gesù. (I Giovanni 2:18, 19; 4:1-3) Anche l’apostolo Paolo avvertì circa questi “oppressivi lupi”. Li identificò come uomini che ‘sarebbero sorti e avrebbero detto cose storte per trarsi dietro i discepoli’. (Atti 20:29, 30) Dalla seconda metà del primo secolo in poi, quei falsi maestri ‘introdussero quietamente distruttive sette’, sfruttando i primi cristiani “con parole finte”. A causa di questi apostati ‘si parlò oltraggiosamente della via della verità’, del vero cristianesimo.

      Alcune fra le prime sette

      6. In che modo il libro di Rivelazione mostra che sette apostate erano già sorte entro la fine del primo secolo, e perché Cristo le odiava?

      6 L’apostolo Giovanni, nella Rivelazione ricevuta verso il 96 E.V., mise per iscritto una serie di messaggi di ispirazione divina che rispecchiavano le condizioni spirituali allora esistenti nelle congregazioni cristiane, e che si sarebbero potute ripetere nel corso dei secoli. Due di questi messaggi rivelano l’esistenza di sette apostate odiate da Cristo, il capo della vera congregazione cristiana. A quanto pare, almeno una di queste sette tollerava l’idolatria e la fornicazione. — Rivelazione 2:6, 14, 15.

      7. In che modo le lettere di Paolo mostrano che ai suoi giorni la lotta contro il settarismo era già iniziata?

      7 Diverse lettere dell’apostolo Paolo, scritte molto prima, indicano che già allora egli doveva lottare strenuamente contro la tendenza a formare sette. Nella prima lettera ai cristiani di Corinto Paolo deplora la loro propensione a seguire uomini, cosa che dava adito a “dissensi” e a “divisioni”. (I Corinti 1:10-13; 3:1-4) Espresse un’analoga preoccupazione nelle sue lettere ai Galati (1:6-9; 5:19-21), a Tito (3:9, 10) e a Timoteo. — I Timoteo 1:3-7; 4:1-3; 6:20, 21; II Timoteo 4:3, 4.

      8. Cosa credevano gli gnostici, e perché per causa loro ‘si parlò oltraggiosamente della via della verità’?

      8 Alcuni studiosi biblici sono dell’avviso che, nella sua prima lettera ai Corinti e, in particolare, nella sua lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi, Paolo abbia usato di proposito certi termini greci (come gnòsis, conoscenza, e plèroma, pienezza) per confutare lo gnosticismo. Comunque fosse, Paolo stava senza dubbio combattendo le idee apostate che in seguito furono elaborate dalle sette gnostiche. Gli gnostici, che fiorirono durante il II secolo E.V., erano dualisti, in quanto credevano che tutta la materia fosse cattiva e lo spirito buono. Sostenevano che la salvezza si otteneva mediante una “conoscenza” (gnòsis) mistica. La loro idea che il corpo carnale fosse cattivo li portò a due estremi: l’ascetismo e gli eccessi carnali. Il cosiddetto gnosticismo cristiano fece ‘parlare molto oltraggiosamente della via della verità’.

      9. Menzionate e descrivete altre delle prime sette del cristianesimo apostata.

      9 Un’altra delle prime sette fu quella dei marcioniti, i seguaci di Marcione, figlio di un “vescovo” cristiano apostata dell’Asia Minore. Marcione credeva nell’esistenza di due divinità: un imperfetto Dio del “Vecchio Testamento” e un Dio di amore rivelato nel “Nuovo Testamento”, o meglio, in quelle parti d’esso che egli accettava (alcuni scritti di Paolo e Luca). Un’altra setta del secondo secolo fu il montanismo. Montano era un “profeta” dell’Asia Minore, che predicava come imminente la seconda venuta di Cristo e l’istituzione della Nuova Gerusalemme nella Pepuza, vicino alla moderna città di Ankara, in Turchia. Criticava inoltre il crescente potere e la rilassatezza morale del clero del cristianesimo apostata. Tertulliano divenne montanista. Due altri movimenti di protesta contro la rilassatezza morale fra i cosiddetti cristiani e contro l’indulgenza nei confronti degli apostati furono i novaziani del III secolo e i donatisti del IV secolo. Entrambi questi gruppi scismatici accettavano però i principali errori dottrinali delle chiese più antiche e affermate.

      L’“uomo dell’illegalità” si organizza

      10. Chi si dovrebbero includere tra i “falsi maestri” che ‘introdussero quietamente distruttive sette’?

      10 Tutte queste sette, e altre che non abbiamo menzionato, erano varianti del cristianesimo apostata. Ma gli uomini che le formarono non furono gli unici “falsi maestri” che ‘introdussero quietamente distruttive sette’. (II Pietro 2:1-3) Pietro predisse anche che ‘molti avrebbero seguito i loro atti di condotta dissoluta’. Abbiamo appena visto che alcune di quelle prime sette sorsero come protesta contro la condotta dissoluta del clero dominante. Perciò anche quegli ecclesiastici vanno inclusi fra i “falsi maestri”, e le loro chiese sono da considerarsi “distruttive sette”.

      11. Quale nuova classe di persone cominciò a innalzarsi, e come l’aveva predetto Paolo?

      11 Come si è visto, tutte quelle sette apostate lottavano per la supremazia. Ciascuna cercava di essere considerata l’unica chiesa “ortodossa”, “apostolica” e “cattolica (universale)”, e a sua volta trattava le altre come semplici sette eretiche. Contemporaneamente, in seno alle chiese più grandi e potenti, una classe clericale cercava di innalzarsi al di sopra del resto del gregge. Parlando di questa apostasia e dell’emergere di una classe clericale dominante, l’apostolo Paolo scrisse: “Nessuno vi seduca in alcuna maniera, perché esso [il giorno di Geova] non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità, il figlio della distruzione. Egli si pone in opposizione e s’innalza al di sopra di chiunque è chiamato ‘dio’ o oggetto di riverenza, così che si mette a sedere nel tempio del Dio, mostrando pubblicamente d’essere un dio”. — II Tessalonicesi 2:2-4.a

      12. (a) Cos’è l’“uomo dell’illegalità”, e quando fu pienamente rivelato? (b) Quali passi portarono al completo sviluppo della classe del clero? (c) Descrivete il sistema gerarchico.

      12 Questa apostasia era “già all’opera” ai giorni di Paolo. Ma fu pienamente rivelata solo dopo la morte dei veri apostoli di Geova, allorché fu tolta la “restrizione” esercitata dalla loro presenza. (II Tessalonicesi 2:6, 7) Piano piano cominciò a delinearsi una classe clericale. Agli inizi del II secolo E.V., Ignazio, “vescovo” di Antiochia, parlò di una gerarchia in cui si distinguevano tre gradi: vescovo, presbitero (prete) e diacono. L’“uomo dell’illegalità” cominciava a prendere forma. Ma il “padre della chiesa” che veramente organizzò il clero in un sistema gerarchico fu Cipriano, “vescovo” di Cartagine, nell’Africa settentrionale (morto nel 258 E.V.). Un autorevole dizionario teologico cattolico (Dictionnaire de Théologie Catholique) afferma che Cipriano definì una gerarchia monarchica formata da sette gradi, il principale dei quali era occupato dal vescovo. Sotto di lui c’erano preti, diaconi, suddiaconi, accoliti, lettori ed esorcisti. Un ottavo grado — ostiari (portinai) — fu in seguito aggiunto nella chiesa occidentale, latina, o romana, mentre quella orientale, o greca, si accontentò di una gerarchia di cinque gradi. Così, entro il III secolo E.V., il composito “uomo dell’illegalità”, l’apostata clero della cristianità, fu pienamente “rivelato”. Ha continuato a esistere nel corso dei secoli in tutte le chiese e sette della cristianità che hanno una classe speciale di ministri o ecclesiastici.

      “Distruttive sette” nel tempo della fine

      13. In quali due modi le sette della cristianità si rivelano “distruttive”?

      13 Nel greco originale l’espressione “distruttive sette” usata da Pietro significa letteralmente “sette di distruzione”. Questa espressione è doppiamente significativa. Le sette e le chiese della cristianità si sono rivelate distruttive per quanto riguarda il vero cristianesimo, ‘la via della verità’. Sono anche “sette di distruzione” nel senso che i loro falsi maestri ‘recano subitanea distruzione su se stessi’ e su coloro che ‘seguono i loro atti di condotta dissoluta’. Pietro aggiunge: “Ma in quanto a loro [ai falsi maestri] il giudizio dei tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia”. (II Pietro 2:1-3) Questa “subitanea distruzione” li coglierà nella “grande tribolazione” che si avvicina rapidamente. — Matteo 24:21.

      14. Quando sarà distrutto l’“uomo dell’illegalità”, e di che cosa sarà una prova tale distruzione?

      14 Mostrando che il composito “uomo dell’illegalità” non sarebbe stato distrutto se non al tempo della “presenza” di Cristo, l’apostolo Paolo scrisse: “Sarà rivelato l’illegale, che il Signore Gesù sopprimerà con lo spirito della sua bocca e ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza [parousìas]”. (II Tessalonicesi 2:8) La distruzione della clericale classe dell’“uomo dell’illegalità”, insieme al resto del babilonico impero religioso di Satana, sarà una rimarchevole “manifestazione” della “presenza” o Parusia di Cristo, che dimostrerà ad amici e nemici che il Signore Gesù è invisibilmente presente e che la predetta “grande tribolazione” è iniziata.

      Avvertimento per i veri cristiani

      15. Quale avvertimento per i cristiani è contenuto nell’illustrazione di Gesù circa il grano e le zizzanie?

      15 L’illustrazione di Gesù circa il grano e le zizzanie indica che alle chiese e sette delle “zizzanie”, i cristiani apostati, sarebbe stato permesso di crescere nel corso dei secoli. Solo al “termine del sistema di cose” sarebbe stata fatta una chiara distinzione fra questi finti cristiani e i veri “figli del regno”, il “grano”. (Matteo 13:24-30, 37-40) Ma la parabola di Gesù contiene anche un avvertimento per i veri cristiani, siano essi degli unti “figli del regno” o dei loro compagni. Gesù disse: “Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità, e le lanceranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti”. — Matteo 13:41, 42.

      16. (a) Quale opera di separazione è in corso dal 1919? (b) Quale ulteriore avvertimento diedero gli apostoli e quale osservazione aggiunge Giuda?

      16 Il “grano” è stato separato dalle “zizzanie” nel campo religioso a partire dal 1919. Ma questo non significa che da allora gli angeli del Figlio dell’uomo non abbiano continuato a ‘raccogliere fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità’. Giuda ci rammenta che ‘gli apostoli del nostro Signore Gesù Cristo’ diedero il seguente avvertimento: “Nell’ultimo tempo vi saranno degli schernitori, che procederanno secondo i desideri della propria empietà”. E Giuda aggiunge: “Questi son quelli che fanno separazioni [“che provocano divisioni”, CEI]”. — Giuda 17-19.

      17. Cosa disse Gesù circa lo “schiavo malvagio”?

      17 Ciò che Gesù disse sarebbe accaduto agli illegali che “causano inciampo” ci ricorda quello che disse in seguito riguardo a coloro che si sarebbero rifiutati di riconoscere “lo schiavo fedele e discreto”, la classe del “grano” composta di cristiani unti che Cristo avrebbe ‘costituito sopra tutti i suoi averi’. Gesù avvertì: “Ma se quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:45-51.

      18. (a) In che modo oggi alcuni manifestano le caratteristiche dello “schiavo malvagio”? (b) Che fine faranno questi se continuano a ‘provocare divisioni’?

      18 Oggi alcuni individui sleali manifestano le caratteristiche di quello “schiavo malvagio” dicendo in cuor loro: “Il mio signore ritarda”. Mostrano di corrispondere agli “schernitori” che dicono: “Dov’è questa sua promessa presenza?” (II Pietro 3:1-7) Come avvertì Giuda, cercano di ‘provocare divisioni’. (Giuda 19, CEI) Criticando la classe dello “schiavo fedele e discreto” da cui ricevettero per la prima volta conoscenza della “via della verità”, ‘cominciano a battere i loro compagni di schiavitù’. Ma se persistono in questo loro spirito divisivo, a tempo debito vengono ‘raccolti’ dagli angeli e ‘assegnati insieme agli ipocriti’ della cristianità. ‘Lì sono il loro pianto e lo stridor dei loro denti’, che a volte esprimono divulgando tramite i mezzi d’informazione le presunte ingiustizie ricevute.

      19. (a) Cosa disse Paolo circa il sorgere di “sette” fra il popolo di Dio? (b) Come possiamo dimostrare di essere “persone approvate”?

      19 Questo ci ricorda ciò che l’apostolo Paolo scrisse ai corinti: “Poiché vi devono anche essere fra voi delle sette, affinché le persone approvate siano pure manifeste fra voi”. (I Corinti 11:19) Sì, se oggi qualcuno cerca di ‘introdurre quietamente distruttive sette’ fra i testimoni di Geova, questo dà ai cristiani leali un’ottima opportunità di dimostrare che sono “persone approvate” da Dio e da Cristo. Essi possono e devono dimostrare che apprezzano la vera unità cristiana. Di questa unità parleremo nel prossimo articolo.

      [Nota in calce]

      a Per una più ampia trattazione dell’“uomo dell’illegalità”, si veda il capitolo XVIII del libro Il millenario regno di Dio si è avvicinato, pubblicato dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.

      Ricordate?

      ◻ Quando e come ebbe inizio l’apostasia della cristianità?

      ◻ Chi o che cosa è l’“uomo dell’illegalità”?

      ◻ In che senso le chiese della cristianità sono “distruttive”?

      ◻ Che avvertimento diede Gesù circa lo “schiavo malvagio”?

      [Immagine a pagina 11]

      Gesù avvertì che i falsi profeti sono come lupi in manto da pecore

      [Immagine a pagina 13]

      I falsi cristiani sono come “zizzanie” meritevoli solo di distruzione

  • “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”
    La Torre di Guardia 1984 | 1° marzo
    • “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo”

      “[Vi sono] un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti”. — EFESINI 4:4-6.

      1, 2. (a) Riguardo a se stesso, cosa rese molto chiaro Geova tramite Mosè? (b) In Israele c’era quindi posto per diverse opinioni religiose?

      “GEOVA nostro Dio è un solo Geova. Non dovete camminare dietro ad altri dèi, agli dèi dei popoli che sono tutto intorno a voi (poiché Geova tuo Dio è in mezzo a te un Dio che esige esclusiva devozione)”. Mosè non lasciò alcun dubbio nella mente degli israeliti radunati nelle pianure di Moab, poco prima di entrare nella Terra Promessa. Egli dichiarò chiaramente che il loro Dio, Geova, era un solo Dio, e che Geova esigeva esclusiva adorazione. In un precedente discorso Mosè aveva detto: “Geova è il vero Dio nei cieli di sopra e sulla terra di sotto. Non c’è nessun altro. E devi osservare i suoi regolamenti e i suoi comandamenti che oggi ti comando, affinché [ti] vada bene”. — Deuteronomio 6:4, 14, 15; 4:39, 40.

      2 Queste parole non lasciavano spazio a opinioni religiose diverse! Israele aveva un solo Dio. E Geova descrisse chiaramente l’unico modo accettevole in cui si poteva adorarlo.

      Emergono sette giudaiche

      3. Cosa accadde infine a causa dell’infedeltà della maggioranza degli ebrei verso Geova?

      3 Ma invece di praticare la pura adorazione del solo vero Dio, Geova, la maggioranza degli israeliti divenne apostata, adorando dèi idolatrici. (Geremia 17:13; 19:5) Per questo motivo non ‘andò loro bene’. Nel 607 a.E.V. Gerusalemme fu distrutta dai babilonesi e molti ebrei furono deportati in Babilonia. Un rimanente fedele tornò a Gerusalemme 70 anni dopo e cominciò a costruire un secondo tempio per l’adorazione di Geova. Ma col passar del tempo la maggioranza degli ebrei apostatò e infine si divise in varie sette.

      4, 5. (a) Descrivete alcune delle sette giudaiche che si svilupparono dopo la cattività babilonese. (b) Queste divisive sette giovarono in alcun modo agli ebrei? Spiegate.

      4 Nel IV o III secolo a.E.V. si sviluppò la setta degli hasidìm (“i pii”). Erano eccessivamente zelanti nell’osservanza della legge giudaica e per questo motivo sono stati messi in relazione con altre due sette sorte nel II secolo a.E.V.: gli esseni e i farisei. Sia gli esseni che i farisei adottarono dai greci la dottrina dell’immortalità dell’anima. I sadducei, al contrario, non credevano in un aldilà. La Bibbia parla dei dissensi esistenti fra sadducei e farisei ai tempi degli apostoli. (Atti 23:7-10) Un’enciclopedia ebraica (The Concise Jewish Encyclopedia) afferma: “La tensione fra i due gruppi portò addirittura a massacri e alla guerra civile”.

      5 Un’altra setta giudaica esistente nel primo secolo E.V. era quella degli zeloti, accesi nazionalisti che fomentarono attivamente la riuscita rivolta dei giudei contro Roma nel 66 E.V. Dopo ciò cercarono di prendere il sopravvento su altre sette armate a Gerusalemme, provocando una guerra civile e molte sofferenze. La lotta armata fra sette giudaiche rivali continuò fino e persino durante l’assedio finale e la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. ad opera dei romani. È ovvio che le divisioni settarie e l’infedeltà nei confronti dell’unita e pura adorazione del solo vero Dio, Geova, non giovò in alcun modo agli ebrei.

      I primi cristiani non erano una setta

      6. Perché i primi cristiani si tennero lontani dalle sette giudaiche?

      6 Inutile a dirsi, i primi cristiani stettero lontani dalle lotte fra le sette giudaiche. Sapevano che i farisei e i sadducei erano stati fra i più accaniti nemici di Gesù. I seguaci di Cristo non potevano condividere né la credenza degli esseni nell’immortalità dell’anima, né la loro predilezione per una vita monastica e ascetica. Essendo neutrali, i cristiani non ebbero senz’altro nulla in comune con i nazionalistici zeloti. (Giovanni 17:16; 18:36) Al contrario, i cristiani praticarono l’unita e pura adorazione del solo vero Dio, in armonia con ciò che disse Gesù a una donna non giudea: “L’ora viene, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità”. — Giovanni 4:23.

      7. Cosa dissero Gesù e Paolo, e cosa fanno capire le loro parole circa la vera adorazione cristiana?

      7 Parlando a nome dei veri cristiani, l’apostolo Paolo disse: “Effettivamente c’è per noi un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per lui; e c’è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale son tutte le cose e noi per mezzo di lui”. (I Corinti 8:6) Il vero cristianesimo consiste nell’adorare unitamente il solo Dio, il Padre, Geova, tramite l’unico Signore, Gesù Cristo. Ai suoi discepoli Gesù disse: “Uno è il vostro Condottiero, il Cristo”. — Matteo 23:10.

      8. Perché i primi cristiani non si potevano giustamente definire una setta?

      8 È vero che i membri delle sette giudaiche tradizionali definivano sprezzantemente i primi cristiani una setta (greco: hàiresis, che indica un “gruppo di uomini che si separa da altri e segue le proprie convinzioni”). (Atti 24:5; 28:22) Ma, parlando in sua difesa davanti al governatore Felice, l’apostolo Paolo rifiutò tale definizione, dicendo: “Secondo la via che essi [i suoi nemici religiosi] chiamano ‘setta’, in questa maniera io rendo sacro servizio all’Iddio dei miei antenati”. (Atti 24:14) I cristiani non potevano in alcun modo essere definiti una setta, perché seguivano Gesù Cristo, non qualche uomo. Inoltre non erano certo una diramazione di una delle sette del giudaismo esistenti nel primo secolo E.V.

      Nessuna divisione settaria

      9, 10. (a) Perché non era nelle intenzioni che il cristianesimo si dividesse in chiese e sette separate? (b) Quali teorie sulle origini del cristianesimo sono completamente false?

      9 Il cristianesimo primitivo non era una setta. Né era nelle intenzioni che si dividesse in sette separate. Rivolgendosi al Padre in preghiera, Gesù chiese che i discepoli potessero ‘essere tutti uno’. (Giovanni 17:21) I suoi discepoli dovevano ‘avere amore fra loro’. (Giovanni 13:35) Questo escludeva la formazione di qualsiasi divisiva setta.

      10 Ciò smentisce le teorie di molti storici e teologi secondo cui vi sarebbero stati vari tipi di cristianesimo. Parlano di “cristianesimo giudaico” (di cui suppongono fossero paladini Giacomo, Pietro e Giovanni), opposto al “cristianesimo gentile” (difeso, a loro parere, da Paolo). Fanno riferimento alla “teologia giovannea [di Giovanni]” e alla “teologia paolina [di Paolo]”, asserendo che il cristianesimo non si sarebbe mai diffuso in tutto il mondo se Paolo non lo avesse completamente trasformato. Queste teorie sono formulate da uomini che non hanno alcuna fede nel cristianesimo o che ritengono normale che esso sia diviso in centinaia di chiese e sette.

      11. (a) Quali scritture provano che non fu Paolo a inventare l’idea di diffondere il cristianesimo fra i non giudei? (b) Paolo approvava l’esistenza di divisive sette? (c) Quale episodio illustra l’unità esistente fra Paolo e i suoi conservi?

      11 La realtà è ben diversa. Prima ancora che Paolo divenisse cristiano, Gesù Cristo incaricò i propri discepoli di esserGli testimoni in tutte le nazioni. (Matteo 28:19, 20; Atti 1:8) Paolo stesso lottò contro ogni tendenza a seguire uomini, e disse: ‘Non dovete avere fra voi divisioni’. (I Corinti 1:10-15; 3:3-5) È quindi fuori luogo asserire che Paolo avesse un concetto diverso del cristianesimo rispetto a Giacomo, Pietro e Giovanni. Erano tutti uniti nell’opera di divulgare la buona notizia. Una volta, probabilmente in occasione del concilio sulla circoncisione, tenuto a Gerusalemme nel 49 E.V., questi quattro cristiani collaborarono pienamente nel ripartire il campo di predicazione. — Galati 2:7-9.

      Avvertimenti contro la disunione

      12. Fra Paolo e Pietro c’era forse dell’astio?

      12 Naturalmente, essendo uomini imperfetti, i primi cristiani — compresi alcuni che ricoprivano notevoli responsabilità in seno alla congregazione — avevano le loro divergenze d’opinione. Ad Antiochia di Siria, Paolo corresse Pietro in una certa questione. (Galati 2:11-14) Ma Pietro se ne andò forse per i fatti suoi dando vita a una setta separata, come se non fosse d’accordo col cristianesimo cosiddetto paolino? Niente affatto, perché anni dopo, verso il 64 E.V., parlò di Paolo in tono amorevole. — II Pietro 3:15, 16.

      13, 14. (a) Come classificò Paolo le “divisioni” e le “sette”? (b) Secondo Paolo, come si doveva agire verso chi promuoveva una setta?

      13 Sotto ispirazione divina, Paolo elencò le “divisioni” e le “sette” fra “le opere della carne”. Egli scrisse: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo, inimicizie, contesa, gelosia, eccessi d’ira, contenzioni, divisioni, sette . . . Quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. — Galati 5:19-21.

      14 Poiché quelli che causano “divisioni” e “sette” “non erediteranno il regno di Dio”, non possono essere tollerati nella vera congregazione cristiana. Perciò Paolo scrisse a Tito: “Evita le questioni stolte e le genealogie e le contese e le lotte relative alla Legge, poiché sono non profittevoli e futili. In quanto all’uomo che promuove una setta, rigettalo dopo una prima e una seconda ammonizione; sapendo che tale uomo è stato pervertito e pecca, essendo condannato da se stesso”. — Tito 3:9-11.

      Unità di dottrina

      15, 16. (a) Perché in seno alla congregazione cristiana non c’è posto per varie correnti di pensiero, e cosa dice Paolo in merito? (b) Significa questo che il cristiano non debba far uso delle proprie facoltà di pensare? (c) Cosa dicono Pietro, Giuda e Paolo circa il pericolo dei dubbi e dell’essere sviati dalla verità?

      15 Da quanto precede, è evidente che il vero cristianesimo non può essere diviso in varie confessioni e sette. Nella congregazione cristiana non possono nemmeno coesistere più tendenze o correnti di pensiero. Ai corinti Paolo scrisse: “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”. — I Corinti 1:10.

      16 Questo non vuol dire che un vero cristiano testimone di Geova non possa far uso delle proprie facoltà mentali. L’apostolo Pietro esortò a fare uso delle “chiare facoltà di pensare” per confutare gli “schernitori” che sarebbero sorti negli “ultimi giorni” negando la “presenza” di Cristo. (II Pietro 3:1-4) Nella sua lettera Giuda parla di “alcuni che hanno dubbi”. (Giuda 22) Ma né Pietro né Giuda dicono che un cristiano può continuare ad essere uno schernitore o un dubbioso. Pietro dice di ‘stare in guardia’ contro gli “instabili” che “torcono le Scritture”. (II Pietro 3:16, 17) E Giuda afferma che i dubbiosi sono in pericolo e hanno bisogno di essere ‘strappati al fuoco’. (Giuda 23) Quelli che sono stati sviati e allontanati dalla verità hanno bisogno di essere aiutati “con mitezza”, nella speranza che “tornino in sé dal laccio del Diavolo”. — II Timoteo 2:23-26.

      17. In che modo il vero cristiano usa le proprie facoltà di pensare, e cosa cercherà premurosamente di fare?

      17 Il vero cristiano impiega con umiltà le proprie “chiare facoltà di pensare”. Paolo scrive: “Vi supplico di camminare in modo degno della chiamata con la quale foste chiamati, con completa modestia di mente e mitezza, con longanimità, sopportandovi gli uni gli altri nell’amore cercando d’osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace. Vi è un solo corpo, e un solo spirito, come foste chiamati nell’unica speranza alla quale foste chiamati; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti e mediante tutti e in tutti”. — Efesini 4:1-6.

      Come si consegue e si mantiene l’unità

      18. Qual è il senso delle espressioni (a) “un solo Dio”; (b) “un solo Signore”; (c) “un solo spirito”? (d) Qual è l’unica guida scritta del cristianesimo?

      18 Paolo parlò di “un solo Dio . . . che è sopra tutti”. Oppure, come disse Mosè, “Geova nostro Dio è un solo Geova”. (Deuteronomio 6:4) Questa verità fondamentale non è mai cambiata. È il fattore principale dell’unità cristiana. C’è un solo Dio e un solo modo accettevole di adorarlo, “con spirito e verità”. (Giovanni 4:23, 24) Il “solo Signore” è Gesù Cristo, “il capo del corpo, la congregazione”. (Colossesi 1:18) “Un solo spirito” si riferisce all’unificante forza attiva di Geova. Gesù disse ai suoi discepoli: “Il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio nome, quello v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutte le cose che vi ho dette. Vi lascio pace, vi do la mia pace”. (Giovanni 14:26, 27) Le ‘cose rammentate loro’ furono scritte nelle Scritture Greche Cristiane. Queste, insieme alle Scritture Ebraiche, formano la Bibbia, l’unica guida scritta del vero cristianesimo.

      19. Cos’è il “solo corpo”, e chi è stato costituito per provvedere il medesimo cibo spirituale a tutti i suoi membri?

      19 L’espressione “un solo corpo” si riferisce alla congregazione cristiana, della quale Gesù è il “capo”. (Efesini 1:22, 23) I singoli unti che compongono questa congregazione unita avrebbero tutti ricevuto lo stesso cibo spirituale. A tal fine il loro “signore” costituì un “fedele economo” collettivo, il corpo di unti cristiani sulla terra dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi. Poiché il “signore”, quando arrivò per l’ispezione nel 1919, trovò i rimanenti di questo gruppo impegnati a distribuire fedelmente e accortamente ‘provviste di cibo’, li costituì “sopra tutti i suoi averi”. (Luca 12:42-44) I fatti mostrano che dal 1919 in poi questo “economo” ha avuto fedelmente cura di tali “averi”.

      20. (a) Quale contrasto viene fatto in Isaia 65:11, 13 fra i servitori di Dio e gli apostati religiosi? (b) Cosa ha notevolmente contribuito all’unità del popolo di Geova?

      20 Il clero delle numerose chiese e sette della cristianità non fu trovato a distribuire appropriate ‘provviste di cibo’ spirituale al “corpo di servitori” di Cristo. Perciò questi ecclesiastici e i loro greggi sono spiritualmente ‘affamati’. (Isaia 65:11, 13) Il “fedele economo”, invece, ha messo un’abbondante ‘provvista di cibo a suo tempo’ a disposizione dei singoli cristiani unti, e, dal 1935 in poi, di una sempre più numerosa “grande folla” di “altre pecore”. (Rivelazione 7:9, 10; Giovanni 10:16) Indipendentemente da lingua o località geografica, tutti questi testimoni di Geova seguono lo stesso programma mondiale di studio basato sulla Parola di Dio. Questo ha contribuito molto a promuovere e mantenere l’unità fra loro.

      La splendida unità del popolo di Geova

      21. Come è mantenuta oggi l’unità fra i testimoni di Geova, e che parallelo si può fare con la disposizione organizzativa ai giorni degli apostoli?

      21 L’unità di oltre 46.000 congregazioni dei testimoni di Geova in oltre 200 paesi è mantenuta anche grazie ai loro metodi organizzativi scritturali. ‘Gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme’ formavano un corpo direttivo per la congregazione cristiana del primo secolo. (Atti 15:2) Essi e i loro rappresentanti nominavano “sorveglianti” e “servitori di ministero” nelle congregazioni e soprintendevano all’opera prendendo altre decisioni. (Filippesi 1:1; Tito 1:5; Atti 14:23; 16:4) In modo simile oggi un gruppo di anziani cristiani unti forma il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. E come nel primo secolo le decisioni del corpo direttivo venivano comunicate alle congregazioni, così oggi le congregazioni dei testimoni di Geova ricevono istruzioni dal Corpo Direttivo e visite di sorveglianti viaggianti. (Atti 15:22, 23, 30) Oggi come allora, ‘le congregazioni continuano a esser rese ferme nella fede e ad aumentare di numero di giorno in giorno’. — Atti 16:5.

      22. Di cosa sono particolarmente grati i testimoni di Geova, e cosa continueranno unitamente a fare?

      22 I testimoni di Geova sono stati resi liberi dalle divisioni settarie della cristianità. Sotto la guida del loro “solo Signore”, Gesù Cristo, e del suo “economo”, continuano a proclamare unitamente “questa buona notizia del regno”. (Matteo 24:14) Continueranno a ‘cercare di osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace’. Si può veramente dire che ‘stanno fermi in un solo spirito combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia’. — Efesini 4:3; Filippesi 1:27.

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