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Prefiggetevi mete significativeSvegliatevi! 1975 | 8 febbraio
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se si prendessero il tempo di riflettere sul denaro che hanno a disposizione, decidere quanto possono permettersi di spendere per vitto, vestiario, alloggio, divertimenti, eccetera, quindi fare un bilancio e compiere un vero sforzo per vivere entro i suoi limiti. Il risultato sarebbe più denaro da usare, perché si eliminerebbe il pagamento degli interessi. E quante ansietà si risparmierebbero!
I dedicati cristiani, nonché altri, possono giovarsi delle mete che personalmente si prefiggono. Le mete in quanto allo studio personale, alla lettura della Bibbia, al frequentare le adunanze di congregazione e al tempo impiegato nell’opera di condividere con altri il buon messaggio della Bibbia possono aiutarli a fare buon uso del loro tempo. E le mete in quanto a produrre il frutto dello spirito di Dio, amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza e padronanza di sé, possono contribuire alla crescita spirituale.
Ma non si trascuri mai il fatto che chi si prefigge una meta ha combattuto solo metà della battaglia, anzi, ha solo fatto il primo passo, per così dire. Bisogna continuare, perseverare. Ci vogliono tenacia, autodisciplina, e da principio ci possono essere insuccessi. Ma continuate a provare, imparate a non cedere troppo facilmente alle vostre inclinazioni o all’influenza d’altri, che, mentre può essere ben intenzionata, può non essere sempre saggia. Essendovi prefissi una meta, attenetevi ad essa, purché col passar del tempo non scopriate che la vostra meta era troppo alta o poco pratica. Il cristiano apostolo Paolo diede una volta un buon consiglio in relazione alle contribuzioni fatte per alcuni conservi cristiani nel bisogno: “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore”. Se vi siete prefissi una meta saggia e meritoria, fate come avete deciso, attenetevici! — 2 Cor. 9:7.
Non seguite la corrente. Abbiate uno scopo, prefiggetevi mete, e conducete una vita più ricca e più significativa.
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La discordia sconvolge ConcordiaSvegliatevi! 1975 | 8 febbraio
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La discordia sconvolge Concordia
IL SEMINARIO di Concordia a St. Louis, nel Missouri, è ancora sotto l’effetto della scossa. Per parecchi mesi la più grande scuola teologica luterana degli U.S.A. ha risentito degli effetti di una rivolta massiccia. Per alcuni può essere una sorpresa, anche in un tempo in cui praticamente tutte le principale organizzazioni religiose sono in difficoltà. Perché?
Perché Concordia (che significa “armonia”), che ha 135 anni, sembrava così sicuro. È sostenuto dai tre milioni di membri del Sinodo della Chiesa Luterana del Missouri, famoso per il suo forte atteggiamento “conservatore” in materia religiosa.
Che cosa è accaduto?
La discordia che ha provocato la scossa
Nel gennaio dell’anno scorso John H. Tietjen, capo del seminario, fu sospeso dal Consiglio di Controllo della scuola. Le ragioni addotte dal Consiglio erano: Errata condotta ufficiale nell’adempimento dei doveri d’ufficio, inclusa l’insubordinazione al presidente del Sinodo J. A. O. Preus e l’aver sostenuto false dottrine. Reagendo al suo licenziamento, la maggior parte della facoltà cominciò a boicottare le lezioni. Nel giro di alcuni giorni quarantatré membri della facoltà, o tutti tranne cinque, furono licenziati per il rifiuto di riprendere le lezioni.
Un mese dopo la sospensione di Tietjen, oltre 450 del totale approssimativo di 600 studenti votarono per seguire i membri espulsi della facoltà in un ‘seminario in esilio’, che è stato chiamato Seminex. Gli studenti agirono volontariamente. Pensavano che rimanendo a Concordia avrebbero dato a intendere che erano d’accordo con il licenziamento dei professori, azione che deploravano considerandola “non cristiana”, e “immorale”.
Il nuovo seminario si è servito come base della vicina Scuola di Teologia controllata dai gesuiti dell’Università di St. Louis nonché del Seminario Teologico Eden, amministrato dall’assai liberale Chiesa Unita di Cristo. Il suo programma è stato finanziato dall’ELIM, Luterani Evangelici in Missione, e dipende dalle contribuzioni. A metà marzo, circa un mese dopo che le lezioni erano riprese nei nuovi locali, l’ELIM riferì nella sua pubblicazione Missouri in Perspective di aver ricevuto donazioni e promesse per oltre 510.000.000 di lire.
Solo alcuni studenti rimasero a Concordia. Nel trimestre di primavera c’erano nella scuola solo una novantina di studenti e diciannove professori regolari e ospiti. Evidentemente anche molti di essi avrebbero preferito in realtà unirsi al gruppo che si era separato, ma l’insistenza dei genitori o i timori economici e le incertezze circa la loro carriera li spinsero a rimanere. Alcuni studenti abbandonarono completamente gli studi rinunciando a divenire ministri.
La discordia che è sorta ha rappresentato un notevole cambiamento. Durante gli anni sessanta, quando tra gli universitari era di moda ribellarsi contro l’istituzione, Concordia era immobile. Infatti, nell’università si dice per scherzo che in quel periodo la scuola era “un focolaio di contentezza”.
Comunque, quei giorni di contentezza sono finiti per sempre. Perché? Che cosa ha attizzato il fuoco che ha dato luogo a tale discordia?
La principale causa della discordia
Ebbene, alla radice del problema vi sono alcune divergenze dottrinali. Ciascuna parte — quella conservatrice e quella moderata — ha numerosi argomenti per sostenere le sue vedute. In breve, che cosa dicono?
I conservatori insistono che “ogni parola della Scrittura” dev’essere considerata come direttamente ispirata da Dio. Credono che quando la Bibbia dice che un grosso pesce inghiottì Giona, questo è realmente ciò che accadde. Affermano di accettare letteralmente il racconto della creazione, del Giardino di Eden e della caduta nel peccato, narrato in Genesi capitoli da uno a tre.
I moderati, intanto, dicono di “accettare senza riserve la Bibbia come ispirata, scritta Parola di Dio”. Ma si servono di ciò che chiamano ‘metodo storico-critico’ per cercar di interpretare la Bibbia. Secondo questo sistema, il vangelo o la buona notizia che Gesù predicò, come lo capiscono i moderati, si dice sia la norma mediante cui si deve valutare qualsiasi parte della Scrittura. È talora chiamato “riduzionismo evangelico” dai conservatori.
In modo interessante, i moderati cercano di far apparire più piccola che sia possibile
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