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  • Sorveglianti di ministero
    La Torre di Guardia 1957 | 15 agosto
    • dovutamente il loro ministero, l’unità e la pace prevalgono. Essi lavorano insieme strettamente, adorando Geova in abiti santi proclamando in tutto il territorio loro assegnato il suo glorioso nome e i suoi propositi. Facendo ciò, le altre pecore vengono trovate, pascolate e guidate nella via che conduce alla vita nel nuovo mondo. Entro breve tempo, anche questi nuovi considerano la loro posizione dal punto di vista di Geova. Cominciano ad apprezzare di esser stati chiamati dalle tenebre del mondo per predicare. E sono determinati di predicare, in tempo favorevole e in tempo difficoltoso, a fianco di altri capaci proclamatori del Regno che hanno considerato giustamente il ministero.

      16 Certamente, le pietre non dovranno gridare dichiarando la gloria e maestà di Geova in qualsiasi territorio della congregazione. No, poiché i proclamatori che considerano giustamente il ministero stanno predicando e continueranno a predicare questa buona notizia del Regno e raccogliere le altre pecore nella società del nuovo mondo finché Geova stesso dirà che l’opera di predicazione è terminata.

  • Da un seminario cattolico ai testimoni di Geova
    La Torre di Guardia 1957 | 15 agosto
    • Da un seminario cattolico ai testimoni di Geova

      QUESTE sono alcune delle mie esperienze mentre mi preparavo per il sacerdozio nella religione cattolica finché divenni un testimone di Geova.

      In gioventù ero un ragazzo pieno di vita e d’illusioni sulla religione cattolica. Un prete nuovo e zelante del mio paese nativo di Arroyo Arenas nella provincia dell’Avana, mi aiutò a diventare molto puntuale nel frequentare la chiesa e nel far parte del gruppo giovanile dell’Azione Cattolica. Questo stesso prete organizzò anche i Cavalieri di Colombo, organizzazione per adulti. Ero in due di questi gruppi che frequentavano i seminari di S. Carlos e S. Ambrosio. Questo fu veramente importante per me, poiché ritenevo che la Chiesa Cattolica fosse la vera preservatrice e sostenitrice dell’adorazione e delle verità di Dio.

      Tuttavia, devo confessare che qualche volta si presentavano alla mia mente dubbi su argomenti come questo, per esempio: Dio dice di non uccidere eppure i Cattolici di differenti nazioni si uccidono fra loro. Perché? Un giorno lo chiesi al prete ed egli disse: “Ma, essi non sparano con l’idea di uccidere”. Questa risposta mi colpì ma non mi soddisfece.

      Dopo aver servito come assistente del sacerdote per circa cinque anni venni mandato con un gruppo di aspiranti sacerdoti a Belén, ben nota scuola cattolica di “ritiro spirituale”. Dovevamo restare in silenzio per cinque giorni, senza pronunciare una parola, meditando e leggendo le vite di “santi” della Chiesa Cattolica. Una sera, mentre stavo mangiando il mio dolce in questo luogo di ritiro, un prete sbucò da dietro a me e mi portò via quella grande, generosa coppa di gelato, dicendo: “Offrila al Signore”. Mi rifiutai perfino di pensare a protestare, perché l’aveva fatto un prete. In seguito lessi nella Bibbia che Geova desidera ubbidienza, non sacrificio.

      Qualche tempo dopo venni invitato a rappresentare la mia scuola in una gara promossa dall’arcivescovo di Avana per lo studente meglio preparato sul catechismo della dottrina cattolica. Immediatamente dopo questa gara cominciai a prepararmi ad entrare nel seminario regolare per diventare sacerdote. La moglie di un ex presidente di Cuba, insieme a un sacerdote, mi comprarono i vestiti e gli indumenti necessari per il corso. Io sono di famiglia povera e non avevo denaro.

      Entrando in seminario dovetti fare un’altra settimana di meditazione per vedere se desideravo veramente e pienamente di essere sacerdote. In quella settimana non si poteva dire neanche una parola. Decisi che volevo essere sacerdote. I primi quattro anni di seminario sono impiegati per imparare lo spagnolo nel modo più perfetto possibile. Mi fu permesso di aver tre licenze all’anno, una nel giorno del mio onomastico e due nei giorni dell’onomastico dei miei genitori. Questi studi si compiono sotto la più rigorosa disciplina.

      Tuttavia, dopo una delle mie licenze mi ammalai e non fui più in grado di tornare in seminario. Abbandonai la carriera ecclesiastica. Gli anni passarono e la mia fede nella chiesa s’intiepidì. In quel tempo lavoravo per una compagnia di autobus.

      Un giorno un nuovo assunto fu assegnato a lavorare con me. Da come parlava potevo capire che era diverso; il suo modo di ragionare era diverso. Una volta ci fu in città una fucilazione per motivi politici e cinque persone persero la vita. Io gli chiesi qualche cosa sul fatto che eran state giustiziate. Egli disse che non c’era nessuna giustizia in questo mondo, cosa che mi sembrò strana ma vera.

      In seguito mi fece notare in una discussione che quello che dicevo dell’anima era sbagliato. Mi suggerì di leggere la Bibbia. Andai quindi dal nostro prete locale e gli chiesi una Bibbia. Egli mi disse che se quell’individuo mi avesse dato una Bibbia io avrei dovuto portarla al prete per farmela spiegare.

      Fui poi invitato dal nuovo operaio ad accompagnarlo alla Sala del Regno. Finalmente una domenica andai con lui. In precedenza avevo sentito dire da una donna ‘qualsiasi giorno è buono per leggere la Parola di Dio’ e quell’espressione ‘Parola di Dio’ mi aveva colpito. Perciò quando andai alla Sala del Regno vi pensai immediatamente. Tuttavia, ebbi una strana sensazione fra questa gente. Avevo sempre odiato i Protestanti e ripudiato l’idea, ed eccomi in un tempio protestante! Certamente osservavo ogni cosa intorno a me.

      Il discorso dell’oratore, i suoi commenti sull’anno 1914 e il piacevole applauso dell’uditorio mi piacquero intimamente. Dopo di che molti dei presenti mi mostrarono molte profezie nella Bibbia, specialmente quando seppero che avevo studiato in seminario. Acquistai una Bibbia e cominciai a leggerla da Genesi in avanti. Nel leggere Matteo capitolo 23 decisi di lasciare per sempre il Cattolicesimo. Il capitolo 24 mi convinse dell’imminenza della fine.

      Tutto sembrava così buono che decisi di portare la Bibbia al prete. Avevo già cominciato a parlare della Bibbia e il prete ne era a conoscenza prima che andassi da lui. La gente del mio paese mi aveva visto tante volte in processioni e parate religiose; così il radicale cambiamento era argomento di molte chiacchiere. Quando andai a trovare il prete in chiesa egli mi offrì subito una sigaretta e l’immagine di un santo, le quali rifiutai. Egli cominciò a raccontarmi della sua recente visita a Roma dove aveva visto l’assoluta santità nel volto e nelle mani del papa.

      Quindi si mise a rimproverarmi aspramente perché studiavo la Bibbia, e io risposi che non credevo alla parola di nessun uomo, ma solo alla Bibbia, la Parola di Dio. Allora egli disse: “Così credi che la Chiesa Cattolica sia la meretrice dell’Apocalisse?” Siccome io dissi che vi era molto vicina egli andò sulle furie e troncò la nostra conversazione.

      Egli pubblicò quindi un infamante articolo nella rivista parrocchiale contro quelle persone che vendono sempre Bibbie per le strade e in contrasto ai ‘dottori in teologia’ le classificò come ‘dottori da caffè’. In seguito questo stesso prete ha letto alcune pubblicazioni della Torre di Guardia, ma non sembra che vi presti fede. Non molto tempo fa gli presentai il libro “Preparato per ogni opera buona” e Evoluzione contro il nuovo mondo. Gli dissi che Armaghedon era alle porte. Egli rispose di esser convinto della sua religione come io della mia.

      Oggi io, mia moglie e i nostri due figli siamo proclamatori della buona notizia. Prego Geova che ci aiuti ad esser fedeli fino alla fine.

  • Il mio scopo nella vita
    La Torre di Guardia 1957 | 15 agosto
    • Il mio scopo nella vita

      Narrato da Esther M. Rydell

      IL 25 dicembre 1948 sbarcai nel Venezuela, mia assegnazione nell’America del Sud come missionaria all’estero. Il tempo è trascorso così in fretta che ora ricordo quel giorno felice come se fosse appena ieri; e se guardo indietro agli anni passati riconosco quanto è stato buono con me Geova e quali ricche benedizioni io ho ricevute da lui mentre perseguivo il mio scopo nella vita nel campo estero. Mediante l’organizzazione visibile di Geova siamo stati abbondantemente provveduti di ogni cosa, ed è stato fatto tutto il possibile per renderci felici nelle nostre assegnazioni.

      Adesso sono così assorbita dalle mie occupazioni che dimentico completamente di non essere stata sempre una missionaria. Come in ogni altra cosa, mi misi all’opera con slancio, ma non divenni missionaria in una notte. Fu un processo graduale. Questo mi porta indietro di una ventina d’anni e precisamente al 15 aprile 1936, data in cui cominciai a fare il pioniere. Non dimenticherò mai quel giorno, perché fu uno dei più felici della mia vita. Da molto tempo pensavo di dedicarmi all’opera di pioniere, e ogni volta che la Società inviava una di quelle lettere che incoraggiano i proclamatori a diventar pionieri mi tormentavo, proprio perché non ero fra loro. Oh, sì, molti anni prima avevo dedicato la mia vita al servizio di Geova; ma pensavo che non essendo fisicamente forte l’opera di pioniere non fosse per me. Finalmente, dopo aver ascoltato la lettura di una delle suddette lettere ed aver compreso quanto grande fosse il mio tormento per non dedicare al servizio di campo tutto il tempo disponibile, presi la ferma determinazione di sistemare i miei affari e diventare pioniere. Mi licenziai dal mio posto di segretaria e dal mio ufficio privato in un elegante grattacielo di New York. Fu facile dire addio a tutto ciò, perché avevo sempre sognato di poter percorrere ogni giorno una bella strada di campagna con una borsa di libri sotto il braccio in cerca di persone alle quali poter offrire un sorso dell’acqua della vita. Nel mio primo giorno di attività come pioniere mi sembrava di volare, perché sapevo che Geova mi aveva aiutata a raggiungere

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