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  • Erode
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • perciò non è menzionata da Giuseppe Flavio). Regnò per più di trent’anni.

      Il nome di Filippo ricorre una sola volta nella Bibbia in relazione alla data del ministero di Giovanni il Battezzatore. (Luca 3:1) Questo versetto, oltre a fornire informazioni storiche sui regni di Augusto e Tiberio, indica che il ministero di Giovanni iniziò nel 29 E.V.

  • Erodiade
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    • Erodiade

      (Erodìade).

      La moglie di Erode Antipa che, per mezzo della figlia Salomè, nel 32 E.V. chiese e ottenne la testa di Giovanni il Battezzatore. (Mar. 6:22-28) Il padre Aristobulo, figlio di Erode il Grande e della sua seconda moglie Mariamne (I), e la madre Berenice erano primi cugini. Suo fratello Erode Agrippa I fece uccidere l’apostolo Giacomo fratello di Giovanni. — Atti 12:1, 2.

      Erodiade aveva sposato in prime nozze uno zio, fratellastro di suo padre, pure figlio di Erode il Grande (dalla terza moglie, Mariamne II) e chiamato Erode Filippo per distinguerlo da Filippo il tetrarca di Iturea e Traconitide. (Luca 3:1) Questo marito–zio, Erode Filippo, era il padre di Salomè, evidentemente l’unica figlia di Erodiade. Tuttavia, mentre Erode Filippo era a Roma, Erodiade divorziò da lui e ne sposò il fratellastro Erode Antipa, pure figlio del nonno di lei Erode il Grande e della sua quarta moglie, Maltace. Erode Antipa, l’allora governatore distrettuale (letteralmente “tetrarca”), che Gesù Cristo aveva chiamato “quella volpe” (Luca 13:31, 32), aveva pure divorziato dalla prima moglie, figlia del re nabateo Areta d’Arabia, per sposare Erodiade.

      Giovanni il Battezzatore aveva dunque ragione di condannare il matrimonio di Erodiade con Erode Antipa, che secondo la legge ebraica era sia illegale che immorale, e per questo fu gettato in prigione e poi decapitato. Tale intrepida e giusta condanna suscitò l’intenso odio di Erodiade, tanto che essa colse la prima opportunità per far mettere a morte il profeta. — Matt. 14:1-11; Mar. 6:16-28; Luca 3:19, 20; 9:9.

      Il fratello di Erodiade, Erode Agrippa I, tornò da Roma nel 38 E.V., dopo esser stato nominato re di Giudea. Questo contrariò molto Erodiade, perché il marito, pur essendo figlio di un re, non era altro che un tetrarca. Perciò non cessò di far pressione sul marito finché anch’egli andò a Roma nella speranza di essere incoronato re. Giuseppe Flavio narra come Agrippa fratello di Erodiade inviò in segreto lettere all’imperatore Caligola accusando Antipa di cospirare coi parti. Per conseguenza Antipa fu esiliato in Gallia, insieme a Erodiade. — Antichità giudaiche, Libro XVIII, cap. VII; Guerra giudaica, Libro II, cap. IX, 6.

  • Erodiani, seguaci del partito di erode
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    • Erodiani, seguaci del partito di erode

      È difficile identificare con esattezza questo gruppo, poiché non sono menzionati nella storia secolare e le Scritture dicono ben poco di loro. (Matt. 22:16; Mar. 3:6; 12:13) È assai improbabile ritenere, come fanno alcuni, che gli erodiani fossero domestici, soldati o funzionari della corte di Erode. La maggioranza degli studiosi è con ragione del parere che fossero seguaci del partito di Erode o ebrei che parteggiavano per la dinastia erodiana, insignita della sua autorità da Roma. Durante il ministero di Gesù Cristo Erode Antipa era il principale esponente di tale dinastia.

      Politicamente gli erodiani occupavano una posizione di centro, avversati da una parte da farisei e giudei fanatici che volevano un regno giudaico completamente indipendente da Roma, e dall’altra da coloro che aspiravano al completo assorbimento della Giudea nell’impero romano. Alcuni sadducei, considerati liberi pensatori e moderati nel giudaismo, probabilmente appartenevano alla linea di pensiero erodiana. Quest’ultima conclusione è tratta da quanto riferito in Matteo e Marco a proposito delle parole di Gesù sul lievito. Secondo Matteo 16:6 Gesù aveva detto: “Guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei”. Marco 8:15 cita invece le parole: “Guardatevi dal lievito dei Farisei e dal lievito di Erode”. La ripetizione della parola “lievito” sottolinea che esisteva una differenza fra i corrotti insegnamenti dei due gruppi. In quest’ultimo versetto invece di “Erode”, in alcuni manoscritti, come il papiro Chester Beatty I (P45), il Codex Washingtonianus I e il Codex Koridenthianus, si legge “Erodiani”.

      Una cosa è certa: i seguaci del partito di Erode e i farisei, pur avendo vedute politiche apertamente contrarie, erano solidamente uniti nella violenta opposizione a Gesù. Almeno due volte tali partiti avversi si consultarono insieme sul modo migliore per eliminare il nemico comune. Il primo caso menzionato avvenne poco dopo la Pasqua del 31 E.V., all’epoca del ministero di Gesù in Galilea. Vedendo Gesù guarire di sabato un uomo dalla mano rattrappita, “i Farisei uscirono e immediatamente tenevano consiglio contro di lui con i seguaci del partito di Erode, per distruggerlo”. — Mar. 3:1-6; Matt. 12:9-14.

      Il secondo caso documentato si verificò quasi due anni più tardi, solo tre giorni prima che Gesù fosse messo a morte, quando i discepoli dei farisei e i seguaci del partito di Erode si unirono per mettere alla prova Gesù sulla questione delle tasse. Certi uomini furono assoldati segretamente “con la pretesa d’esser giusti, per poterlo prendere nel parlare, in modo da consegnarlo al governo e all’autorità del governatore”. (Luca 20:20) Alla domanda diretta sulle tasse fecero precedere parole adulatrici destinate a prendere Gesù alla sprovvista. Ma accorgendosi della loro malizia, Gesù disse: “Perché mi mettete alla prova, ipocriti?” Poi li mise completamente a tacere con la sua risposta in merito al pagare le tasse. — Matt. 22:15-22; Luca 20:21-26.

  • Erpete
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    • Erpete

      (èrpete).

      L’erpete tricofitico è un’eruzione cutanea contagiosa, caratterizzata da macchie rotondeggianti. Il termine ricorre nella Traduzione del Nuovo Mondo in Levitico 21:20 e 22:22 e traduce il termine ebraico yallèpheth. Quest’affezione causata da funghi si trova nell’uomo e negli animali. Negli esseri umani attacca non solo le parti pelose del corpo, specie il cuoio capelluto dei bambini e la barba degli adulti, ma anche le parti glabre. Quest’ultima forma è caratterizzata da macchie rossastre che presentano di solito piccole bollicine nella parte esterna. Man mano che la macchia si estende la parte centrale si schiarisce, conferendo alla zona infetta l’aspetto di un anello.

      Un uomo di discendenza sacerdotale affetto da questa eruzione non poteva presentare le offerte a Geova (Lev. 21:20, 21); e gli animali che ne erano affetti non potevano essere offerti in sacrificio a Dio. — Lev. 22:22.

  • Esar-Addon
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    • Esar-Addon

      (Èsar-Addòn) [Assur ha dato un fratello (o fratelli)].

      Figlio minore e successore di Sennacherib, re d’Assiria. In una iscrizione Esar-Addon conferma quanto dicono le Scritture della morte di suo padre (Isa. 37:37, 38) con queste parole: “Una salda determinazione s’impadronì dei miei fratelli. Essi abbandonarono gli dèi e si diedero ad azioni violente, tramando il male. . . . Per avere il regno trucidarono Sennacherib loro padre”.

      Esar-Addon afferma che prima della morte del padre era già stato designato erede legittimo (dopo aver consultato gli dèi e tratto presagi esaminando il fegato) e pare sia stato viceré di Babilonia prima di diventare re d’Assiria. Dopo l’assassinio del padre, Esar-Addon dice di aver inseguito gli assassini fino in Armenia (il “paese di Ararat”, II Re 19:37), dove li sconfisse. Si ritiene che il suo regno sia durato dodici anni.

      All’inizio del suo regno Esar-Addon cominciò a ricostruire Babilonia, distrutta da Sennacherib. Il tempio o Esagila fu ricostruito e, a proposito della città stessa, Esar-Addon dice: “Babilonia costruivo di nuovo, ampliavo, innalzavo, rendevo grandiosa”.

      Sue iscrizioni ricordano campagne militari contro i gimirrai o cimmeri, ritenuti discendenti di Gomer. (Confronta Genesi 10:2; Ezechiele 38:6). Saccheggiò inoltre la città di Sidone, erigendo nelle vicinanze una nuova città, che chiamò Kar-Esar-Addon. In un’iscrizione sono elencati una ventina di re vassalli, fra cui Manasse re di Giuda (Menasi re di Yaudi).

      In II Cronache 33:10-13 si legge che Manasse fu catturato dai “capi dell’esercito che apparteneva al re d’Assiria” e portato a Babilonia. Un tempo alcuni pensavano che questo riferimento a Babilonia fosse errato, ritenendo che Manasse fosse stato portato a Ninive. Tuttavia, come si è già visto, Esar-Addon, che secondo le sue stesse iscrizioni era contemporaneo di Manasse, aveva ricostruito Babilonia e pare “si interessasse molto meno di qualsiasi altro re assiro di abbellire la sua capitale, Ninive”. (The Interpreter’s Dictionary of the Bible, Vol. 2, p. 125) Se Manasse fu catturato durante il regno di Esar-Addon, non ci sarebbe nulla di incongruo circa il fatto che fosse portato a Babilonia, della cui ricostruzione Esar-Addon si vantava con tanto orgoglio. Si noti però che anche Assurbanipal figlio di Esar-Addon menziona che Manasse era soggetto a un tributo durante il suo regno.

      I “SESSANTACINQUE ANNI”

      All’epoca della ricostruzione del tempio a Gerusalemme alcuni abitanti del paese non israeliti dissero di esser stati portati in Palestina da “Esar-Addon re d’Assiria”. (Esd. 4:2) Se il trasferimento della popolazione dalla e nella Palestina continuò fino all’epoca del suo regno, questo secondo alcuni spiegherebbe il periodo di “sessantacinque anni” indicato in Isaia 7:8 a proposito della desolazione di Efraim (la cui capitale era Samaria). L’intervallo fra il regno di Tiglat-Pileser III (che aveva iniziato la deportazione della popolazione dal regno settentrionale d’Israele poco dopo che fu pronunciata la profezia di Isaia) e quello di Esar-Addon spiegherebbe tale periodo di sessantacinque anni fino al momento in cui Efraim non fu completamente “frantumato in modo da non essere [più] un popolo”.

      CONQUISTA DELL’EGITTO E MORTE DI ESAR-ADDON

      La più notevole impresa militare di Esar-Addon fu la conquista dell’Egitto, con la sconfitta dell’esercito egiziano al comando del sovrano etiope Tiraca (chiamato “re d’Etiopia” in II Re 19:9) e la conquista della città di Menfi. Esar-Addon aggiunse perciò ai suoi molti titoli quello di “Re dei re d’Egitto”.

      Esar-Addon divise l’Egitto in distretti e stabilì governatori assiri sopra i prìncipi locali, ma ciò nonostante in un paio d’anni scoppiò una rivolta. Il re d’Assiria si accinse a compiere una seconda campagna per reprimere la ribellione, ma morì a Haran mentre era per via. Nelle sue iscrizioni Esar-Addon aveva detto: “Sono potente, sono onnipotente, sono un eroe, sono gigantesco, sono colossale”. Eppure come tutti gli altri esseri umani imperfetti dimostrò di essere anche lui schiavo del peccato e della morte, che ora esigevano la sua vita. — Confronta Salmo 146:3, 4; Ecclesiaste 9:4; Romani 5:21.

      Prima di morire Esar-Addon prese provvedimenti per assicurare una facile successione al trono proclamando suo figlio Assurbanipal principe ereditario, e nominando un altro figlio, Samassumukin, re di Babilonia. Quindi alla morte di Esar-Addon, Assurbanipal diventò re d’Assiria.

  • Esattore di tasse
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    • Esattore di tasse

      Nell’impero romano le tasse pro capite e sui terreni venivano riscosse da funzionari imperiali che avevano tale incarico ufficiale. Ma l’autorità di riscuotere le tasse sulle merci importate, esportate e trasportate attraverso un paese dai mercanti si acquistava con un’asta pubblica. Perciò il diritto di riscuotere tali tasse andava ai migliori offerenti, i quali, nel riscuotere le tasse, traevano un guadagno che superava la somma sborsata. Questi uomini, noti come publicani, concedevano in subappalto il diritto di riscuotere le tasse in determinate parti del loro territorio. I subappaltatori a loro volta avevano dei subalterni che riscuotevano personalmente le tasse. Zaccheo, per esempio, pare fosse il capo degli esattori di tasse di Gerico e dintorni. (Luca 19:1, 2) Mentre Matteo, che Gesù invitò a essere un apostolo, era incaricato dell’effettiva riscossione delle tasse, e aveva evidentemente la sua esattoria a Capernaum o nelle vicinanze. — Matt. 10:3; Mar. 2:1, 14.

      In Palestina c’erano dunque molti ebrei che facevano gli esattori di tasse. Erano malvisti dai loro connazionali perché spesso esigevano più del dovuto. (Matt. 5:46; Luca 3:12, 13; 19:7, 8) Gli altri ebrei di solito evitavano di stare volontariamente in compagnia degli esattori di tasse e li consideravano dei peccatori alla pari delle meretrici. (Matt. 9:11; 11:19; 21:32; Mar. 2:15; Luca 5:30; 7:34) Inoltre disprezzavano gli esattori di tasse perché erano al servizio di una potenza straniera, Roma, e in stretto contatto con gentili “impuri”. Quindi trattare un “fratello” come un “esattore di tasse” significava evitarne volutamente la compagnia. — Matt. 18:15-17.

      Cristo Gesù non approvava la corruzione prevalente fra gli esattori di tasse. Fu però pronto ad aiutarli spiritualmente anche se veniva criticato per questo. (Matt. 9:9-13; Luca 15:1-7) In un’illustrazione Gesù spiegò che l’esattore di tasse che riconosceva umilmente di essere peccatore e si pentiva era più giusto del fariseo che si vantava di essere giusto. (Luca 18:9-14) Ed esattori di tasse umili e pentiti (come Matteo e Zaccheo) ebbero la possibilità di entrare a far parte del regno dei cieli. — Matt. 21:31, 32.

  • Esaù
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    • Esaù

      [peloso].

      Primogenito di Isacco e Rebecca, fratello gemello di Giacobbe e antenato degli edomiti. Gli fu dato il nome Esaù perché alla nascita era insolitamente peloso, ma ebbe il soprannome di Edom (rosso, rossastro) a motivo dello stufato di lenticchie rosse per cui vendette la primogenitura. — Gen. 25:25, 26, 30.

      Ancor prima di nascere nel 1858 a.E.V., quando

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