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  • Rivolgere ai popoli una lingua pura
    La Torre di Guardia 1951 | 1° maggio
    • sette della Cristianità. Naturalmente queste traduzioni fatte da tali uomini e donne religiose saranno influenzate, colorite, fatte con parole e frasi secondo le filosofie pagane e le tradizioni antiscritturali che i loro sistemi religiosi hanno ereditato dal passato. La loro onestà, la loro sincerità e il loro zelo religioso li infiammerà tanto da far loro intrecciare queste cose nella loro traduzione quanto più è possibile. E quando fanno le loro traduzioni, non dall’originale ebraico, aramaico o greco, ma da altre traduzioni che già contengono il loro proprio colore religioso, esse hanno ancor più la tendenza a corrompere la traduzione. Questo impedisce a quelli che si servono di tali traduzioni di parlare la pura lingua del messaggio di salvezza di Dio.

      17. Come può salvaguardarsi il lettore contro le traduzioni colorite?

      17 Precisamente come gli studiosi della Bibbia dell’antica Berea, Grecia, esaminavano giornalmente le Scritture per vedere se le cose predicate nientemeno dall’apostolo Paolo erano scritturali e perciò vere, così il lettore di una traduzione moderna può salvaguardarsi contro le colorazioni religiose di una traduzione. In che modo? Passando sopra alle tradizioni religiose e attingendo alle sorgenti originali mediante tutte le pubblicazioni moderne che ha a disposizione, come dizionari delle lingue antiche, concordanze bibliche, le più recenti grammatiche delle lingue antiche, ecc. Egli può eliminare gli errori confrontando versetto della Scrittura con versetto della Scrittura per notare ogni inconsistenza nella traduzione e quindi investigando i testi originali, se possibile.

      18. Quindi di che cosa ha bisogno il traduttore per servire Iddio in vista della salvezza?

      18 Dunque a un traduttore della Bibbia occorre qualche cosa di più del semplice fervore religioso e dell’onestà. Gli occorre la libertà dalle tradizioni religiose di influenti, popolari organizzazioni e dalle generalmente accettate filosofie pagane di questo mondo. Bisogna che prenda gli scritti originali degli scrittori ispirati per quello che dicono, cercando di trovare, non la prova dei moderni insegnamenti religiosi, ma “la fede che fu una volta per sempre tramandata ai santi”. Deve ricordare specialmente che le Scritture originali furono ispirate dalla forza attiva o spirito di Dio. Egli deve pertanto pregare lo stesso spirito, non perché lo ispiri, ma perché lo aiuti e lo guidi nella traduzione. Infatti quello spirito è “lo spirito della verità”,! e Iddio è disposto a concederlo ai suoi figliuoli spirituali più di quanto un padre terreno sia disposto di dar buoni doni ai suoi figli naturali. (Giov. 16:13, NM; Luca 11:13) Il traduttore non dovrebbe pensare di farsi un nome facendo riportare il suo nome sulla sua traduzione. Egli dovrebbe essere assorbito dal desiderio di presentare la “lingua pura” della verità divina affinché i lettori della sua traduzione possano invocare il nome di Dio, il cui nome è Geova, e possano unirsi a persone che parlano altre lingue e dialetti nel servizio dell’unico vero Dio di comune accordo. In questo modo il traduttore serve il proposito di Dio e opera per la propria salvezza e per quella di coloro che adoperano la sua traduzione.

  • Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane
    La Torre di Guardia 1951 | 1° maggio
    • Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane

      1. Come fu eseguita la prima traduzione scritta delle Scritture?

      LA PRIMA traduzione scritta delle Sacre Scritture fu fatta dal canone ebraico nel greco comune e prese il nome di Versione greca dei Settanta (LXX).a I discepoli di Cristo, che scrissero in greco, citarono questa versione nei loro scritti ispirati. La Versione greca dei Settanta ebbe inizio al principio del terzo secolo avanti Cristo ad Alessandria, Egitto, nella quale gli abitanti erano in buona parte Giudei di lingua greca. Gli Ebrei di Gerusalemme avevano un pregiudizio contro le traduzioni scritte del sacro canone delle Scritture, ritenendole troppo sacre perché subissero una falsa interpretazione che era naturalmente da attendersi in una traduzione straniera. Tuttavia, malgrado questo pregiudizio ebraico, la traduzione fu continuata durante tre secoli, evidentemente da Giudei alessandrini, e non palestinesi, e col patrocinio dei governanti egiziani, su rotoli ebraici probabilmente importati dalla Palestina. Quantunque una tradizione religiosa sostenga che la Versione dei Settanta è ispirata, non c’è nessuna prova interiore o esteriore di tale pretesa. Quella traduzione formò ciò che si può chiamare le Scritture Greche precedenti a quelle cristiane. Essa si dimostrò molto utile per le congregazioni dei Cristiani di lingua greca del primo secolo e per gli stessi traduttori delle Scritture Ebraiche. Questa traduzione greca, e non la stessa Bibbia Ebraica, fu la collezione di Scritture adoperata nella marcia dell’opera missionaria cristiana verso occidente attraverso l’Europa.

      2. Quando fu completato il canone della Bibbia? Quando e come ne furono raccolti e pubblicati i libri?

      2 Con la fine del primo secolo d.C. il catalogo ufficiale o canone degli scritti ispirati dei discepoli di Cristo fu terminato. Poiché questi erano scritti in greco, essi formano ciò che può esser giustamente chiamato Scritture Greche Cristiane. Esse stanno alla pari con le Scritture Ebraiche (aramaiche) in quanto all’ispirazione, e completano quegli antichi scritti, per formare la Bibbia completa. Così il canone o la collezione ufficiale dei libri ispirati della Sacra Bibbia fu completato alla fine del

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