-
Feste gioioseLa Torre di Guardia 1980 | 1° agosto
-
-
e dalla regina Ester, cugina del giudeo Mardocheo, il quale divenne primo ministro dell’impero persiano. — Vedi il libro Preservazione (inglese), pubblicato nel 1932, che contiene le informazioni di una serie di articoli apparsi sulla Torre di Guardia inglese del 1931 e del 1932.
17. (a) Il fatto che il numero dei membri dei due pani simbolici si andava completando è stato motivo di che cosa per i celebratori della festa? (b) Perché quelli che compongono i due pani simbolici possono chiamarsi “primizie”?
17 Il completamento del numero dei membri dei due antitipici pani della Pentecoste negli oltre 1.900 anni trascorsi ha dato motivo di rallegrarsi grandemente agli israeliti spirituali che celebrano l’antitipica festa delle settimane. Come i due pani tipici rappresentavano le primizie della mietitura nel mese di sivan, così quelli che formano i pani antitipici sono primizie a Geova Dio tramite Gesù Cristo, avendo la precedenza sul resto del genere umano in quanto ricevono un’eredità celeste quale primo beneficio del sacrificio dell’“Agnello di Dio”. — Giac. 1:18; Riv. 14:4.
FESTA DELLE CAPANNE
18. Qual era l’ultima festa dell’anno sacro ebraico, quando si teneva e chi doveva parteciparvi?
18 L’ultima grande festa dell’anno sacro ebraico si teneva nel settimo mese, chiamato etanim o tishri. (I Re 8:2) Sotto certi aspetti era una festa particolare. Quasi sempre è chiamata festa delle capanne, ma due volte è chiamata festa della raccolta. (Eso. 23:16; 34:22) Per esempio, Esodo 23:16, 17 dice: “Inoltre la festa della mietitura dei primi frutti maturi delle tue fatiche, di ciò che avrai seminato nel campo; e la festa della raccolta all’uscita dell’anno, quando avrai raccolto le tue fatiche dal campo. In tre occasioni l’anno ogni tuo maschio apparirà dinanzi alla faccia del vero Signore Geova”. Esodo 34:22 parla della “festa della raccolta al volgere dell’anno”. Deuteronomio 16:13-15 la chiama festa delle capanne e dice: “Quando dalla tua aia e dal tuo strettoio fai la raccolta . . ., per sette giorni dovresti celebrare per te stesso la festa delle capanne. E durante la tua festa ti devi rallegrare, tu e tuo figlio e tua figlia e il tuo schiavo e la tua schiava e il Levita e il residente forestiero e il ragazzo senza padre e la vedova, che sono dentro le tue porte. Per sette giorni celebrerai la festa a Geova tuo Dio nel luogo che Geova tuo Dio sceglierà, perché Geova tuo Dio ti benedirà in tutto il tuo prodotto e in ogni opera della tua mano, e tu non devi esser altro che gioioso”.
19. (a) Perché il modo in cui si celebrava la festa era in armonia col suo nome? (b) Perché il tempo in cui si teneva era fra i più adatti?
19 Quasi sempre questa festa è chiamata “festa delle capanne”. Durante i suoi sette giorni gli ebrei riuniti a Gerusalemme dimoravano in capanne o tabernacoli, in armonia col nome della celebrazione. Essa cominciava cinque giorni dopo il Giorno di Espiazione, che ricorreva ogni anno il 10 tishri, e tramite il quale la nazione di Israele tornava in pacifici rapporti con Geova Dio. Quindi la festa delle capanne cominciava in un tempo molto propizio, e durava dal 15 al 21 tishri, un completo numero di giorni.
20. Secondo informazioni storiche extrabibliche, cosa faceva un sacerdote ogni mattina della festa?
20 Per la gioia che la caratterizzava, la festa era senza pari. Secondo informazioni storiche, all’alba di ciascun giorno della festa un sacerdote prendeva un recipiente d’oro della capacità di tre log (circa un litro) e scendeva da Gerusalemme a quella che è chiamata la Piscina di Siloe. Chi ha visitato l’odierna Gerusalemme ricorderà che, dopo aver lasciato la città attraverso la Porta del Letame all’angolo sudorientale, si scende fino a quello che è chiamato il Pozzo della Vergine o Pozzo di Ghihon. Da questo pozzo il re Ezechia scavò una galleria durante una minaccia d’invasione assira. I visitatori più coraggiosi ricorderanno che, dopo esser proceduti per un certo tratto a tastoni nell’oscurità di questa galleria, si esce nella Piscina di Siloe.
21. (a) In che modo il sacerdote si recava alla Piscina di Siloe, e cosa faceva con l’acqua di Siloe? (b) Quali parole della profezia potevano rammentare gli ebrei per l’allegrezza dell’occasione?
21 Seguito da una grande processione, che includeva una banda di suonatori, il sacerdote col recipiente d’oro si recava alla Piscina di Siloe, non attraverso la galleria di Ezechia, ma per altra strada. Riempito d’acqua il recipiente, il sacerdote ritornava in città e si recava nel cortile dov’era situato l’altare dei sacrifici di Geova. Dal lato sud dell’altare erano stati installati due bacini, ciascuno con un foro sul fondo. Il bacino all’angolo sudoccidentale dell’altare era riservato all’acqua della Piscina di Siloe. Il sacerdote vi versava l’acqua e questa scorreva fino a cadere alla base dell’altare. A questo punto gli ebrei presenti provavano un’immensa gioia. Forse i gioiosi celebratori ricordavano il capitolo 12 di Isaia, dov’è descritta la gioia provata dagli israeliti alla liberazione dall’esilio babilonese nel 537 a.E.V. In Isaia 12:3 si legge: “Con esultanza sarete certi di attingere acqua alle sorgenti della salvezza”.
22. (a) In che modo Geova era stato Fonte d’acqua di salvezza per gli antenati dei celebratori ebrei? (b) Come fu descritta l’allegrezza che si provava vedendo versare l’acqua di Siloe?
22 Geova Dio era la celeste Fonte della loro salvezza. Era lui che aveva liberato i loro antenati dopo settant’anni di esilio nella pagana Babilonia, dove avevano provato la sete di salvezza, salvezza giunta nel 539 a.E.V. con la caduta di Babilonia. (Isa. 44:28–45:7; Ger. 2:13) Il ricordo di quella liberazione era motivo di gioia durante la festa delle capanne. Un antico proverbio ebraico dice: ‘Chi non ha visto l’allegrezza al versamento dell’acqua di Siloe non ha mai visto l’allegrezza nella sua vita’.
-
-
Illuminazione della festaLa Torre di Guardia 1980 | 1° agosto
-
-
Illuminazione della festa
1. Quale speciale illuminazione c’era a Gerusalemme durante la festa delle capanne, e cosa facevano gli ebrei?
IN OCCASIONE della festa delle capanne “la città del gran Re”, la città di Geova, veniva illuminata in modo speciale. (Matt. 5:35) Di notte, nel tempio di Erode, e precisamente nel Cortile delle donne a est dell’altare, si poteva vedere qualcosa di insolito. Vi erano installati quattro giganteschi candelabri, ciascuno con quattro grandi coppe. Per riempire le coppe di olio combustibile si dovevano usare delle scale. Le vecchie vesti dei sacerdoti servivano da stoppini. Le 16 coppe accese facevano una tale luce da illuminare di notte tutta Gerusalemme. Sotto l’intensa luce, gli israeliti maschi danzavano o facevano acrobazie nel Cortile delle donne, mentre le donne osservavano la scena da una balconata. I cantori intonavano i 15 Salmi delle ascese, con l’accompagnamento musicale dei leviti. I festeggiamenti continuavano fino allo spuntar del giorno.
2. Dove stavano i gentili presenti alla festa?
2 I gentili incirconcisi presenti alla festa dovevano rimanere nel Cortile dei Gentili, separato dal Cortile d’Israele dalla barriera di pietra e dal Cortile esterno. — Vedi Atti 21:28, 29 per avere un’idea delle limitazioni imposte all’ingresso dei gentili nel tempio.
3, 4. (a) Come partecipò Gesù alla festa nell’autunno del 32 E.V., e cosa disse che poté far venire in mente agli ebrei l’acqua di Siloe? (b) In base a Giovanni 7:39, a cosa si riferiva Gesù?
3 Se teniamo conto delle notevoli caratteristiche aggiunte alla celebrazione della festa delle capanne, possiamo capire meglio alcuni interessanti commenti fatti da Gesù Cristo in occasione della festa. L’ultima volta che la celebrò fu nell’autunno del 32 E.V. Poiché a Gerusalemme i giudei cercavano di ucciderlo, Gesù lasciò la Galilea da solo e si recò alla festa senza dare nell’occhio. Verso la metà della festa, forse il 18 tishri, egli uscì allo scoperto e cominciò a insegnare al popolo, alle folle di celebratori nel tempio.
4 L’ultimo giorno della festa, il 21 tishri, era chiamato “il gran giorno della festa”. Quel giorno Gesù probabilmente ricordò al popolo il versamento dell’acqua di Siloe, quando disse: “Se alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi ripone fede in me, come ha detto la Scrittura: ‘Dalla sua parte più intima sgorgheranno torrenti d’acqua viva’”. L’apostolo Giovanni commenta quelle parole di Gesù dicendo: “Comunque, disse questo dello spirito che stavano per ricevere quelli che riponevano fede in lui; poiché lo spirito non vi era ancora, perché Gesù non era ancora stato glorificato”. — Giov. 7:37-39.
5. Quando cominciarono ad avverarsi quelle meravigliose parole, e in che modo?
5 Quelle meravigliose parole cominciarono ad avverarsi il giorno di Pentecoste dell’anno seguente, quando sui circa 120 discepoli, riuniti in una stanza superiore a Gerusalemme, fu versato lo spirito santo. Da loro cominciarono veramente a scorrere torrenti d’acqua viva quando, in molte lingue miracolosamente apprese, dichiararono le “magnifiche cose di Dio” alle migliaia di giudei stupefatti che si erano radunati per osservare lo spettacolo. — Atti 2:1-41.
6. L’ultimo giorno della festa cosa disse Gesù che può aver ricordato ai discepoli la speciale illuminazione del tempio?
6 Il settimo e ultimo giorno della festa delle capanne, Gesù fece un’altra osservazione che può aver ricordato ai discepoli la speciale illuminazione tipica di quella celebrazione, quella dei quattro grandi candelabri nel Cortile delle donne nel tempio. Gesù disse: “Io sono la luce del
-