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SistroAusiliario per capire la Bibbia
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Sistro
[ebr. mena‘an‘ìm (pl.), tradotto quasi sempre “sistri”, ma anche “timpani” (ATE, Mar), “cornette” (AV), ecc.]
Il termine ebraico ricorre una sola volta nelle Scritture e sembra derivato da una radice che significa “tremare, essere agitato”. (II Sam. 6:5) La caratteristica del sistro è che viene suonato in questo modo, per così dire come un “sonaglio musicale”, per cui molti lessicografi e studiosi di storia della musica propendono per questa lezione, adottata da quasi tutte le traduzioni italiane della Bibbia.
Il sistro generalmente era costituito da una lamina metallica ricurva fissata a un manico. In base agli antichi esemplari pervenutici e anche alle raffigurazioni su monumenti egiziani e altri, l’intero strumento poteva essere lungo da 20 a 45 cm. Nella lamina erano infilate alcune asticciole mobili trasversali che, quando venivano agitate, producevano suoni acuti, tintinnanti. Le asticciole orizzontali potevano essere di diversa lunghezza in modo da produrre una serie di suoni. In un altro tipo di sistro alle asticciole erano fissati degli anelli, che tintinnavano quando venivano agitati. Benché sia menzionato una sola volta nella Bibbia nella descrizione di una grande celebrazione, fonti tradizionali ebraiche affermano che il sistro veniva suonato anche in occasioni tristi.
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SittimAusiliario per capire la Bibbia
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Sittim
(Sìttim o Sittìm) [acacie].
Località delle pianure desertiche di Moab fino alla quale l’accampamento israelita si estendeva da Bet-Iesimot. (Num. 25:1; 33:49; Gios. 2:1) Evidentemente “Sittim” è una forma abbreviata di “Abel-Sittim” (campo delle acacie). Di solito viene identificata col Tell el-Kefrein, collinetta che si trova circa 8 km a NE di Bet-Iesimot (Tell el-Azeimeh, presso l’estremità NE del Mar Morto). Tuttavia alcuni propendono per il Tell el-Hamma, località più grande in posizione molto strategica, situata circa km 2,5 a E del Tell el-Kefrein.
Per mezzo del profeta Michea, Geova ricordò agli israeliti quello che aveva fatto per loro: “O mio popolo, ricorda, suvvia, ciò che consigliò Balac re di Moab, e ciò che gli rispose Balaam figlio di Beor. Fu da Sittim, fino a Ghilgal, nell’intento che i giusti atti di Geova fossero conosciuti”. (Mic. 6:5) Mentre Israele era accampato nelle pianure di Moab, dov’era Sittim, Geova frustrò il tentativo di Balac di indurre Balaam a maledire gli israeliti; neutralizzò il tentativo moabita di rovinare il suo popolo. Permise loro di sconfiggere i madianiti, i quali, insieme ai moabiti, erano riusciti a trascinare molti israeliti nell’immoralità e nell’idolatria. Con un miracolo Geova fece attraversare il Giordano a Israele, e a Ghilgal ‘gli tolse di dosso il biasimo dell’Egitto’. — Num. 22:4-25:8; 31:3-11, 48-50; Gios. 3:1, 14-17; 5:9.
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SivanAusiliario per capire la Bibbia
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Sivan
(sìvan).
Nome dato dopo l’esilio al terzo mese lunare ebraico del calendario sacro, ma il nono del calendario secolare. (Est. 8:9; I Cron. 27:5; II Cron. 31:7) Corrisponde a parte di maggio e parte di giugno. Il significato del nome è incerto.
Sivan cade alla fine della primavera quando si avvicina l’intensa calura estiva; questo fatto è menzionato da Giuseppe Flavio nel descrivere una strage di samaritani da parte dell’esercito romano avvenuta in quel mese. (Guerra giudaica, Libro III, cap. VII, 32) Era la stagione della mietitura del grano e anche l’inizio della stagione asciutta, che sarebbe continuata fino al mese lunare di bul o ottobre. (Eso. 34:22; Prov. 26:1) Questo era senza dubbio il mese in cui il profeta Samuele pregò Geova e ci fu un temporale fuori stagione, che intimorì molto la popolazione. (I Sam. 12:16-19) Ormai i “fichi primaticci” che spuntavano sugli alberi verso la fine dei mesi invernali erano ben maturi. (Isa. 28:4; Ger. 24:2) Lungo la costa del Mediterraneo era anche la stagione delle mele. — Cant. 2:3; confronta Gioele 1:10-12.
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SmeraldoAusiliario per capire la Bibbia
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Smeraldo
Pietra preziosa lucente e trasparente, varietà di berillo. Lo smeraldo è un metasilicato di berillio e di alluminio con tracce di ossido di cromo che gli conferisce il colore verde. Leggermente più duro del quarzo, di solito si trova in forma nodulare o in distinti cristalli esagonali.
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SmirneAusiliario per capire la Bibbia
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Smirne
(Smìrne) [mirra].
Antica città sulla costa O dell’Asia Minore; attualmente chiamata İzmir. Abitata anticamente dai greci, verso il 580 a.E.V. fu distrutta da Aliatte re della Lidia. Oltre due secoli dopo Alessandro Magno decise di ricostruirla come città greca, progetto che i suoi successori realizzarono in altro luogo. In seguito Smirne diventò un importante centro commerciale. Inclusa poi nella provincia romana dell’Asia, diventò famosa per la bellezza dei suoi edifici pubblici. A Smirne c’era un tempio dedicato a Tiberio Cesare e quindi veniva incoraggiato il culto dell’imperatore.
Smirne è la seconda delle sette congregazioni cristiane dell’Asia Minore alle quali il glorificato Gesù Cristo ordinò all’apostolo Giovanni di scrivere un messaggio. (Riv. 1:11) La congregazione è povera materialmente, ma spiritualmente ricca. È provata da tribolazione, evidentemente persecuzione, ed è maledetta da alcuni che si definiscono “Giudei”, ma in effetti sono “una sinagoga di Satana”. Ma nonostante la loro povertà e tribolazione, i cristiani della congregazione di Smirne sono incoraggiati a non temere le cose che dovranno ancora soffrire, ma a essere ‘fedeli fino alla morte’ per ricevere “la corona della vita”. — Riv. 2:8-11.
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SmoccolatoiAusiliario per capire la Bibbia
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Smoccolatoi
Arnesi d’oro usati in relazione alle lampade che si trovavano sui bracci del candelabro nel tabernacolo e nel tempio. (Eso. 25:37, 38; 37:23; Num. 4:9; I Re 7:48; II Cron. 4:19-21) Gli smoccolatoi sono designati dalle forme duali ebraiche melqahhàyim e malqahhàyim, derivate da una radice che significa “prendere, stringere, afferrare”. L’uso del duale fa pensare forse a un arnese avente due parti. Infatti in Isaia 6:6 melqahhàyim sono le “molle” con cui un serafino prese un carbone ardente dall’altare. Viene fatta una distinzione fra gli “smoccolatoi” del candelabro e gli “spegnitoi” usati nel tempio. (I Re 7:49, 50; II Cron. 4:21, 22) Benché non siano descritti nelle Scritture, gli smoccolatoi potevano essere molle usate per prendere i lucignoli bruciati, mentre gli spegnitoi potevano essere utensili simili a forbici usati per tagliare via la parte bruciata dello stoppino. Nel tabernacolo, questi ritagli, tenuti con gli smoccolatoi, venivano depositati nei portafuoco, a quanto pare recipienti per tenere questi frammenti fino alla loro eliminazione. — Eso. 37:23.
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SoAusiliario per capire la Bibbia
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So
Re d’Egitto contemporaneo di Oshea, ultimo re del regno delle dieci tribù di Israele. Oshea venne imprigionato per aver cospirato con So contro Salmaneser e smesso di pagare il tributo all’Assiria. (II Re 17:3, 4) I tentativi per identificare So con sovrani egiziani dell’epoca, noti alla storia secolare (come Osorkon IV o Sabaka), non hanno avuto molto successo, specie tenendo conto della poca affidabilità della cronologia egiziana.
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SobrietàAusiliario per capire la Bibbia
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Sobrietà
Il verbo greco nèpho e l’aggettivo nephàlios hanno il significato di essere sobrio, di abitudini moderate, vigilante, attento o assennato. Fondamentalmente si riferiscono al non essere sotto l’effetto di alcolici. Comunque nelle Scritture sono usati per lo più in senso figurativo. Un verbo affine, eknèpho, che significa principalmente tornare in sé da ubriachezza, è usato nella Settanta in Genesi 9:24: “Noè si riprese [si svegliò] dal vino”. Questo verbo greco è usato nella stessa versione anche in Gioele 1:5, dove il profeta invita gli “ubriachi” spirituali di Israele a ‘svegliarsi’, e in Abacuc 2:19, dove sono predetti guai agli adoratori di idoli che dicono a pezzi di legno e pietra: “Svegliati!”
Nell’enumerare i requisiti di coloro che potevano essere nominati sorveglianti nelle congregazioni cristiane, l’apostolo Paolo dichiara che il sorvegliante deve essere “di abitudini moderate [gr. nephàlios]”. Questo richiede che non ecceda nel vino, poiché viene pure dichiarato che non deve essere un “ebbro schiamazzatore”. L’aggettivo nephàlios indicherebbe che l’uomo dovrebbe avere buon senso ed essere moderato in altre cose, nel parlare, nella condotta, nei modi, oltre a essere abitualmente sobrio nell’uso di alcolici. — I Tim. 3:2, 3.
Alle donne della congregazione viene dato un consiglio simile: di essere “serie, non calunniatrici, di abitudini moderate, fedeli in ogni cosa”. (I Tim. 3:11) Gli uomini e le donne di età ricevono pure consigli: le donne più anziane diano l’esempio “affinché facciano tornare in sé le giovani” per essere buone mogli e madri, sottomesse al marito. — Tito 2:2-5.
Nel correggere la congregazione di Corinto, che si era lasciata influenzare da certi uomini i quali sostenevano una dottrina errata, Paolo disse: “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini. Destatevi alla sobrietà in modo giusto e non praticate il peccato, poiché alcuni sono senza conoscenza di Dio. Parlo per farvi vergognare”. (I Cor. 15:33, 34) Dovevano destarsi dal torpore prodotto dalla dottrina errata, che sviava alcuni e provocava malattie spirituali e persino la morte. (I Cor. 11:30) Nello stesso modo aveva scritto in precedenza ai tessalonicesi, che erano stati turbati da alcuni che sostenevano cose non insegnate dagli apostoli. A proposito del “giorno di Geova”, disse che quel giorno sarebbe venuto all’improvviso ma non avrebbe colto di sorpresa i veri, fedeli cristiani come avrebbe colto dei ladri. Perciò non dovevano essere assonnati, ma ben desti; dovevano ‘stare svegli ed essere sobri [o assennati]’. — I Tess. 5:2-6, 8.
Paolo avvertì inoltre Timoteo dell’apostasia avvenire, che avrebbe messo in pericolo l’integrità dei cristiani che desideravano rimanere leali. In modo particolare Timoteo, essendo un sorvegliante, doveva badare bene di essere “sobrio [assennato] in ogni cosa”, doveva ‘sopportare il male, fare l’opera di evangelizzatore, compiere pienamente il suo ministero’. (II Tim. 4:3-5) Essendo assennato, Timoteo doveva rendersi conto che Paolo non sarebbe rimasto in vita ancora a lungo (II Tim. 4:6-8), e lui stesso alla fine sarebbe morto, perciò doveva affidare le cose imparate a uomini fedeli, a loro volta adeguatamente qualificati per insegnare ad altri. (II Tim. 2:2) Così la congregazione sarebbe stata edificata come un baluardo contro l’apostasia avvenire, essendo “colonna e sostegno della verità”. — I Tim. 3:15.
Anche l’apostolo Pietro, sapendo che lui e gli altri apostoli non sarebbero stati presenti ancora per molto (II Piet. 1:14), in grado di agire da restrizione nei confronti del movimento apostata istigato dal Diavolo, consigliò ai cristiani di attenersi saldamente alla loro salvezza mediante Cristo, essendo ‘completamente assennati (lett. “perfettamente sobri”), riponendo la loro speranza nell’immeritata benignità che sarebbe stata recata loro alla rivelazione di Gesù Cristo’. (I Piet. 1:13) Sapendo come i tempi fossero difficili, a motivo della crescente persecuzione da parte del mondo, dovevano essere di mente sana, desti, vigilanti, e non dovevano trascurare di pregare seriamente per avere la forza necessaria per perseverare. (I Piet. 4:7) Li esortò a essere assennati, perché il Diavolo era come un leone ruggente pronto a divorare, e si doveva prendere una posizione ben salda contro di lui. Questo richiedeva sobrietà, serietà, padronanza di sé. — I Piet. 5:8, 9.
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SoccorsoAusiliario per capire la Bibbia
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Soccorso
Una caratteristica dei fedeli servitori di Dio è sempre stata la loro prontezza ad aiutare chi è nel bisogno. (Giob. 29:16; 31:19-22; Giac. 1:27) Per esempio, dopo il versamento dello spirito di Dio il giorno di Pentecoste del 33 E.V., molti che erano diventati seguaci di Gesù Cristo volontariamente vendettero i loro possedimenti e consegnarono il ricavato agli apostoli perché fosse distribuito fra i compagni di fede bisognosi. La loro generosità permise a quelli venuti da paesi lontani per la festa di prolungare il loro soggiorno a Gerusalemme e continuare a beneficiare dell’insegnamento degli apostoli. (Atti 2:41-47; 4:34, 35) La congregazione di Gerusalemme dispose anche la distribuzione di viveri alle vedove cristiane bisognose e, in seguito, furono nominati sette uomini qualificati per provvedere affinché nessuna vedova meritevole fosse trascurata nella distribuzione giornaliera. — Atti 6:1-6.
Anni dopo, nella sua lettera a Timoteo, l’apostolo Paolo fece notare che la congregazione doveva limitarsi a soccorrere le vedove che non avessero meno di sessant’anni. Queste vedove dovevano essere persone che avevano compiuto opere eccellenti nel promuovere il cristianesimo. (I Tim. 5:9, 10) Comunque l’aver cura di genitori e nonni ormai avanti negli anni era principalmente dovere dei figli e nipoti, non della congregazione. — I Tim. 5:4, 16.
A volte le congregazioni cristiane inviarono soccorsi ai fratelli di altri paesi. Infatti, quando il profeta Agabo
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