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‘Le opere della carne sono gozzoviglie’La Torre di Guardia 1968 | 1° dicembre
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musica allegra e forse la birra e il vino scorrono abbondantemente, c’è il pericolo di andare agli estremi. Può esserci chiassosa ilarità, che non si addice ai cristiani; si possono raccontare barzellette oscene e ci può essere la tendenza a considerare con leggerezza le convenienze tra i sessi, tutte cose che farebbero trasformare l’occasione di festa in gozzoviglia.
Non che la Parola di Dio condanni l’allegria. Niente affatto! La Bibbia non esclude la gioia e la gaiezza. Al contrario, essa dice ripetutamente al popolo di Dio di esser lieto e di rallegrarsi, e per varie ragioni. Così è detto all’uomo di rallegrarsi nel suo Creatore, al marito di rallegrarsi in sua moglie, al giovane di rallegrarsi nella sua giovinezza, al lavoratore nell’opera delle sue mani e al contadino nel frutto della sua fatica. (Sal. 32:11; Prov. 5:15-19; Eccl. 3:22; 11:9; Deut. 26:10, 11) E la Bibbia indica ripetutamente che cibo e bevanda sono accompagnati dall’allegrezza: “Va, mangia il tuo cibo con allegrezza e bevi il tuo vino con un buon cuore”. Sì, Geova Dio provvide il “vino che fa rallegrare il cuore dell’uomo mortale” e “pane che sostiene il [suo] medesimo cuore”. — Eccl. 9:7; Sal. 104:15.
Ma i cristiani devono essere moderati e controllarsi nel godere le buone cose della vita. Per questo l’uomo cristiano, per essere qualificato come sorvegliante di una congregazione cristiana, deve, fra l’altro, essere “di abitudini moderate”. Alle donne cristiane è detto similmente d’essere “di abitudini moderate”. — 1 Tim. 3:2, 11.
Le abitudini sregolate, la condotta sfrenata e chiassosa e la musica rumorosa e stridula tornano a svantaggio del cristiano. Non solo, ma tale condotta spesso conduce ad eccessi come ubriachezza e ghiottoneria, contro i quali la Bibbia inveisce ripetutamente: “Non essere fra gli smodati bevitori di vino, fra quelli che sono ghiotti mangiatori di carne”. Tale mancanza di freno conduce spesso a immoralità sessuale, che la Parola di Dio condanna con termini inequivocabili: “Poiché questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione, che vi asteniate dalla fornicazione; che ciascuno di voi sappia possedere il proprio vaso in santificazione e onore, non in concupiscenza di appetito sessuale come l’hanno anche le nazioni che non conoscono Dio . . . Poiché Dio ci chiamò, non mediante concessione a impurità, ma riguardo alla santificazione”. — Prov. 23:20; 1 Tess. 4:3-7.
Sì, la condotta rumorosa e chiassosa rivela mancanza di padronanza di sé. Le parole avventate sono spesso il preludio di azioni avventate, e coloro che cercano l’approvazione di Dio devono dunque dare ascolto al consiglio: “Non esca nulla di sfrenato dalla vostra bocca, poiché Geova è un Dio di conoscenza, e da lui le opere sono stimate con giustezza”. È un’idea errata che birra, vino e bevande più forti siano essenziali per un’occasione di festa; si tratta essenzialmente di usanza locale. È bene, perciò, tenere sempre presenti le parole della sapienza: “Il vino è schernitore, la bevanda inebriante è tumultuosa, e chiunque ne è sviato non è saggio”. Se i cristiani non stanno in guardia possono cadere nell’errore in cui caddero gli Israeliti ai giorni di Mosè, mentre egli fu sul monte per quaranta giorni, riguardo a cui leggiamo: “Il popolo si mise a sedere per mangiare e bere, e si alzarono per divertirsi”, e anche per commettere idolatria. — 1 Sam. 2:3; Prov. 20:1; 1 Cor. 10:7 (ediz. 1950); Eso. 32:4-6.
A questo riguardo l’apostolo Paolo diede ai cristiani di Corinto buoni consigli, di cui avevano specialmente bisogno dato che la loro città era famosa per le sue gozzoviglie sensuali: “Perciò, sia che mangiate o che beviate o che facciate qualsiasi altra cosa, fate ogni cosa alla gloria di Dio. Astenetevi dal divenire cause d’inciampo ai Giudei e ai Greci e alla congregazione di Dio, come anch’io faccio piacere a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, onde siano salvati”. Sì, c’è un’ulteriore ragione per stare in guardia nelle occasioni di festa, per non far inciampare altri. Specialmente in tali momenti ‘fate sentieri diritti per i vostri piedi’. — 1 Cor. 10:31-33; Ebr. 12:13.
TENETE SOTTO CONTROLLO LE OCCASIONI DI FESTA
Ci sono alcune cose a cui si deve badare se si vuole che un’occasione di festa non si trasformi in gozzoviglia. Per esempio, c’è il principio scritturale: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. Per questa ragione i cristiani faranno bene a evitare le riunioni sociali indette da increduli che non si interessano della Parola di Dio e delle sue alte norme circa la condotta. Anche quando si invitano degli increduli a raduni sociali cristiani si deve stare attenti. A questo riguardo si può trarre lezione dagli Israeliti dell’antichità. Non furono gli increduli a farli trasgredire col peccato di Baal di Peor? — 1 Cor. 15:33; Num. 25:1-9.
Un’altra cosa a cui badare è il genere di balli che si fanno. Molti balli moderni stimolano la passione, ma ci sono salutari balli popolari che permettono molto esercizio e gioiosa allegria, come la quadriglia, la contraddanza e la polca. Tali balli implicano una certa capacità e cooperazione e contribuiscono al reciproco godimento nel gruppo, essendo senza le discutibili caratteristiche di tanti balli moderni.
Per tenere sotto controllo le occasioni di festa è anche necessario pensare al genere di musica che si suonerà. I giovani hanno la tendenza a preferire la musica molto rumorosa che il mondo associa alle gozzoviglie. Se i cristiani, perciò, ne sono responsabili si accerteranno che si suoni musica buona o convenevole, non necessariamente musica classica o seria, ma nemmeno musica sensuale o volgare, che dà eccessiva enfasi al rumore e al ritmo, come avviene a tanti ricevimenti di nozze mondani. Tale musica mira a destare i più bassi istinti e a far mettere da parte le inibizioni quasi come le bevande alcoliche influiscono su alcuni.
Un altro prezioso aiuto a questo riguardo è che siano presenti almeno diversi cristiani maturi. Specialmente se la maggioranza sono giovani è consigliabile siano presenti alcuni cristiani veramente maturi, profondamente interessati nel benessere spirituale dei giovani. Il rispetto loro accordato avrebbe senza dubbio un effetto salutare su tutti i presenti.
Pure da tenere presente è il valore di considerare soggetti biblici o soggetti seri. Per esempio, si possono fare indovinelli basati su episodi scritturali, illustrazioni di princìpi biblici, imitazioni di personaggi biblici, presentazioni di episodi biblici, narrazione di interessanti esperienze. Tali cose possono presentare una stimolante sfida all’inventiva, all’abilità drammatica, ecc., e ne può risultare una serata molto piacevole e anche molto proficua, come si nota dal successo di drammi biblici presentati annualmente ai congressi più grandi del popolo di Geova.
Da non trascurare è la precauzione pratica di stabilire in anticipo un’ora ragionevole a cui il ricevimento deve finire. Pare che più un ricevimento dura, più si fa tardi la sera, più è probabile che divenga rumoroso e maggiore è la tentazione di abbandonarsi alle gozzoviglie. Si potrebbe fare qualche commento all’inizio circa quanto si vuole che duri; ma se i padroni di casa non vi badano, almeno quegli ospiti che comprendono il bisogno di andarsene a un’ora ragionevole possono scusarsi senza sentirsi indebitamente in imbarazzo.
Questo ha più che un vantaggio. Non solo è probabile che si protegga la moralità, ma anche la propria salute, poiché è meno probabile che si mangi e si beva troppo e si potrà dormire di più. E tutto questo è di particolare importanza per i ministri cristiani, che di solito hanno un’intera giornata di attività di ministero e di adorazione la domenica. Come disse una volta al riguardo un anziano ministro cristiano: “Meno ‘vivo’, più posso dare”; intendendo per ‘vivere’, naturalmente, l’abbandonarsi ai piaceri mondani.
Sì, nelle occasioni di festa come in ogni altra cosa nella vita del cristiano, ci vogliono freno e padronanza di sé. Il Creatore si propose che le sue creature terrestri traessero molta gioia da parecchie cose diverse, compresi i raduni sociali. Ma queste non devono necessariamente divenire gozzoviglie; possono essere salutari occasioni di gioia senza scuse o rammarichi. Certo questa è la condotta della sapienza!
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Sacerdozio celeste: Provvedimento di Dio per coloro che cercano la vitaLa Torre di Guardia 1968 | 1° dicembre
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Sacerdozio celeste: Provvedimento di Dio per coloro che cercano la vita
“La legge non ha reso nulla perfetto, ma vi è l’introduzione d’una ulteriore speranza migliore, per mezzo della quale ci avviciniamo a Dio”. — Ebr. 7:19.
1. Poiché Israele non divenne la “nazione santa” di sacerdoti di Geova, quali domande sorsero?
LA NAZIONE d’Israele non ubbidì alla voce di Geova suo Dio e non osservò il Suo patto, ed Egli la rigettò dall’essere il suo regno di sacerdoti quando col rigetto del suo proprio Figlio, il Messia, essa portò al limite la Sua paziente sopportazione delle proprie infedeltà. Doveva tutto il genere umano essere ancora una volta immerso in spaventose tenebre, tagliato fuori dalla comunicazione col suo Creatore, la Fonte della vita? Ora era ben chiaro alle persone timorate di Dio che l’uomo aveva urgente bisogno di un sacerdozio che rimanesse fedele e durasse per sempre, così che gli uomini ubbidienti potessero non solo comunicare con Dio, ma realizzare infine anche la speranza di avvicinarsi a lui nella felice e serena associazione che ebbe un tempo il perfetto Adamo! Ma come poteva avvenire questo? Ci sarebbe voluto qualche provvedimento per liberare l’uomo dall’incapacità causata dal peccato. Da un punto di vista puramente umano tale possibilità era remota.
2. Come sappiamo che Dio aveva preso provvedimento per soddisfare il bisogno dell’uomo?
2 Felicemente Geova aveva preso proprio tale provvedimento e, inoltre, ne aveva date vigorose assicurazioni nella sua Parola scritta. Questo mezzo d’accesso al suo favore e alla vita fu perfettamente e accuratamente raffigurato dall’operato del sacerdozio aaronnico in Israele, poiché l’apostolo Paolo scrisse: [I sacerdoti aaronnici] rendono sacro servizio in una rappresentazione tipica e in un’ombra delle cose celesti”. — Ebr. 8:5.
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