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“Qualunque cosa l’uomo semini questa pure mieterà”La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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“Qualunque cosa l’uomo semini questa pure mieterà”
“Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà; perché chi semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito”. — Gal. 6:7, 8.
1, 2. (a) In che modo il principio dichiarato in Galati 6:7 si applica alla semina letterale? (b) In che modo Paolo applica il principio al cristiano?
IL contadino conosce molto bene la veracità di questo principio: “Qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”, poiché si può applicare alla semina e alla mietitura letterali! Dopo aver seminato nei campi l’avena, quando arriva il tempo che i nuovi steli cominciano a germogliare è troppo tardi desiderare d’aver piantato invece grano. Per quanto lo desideri ardentemente, la sua messe non si cambierà in qualche cos’altro. No! Il contadino mieterà ciò che ha seminato. È all’opera un’immutabile legge naturale, una legge che ebbe origine dal Creatore di tutte le cose viventi. Come ci dice l’ispirato racconto della creazione: “E Dio proseguì, dicendo: ‘La terra faccia spuntare erba, vegetazione che faccia seme, alberi fruttiferi che portino frutto secondo le loro specie, il cui seme sia in esso, sopra la terra”’. (Gen. 1:11) Nel modo in cui opera questa legge naturale, “Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. — Gal. 6:7.
2 L’inevitabilità di questa legge naturale mette in risalto la forza delle parole di Paolo all’ottavo versetto di Galati sei questo capitolo della sua lettera ai Galati: “Perché chi semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito”. Sì, ciò che seminiamo nel terreno della nostra vita produrrà pure frutto ‘secondo la sua specie’, secondo che il seme che seminiamo sia buono o cattivo, in vista dello spirito o in vista della carne. Giacché “Dio non è da beffeggiare” neppure a questo riguardo, ci conviene badare bene a come seminiamo ora.
3. In quanto alla nostra vita personale, che cosa si può dire del seme che possiamo seminare e del motivo per cui seminiamo?
3 In quanto alla nostra vita personale, lo scopo per cui seminiamo è importante quanto il seme stesso. Possiamo avere buon “seme” da seminare, ma il motivo errato, ‘seminando in vista della carne’. Questo può corrompere il seme e produrre frutto corrotto. Salute, forza, tempo, facoltà di parlare, udito, facoltà di leggere, altre doti naturali, opportunità di stare con altri, responsabilità verso altri, tutte queste cose si possono usare per il bene o per il male, per l’egoistica soddisfazione della carne o per l’edificazione della vita spirituale nostra e di altri.
4. Qual è un modo di ‘seminare in vista della carne’?
4 In considerazione del fatto che seminare in vista della carne significa mietere corruzione, certo vorrete evitare di seminare in tal modo. Come si fa a ‘seminare in vista della carne’? Vengono subito in mente alcune cose giustamente incluse in questa specie di semina. Tra queste non di certo la più piccola è la ricerca di possedimenti materiali come fine a se stesso. Siete scontenti di ciò che avete? geloso o invidioso di ciò che possiedono altri? siete presi in una frenetica lotta per stare alla pari coi vicini? In tal caso, è tempo che diate un onesto sguardo al modo in cui seminate. Può darsi benissimo che seminiate in vista della carne.
5. Come possiamo seminare in vista dello spirito anche in relazione con le cose materiali?
5 Non che sia sbagliato interessarsi un po’ delle cose materiali. L’uomo che ha famiglia deve pensare a provvedere le necessarie cose materiali della vita: cibo, abiti e alloggio adeguato per sua moglie e i suoi figli. È detto che il cristiano che non provvede tali cose “ha rinnegato la fede” ed è “peggiore di uno senza fede”. (1 Tim. 5:8) Ma il cristiano non vuole ‘cercare ansiosamente’ quale meta della propria vita la soddisfazione dei suoi bisogni materiali, come avviene in genere per i popoli delle nazioni. (Matt. 6:32) Gesù comandò: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. (Matt. 6:33) Si tratta dunque di tenere le cose al loro giusto posto, di non ‘seminare in vista della carne’ facendo delle cose materiali lo scopo della propria vita, ma usando i nostri possedimenti materiali come mezzo per accrescere la nostra lode e il nostro servizio al vero Dio, Geova. In questo modo semineremo in maniera da recare beneficio alla nostra vita spirituale, e terremo conto della volontà di Geova, il Grande Spirito, come ci è resa chiara dall’operato del suo santo spirito o forza attiva e per mezzo della sua Parola di verità.
6. In che modo molti Giudei che seguirono Gesù manifestarono un errato punto di vista verso il suo ministero?
6 Molti Giudei che seguirono Gesù per un po’ di tempo diedero prova di averlo seguìto ‘in vista della carne’ e non in vista delle cose spirituali. In un’occasione una moltitudine di Giudei seguirono Gesù dalla riva orientale del mar di Galilea fino a Capernaum. Quando infine raggiunsero Gesù, egli disse loro: “Verissimamente vi dico: Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. Operate non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”. (Giov. 6:26, 27) Avendo appena ricevuto parte dell’abbondante provvista di cibo miracolosamente provveduto ai 5.000, essi immaginarono che seguendo Gesù avrebbero facilmente soddisfatto i loro egoistici appetiti. Non pensarono al significato dei miracoli che avevano visto, i quali, in realtà, erano segni comprovanti che Gesù era il Messia da lungo tempo promesso, il medesimo “pane della vita”. — Giov. 6:41-48.
7. Quali opportunità e pericoli accompagnano la ricchezza materiale, con quali possibili conseguenze?
7 Può esser vero che il possedimento di ricchezza materiale rechi un certo piacere. Il cristiano che è in possesso di ricchezza può effettivamente fare molto bene ad altri, e particolarmente è in grado di promuovere gli interessi del regno di Dio. Il far questo reca vero piacere e vera soddisfazione. Ma spesse volte il possedimento della ricchezza porta alla ricerca dell’egoistico piacere, a ‘seminare in vista della carne’. Col denaro ci si possono permettere piaceri mondani precedentemente negati, e c’è la forte tentazione di ottenerli mentre ce n’è l’opportunità. Se “il potere ingannatore della ricchezza” fa presa, soffoca l’amore per la verità e, dopo poco tempo, fa divenire ‘infruttuosi’ rispetto alle cose spirituali. (Matt. 13:22, e nota in calce dell’edizione [inglese] del 1950) Sì, “quelli che hanno determinato d’arricchire cadono in tentazione e in un laccio e in molti desideri insensati e dannosi, che immergono gli uomini nella distruzione e nella rovina. Poiché l’amore del denaro è la radice di ogni sorta di cose dannose”. (1 Tim. 6:9, 10) Sotto questo aspetto, dunque, non vorrete esser sviati. Se seminate in vista della carne per amore del denaro mieterete la corruzione, sì, la distruzione e la rovina. Poiché “Dio non è da beffeggiare” nemmeno riguardo al modo in cui opera questa legge della vita.
INDEBITO DESIDERIO SESSUALE
8-10. (a) Come si possono seminare nella mente i semi dell’indebito desiderio sessuale? (b) Se non vi si pone freno, a che cosa conduce inevitabilmente tale desiderio?
8 Coltivando indebiti desideri sessuali, similmente, si ‘semina in vista della carne’, e questo, se non vi si pone freno, infine produrrà certamente il frutto della corruzione. In Galati 5:19 l’apostolo Paolo elenca per primi tra le “opere della carne” i frutti di indebiti desideri sessuali, cioè “fornicazione, impurità, condotta dissoluta”.
9 A questo riguardo potremmo ripensare per un momento all’illustrazione del contadino che semina seme nei suoi campi. In effetti i granelli di seme che egli semina sono piccolissimi, e quando cadono in terra diventano praticamente invisibili. Avviene la stessa cosa per gli indebiti desideri sessuali. Il seme può essere piccolo e può essere seminato in modo quasi impercettibile per gli altri, forse anche per noi stessi. Oggi, da ogni parte gli allettamenti a coltivare indebiti desideri sessuali circondano noi e specialmente gli adolescenti. Romanzi “d’amore”, e particolarmente le economiche riviste di racconti a fumetti, mettono in risalto la fornicazione e l’adulterio sotto il manto del “vero amore”, con l’eroe che salva l’eroina da un “matrimonio sfortunato”, e cose del genere. Oggi poche pellicole possono sperare d’avere successo senza che qualche parte del copione faccia appello al pervertito gusto morale della maggioranza dei frequentatori di cinematografi. Gli studenti, specialmente quelli delle scuole superiori, sono esposti ai discorsi dei loro compagni di scuola, che spesso si basano sul sesso e sulle “avventure”, reali o immaginarie, con persone del sesso opposto.
10 Il giovane cristiano può esser tentato di dire che può ascoltare senza danno tali conversazioni. “Entrano da un orecchio ed escono dall’altro”, potrebbe dire. Ma attenzione! Le informazioni, mentre entrano da un orecchio ed escono dall’altro, passano per la mente, e, durante il cammino, piccoli semi di pensieri impuri possono metter radice e germogliare in seguito sotto forma di indebito desiderio sessuale. Certo se si trascorre il tempo leggendo libri erotici e si lascia che la mente si soffermi su quello che si legge o si vede in pellicole erotiche, ne risulteranno sicuramente pensieri impuri e indebito desiderio sessuale. E ‘seminando in vista della carne’ in questo modo, anche se nell’intimità della propria mente, col tempo si sarà indotti a compiere queste opere della carne, “fornicazione, impurità, condotta dissoluta”. “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare”, poiché chi semina in questa maniera mieterà veramente in maniera simile, insieme a “corruzione dalla sua carne”.
11. La dissoluta condotta sessuale conduce a quale corruzione anche maggiore? (b) Quale ammonimento è perciò appropriato?
11 Mentre è vero che la dissoluta condotta sessuale conduce il più delle volte alla letterale corruzione della carne sotto forma di sifilide, gonorrea e altre malattie sociali, ‘seminare in vista della carne’ conduce a una più grande corruzione che significa la perdita di tutta la vita da Dio, la perdita della speranza di vivere in eterno. Paolo scrisse ai Romani: “Rivolgere la mente alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace; perché rivolgere la mente alla carne significa inimicizia con Dio, . . . quelli che sono in armonia con la carne non possono piacere a Dio”. (Rom. 8:6-8) Sì, il tempo di ‘seminare in vista della carne’ dev’essere passato per quelli che sono venuti alla luce della verità. Essi non vogliono più mietere il frutto delle tenebre ma vogliono raccogliere il frutto della luce. “Poiché voi foste una volta tenebre”, scrisse l’apostolo, “ma ora siete luce riguardo al Signore. Continuate a camminare come figli di luce, poiché il frutto della luce consiste d’ogni sorta di bontà e giustizia e verità. . . . Guardate dunque accortamente che il modo in cui camminate non sia da persone non sagge ma da saggi, riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi”. — Efes. 5:8-16.
IL GIUSTO MOTIVO
12. Che effetto ha l’errato motivo sulla vita spirituale del cristiano?
12 Ma vi sono altri modi di ‘seminare in vista della carne’ che possono non essere altrettanto evidenti e che tuttavia possono influire notevolmente sulla nostra crescita spirituale di cristiani ed essere anche disastrosi per noi. Possiamo anche fare cose giuste e buone in se stesse, ma, se il motivo è errato, se le nostre azioni sono compiute allo scopo di giustificarci, di vantarci o mossi da uno spirito di gelosia o rivalità, le nostre opere buone sarebbero senza valore e vedremmo corrompersi la nostra vita spirituale. — Rom. 10:3; Prov. 14:30.
13. Perché la Legge non portò la maggioranza dei Giudei ad accettare Cristo?
13 Questa medesima attitudine corruppe la nazione d’Israele. Geova Dio, per mezzo del mediatore Mosè, diede a quella nazione un insieme di leggi, “la Legge”. Nella sua lettera ai Galati, Paolo spiega che la Legge “fu aggiunta per rendere manifeste le trasgressioni”, per rammentare ai Giudei che erano peccatori bisognosi di un sacrificio che potesse realmente togliere i peccati e liberarli dalla condanna della morte. Essi erano realmente “vigilati sotto la legge, essendo insieme tenuti in custodia”, ciò che come risultato avrebbe dovuto far loro ‘guardare la fede che era destinata ad esser rivelata’. Così la Legge sarebbe stata per loro un “tutore che conduce a Cristo”. (Gal. 3:19, 23, 24) Ma come nazione i Giudei non ebbero tale risultato. Essi osservarono molte cose della Legge, ma non conseguirono la meta a cui conduceva la Legge. “Israele, benché perseguisse una legge di giustizia, non ha conseguito la legge. Per quale ragione? Perché la perseguì non mediante la fede, ma come mediante le opere”. I Giudei volevano avere “una piacevole apparenza nella carne” e volevano che altri si circoncidessero e osservassero la Legge per avere ‘una causa di vanto nella carne’ d’altri. — Rom. 9:31, 32; Gal. 6:12, 13.
14, 15. (a) Come illustrò Gesù l’attitudine dei Farisei che si consideravano giusti? (b) Come possono oggi i cristiani cadere in questo medesimo laccio di giustificarsi?
14 Vedendo questo spirito nei capi giudei del suo giorno, Gesù “disse anche questa illustrazione ad alcuni che in sé confidavano d’esser giusti e che consideravano gli altri come nulla: ‘Due uomini salirono nel tempio per pregare, l’uno Fariseo e l’altro esattore di tasse. Il Fariseo stando in piedi pregava fra sé queste cose: “Dio, ti ringrazio che non sono come il resto degli uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, e neanche come questo esattore di tasse. Io digiuno due volte la settimana, do la decima di ogni cosa che guadagno”. E l’esattore di tasse stando a distanza non voleva neanche alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto, dicendo: “Dio, sii misericordioso verso me peccatore”. Vi dico: Quest’uomo scese a casa sua più giustificato di quell’altro; perché chiunque si esalta sarà umiliato, ma chi si umilia sarà esaltato’”. — Luca 18:9-14.
15 Mentre oggi i cristiani non sono sotto la Legge che fu data per mezzo di Mosè ad Israele, tuttavia, essendo imperfetti e soggetti al peccato, possono cadere nello stesso laccio di giustificarsi, facendo “parziali distinzioni” in base alle opere della carne, perseguendo la giustizia “non mediante la fede, ma come mediante le opere”. (Giac. 3:17; Rom. 9:32) Perciò, rammentiamo sempre che qualsiasi condizione di giustizia che abbiamo presso Dio è solo il risultato dell’immeritata benignità di Dio in base al sacrificio di riscatto del suo diletto Figlio, Gesù.
16. Perché i testimoni di Geova tengono una registrazione dell’opera compiuta nel ministero, e per quale ragione vengono stabilite quote nel ministero?
16 I testimoni di Geova sono persone attive. Hanno “sempre molto da fare nell’opera del Signore”, e confidano che, mentre mantengono puro e basato sull’amore il motivo per cui rendono servizio, la loro “fatica non è vana riguardo al Signore”. (1 Cor. 15:58) Invitano altre persone di tutte le nazioni a partecipare con loro all’eccellente opera di dichiarare la buona notizia del regno di Dio, riconoscendo che “Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accettevole”. (Atti 10:34, 35) Essendo interessati nel progresso di questa opera del Regno, tengono una registrazione delle loro attività, delle ore dedicate alla predicazione e dei risultati ottenuti. Oltre a provvedere incoraggiamento quando si nota il progresso, questo aiuta pure le congregazioni a vedere subito dove possono migliorare e come si può svolgere il ministero in modo più efficace. Tali registrazioni forniscono anche la base per prestare amorevole assistenza personale ai nuovi ministri e a quelli che trovano difficile fare progresso nel ministero. Quale base per considerare il progresso della congregazione nel suo insieme, sono state suggerite delle quote medie per incoraggiare a compiere un ministero equilibrato, in modo da prestare attenzione a percorrere regolarmente il territorio con visite di casa in casa nonché facendo visite ulteriori e tenendo studi biblici a domicilio con le persone interessate.
17. Che cosa non dovrebbe divenire la base per giudicare l’integrità dei conservi cristiani, e perché?
17 Ma tali quote suggerite non si possono mai usare come base per misurare l’integrità del cristiano. Né le proprie opere nel ministero dovrebbero essere la base per fare confronti con altri cristiani, ciò che porterebbe a giustificare se stessi e a vantarsi. Molti anni di predicazione in servizio continuo o un importante incarico di servizio nell’organizzazione di Geova non costituisce la base per fare parziali distinzioni o per divenire come quelli per i quali Gesù fece la summenzionata illustrazione, quelli “che in sé confidavano d’esser giusti e che consideravano gli altri come nulla”. (Luca 18:9) Non tutti hanno fatto lo stesso grado di progresso verso la maturità cristiana. E le circostanze e le capacità naturali determinano fino a un certo punto quello che si è in grado o non si è in grado di fare nell’attività cristiana, come possono pure determinare ciò che si è in grado di fare per sostenere finanziariamente l’opera di Dio, come illustrò Gesù nei suoi commenti sulla contribuzione per il tempio fatta dalla vedova bisognosa. — Luca 21:1-4.
18. Quale giusta attitudine vorrà assumere il cristiano verso il suo ministero?
18 Il ministro cristiano non vorrà mai divenire schiavo delle cifre; né vorrà dedicare tempo alla predicazione solo per raggiungere la quota delle ore, o per avere uno stato di servizio buono presso la congregazione o presso la Società Torre di Guardia. Mentre è lodevole che un ministro cerchi di raggiungere o superare le quote suggerite per compiere un ministero equilibrato, non sarebbe saggio farne un fine a se stesso. Il cristiano vorrà sempre tenere vivi nel cuore e nella mente i giusti motivi per compiere la sua attività di servizio, anzi per tutto quello che fa in relazione con la congregazione. “Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini, poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità”. — Col. 3:23, 24.
19, 20. Perché è appropriato e utile dire una preghiera prima di intraprendere l’attività di predicazione?
19 Per questo motivo è molto appropriato che ciascun dedicato testimone di Geova dedichi un po’ di tempo a pregare prima di ogni occasione in cui partecipa al ministero. Ogni volta che i testimoni di Geova si riuniscono insieme prima di prendere parte all’attività di predicazione in gruppo si dice sempre la preghiera chiedendo la benedizione di Geova sulla loro attività. In primo luogo, questo li aiuta a tenere a mente lo scopo della loro predicazione. Anzitutto, è per dichiarare il grande nome e proposito di Geova. Quindi dà anche l’occasione di aiutare le persone giustamente disposte a trovare la via della salvezza e della vita, e, nello stesso tempo, di dare l’avvertimento circa i giudizi di Geova che si abbatteranno su questo presente sistema di cose malvagio. Il ministero dà inoltre a ciascuno di noi l’occasione di dimostrare la nostra lealtà e integrità all’Onnipotente Dio.
20 Predicando con questi pensieri in mente si prova sempre gioiosa soddisfazione, indipendentemente da come le persone rispondono al messaggio. Questo significa in verità seminare in vista dello spirito.
21. Perché il ministero cristiano può divenire gravoso per alcuni, e quale pericolo sorge quindi?
21 Può darsi che partecipiate al ministero cristiano da un certo numero d’anni ma che ora riscontriate di non provare questo sentimento di gioiosa soddisfazione. La predicazione della buona notizia del regno può essere divenuta per voi una cosa talmente gravosa che siete sul punto di smettere completamente questa benedetta opera, o forse avete già smesso. Perché? Un tempo provavate gioia nel servizio di Dio, non è vero? Sì, una volta eravate pieni di entusiasmo e di zelo. Potevate dire d’avere lo “spirito” del servizio cristiano. Avevate cominciato a seminare in vista dello spirito. Ma a un certo punto del cammino forse cambiaste le vostre abitudini di semina. Potrebbe darsi che prendeste l’abitudine di guardare le cose in modo carnale, di vedere solo quote, cifre, di lavorare solo per amore dell’opera senza tenere presente la vera meta e non teneste viva la vostra fede alimentandola con la Parola di Dio? Dopo aver cominciato bene a seminare in vista dello spirito, forse ora correte il pericolo di non conseguire assolutamente la completa maturità spirituale, qualche cosa che non si può mai conseguire seminando per la carne. — Gal. 3:2, 3.
22. (a) Quale incentivo abbiamo per seminare “in vista dello spirito”? (b) Quale frutto mieteranno ora quelli che seminano in armonia con lo spirito di Dio?
22 Considerate sinceramente la domanda: Come seminate? In vista della carne o in vista dello spirito? Senza dubbio desiderate seminare in vista dello spirito. Perché, altrimenti, leggereste questa rivista? Potete essere sicuri di questo: come chi “semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne”, così sicuramente chi “semina in vista dello spirito” mieterà qualche cosa. Che cosa? La vita eterna! (Gal. 6:8) Che incentivo a guardare bene a come seminiamo, a imparare a seminare in armonia con lo spirito di Dio nell’eterno interesse della nostra vita spirituale! Anche ora possiamo mietere frutto in abbondanza mentre seminiamo in vista dello spirito. Ad ogni costo, dunque, “continuate a camminare mediante lo spirito . . . il frutto dello spirito [anche ora] è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. . . . Se viviamo mediante lo spirito, continuiamo a camminare ordinatamente pure mediante lo spirito”. — Gal. 5:16, 22-25.
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‘Non smettiamo di fare ciò che è eccellente’La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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‘Non smettiamo di fare ciò che è eccellente’
1. Che specie di sorvegliante del gregge di Dio mostrò d’essere Paolo, e come risposero i suoi fratelli cristiani?
COME fedele sorvegliante e pastore del gregge di Dio, l’apostolo Paolo si preoccupò sempre ansiosamente di aiutare altri a fare progresso nella loro vita spirituale. Ai cristiani di Roma scrisse: “Desidero grandemente di vedervi, per impartirvi qualche dono spirituale affinché siate resi fermi”. (Rom. 1:11) Fu a motivo del caloroso, amorevole interesse di questo apostolo per gli altri che il suo ministero ebbe tanto successo e recò tanta benedizione a coloro che servì. I suoi fratelli cristiani apprezzarono il suo amore. Il pensiero di perdere questo loro fratello fu sufficiente a ‘far provare specialmente pena’, sì, persino a far piangere “gli anziani della congregazione” di Efeso. In uno spontaneo gesto d’amore per lui ‘gettatisi al collo di Paolo, lo baciarono teneramente’. — Atti 20:17, 37, 38.
2. Quale ammonizione diede Paolo agli anziani della congregazione di Efeso?
2 Solo pochi momenti prima di questa commovente occasione, Paolo aveva incoraggiato gli anziani della congregazione di Efeso ad avere questo stesso amorevole interesse per coloro che erano stati affidati alla loro cura spirituale. Voleva che facessero anch’essi tutto quello che potevano per aiutare i membri della congregazione a ‘seminare in vista dello spirito’. Premurosamente disse loro: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio”. — Atti 20:28.
3. Che specie di sorveglianti sono necessari nella congregazione dell’odierno popolo di Dio?
3 V’è sicuramente bisogno di sorveglianti di questa specie nell’odierna congregazione cristiana. No, non semplicemente uomini zelanti per il ministero, uomini che possano dare un’eccellente direttiva nella predicazione pubblica di casa in casa, uomini che possano pronunciare stimolanti discorsi per invitati dal podio e che diano prova d’avere un’eccellente conoscenza dell’insegnamento biblico. È vero, tali qualità sono lodevoli e sono molto utili sia per la congregazione che per altri i quali ascoltino la predicazione della “buona notizia”. Ma l’interesse di Paolo quale sorvegliante, secondo i versetti biblici summenzionati è per il gregge già radunato. Egli si interessa che crescano spiritualmente, che divengano uomini spirituali ‘fatti’, “alla misura della crescita che appartiene alla pienezza del Cristo”. L’apostolo si espresse con queste medesime parole scrivendo di nuovo alla congregazione di Efeso dopo il suo arrivo a Roma come prigioniero. (Efes. 4:11-13) Questa è dunque una delle principali preoccupazioni dei sorveglianti cristiani e dei loro assistenti di ministero d’oggi: aiutare ciascuno nella congregazione a crescere spiritualmente, aiutare ciascuno a seminare “in vista dello spirito” affinché ciascuno mieta “la vita eterna dallo spirito”, non smettendo “di fare ciò che è eccellente”. — Gal. 6:8, 9.
4. Aiutando altri a fare progresso spirituale, quali parole di Paolo ai Galati è bene tenere a mente?
4 È vero che aiutando un membro della congregazione a dedicare più tempo alla predicazione della buona notizia possiamo aiutarlo a seminare maggiormente in vista dello spirito. Ma non è necessariamente così. Potrebbe anche fargli pensare che sta progredendo spiritualmente quando in effetti viene meno in qualche aspetto più essenziale della crescita spirituale. In relazione alla crescita spirituale è dunque bene che il singolo cristiano e il sorvegliante tengano presenti queste ulteriori parole della lettera di Paolo ai Galati: “Poiché se qualcuno pensa d’esser qualche cosa quando non è niente, egli inganna la propria mente. Ma provi quale sia la propria opera, e allora avrà causa di esultanza solo riguardo a se stesso, e non in paragone con l’altra persona. Poiché ciascuno porterà il proprio carico”. — Gal. 6:3-5.
5. Come alcuni cristiani giudei della Galazia ‘ingannavano la loro propria mente’ col modo in cui ragionavano?
5 I Giudei cristiani delle congregazioni della provincia della Galazia che davano tanta importanza alla loro circoncisione in realtà ‘ingannavano la loro propria mente’. Avendo professato una volta la fede in Cristo Gesù e nel suo sacrificio come mezzo di salvezza dal peccato e dalla morte, ora ‘respingevano l’immeritata benignità di Dio’. Come Paolo scrisse loro appropriatamente: “Se la giustizia è per mezzo della legge, Cristo effettivamente morì per nulla”. Era ‘insensato’ che accettassero tali idee, ed essi erano portati “sotto cattiva influenza”. L’apostolo ragiona dunque con loro: “Dopo aver cominciato in spirito siete ora compiuti nella carne?” Impossibile! Guardando le cose in modo carnale non potevano divenire compiuti come uomini spirituali in vista della vita eterna. Consideravano d’essere qualche cosa quando non erano nulla. Facendo confronti in base alla carne, preferendo la circoncisione all’incirconcisione, non avanzavano più dei loro incirconcisi fratelli cristiani nella crescita verso la maturità spirituale. Al contrario, a motivo di tale attitudine la sofferenza sopportata per il nome di Cristo, in effetti, sarebbe stata vana. Non avrebbero mietuto la vita eterna, perché seminavano in vista della carne invece che dello spirito. — Gal. 2:21; 3:1-4.
6, 7. (a) In che modo alcuni cristiani son caduti oggi nella trappola di cercar d’essere compiuti “nella carne”, dopo aver cominciato “in spirito”? (b) Aiutando altri, che cosa vorremo dunque fare?
6 Anche oggi la nostra perseveranza di fronte alla sofferenza e alla persecuzione, le nostre eccellenti opere di predicazione e insegnamento nel ministero pubblico possono non servire a nessuno scopo se cominciamo dunque a confidare in queste nostre opere come base di giustizia anziché nell’immeritata benignità di Dio. Anche noi penseremo d’essere qualche cosa quando non siamo nulla, ingannando la nostra mente. Alcuni son caduti in questa trappola, divenendo troppo sicuri della loro posizione, paragonando favorevolmente la loro attività e condizione a quelle d’altri. Essi cercano in realtà d’essere “compiuti” come cristiani “nella carne” anziché in modo spirituale.
7 Pertanto, se siamo in grado di assistere altri a progredire nella via della maturità cristiana vorremo aiutarli ad avanzare verso quella meta nel modo giusto. Vorremo aiutare ciascuno a seminare in vista dello spirito, affinché mieta il frutto spirituale e faccia vero progresso spirituale in vista della vita eterna. Come si può far questo? Paolo offre un eccellente suggerimento in Galati 6:4: “Provi quale sia la propria opera, e allora avrà causa di esultanza solo riguardo a se stesso, e non in paragone con l’altra persona”.
8. Perché l’empatia è così importante per dare ad altri la giusta specie di assistenza?
8 Il sorvegliante cristiano vorrà tenere a mente questo principio quando assiste gli altri membri della congregazione. Questo richiede vera empatia o comprensione, la capacità di mettersi nei panni dell’altra persona. I singoli membri della congregazione, secondo vari fattori come anni ed esperienza nella verità, capacità d’afferrare e di ritenere le informazioni e di applicarle, addestramento ricevuto nella prima gioventù, attuali problemi della vita quotidiana, ecc., sono in diversi stadi di crescita spirituale. Il successivo passo da fare dipende in notevole misura dal punto in cui si trovano nella via che conduce alla maturità cristiana. Il sorvegliante deve discernere ciò per dare i consigli e l’incoraggiamento di cui ciascuna persona ha individualmente bisogno.
9. Che specie di progresso vogliamo che gli altri facciano, e perché?
9 Per esempio, si capisce subito che chi non ha ancora cominciato a frequentare le adunanze regolarmente non è in grado di fare il passo avanti per intraprendere il ministero pubblico, per predicare la buona notizia ad altri di casa in casa. Lo sforzo spirituale per fare tale grande passo avanti potrebbe causare una caduta che danneggi la fede anziché progresso spirituale verso la maturità, per non parlare del fatto che tale persona non è in grado di rappresentare dovutamente la congregazione, non associandovisi ancora regolarmente. È vero, vogliamo che tutti coloro che si interessano della Parola di Dio facciano progresso fino al punto di partecipare al ministero cristiano. Questa è la volontà di Geova per loro. Ma essi devono avanzare passo per passo, facendo progresso ordinatamente secondo un buon programma spirituale.
10. (a) Perché è importante che il genitore noti il progresso fatto dai suoi figli e rivolga appropriata lode? (b) In base a che cosa il genitore saggio incoraggerà i suoi figli a fare progresso?
10 È davvero incoraggiante poter vedere quando facciamo progresso. Si può dir questo di tutto ciò che facciamo, non è vero? Si può dire del bambino piccolo quando impara per la prima volta a fare qualcosa di nuovo: ad andare carponi, a fare i primi passi, a dire le prime parole. Emetterà gridolini di delizia per aver compiuto qualcosa. Talvolta il progresso, dato che richiede tempo, si nota appena. Questo avviene anche per la crescita. Potete sedervi in giardino a guardare una pianta per ore e non scorgere nessuna evidenza di crescita. Ma cresce! Quando ve ne andate per alcuni giorni e poi tornate, ebbene, è facile vedere cambiamenti nel giardino, cambiamenti dovuti alla crescita. Il genitore, vedendo suo figlio ogni giorno, può non rendersi conto che il bambino cresce, ma un amico, tornando dopo un’assenza di qualche mese, dirà immediatamente al ragazzo: “Come sei cresciuto!” È incoraggiante per un ragazzo man mano che diventa grande che sia notata anche la sua crescita in altri sensi. Se lo si aiuta a capire che fa progresso nelle lezioni di scuola, egli è incoraggiato e probabilmente si impegnerà di più. Egli prova un senso di compimento, di soddisfazione. Il genitore perspicace cerca anche la crescita spirituale nei suoi figli, e dà calorosa, amorevole lode quando è appropriata. Egli guida saggiamente i suoi figli a fare passi avanti nella crescita spirituale secondo le loro individuali necessità e capacità. Si astiene dal fare scoraggianti confronti con altri fanciulli, ma aiuta ciascun figlio a “provare quale sia la sua propria opera”, quale sia il suo progresso, e il fanciullo ha “causa di esultanza solo riguardo a se stesso, e non in paragone con” qualche altro fanciullo, ciò che può scoraggiare, o, in alcuni casi, dare una falsa base d’incoraggiamento.
11. (a) Per incoraggiare lo studente della Bibbia, che cosa vorrà fare il ministro perspicace? (b) Che specie d’aiuto sarà di massima utilità per le persone spiritualmente malate, ma come si dovrebbe dare? (c) Che cosa darà causa di esultanza ai nuovi associati o a quelli spiritualmente malati?
11 Il non vedere alcun progresso in se stesso può essere molto scoraggiante. Spesse volte i nuovi che si associano alla congregazione cristiana e coi quali si teneva uno studio biblico da qualche tempo possono pensare di non fare il progresso desiderato. L’insegnante perspicace li aiuterà perciò a vedere il progresso che in effetti stanno facendo, essendo pronto a rivolgere calorosa e sincera lode dove si conviene. In modo simile, il sorvegliante vorrà fare altrettanto con quelli che si associano regolarmente con la congregazione. No, non adulazione. Se una persona che era attivamente associata alla congregazione diviene spiritualmente malata ha bisogno di aiuto genuino, di amorevole assistenza. Le sarà d’aiuto vedere qual è la sua opera, che cos’è che manca, e quindi ricevere alcuni pratici suggerimenti per superare il suo problema. Forse il suo problema consiste semplicemente nel fatto che non è sicura di quello che deve fare, del passo da compiere. Essa apprezzerà l’aiuto e la guida riguardo a ciò che deve fare per rafforzare la sua vita spirituale. È vero che tale aiuto deve sempre essere dato in modo amorevole e con tatto, ma deve pure essere onesto e realistico. Quando tale aiuto è dato con amore ed empatia, gli assistiti sono grati d’essere aiutati a fare il passo giusto sulla strada che conduce alla crescita e alla maturità spirituale. Allorché questi fanno passi avanti, lodateli sinceramente. Aiutateli a discernere il loro proprio progresso. Quindi avranno causa d’esultanza, e riguardo a se stessi, non in paragone con qualche altra persona.
DESTI ALLA PERDITA DELLA SPIRITUALITÀ
12. Se vogliamo mietere il frutto della vita eterna da ciò che seminiamo, a che cosa dobbiamo essere desti?
12 Seminando in vista dello spirito si ha come risultato crescita spirituale. Se smettiamo di seminare in vista dello spirito, smettiamo di crescere spiritualmente. Peggio ancora, se torniamo a seminare in vista della carne, smettiamo di fare ciò che è eccellente e il nostro apprezzamento per le cose spirituali svanisce, il che conduce all’inattività e alla morte spirituale. Forse un tempo camminavamo “secondo il sistema di cose di questo mondo”. “Sì, fra loro noi tutti ci comportammo un tempo in armonia con i desideri della nostra carne, facendo le cose che volevano la carne e i pensieri, ed eravamo naturalmente figli d’ira come gli altri”. (Efes. 2:2, 3) Ma quando cominciammo a nutrirci della verità della Parola di Dio, quando cominciammo a discernere e a fare ciò che lo spirito santo di Geova rendeva chiaro riguardo alla Sua volontà per noi, allora cominciammo realmente a vivere. (1 Cor. 2:11, 12; 2 Cor. 3:6) Se continuiamo a seminare in vista dello spirito mieteremo “la vita eterna dallo spirito”. Noi non desideriamo perdere questa benedetta messe della vita eterna, non è vero? Abbiamo dunque bisogno di essere desti per discernere in noi stessi qualsiasi tendenza a seminare di nuovo in vista della carne.
13, 14. (a) Come si mostra di agire in armonia con lo spirito di Dio trattando problemi personali con altri? (b) Non agendo in armonia con lo spirito di Dio in tali cose quali conseguenze si possono avere? (c) In che modo l’essere di mente spirituale contribuisce a buone relazioni tra fratelli cristiani?
13 Può darsi, caro lettore, che tu sia già membro di una congregazione dei testimoni di Geova. Ebbene, come consideri i tuoi conservi cristiani? Sai che il modo in cui tu guardi gli altri ti fornisce una chiara indicazione del modo in cui semini? Ti dirà subito se guardi le cose solo in modo carnale o in modo spirituale. Se, per esempio, vedi che cominci a trovare da ridire, disprezzando mentalmente gli sforzi di altri nel servizio di Geova, ecco un segno ammonitore che corri il pericolo di tornare a seminare in vista della carne. Se hai veramente qualche motivo di disaccordo con il tuo fratello o la tua sorella cristiana, se ritieni che abbia commesso un peccato contro di te, sii pronto a mettere le cose a posto, o non ‘tenendo conto dell’ingiuria’ — e questo significa togliersi proprio la cosa dalla mente, non serbando alcun rancore — o mettendo in pratica i consigli di Gesù in Matteo 18:15-17 per guadagnare il tuo fratello. Questo è agire in armonia con lo spirito di Dio. (1 Cor. 13:5) Qual è il risultato se non segui questa condotta? Nel cuore si serba rancore contro quel fratello o quella sorella. Questo, a sua volta, stabilisce il tono di tutta la tua relazione con lui. Quando l’“offensore” va al podio per fare un discorso biblico o prende parte a una conversazione o dimostrazione tu provi un senso di risentimento e t’accorgi d’ascoltare con attitudine critica anziché con amore e apprezzamento. Questa è l’attitudine degli “uomini carnali”, non degli “uomini spirituali”, non è vero? — 1 Cor. 3:1-3.
14 Questo non significa che non siamo consapevoli delle debolezze altrui. Ma l’uomo di mente spirituale, che produce il frutto dello spirito di Dio, è misericordioso, longanime, pieno di benignità. Fa concessioni agli altri. Tiene a mente che ciascuno nella congregazione è servitore di Geova, e cerca di piacerGli.
15. Di che cosa sono un’indicazione i sentimenti di gelosia e risentimento, e Giacomo quale attitudine incoraggia ad avere?
15 La perdita della mente spirituale si può manifestare con sentimenti di gelosia. Può darsi che qualcuno si aspettasse una parte o un privilegio di servizio ma che venga trascurato a favore di qualcun altro. L’‘uomo carnale’, colui che ‘semina in vista della carne’, s’accorgerà che nel suo cuore nasce il risentimento. Questo risentimento soffoca la gioia, rendendo difficile o anche impossibile cooperare col fratello ora nominato. Non senza buona ragione il discepolo Giacomo scrive: “Chi è saggio e ha intendimento fra voi? Mostri dall’eccellente condotta le sue opere con la mansuetudine che appartiene alla sapienza. Ma se avete nei vostri cuori amara gelosia e contenzione, non vi vantate e non mentite contro la verità. Questa non è la sapienza che scende dall’alto, ma è terrena, animale, demonica. Poiché dove sono gelosia e contenzione, ivi sono disordine e ogni cosa vile”. — Giac. 3:13-16.
16. Perché dovremmo combattere ogni tendenza a respingere l’incoraggiamento dato da altri o a disprezzarne i consigli?
16 Un sicuro segno di perdita della visione spirituale si ha quando cominciamo a risentirci per l’incoraggiamento o i consigli di maturi cristiani, anche quando sono appropriati, dati con amore e con il sostegno delle Scritture. Sii desto a questo segnale di pericolo. Evita qualsiasi tendenza a sminuire i consigli, dicendo a te stesso: “Oh, è solo il vecchio Tal dei tali che parla”, considerando i consigli come se venissero solo da una fonte umana anziché da Geova per mezzo di uno dei suoi servitori. In effetti, poiché siamo associati alla vera organizzazione di Dio, possiamo aspettarci che ci sia offerta assistenza personale e che ci siano dati consigli e incoraggiamento quando ne abbiamo bisogno. Coloro “che sono spiritualmente qualificati” hanno il comando d’aver cura del gregge, di ristabilire con uno spirito di mitezza coloro che fanno “qualche passo falso”. (Gal. 6:1) Accetta volentieri tale aiuto. Così facendo, manifesti il genere di umiltà che ti farà avere una benedizione da Geova, facendoti ricevere la sua immeritata benignità ed esaltare alla vita nel suo giusto nuovo ordine. — Giac. 4:6, 10.
17, 18. (a) Quale altro sintomo di perdita della spiritualità è forse più probabile che influisca sul cristiano, e che cosa vi può contribuire? (b) Perché questo non è il tempo di smettere di fare ciò che è eccellente?
17 Un comune sintomo di perdita della spiritualità è la perdita dello zelo per il ministero cristiano. L’iniziale zelo della ‘giovinezza cristiana’, acceso dall’aspettativa di realizzare presto la speranza della vita nella felicità sotto il regno di Dio, può spegnersi. Il tempo passa e Armaghedon non viene così presto come lo si era aspettato. I quotidiani problemi della vita ci assalgono di nuovo e ci fanno rammentare le nostre imperfezioni e debolezze. O forse ci accorgiamo di guardare con desiderio i presenti benefici materiali di cui altri godono, e la tentazione di non privarci degli attuali piaceri della vita insidia la nostra devozione alla causa di Geova.
18 Ma, in realtà, è questo il tempo di smettere di fare l’eccellente opera che Dio ha affidata ai suoi servitori in questi “ultimi giorni”? Questo è più di ogni altro il tempo di mostrare perseveranza nel servizio di Geova. Il Suo regno da lungo tempo promesso domina dai cieli sin dal 1914. Siamo ora avanti nel tempo della fine, gli ultimi giorni di questo presente sistema di cose. La fine completa della malvagità è vicina, nella nostra generazione. La vita di milioni di persone è in gioco; hanno urgente bisogno del nostro aiuto. Che privilegio hanno i dedicati cristiani di volgere uomini e donne di cuore retto dalla pazza corsa di questo mondo perché abbraccino la vera adorazione che conduce alla vita eterna! Ad ogni costo, “non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo. Realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede”. — Gal. 6:9, 10.
19. Quale “guerra” deve combattere ciascuno, e quale essenziale contesa è in gioco?
19 Non ignorare le tendenze a ‘seminare in vista della carne’ come se non contassero nulla. Naturalmente, essendo ancora imperfetti, siamo ancora afflitti dalle debolezze della carne. Riscontriamo di non fare sempre le cose che vorremmo fare, o di fare cose che non desideriamo fare. Ma non dobbiamo cedere ai desideri della carne, “di vivere secondo la carne”. Sì, c’è una guerra che si combatte in noi stessi, fra la nostra mente, con la quale ci sforziamo d’essere in armonia con le direttive dello spirito di Geova, e la nostra carne. (Rom. 7:18-23; 8:12, 13) Cedere alla carne, ricominciare a seminare in vista della carne, farà sicuramente raccogliere la corruzione, sì, la morte. Ma “chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito”. — Gal. 6:8.
20. Quali incoraggianti parole sono scritte in Ebrei 6:9-12 per quelli che perseverano fedelmente nel fare ciò che è eccellente?
20 A coloro che perseverano nel fare ciò che è eccellente sono rivolte queste amorevoli parole di incoraggiamento e consiglio: “Comunque, nel vostro caso, diletti, siamo convinti di cose migliori e di cose accompagnate dalla salvezza, benché parliamo in questo modo. Poiché Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome, in quanto avete servito e continuate a servire i santi. Ma desideriamo che ciascuno di voi mostri la stessa operosità in modo da avere la piena certezza della speranza sino alla fine, onde non diveniate pigri, ma siate imitatori di quelli che mediante la fede e la pazienza ereditano le promesse”. — Ebr. 6:9-12.
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Da un piccolo semeLa Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
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Da un piccolo seme
● Il seme della gigantesca sequoia della California pesa solo poco più di un centesimo di grammo. Ma da questi piccoli semi crescono alberi alti più di sessanta metri. Uno di questi alberi è alto ottantatré metri ed ha alla base una circonferenza di oltre trenta metri, il che significa che ci vorrebbero circa diciassette uomini a braccia aperte per circondarlo. Questo è solo un esempio dell’opera di Dio.
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