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Perché tutte le imprese spaziali?Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
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“Il progetto nacque dalla calamità. Ebbe inizio per fare prontamente fronte a una crisi immediata: la crisi che si pensava fosse stata provocata dai trionfi sovietici nello spazio. . . . L’aspetto decisivo della minaccia, comunque, fu l’effetto che ebbe sul prestigio americano. Questo fu il timore che spinse il Presidente Kennedy. . . . Il prestigio . . . aggiunto alla convinzione che l’America non poteva permettersi di farsi battere dai Russi. Il prestigio, in altre parole, era uguagliato al potere nel mondo, e la luna era considerata il mezzo mediante cui accrescere il potere nel mondo”.
Che il prestigio fosse un fattore determinante si capisce da un memorandum inviato dal presidente John F. Kennedy, in data 20 aprile 1961, al vicepresidente degli Stati Uniti, allora presidente del Consiglio Spaziale. Il presidente Kennedy chiese:
“Abbiamo una probabilità di battere i Sovietici lanciando un laboratorio nello spazio, o con un viaggio attorno alla luna, o facendo scendere un razzo sulla luna, o facendo andare e tornare dalla luna un razzo con a bordo un uomo? C’è alcun altro programma spaziale che prometta sorprendenti risultati in cui potremmo vincere?”
Così cominciò la corsa allo spazio, e finora sono state compiute oltre mille imprese spaziali dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti messi insieme. Il prestigio nazionalistico, dunque, ha influito sulle imprese spaziali più direttamente che non la ricerca degli evoluzionisti sulla vita al di fuori della terra.
Sono sorti dubbi e domande
Quando le missioni lunari Apollo ebbero successo e gli uomini che vi avevano partecipato tornarono sani e salvi, l’impresa fu molto decantata. Il presidente Nixon perfino osservò: ‘Non possiamo vederci la mano di Dio?’
Comunque, c’erano dubbi in merito. Ad esempio, la rivista Time del 1º gennaio 1973 commentò: ‘Il difetto di tale dichiarazione [del presidente Nixon] sta nel presupposto che la conquista dello spazio sia un bene così indiscusso che Dio si degnerebbe di concederle qualche speciale protezione. Se si fosse tenuto conto dei motivi — specialmente il crudo sciovinismo che spinse tanti a votare a favore degli stanziamenti per le missioni Apollo — l’ira divina anziché la benevolenza avrebbe potuto accompagnare il progetto”.
In realtà, le imprese spaziali dell’uomo hanno causato un certo numero di dubbi e domande. Una delle domande più importanti è se valeva, ad esempio, i 15 trilioni di lire spesi per finanziare il programma lunare Apollo. Che cosa si poteva fare con quel denaro per contribuire a rendere più desiderabili le condizioni sulla terra? “È quella di arrivare sulla luna la sola ‘impossibilità’ che possiamo immaginare?” chiede Amitai Etzioni nel suo libro The Moon-Doggle. “Mai sulla terra è mancata la fame o la guerra. Quelli che sono ansiosi di cimentarsi in ‘impossibili’ sfide sono invitati a cimentarsi in queste”.
Ci sono anche dubbi, dice questo scrittore, circa l’importanza di molti obiettivi scientifici, citati per promuovere le imprese spaziali: “Le dichiarazioni secondo cui le sonde spaziali ci diranno ‘come opera l’universo’ e ‘come cominciò la vita sulla terra’ sono un oltraggioso affronto a uno schietto modo di pensare, una brillante maniera di presentare un’interessante ma tutt’altro che sensazionale linea di esplorazione”.
Un aspetto attinente da esaminare è se valga la pena di spendere ingenti somme di denaro per cercare vita evoluta su altri pianeti. È saggia o stolta una simile ricerca?
E, ai fini del prestigio nazionalistico, è valso la pena che le nazioni interessate facessero tale sforzo? Negli Stati Uniti molti pensano che per piantare sei volte la bandiera americana sulla luna sia valso la pena spendere 15 trilioni di lire. Ma non tutti sono d’accordo. Gli scrittori di Journey to Tranquility dicono: “Gli avvenimenti fanno enfaticamente pensare che, per l’effetto di breve durata che se ne cercava, il Progetto Apollo sarà annoverato fra i più evidenti calcoli errati del ventesimo secolo. Benché l’immediato compito fosse svolto alla perfezione, il suo obiettivo finale è fallito. Gli uomini hanno messo piede sulla luna, ma non c’è stato nessun passo da gigante nel potere d’attrazione del modo di vivere americano”.
Ma sebbene l’America non abbia ricavato dal programma Apollo tanto prestigio per il valore di 15 trilioni di lire, l’uomo ha in effetti ottenuto nuova conoscenza sulla luna ed è stato costretto a rivedere alcune teorie in merito.
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La luna: Che cosa si è scoperto?Svegliatevi! 1973 | 8 novembre
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La luna: Che cosa si è scoperto?
IL VIAGGIO che l’uomo avrebbe fatto per andare sulla luna e ritornare doveva certamente produrre alcune sorprese. Dal punto di vista scientifico, ce ne furono molte. Una di esse riguardava la luna stessa, che si pensava fosse un corpo celeste relativamente semplice.
Ma non è così. Il dott. R. J. Allenby, vicedirettore per la scienza lunare dell’Aeronautica Nazionale e dell’Amministrazione Spaziale dice: “Probabilmente la cosa più significativa che abbiamo appresa è che la luna è un corpo molto complesso, non solo il semplice ‘palloncino’ che molti pensavano fosse. Le missioni Apollo hanno rimandato un mucchio di scienziati alle tavole da disegno. Ci vorranno molti anni per formulare nuovi concetti che siano in genere accettati”.
Varie scoperte
Giacché la luna non è un semplice “palloncino”, che dire della diffusa teoria secondo cui la luna provenne in origine dalle superfici superiori della terra? Un recente resoconto scientifico dice: “L’idea che la luna si staccasse dagli strati superiori della terra è praticamente superata come conseguenza delle scoperte delle missioni Apollo”. — Times di New York, 4 dicembre 1972.
In quanto alla composizione della luna, la missione Apollo 16 ha scoperto che il materiale lunare è ricco di alluminio e calcio. Nelle rocce lunari era presente ferro metallico. I campioni di rocce dell’Apollo 11 hanno rivelato sessantotto elementi conosciuti. Le rocce lunari sono composte
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