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Siete disoccupati? Ciò che potete fareSvegliatevi! 1975 | 8 settembre
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studioso di problemi di disoccupazione. Dovrebbe riconoscere che non è facile trovare lavoro, e impegnarsi tanto nella ricerca quanto si impegnava in qualsiasi lavoro svolgesse. Suggerimenti su come cercare lavoro e sui possibili tipi d’impiego saranno i soggetti considerati nei prossimi numeri di Svegliatevi!
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L’arte della conversazioneSvegliatevi! 1975 | 8 settembre
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L’arte della conversazione
“LA BUONA conversazione è come un bel paesaggio: ininterrotta, eppure sempre varia, e piena del fascino della novità e della sorpresa”. Così disse lo scrittore Randolph S. Bourne.
Un bel paesaggio è davvero qualcosa che reca grande diletto. Similmente, quelli che imparano l’arte della conversazione ne traggono grande piacere e profitto. Provano gioia a scambiare idee, opinioni e sentimenti con altri.
‘Vorrei fosse sempre facile e piacevole conversare con i miei conoscenti’, osserverete. ‘Ma il più delle volte non è così. Che cosa posso fare?’ Forse potete fare moltissimo.
Tempo e luogo
Anzitutto, non vi scoraggiate se ogni tanto i vostri sforzi di conversare non hanno successo. Questo è capitato a tutti. Infatti, è difficile fare una buona conversazione con qualcuno che si limita a dare una risposta laconica e in realtà non vuole parlare. Forse sta pensando a qualcosa di molto importante.
Quando si tratta di conversare, tempo e luogo sono importanti. Si ammette che è inutile — ed è anche indice di mancanza di considerazione — cercar di parlare sia pure per breve tempo con una cuoca quando esce fumo dalla cucina. In quel momento la cosa più urgente è il cavolfiore che s’attacca o la bistecca che ha preso fuoco!
La Bibbia esprime molto bene questo fatto. Essa dice: “Per ogni cosa c’è un tempo fissato . . . un tempo per stare zitti e un tempo per parlare”. (Eccl. 3:1, 7) Forse, la persona sta meditando, leggendo un libro o sommando una lunga colonna di cifre. O forse è sorto un grave problema ed è profondamente immersa nei suoi pensieri. In tali casi, com’è verace il vecchio detto: “Il silenzio è d’oro”!
Preparatevi per fare una buona conversazione
Ma ai trattenimenti o ai pranzi alla buona vorreste intavolare una buona conversazione. Che cosa potete fare?
Può essere necessaria la preparazione anticipata, specialmente se siete il padrone di casa. Potete prendere mentalmente nota di avvenimenti d’attualità e di argomenti d’interesse nella comunità. Considerate le occupazioni e le attività degli invitati al trattenimento. Se necessario, fate qualche ricerca. Quindi dovreste poter dire qualcosa del lavoro, dei passatempi o degli interessi dei presenti.
Anche nella conversazione spontanea, non pensate di non aver nulla da dire. In effetti, vi siete preparati a lungo per la prossima conversazione. In che modo? Ebbene, a scuola e nella vita avete acquistato conoscenza. Inoltre, avrete fatto qualche lettura. Forse avete raccolto qualche informazione nello studio personale delle Sacre Scritture. Quindi, vedete, avete qualcosa di utile di cui parlare. Nel tempo e nel luogo appropriati, potete dare il vostro eccellente contributo alla buona conversazione.
Predisponete in anticipo qualche idea. Determinate in linea generale quello che potreste dire su un dato soggetto. Forse alcuni particolari saranno superflui. Ma può darsi dobbiate fornire i fatti su chi, che cosa, perché, quando, dove e come, specialmente se racconterete un episodio.
Come favorire la buona conversazione
Le domande possono essere utilissime per favorire la buona conversazione. Robert Louis Stevenson osservò una volta: “Si comincia con una domanda ed è come lanciare un sasso dalla cima di un colle; esso rotola giù, trascinandone altri con sé”. In modo paragonabile, un opportuno quesito può dar luogo a una pronta risposta e avviare una conversazione piacevole.
Quindi, per dare inizio a una conversazione o per tenerla viva, perché non fate domande scelte? No, non domande indiscrete, personali. (Perché lei e il sig. Rossi vi siete separati dopo vent’anni di matrimonio?) Né le domande che equivalgono a una prova d’intelligenza. (Quali erano le sette meraviglie del mondo antico?) Sentendosi porre domande simili la maggioranza degli ospiti desidererebbe probabilmente trovarsi altrove.
D’altronde, le domande acute che invitano a esprimere opinioni non sono fuori luogo, finché non sono deliberatamente controverse. Si possono fare domande su avvenimenti o problemi di attualità. (Come pensi che si possa provvedere da mangiare ai milioni di affamati della terra?) Anche un quesito ipotetico può non essere offensivo. (In quale periodo della storia avresti preferito vivere?) Ma non esagerate con questo tipo di domande. E, naturalmente, la conversazione procederà molto più speditamente se saremo gentili e non interromperemo quando gli altri rispondono alle domande.
Le esperienze piacevoli possono rendere più animate e interessanti le conversazioni. Pensate dunque a quello che vi è accaduto o ad attività a cui avete preso parte. Vale la pena di raccontare queste esperienze. Certo, un racconto particolareggiato su un recente ricovero in ospedale o sull’intervento subìto può essere informativo, ma incoraggia gli ascoltatori? Quanto è meglio scegliere cose che li rallegrino! Ai loro trattenimenti, i veri cristiani narrano spesso piacevoli esperienze avute mentre predicavano la buona notizia del regno di Dio.
Narrando esperienze, farete piacere agli ascoltatori eliminando i particolari superflui. Così il racconto è chiaro e si evita loro lo sforzo mentale che altrimenti dovrebbero fare per separare i fatti. Un altro punto: Perché essere sempre il protagonista o la protagonista del racconto? Assumete una veduta ampia, mostrando quale parte vi hanno avuto gli altri.
Conversazione seria, edificante
Sapete che se l’aria è satura di smog, anche il più bel paesaggio può perdere il suo fascino. In modo simile, una buona conversazione può diventare sgradevole, anche penosa, se non si mantiene su un piano elevato. L’atmosfera o spirito prevalente dev’essere buono perché la conversazione sia interessante e utile. Com’è dunque essenziale mantenerla seria ed edificante!
Una conversazione seria, però, non richiede parole troppo complicate e linguaggio altisonante. Certo, è bene arricchire il proprio vocabolario. Ciò nondimeno, quando si fa una conversazione amichevole non è il momento di ostentare paroloni.
Interrogato in merito all’alloggio, una volta un diplomatico rispose: “Siamo nella residenza dell’ambasciatore, soggetti naturalmente a una certa situazione disagevole per il necessario ripristino e rifacimento degli elementi”. Cosa? Ebbene, uno scrittore ne riassunse il senso con queste parole: “Proprio adesso stiamo ripulendo la casa, per cui c’è un po’ di confusione”. Innegabilmente, è preferibile parlar chiaro e la maggioranza lo apprezza.
Le storielle piccanti e il linguaggio osceno sono certo fuori luogo fra persone che hanno rispetto di sé e considerazione per gli altri. Molto opportunamente, la Bibbia consiglia: “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta, ma qualsiasi parola che sia buona per edificare secondo il bisogno, onde impartisca ciò che è favorevole agli uditori”. — Efes. 4:29.
Tuttavia, che dire se un ospite racconta barzellette spinte e usa un linguaggio volgare? Gli altri cercheranno di cambiar soggetto. Se questi sforzi falliscono, il padrone di casa può prendere da parte la persona e dirle che il suo modo di parlare non è gradito. Una maniera forte? In realtà no. Se non si interviene, l’offensore rovinerà l’occasione a tutti i presenti.
Durante una conversazione, si possono fare alcuni commenti su persone. Queste dichiarazioni possono essere edificanti e del tutto innocenti. Ma che dire se la conversazione degenera in nociva calunnia? Ascolterete tali discorsi? Non potete se non volete essere classificato tra i partecipanti. Allora, avrete il coraggio, forse come padrone di casa, di riportare la conversazione su un piano più elevato? Gli altri presenti lo apprezzeranno senz’altro.
Come renderla più piacevole
Ci sono vari modi di rendere più piacevole una conversazione. Per esempio, il nostro interlocutore può far “parlare” amabilmente il suo viso. Come? Sorridendo al momento opportuno.
Chi ha imparato bene l’arte della conversazione ce la rende più piacevole anche parlando distintamente. Inoltre, ha empatia. Si mette nei nostri panni ed evita di dire cose che ci procurerebbero inutile dolore o imbarazzo. Nemmeno ci riduce al silenzio, come se fossimo mentalmente molto inferiori a lui.
Avete probabilmente notato che alcuni amano parlare solo di sé. Se la conversazione tocca momentaneamente le vostre esperienze, le vostre opinioni o i vostri problemi, tale persona la riporta subito su ciò che le interessa, sulla sua opinione, sulla giornata che ha trascorso. Ovviamente, però, il buon conversatore non è egocentrico. E poi evita di parlare troppo.
Si deve ascoltare
Sì, il buon conversatore dà all’altro la possibilità di parlare. Sa che la conversazione piacevole è una ‘strada a due sensi’. I suoi elementi essenziali sono parlare e ascoltare.
Manifestando empatia, il buon ascoltatore cerca di capire la veduta dell’interlocutore, forse immaginando anche di trovarsi nella sua situazione. Comunque, giacché la mente pensa molto più in fretta di quanto non si parli, c’è il tempo di analizzare quanto vien detto e poi di trarre conclusioni. Perché non provate a far questo nella vostra prossima conversazione?
Fate anche domande e mostrate vero interesse per le risposte date. Guardate colui che conversa con voi. Naturalmente, non vorrete fissarlo. Ma evitate di guardare fisso qualche oggetto della stanza o di spostare di continuo lo sguardo da un punto all’altro, poiché allora l’interlocutore potrebbe pensare che non siete sincero o interessato. Prestategli immancabilmente tutta la vostra attenzione. Quanto possiamo tutti imparare ascoltando realmente gli altri!
Chi impara l’arte di conversare riscontrerà che “la buona conversazione è come un bel paesaggio”. Possono entrambi lasciare sulla mente dilettevoli impressioni. Sforzatevi di far partecipare gli altri alla conversazione e la troverete spesso ricca di novità, sorprese, diletto e durevole profitto.
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Vita nei fruttetiSvegliatevi! 1975 | 8 settembre
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Vita nei frutteti
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Canada
PERMETTETEMI di farvi da guida nel paese di frutteti che si affaccia sul lago Okanagan nel sud della Columbia Britannica, la provincia più occidentale del Canada. È stato detto che questa è una delle zone più incantevoli del Canada, situata com’è a circa 450 chilometri di autostrada a est della metropoli di Vancouver.
Qui di solito gli inverni sono miti e le estati calde e piene di sole. La primavera offre un panorama di alberi da frutto in fiore, mentre in autunno si raccolgono i frutti degli alberi e della vite. Tutto questo sullo sfondo di una serie di laghi annidati fra i monti come placidi fiumi che si stendono per chilometri. Questi laghi, di cui l’Okanagan con i suoi 130 chilometri è il più lungo, sono la linfa vitale della zona. Senza irrigazione la precipitazione media di trenta centimetri all’anno basterebbe solo per coltivare artemisie e alberi dal fusto sottile. Ma con l’irrigazione si coltivano molti tipi di frutti. La stagione libera dai geli è troppo breve per la coltivazione degli agrumi, ma abbastanza lunga per ciliege, susine, pesche, pere, albicocche e uva. Ed è l’ideale per le mele.
I coltivatori mi hanno spiegato perché questa è una delle migliori zone del mondo per la coltivazione delle mele. Le estati asciutte riducono le malattie, dicono, mentre la media insolitamente alta di ore di sole durante la stagione della crescita favorisce la produzione di amidi e zucchero. Pure importante è il periodo di notti più fredde che precede la raccolta. Con temperature che si avvicinano spesso allo zero, le mele sono deliziosamente croccanti e di colore intenso. Infatti, la mela della Columbia Britannica è famosa in molte parti del mondo come prodotto di eccezionale qualità.
Devo avvertirvi di non spaventarvi se la nostra passeggiata è improvvisamente interrotta da una forte esplosione. È solo uno degli ultimi sistemi escogitati per cercar di accrescere la raccolta delle ciliege. Poiché la ciliegia è il primo frutto a maturare in primavera, molti uccelli sono desiderosi di aggiungere questo dessert al loro menù costituito principalmente da lombrichi e vermi. Potete dunque vedere che non sono soltanto gli uomini a essere ansiosi che maturino le ciliege. Di conseguenza,
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