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  • Disastro a Darwin
    Svegliatevi! 1975 | 8 settembre
    • L. 74.000.000 da altri Testimoni di tutta l’Australia da impiegare a tal fine.

      La domenica 29 dicembre, solo cinque giorni dopo l’uragano, fu predisposta una regolare adunanza di congregazione per lo studio biblico. Come furono tutti felici quando, solo pochi minuti prima dell’inizio del programma, arrivarono due autocarri dalla città di Mount Isa, distante 1.600 chilometri. La Società Torre di Guardia aveva ottenuto un permesso speciale che aveva consentito di oltrepassare il posto di blocco della polizia all’ingresso della città. Dopo l’adunanza, tutti i presenti aiutarono a sgombrare la sala dalle sedie e a scaricare tende, attrezzi da cucina, viveri e altre cose. Dopo di che i fratelli in visita diedero una mano per aiutare a riparare i tetti di case rimaste gravemente danneggiate.

      Motivo di riflettere seriamente

      Il disastro di Darwin ebbe un profondo effetto sugli abitanti. In modo interessante, avvicinò persone che da qualche tempo non riuscivano ad andare d’accordo. Un testimone oculare narra: “Vicini che per tanto tempo si erano trattati freddamente divennero intimi amici in un giorno. Coppie di sposi che stavano per dividersi si riconciliarono”. Non sembra strano che debba esserci un disastro prima che molti comincino a trattarsi con benignità umana?

      È pure degno di nota che alcuni di quelli che furono intervistati dai giornalisti della radio e della televisione dissero: “Non credevo potesse accadere una cosa simile”. Evidentemente nella maggioranza dei casi quindici distinti avvertimenti caddero su orecchi sordi. Com’è stolto ignorare gli avvertimenti che vengono da una fonte competente!

      Da oltre sessant’anni i testimoni di Geova fanno notare ai loro simili che entro questa generazione dovrà aver luogo una “grande tribolazione” in tutta la terra. Essa spazzerà via l’attuale sistema di cose e preparerà il terreno a un paradisiaco nuovo sistema di pace e giustizia. (Matt. 24:21, 34; Riv. 7:14; 21:1, 4, 5) Perché non lasciare che il racconto del disastro di Darwin vi spinga a prendere sul serio l’avvertimento di questa imminente distruzione che Dio recherà? Così facendo opererete per sopravvivere ad essa. — Prov. 2:21, 22.

  • Minuscolo ingegnere
    Svegliatevi! 1975 | 8 settembre
    • Minuscolo ingegnere

      FRA gli ingegneri, gli architetti, gli inventori e gli artefici terrestri troverete in prima fila l’umile ragno della famiglia degli Ctenizidi. Nativo delle zone più calde del mondo, la femmina di questo ragno è in una classe a sé, a motivo della sua eccellente capacità di scavare gallerie. E ci riferiamo appositamente alla femmina, poiché il maschio conduce vita nomade, non intervenendo affatto nella costruzione della dimora di lei e vivendo fuori in qualsiasi buco o fessura riesca a trovare. Anche al tempo del corteggiamento deve agire con prudenza in presenza della femmina, poiché non è impossibile che essa lo attacchi e lo divori.

      La sopravvivenza è una delle principali preoccupazioni del ragno. Uno scrittore dice: “I ragni d’ogni sorta hanno molti nemici che possiedono enormi vantaggi su di loro sia rispetto a forza che agilità, o entrambe; nemici con le ali, veloci nel movimento . . . nemici con pungiglioni letali come la terribile freccia avvelenata col curaro, vigili, spietati, pronti ad attaccare; nemici provvisti di un’impenetrabile corazza contro cui le armi del ragno sono impotenti, mentre il corpo stesso del ragno è tenero e vulnerabile”. Avete paura dei ragni? Certo essi hanno più ragione di temere!

      La sig.ra Atypus è un ragno che costruisce per sé e i suoi piccoli una galleria munita di botola. La “botola” rivela la sua ingegnosa abilità. È così esperta che le porte di seta sono praticamente invisibili nella terra scura. Come fa a camuffare così bene queste porte grandi quanto una moneta?

      La sua dimora è una profonda buca che scava nella terra, e che riveste di seta pura da cima a fondo. La porta gira su un cardine di precisione fatto di seta intessuta. Ecco come fa a camuffarla: nasconde ingegnosamente l’ingresso piantando del muschio fuori di essa — muschio fresco che ha preso dalle immediate vicinanze — oppure vi intreccerà foglie morte e pezzetti di legno o fili d’erba. La botola viene fatta molto tempo prima che essa termini la galleria, poiché dev’essere al sicuro mentre finisce con comodo di costruire la sua dimora.

      Quanto è resistente quell’importantissima porticina? Ve ne sono di due tipi, quella di tipo più leggero e quella di sughero, essendo quest’ultima la più robusta. Infatti, si sa che la lama di un temperino si è piegata nel tentativo di aprirla! Quando si avvicinano nemici dall’esterno, essa corre alla porta e vi affonda le estremità dei cheliceri mentre s’aggrappa con le zampe alle pareti di seta della galleria. Così il suo corpo funge da sbarra vivente, tenendo la porta chiusa contro gli intrusi.

      Vi sono altri pericoli, oltre ai nemici più grossi come i millepiedi. I suoi piccoli devono essere protetti dalla pioggia e da microscopici parassiti. La botola chiude così bene che tiene fuori l’umidità e i pidocchi, ed essa riesce a curare con relativa sicurezza fino a quaranta piccoli dalle lunghe zampe. La loro dimora in seno alla terra è un lussuoso rifugio.

      Ma date uno sguardo a come fa la costruzione! In otto ore ha scavato l’equivalente di nove volte la lunghezza del suo corpo. In paragone, l’uomo dovrebbe scavare coi denti una buca profonda quindici metri, puntellandola man mano che la scavasse, e tutto in otto ore, correndo nello stesso tempo il rischio di un attacco nemico. Sì, poiché mentre la sig.ra Atypus lavora, una creatura simile alla vespa, “Pepsis”, va a caccia, nella speranza d’approfittare della sua preoccupazione, ucciderla con una puntura, strapparle le zampe e trascinarla via.

      Ma guardate come lavora! Usa solo le mandibole e l’estremità dei cheliceri per trasportare ogni pallottolina di terra scavata, depositandole una di fianco all’altra fuori della buca. Essa riveste di seta la galleria per uno scopo pratico, oltre a rendere confortevole la dimora e puntellarne le pareti di terra. Le offre un appiglio più sicuro che la terra, mentre è occupata nelle faccende domestiche e nell’allevare i piccoli.

      In paragone con la sua agilità ed efficienza, le macchine scavatrici dell’uomo sono ingombranti e goffe. Essa esegue le sue operazioni senza il frastuono provocato dalle scavatrici dell’uomo. La sig.ra Atypus non ha seguìto nessun corso di ingegneria e disegno, né ha preso diplomi. Il grande Fattore e Progettatore di tutte le cose, animate e inanimate, le diede la sua istintiva capacità di lottare con successo nel suo ambiente.

  • S. Lucia, l’isola dei picchi gemelli
    Svegliatevi! 1975 | 8 settembre
    • S. Lucia, l’isola dei picchi gemelli

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” a S. Lucia

      UNA delle più belle isole delle Indie Occidentali è S. Lucia, un susseguirsi di monti che si ergono ripidamente dalle acque, con la vetta avvolta nella foschia. Quest’isola, che è la più montuosa delle Isole Sopravento, è nota per una sua incomparabile attrattiva naturale, i Picchi gemelli. Sono due gigantesche piramidi rocciose a picco sul mare. Ammantati di vegetazione, i Picchi gemelli sono alti ciascuno oltre 730 metri e sono interamente staccati da tutti i monti vicini. Sono serviti per lungo tempo ai marinai come punto di riferimento su un’isola che per oltre due secoli fu teatro di battaglie tra Francesi e Inglesi.

      S. Lucia, infatti, ha cambiato mano non

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