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  • Marco, la buona notizia secondo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • B. Primi discepoli; espelle demoni e sana malati (1:16-45)

      C. Farisei e altri discutono suo operato; complotto contro di lui (2:1—3:6)

      D. Molti vengono guariti, demoni espulsi; scelta dei dodici apostoli (3:7-19)

      E. Confutata accusa di espellere demoni per mezzo del governante dei demoni (3:20-30)

      F. Seguaci paragonati a fratello, sorella e madre (3:31-35)

      G. Insegnamento: varie illustrazioni, fra cui seminatore e granello di senapa, spiegate in privato a discepoli (4:1-34)

      H. Vari miracoli: tempesta sedata; indemoniato guarito; guarita donna che soffriva di emorragie; figlia di Iairo risuscitata (4:35—5:43)

      I. Predicazione nel suo territorio (6:1-6)

      III Ministero di Gesù dall’invio dei dodici apostoli finché lascia la regione di Tiro e Sidone (6:7—7:30)

      A. Inviati i dodici apostoli (6:7-13)

      B. Erode ha notizia delle potenti opere di Gesù (6:14-29)

      C. Apostoli di ritorno riferiscono circa l’attività svolta (6:30-32)

      D. Insegnamento e miracoli di Gesù, fra cui quello di sfamare 5.000, camminare sul mare e guarire malati (6:33-56)

      E. Questione sulla tradizione di lavarsi le mani (7:1-23)

      F. Figlia indemoniata di una donna siro-fenicia guarita nella regione di Tiro e Sidone (7:24-30)

      IV Da quando Gesù lascia la regione di Tiro e Sidone fino all’inizio del ministero in Perea (7:31—9:50)

      A. Miracoli: sordo guarito; sfamati circa 4.000 uomini (7:31—8:9)

      B. Disputa coi farisei circa un segno; guardarsi dal lievito dei farisei e di Erode (8:10-21)

      C. Ridata progressivamente la vista a un cieco presso Betsaida (8:22-26)

      D. Pietro riconosce Gesù quale Cristo; obietta a ciò che deve accadere a Gesù; viene ripreso (8:27-33)

      E. Requisiti per essere seguaci di Gesù (8:34-38)

      F. Trasfigurazione (9:1-13)

      G. Guarito ragazzo indemoniato che i discepoli non erano stati in grado di sanare (9:14-29)

      H. Gesù predice propria morte e risurrezione; corregge e ammaestra discepoli (9:30-50)

      V Ministero di Gesù in Perea e nei dintorni di Gerico (10:1-52)

      A. Gesù messo alla prova sulla questione del divorzio (10:1-12)

      B. Regno appartiene a chi è simile ai bambini (10:13-16)

      C. Spiegati al ricco requisiti per avere vita eterna; benedizioni risultanti dall’essere seguace di Gesù (10:17-31)

      D. Future sofferenze di Gesù; Giacomo e Giovanni chiedono di sedere alla sua destra (10:32-45)

      E. Guarigione del cieco Bartimeo presso Gerico (10:46-52)

      VI Ultimi giorni del ministero pubblico di Gesù (11:1—14:16)

      A. Entrata trionfale a Gerusalemme (11:1-11)

      B. Fico maledetto (11:12-14)

      C. Tempio purificato (11:15-18)

      D. Fede e preghiera (11:19-25)

      E. Capi sacerdoti e altri mettono in dubbio autorità di Gesù; sua risposta e illustrazione della vigna e dei coltivatori malvagi (11:27—12:12)

      F. Tentativi di intrappolare Gesù sulla questione della tassa e sulla risurrezione; massimo comandamento della Legge (12:13-40)

      G. Gesù osserva quelli che fanno contribuzioni al tempio; dono della povera vedova (12:41-44)

      H. Predice distruzione del tempio; poi fornisce “segno” rispondendo alla domanda dei discepoli (13:1-36)

      I. Complotto contro Gesù; Giuda acconsente a tradirlo (14:1-11)

      L. Preparativi per la Pasqua (14:12-16)

      VII Ultimo 14 nisan di Gesù sulla terra (14:17—15:41)

      A. Celebrazione della Pasqua seguita da istituzione del Pasto Serale del Signore (14:12-26)

      B. Tutti inciamperanno e Pietro rinnegherà tre volte Gesù (14:27-31)

      C. Avvenimenti nel giardino di Getsemani (14:32-52)

      1. Gesù prega; Pietro, Giacomo e Giovanni si addormentano (14:32-42)

      2. Giuda tradisce Gesù con un bacio; la folla arresta Gesù; tutti lo abbandonano e fuggono (14:43-52)

      D. Gesù processato e ritenuto colpevole di bestemmia; rinnegato da Pietro (14:53-72)

      E. Riunione mattutina del Sinedrio; Gesù davanti a Pilato, il quale cede alla richiesta che sia messo al palo (15:1-15)

      F. Gesù schernito dai soldati, condotto via e messo al palo; spira (15:16-41)

      VIII Sepoltura e risurrezione di Gesù (15:42—16:8); apparizioni dopo la risurrezione (conclusione lunga; 16:9-20)

      CONCLUSIONI LUNGA E BREVE

      Alcuni hanno pensato che la conclusione di Marco 16:8 con le parole “e non dissero niente a nessuno, poiché avevano timore”, sia troppo repentina per essere la conclusione originale di questo Vangelo. Ma non è necessariamente così, considerato lo stile generale di Marco. Anche scrittori del IV secolo come Girolamo ed Eusebio convengono che lo scritto autentico termina con le parole “avevano timore”.

      Alcuni manoscritti e versioni aggiungono a queste parole una conclusione lunga o una breve. La conclusione lunga (dodici versetti) si trova nel Manoscritto Alessandrino, nel Codex Ephraemi rescriptus e nel Codex Bezae. Compare anche nella Vulgata latina, nella versione siriaca scoperta da William Cureton e nella Pescitta. Invece è omessa nel Manoscritto Sinaitico, nel Manoscritto Vaticano 1209, nel Codice Sinaitico (in siriaco antico) e nella versione armena. Alcune versioni e manoscritti più tardi contengono la conclusione breve. Il Codex Regius dell’VIII secolo E.V. le riporta entrambe, mettendo prima la più breve. Ciascuna conclusione è preceduta da una nota che avverte che tali brani sono accettati in certi ambienti, benché nessuno dei due sia riconosciuto autentico.

      A proposito delle conclusioni lunga e breve del Vangelo di Marco, il traduttore Edgar J. Goodspeed osserva: “La conclusione breve si ricollega molto meglio di quella lunga con Marco 16:8, ma nessuna della due può essere considerata parte originale del Vangelo di Marco”. — The Goodspeed Parallel New Testament, p. 127.

      Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 180-184.

  • Mardocheo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Mardocheo

      (Mardochèo) [simile a mirra pura o mirra pestata].

      “Figlio di Iair figlio di Simei figlio di Chis, Beniaminita” (Est. 2:5), anziano cugino e tutore di Ester. (Est. 2:7) Di lui e della parte importante che ebbe negli affari dell’impero persiano nel decennio 484-474 a.E.V. si parla unicamente nel libro biblico di Ester, scritto probabilmente dallo stesso Mardocheo.

      Alcuni mettono in dubbio che il libro sia autentico o che Mardocheo sia stato un personaggio reale. La loro obiezione che doveva avere almeno 120 anni e una bella cugina di 100 anni più giovane si basa sulla tesi infondata che Ester 2:5, 6 indichi che Mardocheo era stato portato in cattività da Nabucodonosor insieme al re Ieconia, mentre lo scopo di questi versetti biblici non era quello di fare la storia di Mardocheo, ma di tracciarne la discendenza. Può darsi che Chis fosse il bisnonno di Mardocheo, o anche un antenato più lontano che “era stato portato in esilio”. Un’altra tesi, che concorda con quanto dice la Bibbia, è che Mardocheo, benché nato in cattività, fosse incluso fra coloro che erano stati presi prigionieri nel 617 a.E.V., poiché era nei lombi dei suoi antenati, non essendo ancora nato. — Confronta Ebrei 7:9, 10.

      LEALE SERVITORE DEL RE

      Si legge che Mardocheo, anche se era un prigioniero ebreo tenuto come schiavo, era un servitore del re. Egli seppe che la regina Vasti era stata deposta dal re Assuero e che tutte le vergini giovani e belle dell’impero persiano erano convocate per trovare fra loro chi potesse prendere il posto della regina. Ester, cugina di Mardocheo, giovane “graziosa di forme e bella d’aspetto”, fu presentata fra le candidate senza rivelare che era ebrea (Est. 2:7) e fu scelta come regina. Mardocheo, che continuò a svolgere le sue mansioni, “sedeva alla porta del re” quando venne a sapere che due funzionari di corte, Bigtan e Teres, complottavano di mettere le mani sul re Assuero. Per mezzo di Ester egli avvertì il re, e il suo atto di lealtà venne registrato nel “libro dei fatti dei giorni”. — Est. 2:21-23.

      RIFIUTA DI INCHINARSI AD AMAN

      In seguito Aman l’Agaghita fu nominato primo ministro da Assuero, il quale ordinò che tutti coloro che si trovavano alla porta del re dovevano prostrarsi davanti ad Aman, ora che aveva una posizione così elevata. Mardocheo rifiutò recisamente di farlo e come ragione disse di essere ebreo. (Est. 3:1-4) Il fatto che Mardocheo spiega così il suo rifiuto dimostra che era dovuto alla sua relazione di ebreo dedicato con Geova suo Dio. Si rendeva conto che prostrarsi davanti ad Aman implicava più che inchinarsi fino a terra davanti a un personaggio di rilievo, come alcuni israeliti avevano fatto in passato, riconoscendo semplicemente la superiorità di un regnante. (II Sam. 14:4; 18:28; I Re 1:16) Aman era probabilmente amalechita, quindi appartenente a una nazione con cui Geova aveva dichiarato di essere in guerra “di generazione in generazione”. (Eso. 17:16) Per Mardocheo era una questione di lealtà a Dio.

      Aman si infuriò, specie quando si rese conto che Mardocheo era ebreo. Il suo odio era così grande che finché Mardocheo sedeva alla porta e rifiutava di inchinarsi davanti a lui non poteva neanche rallegrarsi di tutta la potenza e i privilegi che aveva. Non limitando la sua sete di vendetta al solo Mardocheo, Aman ottenne che il re decretasse lo sterminio di tutto il popolo di Mardocheo nel reame di Persia. — Est. 3:5-12.

      USATO PER LIBERARE ISRAELE

      Di fronte all’editto di sterminare tutti gli ebrei dell’impero, Mardocheo espresse la convinzione che Ester era stata insignita della dignità regale proprio in quel tempo per liberare gli ebrei. Le spiegò la grave responsabilità che aveva e le ordinò di implorare il favore e l’aiuto del re. A rischio della sua stessa vita, Ester acconsentì ad andare fino in fondo. — Est. 4:7—5:2.

      Molto tempestivamente per Mardocheo e per gli ebrei (si trattava infatti della lealtà stessa di Mardocheo al re), durante una notte insonne l’attenzione del re Assuero fu provvidenzialmente rivolta alla raccolta ufficiale dei documenti di stato. In tal modo fu ricordato al re che Mardocheo non era stato ricompensato per il servizio reso rivelando il complotto sedizioso di Bigtan e Teres. Allora il re volle rendere grande onore a Mardocheo, a mortificazione di Aman che ebbe l’ordine di predisporre e annunciare pubblicamente tali onori. — Est. 6:1-12.

      Ester riuscì a dimostrare che Aman era responsabile di grave travisamento dei fatti e calunnia nei confronti degli ebrei e che inoltre agiva proditoriamente contro gli interessi stessi del re. Adirato Assuero ordinò che Aman venisse messo a morte, e il suo cadavere fu appeso al palo alto più di 22 m che lui stesso aveva eretto per Mardocheo. — Est. 7:1-10.

      Mardocheo fu nominato primo ministro al posto di Aman e gli fu dato l’anello col sigillo del re per suggellare documenti di stato. Ester affidò a Mardocheo la casa di Aman che il re le aveva data. Allora Mardocheo, con l’autorizzazione del re, emanò un controdecreto che autorizzava gli ebrei a difendersi. Per gli ebrei fu una luce di liberazione e gioia. Molti nell’impero persiano si schierarono dalla parte degli ebrei, e, quando giunse il 13 adar, giorno in cui entravano in vigore le leggi, gli ebrei erano pronti. Grazie all’alta posizione di Mardocheo avevano l’appoggio delle autorità. A Susa i combattimenti si protrassero per un altro giorno. In tutto l’impero vennero uccisi più di 75.000 nemici degli ebrei, inclusi i dieci figli di Aman. (Est. 8:1—9:18) Con l’approvazione di Ester, Mardocheo comandò che ogni anno, il quattordicesimo e quindicesimo giorno di adar, i “giorni dei Purim”, si celebrasse una festa in cui ci si rallegrava, si banchettava e ci si scambiava doni e se ne facevano ai poveri. Gli ebrei accettarono e tramandarono la festa ai loro discendenti e a tutti quelli che si univano a loro. Secondo nell’impero, Mardocheo continuò a essere rispettato dal dedicato popolo di Dio, gli ebrei, e a operare per il loro bene. — Est. 9:19-22, 27-32; 10:2, 3.

      UOMO DI FEDE

      Mardocheo fu uomo di fede come quelli di cui parla l’apostolo Paolo in Ebrei capitolo 11, anche se non vi è menzionato per nome. Manifestò coraggio, risolutezza, integrità e lealtà a Dio e al suo popolo e si attenne al principio espresso poi da Gesù: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. (Matt. 22:21) Sia lui che Ester erano della tribù di Beniamino, di cui il patriarca Giacobbe aveva profetizzato: “Beniamino

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