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  • I nostri muscoli: mistero della creazione
    Svegliatevi! 1971 | 22 marzo
    • la marcia veloce pure possono fare molto bene.

      Al sufficiente esercizio fisico si accompagnano il riposo e il sonno sufficienti. Specialmente utile è l’apprendere come lavorare in maniera rilassata anziché esser sempre eccitati e tesi. L’inutile tensione nervosa danneggia sia i nervi che i muscoli.

      È pure importante fare in modo che i muscoli abbiano la giusta specie di alimentazione. Ciò significa, fra l’altro, fare in modo che si abbiano sufficienti vitamine e minerali con la scelta di cibi non raffinati e col mangiare abbondanti frutti e vegetali, crudi ogni qualvolta sia pratico.

      Che cosa si può fare per la fatica muscolare, gli spasmi e infermità simili? Le applicazioni calde e umide e i massaggi sono fra i migliori rimedi, per quanto certi unguenti siano pure raccomandabili. E, certo, il trattamento migliore di tutti è il riposo. Se spasmi, crampi o dolori gravi continuano, sarebbe saggio consultare un medico, specialmente se questi non sono localizzati negli arti.

      Né sono da trascurare i fattori psicosomatici. Se i muscoli sono sempre stanchi sebbene si abbia sufficiente riposo e si mangi la giusta specie di cibo, il problema può ben essere psicosomatico, l’effetto della mente e delle emozioni sul corpo. Non senza buona ragione la Bibbia dice: “Un cuore che è gioioso fa bene come un rimedio, ma lo spirito che è abbattuto rende secche le ossa”, e, si potrebbe aggiungere, fa stancare i muscoli. — Prov. 17:22.

      I nostri muscoli sono davvero una meraviglia, ma i particolari di come funzionino sono ancora un mistero. Ciò nondimeno, l’apprezzamento di quel tanto che ne sappiamo dovrebbe aiutarci ad averne buona cura.

  • Il calamaro gigante, terribile creatura del mare
    Svegliatevi! 1971 | 22 marzo
    • Il calamaro gigante, terribile creatura del mare

      TRE Neozelandesi — Daniele, Teofilo, insieme al dodicenne Tommaso — pescavano con la loro piccola barca a fondo piatto quando notarono un oggetto insolito che galleggiava nelle vicinanze. Per curiosità lo colpirono con un gancio d’accosto. Che colpo ricevettero! All’improvviso le acque schiumarono e comparve un calamaro gigante, che li attaccò con i suoi flagellanti tentacoli e infine avvolse questi intorno alla loro barca minacciando di capovolgerla.

      Lestamente il giovane Tommaso afferrò l’accetta che usavano per tagliare l’esca e troncò un tentacolo del mostro. Con loro grande sollievo, esso rinunciò allora alla lotta e s’immerse di nuovo nell’oceano.

      Ma se non fosse stato per la parte di tentacolo che giaceva in fondo alla barca, è dubbio che gli altri pescatori in Conception Bay credessero al loro terrificante racconto. La parte di tentacolo misurava m. 5,80 di lunghezza e cm. 9 di circonferenza.

      Per secoli la gente aveva sentito parlare di leggendari mostri marini di ogni descrizione. Può ben darsi che alcuni di questi racconti che facevano rizzare i capelli sulla testa fossero causati dalla vista di ciò a cui gli scienziati ora si riferiscono come il più grande cefalopode vivente, il calamaro gigante. Immaginate di vedere una creatura del mare lunga circa diciotto metri, che ha otto potenti braccia e due tentacoli più lunghi attaccati a un corpo a forma di proiettile. I suoi occhi sono della grandezza di piatti. Il becco da pappagallo della sua bocca è abbastanza forte da tagliare grossi fili di ferro. È la più grossa creatura della terra priva di vertebre.

      Scoperta moderna

      Benché si possano trovare calamaretti in ogni oceano, di cui ce ne sono più di 300 diverse specie, le specie giganti vivono a profondità da 500 a 1.000 metri. Non c’è da meravigliarsi se sono visti di rado dall’uomo! Per quanto vecchi racconti narrino che dei marinai videro e perfino presero questi giganti del mare, tali avvenimenti furono di solito ritenuti di poco conto dagli scienziati sino a circa un secolo fa. Lo scetticismo era causato in certa misura dai racconti fantastici.

      Gli scienziati videro bene per la prima volta il Grande Calamaro, come potremmo chiamarlo, nel decennio dopo il 1870. Per qualche ignota ragione, possibilmente a causa di cambiamenti oceanici, molti d’essi vennero alla superficie al largo della costa canadese. Essi furono avvistati e alcuni vennero catturati. Quindi nel novembre del 1873, esattamente un mese dopo che tre pescatori di Terranova erano stati quasi annegati da uno d’essi, un calamaro gigante fu preso ed esaminato con attenzione. Era un esemplare di nove metri e settantasei centimetri.

      Braccia gigantesche con ventose girevoli

      A causa delle sue lunghe braccia a forma di serpenti, molti pensano che il calamaro gigante sia qualche specie di ottopode. Ma non è così. Ci sono molte differenze. L’ottopode ha un corpo rotondo a forma di sacco, con otto tentacoli. Il più grosso può pesare venticinque chili e un braccio ha l’apertura di circa tre metri.

      Ora raffiguratevi il calamaro gigante. È dieci volte la misura del più grosso ottopode. Il suo corpo cilindrico è lungo circa quattro metri e mezzo, essendo dotato non soltanto di otto ma di dieci braccia le più terribili che si possano immaginare. Otto di queste braccia possono estendersi per oltre tre metri e mezzo. Inoltre ha due tentacoli muniti di sporgenti ventose che si possono estendere fino a dodici-quindici metri!

      Le braccia hanno anche file di dischi di ventose su brevi, flessibili sporgenze, che permettono alle ventose di girare in qualsiasi direzione. E, secondo le specie, queste ventose possono avere affilati denti intorno all’orlo o artigli che si possono ritirare o estrarre a volontà. Semplicemente eccellenti per afferrare e trattenere un potenziale pasto dalla pelle scivolosa!

      Propulsione a getto

      Mentre l’ottopode si trascina sul letto oceanico e vive nei crepacci, il Grande Calamaro si trova che nuota in mare aperto. Usando le due pinne lungo i lati del suo corpo, può muoversi in maniera riposante. Ma quando vuole andare in fretta, va a getto! In alcune specie questa propulsione a getto è sufficiente a gettarlo fuor d’acqua e per trenta metri attraverso l’aria. Com’è possibile questo?

      Il segreto è nel mantello. Il mantello è composto di una spessa pelle e muscoli che non solo proteggono gli organi vitali del calamaro ma anche gli danno la sua propulsione a reazione. Quando i muscoli del mantello si riposano, l’acqua entra per un orlo aperto intorno al collo e riempie le larghe cavità interne. Quindi allorché il mantello si contrae, l’apertura si suggella e l’acqua è costretta a uscire a forte pressione da un passaggio a forma d’imbuto sotto la testa. Cambiando la direzione di questo “becco”, il calamaro può ottenere un’istantanea spinta inversa, muovendosi in avanti o all’indietro senza voltare.

      Se si spaventa, i nervi insolitamente grandi del calamaro innescano una spontanea generazione di potenza che lo spinge a momenti di massima velocità. Queste fibre nervose, che sono cento volte la grandezza di quelle dell’uomo, son così sensibili che quando il calamaro è minacciato, un impulso nervoso saetta in ogni parte del mantello simultaneamente. Reagendo con tremenda forza, i muscoli si contraggono per creare una potente propulsione a getto.

      Un altro insolito apparato

      Il calamaro è letteralmente una creatura di sangue blu nel mondo marino. Il suo sangue ha un colore bluastro a causa di un suo composto di rame. Quando ha esaurito l’ossigeno, passa per le branchie attraverso due cuori, che lo pompano ciascuno in una branchia. Quindi un cuore dell’organismo serve a pompare il sangue fresco attraverso i tessuti. Così, il calamaro in effetti ha tre cuori! Gli organi di questa vivente macchina a reazione rende potente testimonianza all’opera del suo Creatore!

      Il Grande Calamaro e la sua compagna sono entrambi muniti di una sacca d’inchiostro. Questa emette grandi quantità di liquido nero per mascherarsi, espellendo un gettito approssimativamente della grandezza del calamaro per confondere gli inseguitori. Una “cortina fumogena” sottomarina!

      Per aiutare il calamaro a eludere gli attaccanti ci sono piccole cellule colorate che gli permettono di cambiar colore. Queste cellule sono così efficienti da poter quasi somigliare al colore del loro ambiente, causando perfino un’onda di colore che percorre il corpo del calamaro mentre nuota da un ambiente all’altro.

      Davvero giganteschi sono gli occhi di questo sorprendente mostro marino. Essi possono crescere fino a raggiungere il diametro di trentotto centimetri, il che corrisponde alla grandezza di alcune palle da spiaggia. Gli occhi del Sig. Calamaro sono sorprendentemente simili agli occhi umani. Sia gli uni che gli altri hanno palpebre, cornea trasparente, cavità esterne e interne, retina, lenti, cellule a bastoncini per trasmettere le immagini in bianco e nero e cellule a coni per registrare le impressioni dei colori. La somiglianza strutturale è così sorprendente che il dott. N. J. Berrill, noto biologo, commentò: “Penso che se chiedeste a qualsiasi zoologo di scegliere il singolo aspetto più sorprendente nell’intero regno animale, ci sono probabilità che egli direbbe non l’occhio umano, che per qualsiasi ragione è un organo meraviglioso oltre ogni dire, né l’occhio dell’ottopode, ma il fatto che questi due occhi, quello dell’uomo e quello dell’ottopode, sono simili quasi in ogni particolare”. I 100.000 recettori per millimetro quadrato che sono nell’occhio del calamaro gli permettono di vedere i più minuti particolari.

      Una questione di misura

      Molti si chiedono quanto grandi possano divenire questi calamari giganti. Il più grande esaminato si trovò in Lyall Bay, nella Nuova Zelanda, e misurò diciassette metri e trentotto centimetri. Ma si sono classificate solo dodici diverse specie di questi giganti, ed è possibile che ne esistano altre più grandi. Infatti, qualche evidenza lo suggerisce.

      Per esempio, i capidoglio vivono quasi esclusivamente di calamari, dalle specie più piccole a quelle giganti. Molte di queste enormi balene del peso di cinquanta tonnellate subiscono profondi tagli quando si incontrano con i calamari giganti. Spesso la loro pelle è marchiata da cicatrici circolari che misurano da sei a nove centimetri. Queste furono apparentemente causate dalle ventose nei tentacoli del calamaro durante le loro selvagge battaglie sottomarine, giacché queste cicatrici sono approssimativamente della misura dei dischi delle ventose di un calamaro di oltre quindici metri.

      Ma se la misura della ventosa è proporzionata alla grandezza del calamaro, gli oceani possono contenere alcuni giganti veramente enormi. Perché? Perché alcune di queste cicatrici hanno un diametro di quarantacinque centimetri! In paragone, un calamaro con ventose di quarantacinque centimetri sarebbe lungo circa sessanta metri. L’esistenza di tali calamari giganti non è mai stata confermata, ed è vero che queste grosse cicatrici possono essere state il risultato dello stiramento operato dalle ventose sulla cedevole pelle della balena. Comunque, uno scrittore viaggiante del diciannovesimo secolo asserì d’aver visto un tentacolo di calamaro tanto spesso quanto il corpo di un uomo e con ventose della misura di un piattello.

      Senza dubbio col tempo si comprenderanno maggiormente il calamaro gigante e i misteri che circondano questa dinamica e terribile creatura del mare.

      [Immagine a pagina 13]

      Il calamaro gigante è munito di dieci braccia e tentacoli, i più terribili che si possano immaginare

  • La letteratura biblica dei Testimoni gli piacque
    Svegliatevi! 1971 | 22 marzo
    • La letteratura biblica dei Testimoni gli piacque

      ● Un Professore universitario in pensione era stato assunto in Giappone da una grande ditta di confezioni per insegnare la Bibbia e la sua morale ai suoi dipendenti. Un missionario dei testimoni di Geova gli fece visita, ed egli confessò al missionario che quelli che si interessavano della Bibbia gli facevano spesso domande a cui era difficile rispondere. Gli fu offerto il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna ed egli lo accettò subito.

      Quando il missionario gli fece nuovamente visita egli disse: “Vorrei altre cinque copie di quel libro. Lo lessi a letto la sera che lo presi. Non avevo mai letto un libro che spiegasse gli importanti punti della Bibbia e li spiegasse in modo comprensibile, come fa questo libro. È proprio quello che mi occorre per alcuni che fanno domande”.

      Essendo studioso di greco, mostrò grande interesse per l’articolo della Torre di Guardia sulla Traduzione interlineare del Regno delle Scritture Greche. Ne fu così colpito che commentò: “La Torre di Guardia reca veramente la profonda conoscenza della Bibbia al popolo comune, non è vero? È lì che le chiese sono venute meno!”

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