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  • Chison, valle del torrente
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • la parte O della pianura di Esdrelon. Il Chison raggiunge la massima larghezza (20 m) nella pianura di Acco. A parte gli ultimi 11 km, il letto del fiume di solito è asciutto d’estate, ma nella stagione delle piogge diventa un torrente impetuoso, che rompe gli argini e travolge tutto quello che incontra. Allora la pianura in cui scorre si trasforma in una palude.

      All’epoca di Barac e Debora la valle del Chison ebbe una parte importante nella liberazione degli israeliti dall’oppressione cananea. Barac e le sue truppe si appostarono sul monte Tabor, attirando verso il Chison il comandante Sisera col suo esercito ben armato e 900 carri. (Giud. 4:6, 7, 12, 13) Gli israeliti sembravano militarmente in svantaggio. Eppure, quando ricevettero l’ordine, Barac e i suoi 10.000 uomini scesero dal monte Tabor per attaccare il nemico. Allora intervenne Geova Dio. “Dal cielo combatterono le stelle, dalle loro orbite combatterono contro Sisera”. — Giud. 4:14, 15; 5:20.

      Secondo la tradizione ebraica espressa negli scritti di Giuseppe Flavio, “un gran temporale venne dal cielo, con un’enorme quantità di pioggia e grandine, e il vento soffiava la pioggia in faccia ai cananei, e tanto offuscò i loro occhi, che frecce e fionde non furono loro di alcuna utilità”. (Antichità giudaiche, Libro V, cap. V, 4) Tale acquazzone deve aver trasformato il terreno in un pantano, immobilizzando i carri, facendo affondare i cavalli nel fango e costringendo il nemico a fuggire terrorizzato davanti agli uomini di Barac. Comunque siano andate le cose, con l’aiuto di Geova, “tutto il campo di Sisera cadde per il taglio della spada. Non ne rimase nemmeno uno”. (Giud. 4:15, 16, vedi anche Salmo 83:9, 10). Evidentemente l’infido torrente Chison spazzò via i cadaveri dei nemici. (Giud. 5:21) Sisera stesso fuggì a piedi, solo per subire una morte ingloriosa per mano di una donna, Iael la moglie di Heber il Chenita. — Giud. 4:17-21.

      In seguito, durante il regno di Acab re d’Israele, il profeta Elia uccise 450 profeti di Baal nella valle del torrente Chison. — I Re 18:22, 40.

      La “valle del torrente che è di fronte a Iocneam” (Gios. 19:11) si ritiene sia quella del Chison.

  • Chittim
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Chittim

      (Chìttim).

      Nome di uno dei quattro “figli” di Iavan, pur essendo sempre al plurale in tutti i riferimenti scritturali. (Gen. 10:4; I Cron. 1:7) Altre volte il nome è usato per indicare un popolo o una regione.

      Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, Libro I, cap. VI, 1) menziona Chittim come “Chetimo” e dice che “possedeva l’isola di Chetima, ora chiamata Cipro; e perciò tutte le isole e la maggior parte delle coste sono chiamate Chettim dagli ebrei. Inoltre a Cipro esiste una città che ha potuto conservare il suo nome: è chiamata Cizio da coloro che parlano la lingua dei greci, e non ha, con l’uso di quel dialetto, abbandonato il nome di Chettim”. Gli antichi fenici chiamavano i ciprioti kitti.

      Che Chittim possa includere altre zone oltre l’isola di Cipro è indicato dalle parole di Giuseppe Flavio, circa il fatto che in ebraico il termine includeva altre isole mediterranee e regioni costiere, di cui Cipro era solo la più vicina (alla Palestina) delle terre di Chittim. Questo sembra confermato dai riferimenti alle “isole” o ai “paesi costieri” di Chittim in Ezechiele 27:6 e Geremia 2:10. Secondo alcuni commentatori Chittim è usato in senso più ampio anche in Numeri 24:24, dove il profeta Balaam, contemporaneo di Mosè, predisse che “navi dalla costa di Chittim” avrebbero afflitto Assiria ed Eber, ma che l’attaccante sarebbe poi perito. In base a tale veduta l’attacco poté esser venuto dalla regione costiera della Macedonia, regione da cui ebbe inizio l’avanzata di Alessandro Magno, che conquistò il paese di “Assur” (Assiria–Babilonia) insieme all’impero medo–persiano; secondo altri gli attaccanti erano romani provenienti dalle coste mediterranee dell’Italia. Sia il Targum che la Vulgata hanno “Italia” invece di “Chittim” in qualche versetto (Num. 24:24, Vg; I Cron. 1:7, Targum); mentre nel libro apocrifo di I Maccabei (1:1, Ga, nota in calce) il termine Chittim rappresenta la Macedonia.

      Nella dichiarazione di Isaia contro Tiro, le navi di Tarsis dirette in Oriente ricevono da Chittim (probabilmente Cipro) la notizia della caduta di Tiro, e Geova dice alla “vergine figlia di Sidone” di ‘passare a Chittim’ nel vano tentativo di trovare rifugio. (Isa. 23:1, 11, 12) Ciò è in armonia con l’evidenza storica che colonie fenicie esistevano a Cipro all’epoca in cui profetizzava Isaia (ca. 778–732 a.E.V.) e anche in seguito. Un’iscrizione di Esar-Addon menziona la fuga a Cipro del re Luli di Sidone in seguito all’attacco assiro. Similmente molti da Tiro cercarono scampo a Cipro durante i tredici anni di assedio della città da parte di Nabucodonosor, in adempimento della proclamazione di Isaia.

      L’ultimo riferimento a Chittim (con tale nome) è quello della profezia di Daniele a proposito della rivalità fra gli enigmatici “re del nord” e “re del sud”, in cui un attacco del “re del nord” viene sventato dalle “navi di Chittim”. — Dan. 11:30; vedi CIPRO.

  • Cicogna
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    • Cicogna

      [ebr. hhasidhàh].

      Il nome ebraico di quest’uccello deriva evidentemente dalla radice hhèsedh, che significa amorevole benignità o amore leale, come in Genesi 19:19. Quindi hhasidhàh indica una creatura dolce e leale, descrizione che ben si adatta alla cicogna, nota pe la tenera cura che ha per i piccoli e la fedeltà compagno per tutta la vita.

      La cicogna è un grosso uccello trampoliere simile all’ibis e all’airone. La cicogna bianca (Ciconia ciconia o Ciconia alba) ha penne bianche a eccezione delle remiganti che sono nere e lucenti. Una cicogna adulta può essere alta anche m 1,2, e avere il corpo altrettanto lungo, con un’apertura alare che può superare i 2 m. Il lungo becco rosso, largo alla base e molto aguzzo, serve alla cicogna per cercare rane, pesciolini o piccoli rettili nel fango degli acquitrini o dei prati in cui si aggira con la goffa andatura delle lunghe zampe rosse. Oltre che di piccoli animali acquatici, si nutre anche di cavallette e locuste, e a volte si accontenta di carogne e rifiuti. La cicogna era inclusa fra gli animali impuri, che, secondo il patto della Legge, era vietato agli israeliti mangiare. — Lev. 11:19; Deut. 14:18.

      Nel rimproverare gli apostati abitanti di Giuda che non avevano riconosciuto il tempo del giudizio di Geova, il profeta Geremia richiamò l’attenzione sulla cicogna e su altri uccelli che ‘conoscono bene i loro tempi fissati’. (Ger. 8:7) La cicogna migra regolarmente attraverso Palestina e Siria provenendo dall’Africa dove sverna, ed è presente in grossi stormi in marzo e aprile. Dei due tipi di cicogne comuni in Palestina, la cicogna bianca e la cicogna nera (Ciconia nigra), la prima solo raramente vi depone le uova, facendo a volte il nido sulle case ma anche sugli alberi. La cicogna nera, così chiamata perché ha testa, collo e dorso nero, è più comune nella regione del Mar Morto e in Basan, e preferisce, dov’è possibile, fare il nido sugli alberi. Il salmista menziona le cicogne che fanno il nido su alti alberi di ginepro. — Sal. 104:17.

      Facendo un contrasto fra lo struzzo incapace di volare e la cicogna che vola a grandi altezze, Geova chiese a Giobbe: “L’ala dello struzzo batte festante, ma è forse penna e piuma di cicogna?” (Giob. 39:13, CEI) Le penne dell’ala della cicogna sono molto larghe e robuste, le secondarie e le terziarie sono quasi lunghe come le primarie, e questo conferisce all’ala una grande superficie permettendo alla cicogna di raggiungere grandi altezze e percorrere grandi distanze. Una cicogna in volo, che si libra sulle possenti ali, col collo proteso in avanti e le zampe allungate all’indietro, ha un aspetto davvero maestoso. Le due donne viste in visione da Zaccaria (5:6-11), che portavano un’efa con dentro la donna chiamata “Malvagità”, avevano “ali come le ali della cicogna”. Il riferimento al ‘vento nelle loro ali’ (Zaccaria 5 v. 9) è pure in armonia col fruscio prodotto dall’aria che passa fra le penne remiganti della cicogna. Le primarie in volo si aprono a ventaglio così che all’estremità delle ali si formano delle fessure, che regolano il flusso dell’aria sulla parte superiore dell’ala aumentandone la portanza.

  • Cielo
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    • Cielo

      [ebr. shamàyim; gr. ouranòs].

      Il termine ebraico shamàyim (sempre al plurale) sembra avere il significato fondamentale di qualche cosa di “alto” o “elevato”. (Sal. 103:11; Prov. 25:3; Isa. 55:9) Il termine greco è di etimologia incerta.

      CIELI FISICI

      Nella lingua originale questo termine abbraccia tutta l’immensità dei cieli fisici. Il contesto di solito provvede abbastanza informazioni per determinare quale parte dei cieli fisici s’intenda.

      I cieli dell’atmosfera terrestre

      Il termine “cielo” o “cieli” si può applicare a tutta l’atmosfera della terra in cui si formano rugiada e brina (Gen. 27:28; Giob. 38:29), volano gli uccelli (Deut. 4:17; Prov. 30:19; Matt. 6:26), soffiano i venti (Sal. 78:26), sfolgorano i lampi (Luca 17:24) e sono sospese le nuvole che lasciano cadere pioggia, neve o grandine. (Gios. 10:11; I Re 18:45; Isa. 55:10; Atti 14:17) Il termine “cielo” a volte si riferisce alla volta celeste visibile che sembra avvolgere la terra. — Matt. 16:1-3; Atti 1:10, 11.

      Questa regione atmosferica corrisponde in genere alla “distesa [ebr. raqìaʽ]” formata durante il secondo periodo creativo, descritta in Genesi 1:6-8. A questo ‘cielo’ si riferiscono evidentemente Genesi 2:4; Esodo 20:11; 31:17 parlando della creazione “dei cieli e della terra”. — Vedi DISTESA.

      Quando fu formata la distesa dell’atmosfera, le acque sulla superficie della terra si separarono da altre acque al di sopra della distesa. Questo spiega l’espressione usata a proposito del diluvio universale dei giorni di Noè: “Tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono”. (Gen. 7:11; confronta Proverbi 8:27, 28). Al Diluvio le “vaste acque dell’abisso” sospese al di sopra della distesa precipitarono come attraverso canali, e anche sotto forma di pioggia. Dopo che quell’immensa riserva idrica si svuotò, le “cateratte dei cieli” vennero in effetti “chiuse”. — Gen. 8:2.

      Lo spazio cosmico

      I “cieli” fisici si estendono oltre l’atmosfera terrestre nelle regioni dello spazio cosmico con i loro corpi stellari, “tutto l’esercito dei cieli”: sole, luna, stelle e costellazioni. (Deut. 4:19; Isa. 13:10; I Cor. 15:40, 41; Ebr. 11:12) Il primo versetto della Bibbia descrive la creazione di tali cieli stellati che precedette la preparazione della terra come dimora dell’uomo. (Gen. 1:1) Questi cieli manifestano la gloria di Dio, come la distesa dell’atmosfera, perché sono opera delle “dita” di Dio. (Sal. 8:3; 19:1-6) Gli “statuti dei cieli” divinamente stabiliti regolano tutti questi corpi celesti. Gli astronomi, nonostante i loro strumenti moderni e l’alta conoscenza matematica, non sono ancora in grado di comprendere pienamente tali statuti. (Giob. 38:33; Ger. 33:25) Le loro scoperte confermano però che l’uomo è incapace di misurare tali cieli o di contare le stelle. (Ger. 31:37; 33:22; vedi STELLA). Eppure Dio le conta e le chiama per nome. — Sal. 147:4; Isa. 40:26.

      “In mezzo al cielo” e le “estremità dei cieli”

      L’espressione “in mezzo al cielo” si riferisce alla regione entro la distesa dell’atmosfera terrestre dove volano gli uccelli, come l’aquila. (Riv. 8:13; 14:6; 19:17; Deut. 4:11 [ebr. “cuore dei cieli”]). Simile è l’espressione “fra la terra e i cieli”. (I Cron. 21:16; II Sam. 18:9) L’avanzata degli aggressori di Babilonia “dall’estremità dei cieli” significa evidentemente che mossero contro di lei dal lontano orizzonte (dove sembra che terra e cielo si congiungano e dove si vede sorgere e tramontare il sole). (Isa. 13:5; confronta Salmo 19:4-6). Anche l’espressione “dalle quattro estremità dei cieli” si riferisce senz’altro ai quattro punti cardinali, includendo perciò tutta la terra. (Ger. 49:36; confronta Daniele 8:8; 11:4; Matteo 24:31; Marco 13:27). Come i cieli circondano la terra da ogni parte, così Geova vede ogni cosa “sotto tutti i cieli”, cioè la sua vista abbraccia tutto il globo. — Giob. 28:24.

      I cieli nuvolosi

      Un altro termine ebraico, shàhhaq, è usato a proposito dei cieli o delle nuvole. (Deut. 33:26; Prov. 3:20; Isa. 45:8) La radice di questa parola significa qualche cosa che è ridotto in polvere, per esempio il “velo di polvere” (shàhhaq) di Isaia 40:15. Questo significato è molto appropriato, in quanto le nuvole si formano quando l’aria calda, alzandosi da terra, si raffredda fino al punto di condensazione e il vapore acqueo in essa contenuto si trasforma in minuscole goccioline. (Confronta Giobbe 36:27, 28). Lo rende ancor più appropriato l’effetto ottico della volta azzurra del cielo dovuto alla diffusione dei raggi solari che attraversano le molecole gassose dell’aria e altre particelle (incluso il pulviscolo) dell’atmosfera.

      “Cielo [shàhhaq]”, com’è usato dagli scrittori biblici, può dunque riferirsi all’atmosfera che circonda la terra in cui si formano le nuvole (Isa. 45:8), o alla volta celeste al di sopra della terra, azzurra di giorno e costellata di stelle la notte. (Sal. 89:37) Quasi in tutti i casi lo scrittore si riferisce semplicemente a ciò che è alto al di sopra dell’uomo senza specificare quale aspetto del “cielo” si intenda. — Sal. 57:10; 108:4.

      Le minute particelle del pulviscolo atmosferico, le molecole di vapore acqueo, nonché le molecole di ossigeno, azoto, anidride carbonica e altri gas presenti nell’atmosfera, disperdono i raggi di luce, e le radiazioni azzurre, essendo le più diffuse, conferiscono al cielo sereno il suo colore caratteristico.

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