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L’incubo di dimagrireSvegliatevi! 1983 | 8 marzo
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difficoltà. Anche sollevare un cuscino era diventata una cosa molto faticosa. L’anoressia mentale era divenuta una realtà. Mi ci vollero cinque lunghi, difficili anni per guarire.
“Sì, ho anche avuto problemi in famiglia durante l’adolescenza, ma ora so che molto è dipeso dalla mia reazione ai commenti su quei chili in più. Non bisognerebbe mai, in presenza di un adolescente, fare commenti sul suo peso, sulla sua figura o sulla sua statura! Potreste fare più male di quanto non immaginiate”.
La fine di un idillio, un complesso di inferiorità, la preoccupazione d’essere promossi agli esami e di ‘farsi avanti’ nel mondo, il cercare di vivere secondo certe norme stabilite dai genitori o da altri superiori, tutte queste e molte altre cose possono portare la persona insicura sulla strada dell’anoressia mentale. Benché tutte le terapie possano risultare utili nella cura dei sintomi (ed è consigliabile andare dal medico appena possibile), la guarigione dipende effettivamente dall’individuo. Cosa si può fare? Seguite i consigli riportati qui a fianco:
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I diritti della madreSvegliatevi! 1983 | 8 marzo
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I diritti della madre
Per sei giorni e sei notti una madre di cinque figli ha scioperato rimanendo seduta fuori di casa su una sedia da giardino nonostante la pioggia battente e i 36 gradi di calore: protestava contro la sua famiglia. Perché? “Si dimenticavano di parlarmi. Si dimenticavano di darmi un bacio. Non mi consideravano una persona, ma solo una madre e, perciò, dovevo loro qualcosa”. Lo sciopero è finito solo quando la figlia sedicenne, la più piccola dei suoi figli, ha capitolato firmando un elenco di richieste della madre, e accettando di non trattarla più come un conducente di taxi, un agente dei prestiti o una cuoca per ventiquattr’ore al giorno ma di mostrarle affetto e gratitudine. Perché la figlia prima non aveva voluto firmare? “Perché era stata influenzata dalle compagne”, ha detto la madre. “Le amiche le dicevano che se la loro madre avesse fatto una cosa simile, non avrebbero firmato. Per questo motivo le era stato difficile cedere”. Evidentemente l’accordo ha funzionato. “Tommy mi ha portato una dozzina di rose dallo stelo lungo con un biglietto che diceva: ‘Sono contento che tu sia come sei’”, ha detto la madre. “Ho pianto per ore”.
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