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Ulrico Zuinglio e la Parola di DioSvegliatevi! 1970 | 22 maggio
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dato da Gesù ai suoi seguaci che “tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”. (Matt. 26:52) E il riformatore di Zurigo finì esattamente così. Alla luce del mattino il suo corpo fu riconosciuto sul campo di battaglia dal nemico giubilante. Fu tagliato a pezzi, uno per ciascuno dei cinque cantoni cattolici, e dato alle fiamme.
Visione retrospettiva
Si deve riconoscere che Zuinglio ebbe profondo rispetto per la Parola di Dio fin dove poté afferrarne il messaggio. Tuttavia, allora non era arrivato il tempo predetto nella Bibbia perché gli insegnamenti biblici fossero chiariti. Egli non comprese che i problemi politici del mondo non sono affatto responsabilità del vero seguace di Cristo. (Giov. 15:19; 17:16; Giac. 4:4) Non capì il bisogno di tenersi separato dalle vie e dai movimenti del mondo e di ‘cercare prima il regno e la giustizia di Dio’. (Matt. 6:33) Anche nelle congregazioni riformate penetrarono di nuovo idee e attitudini pagane. La tradizione umana soffocò ancora e annullò la Parola di Dio.
Se Zuinglio fosse vivo oggi, potrebbe avere benissimo la benedizione dell’illuminante potere dello spirito di Dio che apre la Parola di Dio al nostro intendimento. Potrebbe vedere che tutta la falsa religione fa parte di “Babilonia la Grande”, che ora Geova Dio condanna a una prossima fine. Poiché Babilonia la Grande non si può riformare ed è assolutamente falsa alla sacra Parola di Dio, sarà sradicata e abbattuta dall’onnipotente possanza di Dio. — Riv. 18:1-4, 20.
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Un giorno senza la poliziaSvegliatevi! 1970 | 22 maggio
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Un giorno senza la polizia
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Canada
CHE dire se nella vostra città la polizia fosse fuori servizio per un giorno? Che accadrebbe? I cittadini ubbidirebbero alla legge anche sapendo che non ci sono poliziotti in giro ad arrestarli per atti criminosi?
Gli abitanti di una grande città ebbero la risposta a tali domande recentemente, quando sia i poliziotti che i pompieri fecero sciopero. Ma ciò che accadde in quella città potrebbe accadere anche altrove. Perché?
Perché sempre più spesso i dipendenti dello Stato cercano di ottenere aumenti di stipendio rifiutandosi di lavorare. Pertanto, nel 1968 i netturbini della città di New York scioperarono facendo accumulare ogni giorno 10.000 tonnellate d’immondizie. Un simile sciopero fatto lo scorso ottobre in Inghilterra fece accumulare a Londra grandi quantità d’immondizie.
Ma fu Montreal, in Canada, a rimanere per un giorno senza la polizia. Lì i poliziotti fecero sciopero nel tentativo di ottenere un aumento di stipendio che avrebbe messo la loro paga alla pari con quanto ricevevano i poliziotti di Toronto. Ciò che avvenne quel giorno fu una vera rivelazione.
Tolta la protezione
Lo sciopero dei 3.700 poliziotti di Montreal cominciò alle 8 di mercoledì mattina 7 ottobre 1969. La maggioranza dei poliziotti si riunirono all’arena Paul Sauvé per un incontro che sarebbe durato tutta la giornata. Alcuni poliziotti anziani cercarono di tenere in servizio un numero ridotto di uomini, ma i giovani poliziotti militanti li costrinsero ad andarsene.
La Polizia Provinciale del Quebec, corpo molto più piccolo alle dipendenze del governo provinciale, cercò di provvedere alla città una protezione limitata per tutto il giorno. Comunque, alcuni poliziotti municipali in sciopero ostacolarono pure questi agenti che cercavano di fare rispettare la legge. Lo Star di Montreal riferì:
“I poliziotti militanti di Montreal all’arena Paul Sauvé, udendo che la Polizia Provinciale del Quebec li avrebbe sostituiti nell’adempimento dei loro doveri, decisero di ostacolare il piano.
“Cominciarono a controllare le lunghezze d’onda della radio della Polizia Provinciale. Ogni volta che una macchina era chiamata a uno specifico indirizzo, una dozzina di agenti cittadini si ammucchiavano in una camionetta della volante e andavano incontro all’automobile della Polizia Provinciale.
“Le automobili della polizia furono fermate e rimandate, con le sirene spiegate e le luci che s’accendevano a intervalli, all’arena Paul Sauvé. La polizia di Montreal salutava con esultanza ogni arrivo.
“Requisite più tardi otto macchine della polizia, con le loro radiofrequenze disturbate a intermittenza, tutta la forza della Polizia Provinciale era stata rimandata al quartier generale”.
Pertanto, la città di Montreal rimase quasi interamente senza protezione della polizia. Ciò che avvenne quel giorno ha indotto molti a chiedersi se qualche cosa di simile potrebbe accadere nella loro città in circostanze analoghe.
Illegalità collettiva
Scoppiarono disordini, incendi e saccheggi. In certe parti di Montreal c’erano mucchi di frammenti di vetro, isolati coi negozi svaligiati e veicoli incendiati. “Non si è mai vista la città in queste condizioni”, disse il proprietario di un negozio, guardando i suoi locali devastati. “È come la guerra”.
Quel giorno ci furono ventitré maggiori rapine a mano armata, comprese dieci rapine a banche. Uomini armati fuggirono dalla City and District Savings Bank di St. Denis Street con 17.360.000 lire. Quattro uomini armati di mitra fecero una rapina in una società finanziaria. Le condizioni si aggravarono a tal punto che in un discorso alla radio Lucien Saulnier, presidente del Comitato Esecutivo della città, consigliò ai cittadini di starsene a casa a proteggere la loro proprietà. Un padrone di casa che vi rimase uccise a fucilate uno scassinatore.
Verso le 8 di sera decine di tassì si fermarono all’autorimessa della Murray Hill Limousine Company. I conducenti di tassì nutrivano dei vecchi rancori contro questa società. Furono gettate bombe Molotov, e autobus e automobili furono incendiati. I dipendenti aprirono il fuoco sulla turba con fucili. Un poliziotto provinciale rimase ucciso; altri furono feriti nella sparatoria.
I passanti furono coinvolti negli atti di violenza, e una turba di duecento o trecento persone lasciò l’autorimessa di Murray Hill, dirigendosi verso il principale centro di negozi e alberghi di Montreal. Con bastoni, mazze da baseball e sassi la turba cominciò un’insensata distruzione e saccheggio.
Frantumarono i cristalli delle vetrine del Queen Elizabeth Hotel, rubando la merce. Fu poi saccheggiato il piano inferiore del bell’edificio della IBM. Dopo di che furono infranti i cristalli delle vetrine del Windsor Hotel e del Mount Royal Hotel, di cui vennero saccheggiati i negozi.
I saccheggiatori proseguirono a est verso St. Catherine Street, frantumando vetrine e saccheggiando i negozi che incontravano sul loro cammino. La strada era cosparsa di frammenti di vetro per oltre tre chilometri. I danni furono così estesi che un esperto nel campo calcolò che ci sarebbero voluti 1.240 milioni di lire semplicemente per sostituire i vetri rotti. Il danno totale causato da incendi, distruzione e furto è stato valutato in parecchi miliardi di lire.
Gioiellerie, negozi d’abbigliamento e vetrine piene di apparecchi elettrici furono i primi obiettivi. Le fotografie apparse nei giornali mostravano ladri che portavano via la merce.
Quando alle 23,30 quattro agenti della Polizia Provinciale del Quebec cercarono di frenare la turba furono letteralmente calpestati dall’ondata di gente in tumulto. Una macchina della Polizia Provinciale del Quebec che si avventurò lungo la strada fu presa dalla turba e completamente distrutta mentre i poliziotti vi sedevano dentro.
Tolte le restrizioni della polizia, legge e ordine erano spariti. I capi del governo dissero che la città era “minacciata dall’anarchia”. Leo Pearson, membro del corpo legislativo, disse: “Prima che ce ne rendiamo conto potremmo dover affrontare una rivoluzione in grandi proporzioni”. L’illegalità fu sorprendentemente estesa. Un uomo riferì:
“Non mi riferisco ai teppisti e agli abituali trasgressori della legge, intendo che proprio gente comune commise reati che non si sarebbe sognata di commettere se all’angolo ci fosse stato un poliziotto. Vidi automobili passare col semaforo rosso. I conducenti viaggiavano sul lato sbagliato della strada perché sapevano che nessuno li avrebbe fermati.
“Non credereste se vi dicessi il numero di incidenti automobilistici che vidi, perché gli automobilisti correvano rischi svoltando agli angoli e attraversando le corsie per il traffico contro i regolamenti. Sapevano che non c’era nessun agente a prenderne nota”.
Il governo provinciale interviene
Mentre la situazione si faceva più seria, il governo provinciale del Quebec prese misure per porre un freno all’illegalità. Alle 16,30 tutta la polizia provinciale e la polizia municipale di cinquantasei minori comunità fu posta sotto il comando unificato di Maurice St. Pierre, direttore della Polizia Provinciale del Quebec.
Alle 20,10 Rèmi Paul, procuratore generale della provincia, chiese al governo federale di far intervenire l’esercito per ristabilire l’ordine. I soldati del 22º Regio Reggimento furono mandati a Montreal da Valcartier, vicino a città di Quebec.
Per di più, il corpo legislativo provinciale agì rapidamente per approvare una legge speciale. Essa andò in vigore alle 22, e ordinava alla polizia di riprendere servizio a mezzanotte, sedici ore dopo che lo sciopero era iniziato. La legge prevedeva ammende da L. 15.500 a L. 62.000 al giorno per la mancata osservanza, e multe da L. 3.100.000 a L. 31.000.000 al giorno per qualsiasi sindacato o sindacalista che incoraggiasse a trasgredire il nuovo statuto.
Informato della legge, il sergente Guy Marcil, presidente dell’Associazione della Polizia, parlò ai poliziotti che facevano ancora la veglia nell’arena. Disse loro: “Quale presidente di quest’Associazione è mio dovere chiedervi di tornare al lavoro . . . Vi ordino di tornare ai vostri posti”. Mentre vi tornavano, si ristabilì una calma superficiale, ma soldati armati rimasero di guardia.
Una dimostrazione politica indetta per il 10 ottobre 1969 in municipio fu annullata. Per assicurare il mantenimento dell’ordine, più di 5.000 uomini armati della Polizia di Montreal, della Polizia Provinciale del Quebec, della Regia polizia Canadese a cavallo, e delle forze armate canadesi circondarono il municipio. Fu il più grande spiegamento di forze armate in una città canadese dalla seconda guerra mondiale. La dimostrazione fu fermata e la folla dispersa senza ulteriori disordini.
Il significato
Molti, meravigliati dall’improvvisa e selvaggia violenza, rifletterono sul significato di ciò che era avvenuto. Che cosa significa? Perché tali distruttivi disordini?
Ovviamente il problema non è una semplice disputa sui salari fra dipendenti dello Stato e la città. Il problema va molto più a fondo. Né la difficoltà si limita a Montreal. Poiché si è notata una straordinaria diminuzione di integrità e moralità in un enorme settore della popolazione in ogni luogo.
Infatti, ciò che avvenne a Montreal, concluderanno indubbiamente molte persone, potrebbe avvenire nella loro città se rimanessero senza protezione della polizia. L’ex procuratore generale del Quebec, Claude Wagner, descrisse molto schiettamente la situazione, spiegando: “Quando la polizia se ne va, sappiamo d’essere sull’orlo della rivoluzione”.
Il primo ministro Pierre Elliott Trudeau pure notò l’estesa natura del problema. Disse che lo sciopero dei poliziotti e dei pompieri di Montreal fa semplicemente “parte di una società completamente presa da pazzia sanguinaria”. E il premier del Quebec, Jean Jacques Bertrand, notò semplicemente: “La violenza è la moda del giorno”.
I cristiani, circondati da tale spirito di violenza e illegalità, baderanno di non esserne contaminati. Un testimone oculare notò che proprio la gente comune commise reati che altrimenti non avrebbe commessi. Vi lascereste indurre anche voi a infrangere la legge se vedeste vicini e conoscenti che l’infrangono? Approfittereste della situazione, scusandovi col pensiero che ‘tutti lo fanno’?
Il vero cristiano si distinguerà come uno che osserva la legge sia quando è circondato da tutori della legge che quando non lo è. Si rende conto che Dio vede, ed egli desidera soprattutto piacere a Dio. Pertanto, indipendentemente da quello che fanno gli altri, egli si comporterà in maniera onorevole. — 1 Piet. 3:10-12.
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La dimora di Abraamo quando era giovaneSvegliatevi! 1970 | 22 maggio
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La dimora di Abraamo quando era giovane
● Secondo la Bibbia, Abraamo crebbe nella città di Ur dei Caldei verso il 2000 a.E.V. (Gen. 11:27-31) Gli scavi compiuti nell’antica località di Ur mostrano quale progredita civiltà vi era. The Bible and Archaeology osserva:
“Nelle tombe reali di Ur . . . si trovò una collezione di magnifici vasi dorati che fanno ancora la delizia e la meraviglia degli studiosi del mondo antico. Ur era una città con un complesso sistema governativo e un sistema commerciale ben sviluppato, dove scrivere era comune per emettere ricevute, fare contratti, e per molti altri scopi. C’erano fogne cittadine, strade, case a due piani, una grande torre del tempio (ziggurat), rotte commerciali che congiungevano la città con altre grandi città a nord e a sud, e varie altre evidenze di una civiltà assai progredita”. — Pagine 15, 16.
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CostoleSvegliatevi! 1970 | 22 maggio
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Costole
● La persona media, uomo o donna, ha ventiquattro costole. Comunque, si riferisce che una persona su venti ha una costola extra.
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